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Autore: Harryet    22/02/2017    1 recensioni
I tre Dottori di Everwood sono impegnati in un'operazione davvero particolare!
Genere: Parodia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harold Abbott
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Un’altra giornata era nata ad Everwood, con i ritmi blandi e routinari di una cittadina che conosceva pochi scossoni.

Il Dottor Brown, con il suo equipaggiamento da Medico tra gli Orsi ( jeans slavati, camicia quadrettata, barba incolta e zaino da liceale che avrebbe donato molto di più ad Ephram) si avviava felicemente verso il suo studio a fare il medico dei poveri.

Ovviamente la prima tappa obbligata era il Mama Joy’s dove attendendo di scroccare un caffè al Dottor Abbott- che ancora non si faceva vedere- estrasse dallo zaino il The Lancet e assunse la sua aria colta da so-tutto-io mentre Nina spazzolava davanti al bancone come una contadinella nell’aia.

Finalmente Harold Abbott entrò, borbottando al solito, con la sua aria corrucciata e contrariata come se dovesse portare sulle spalle tutti i problemi del mondo. Come un fiume in piena iniziò a lagnarsi dei suoi figli, della moglie che voleva trascinarlo da un consulente matrimoniale perché non le scriveva più poesie (“Perbacco, ma adesso annaffio il prato, per lei!” Si era difeso Harold), di sua madre e dell’amletico dubbio di come ritinteggiare le pareti del suo studio: bianco sporco o beige?

Andy ascoltava paziente, annuendo e intercalando con qualche “Anche io e Julia!” o un “Ti capisco Harold! Al mondo non esiste uomo di famiglia più reietto di me!” che valevano a far saettare gli occhi del Dottor Abbott come i fulmini di Zeus.

Alla fine il grande neurochirurgo si rassegnò a metter mano al portafogli.

Il buon umore sembrava essere ridisceso sui due uomini quando il bacon arrosto (eh sì perché alla fine avevano optato per una ricca colazione all’inglese) non andò ad entrambi di traverso: a ritmo di corsa, come se fosse di ritorno dalla maratona di New York, ecco entrare quel bellimbusto di Jack Hartmann.

“Buon giorno, cari colleghi!”

Salutò raggiante il terzo medico di Everwood, stando attento a non stirare troppo il viso in un sorriso già innaturale in un viso trasformato dal botulino.

“Salve Mister Extreme Make Over Body Edition!”

Borbottò Harold mentre il giovanotto di Los Angeles prendeva posto tra loro.

“Per me una bella tisana snellente!”

Ammiccò quindi verso Nina, venuta a prendere le ordinazioni.

Poi i tre si misero a confabulare tra loro e quando si alzarono avevano un’espressione tesa in volto come se si apprestassero a fare il più grande intervento chirurgico delle loro carriere.

“Andiamo al mio studio!”

Sentenziò greve Jack.

“Che, per puntualizzare, è il mio. Tu sei solo l’affittuario!”

Ci tenne a mettere i puntini sulle i Harold.


Ed eccoli: Andy mette su il cd che gli ha masterizzato Ephram ( e tira un sospiro quando, invece, di quelle soporifere sonate di pianoforte parte un pezzo heavy metal, Harold si fa assistere dalla sua infermiera Louise nell’indossare camice e guanti e conclude con un passo di tango (imparato giusto per far contenta Rose) e Jack si da la carica con una serie di flessioni da cinquanta.

“Di corsa, di corsa andiamo in sala operatoria!”

Si cala immediatamente nella parte il dottor Brown.

“Dobbiamo operare dalla testa ai piedi. Ma attenzione…un errore!”

La voce concitata del Dottor Abbott…E via ai bip bip, agli oh e agli “lo stiamo perdendo”

E poi tutti e tre a ridere mentre il Dottor Hartman conclude:

“L'allegro chirurgo è il gioco più amato da generazioni di medici, che possono misurarsi da soli con le più bizzarre operazioni chirurgiche, oppure sfidare i loro esimi colleghi.” Come se stesse recitando uno spot pubblicitario.

E tutti e tre insieme:

“L’allegro chirurgo: operazione allegria!”

  
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