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Autore: Atocheg    22/02/2017    2 recensioni
"«Un altro shemlen...» commentò acido l'elfo dai capelli più chiari, per poi notare il suo bastone «E un mago, addirittura»
«Eretico, se non ti dispiace.» lo corresse lui, con malcelato orgoglio, indicando la sua veste lacera e consunta «Come voi, anche io mi rifiuto di sottostare a chi mi vedrebbe privo della libertà solo in base a ciò che sono.» aggiunse, sorridendo amichevolmente."
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Un forte tanfo di carne bruciata si alzava da quella che era infine diventata la pira dei tre templari. Seduto a poca distanza dalla pozza infuocata di grasso su cui i tre cadaveri giacevano, un giovane umano stava verificando la presenza di eventuali ferite sul suo corpo che si fosse dimenticato di curare, alzando di tanto in tanto lo sguardo per posare le sue iridi grige sul trio in fiamme.

«Devo smetterla di ucciderli con il fuoco.» pensò ad alta voce, sospirando «Gli averi che potrebbero fruttarmi qualche soldo finiscono sempre col rovinarsi...»

Quando finalmente le fiamme si spensero, il giovane mago pensò per un attimo a cosa fare con i corpi: le armature erano ancora roventi, e non avrebbe avuto senso provare a perquisirli. "Potrebbero essercene altri in arrivo. Non posso aspettare che il metallo si raffreddi." Deciso quindi di andare semplicemente il più lontano possibile dal luogo dello scontro, si riprese il suo bastone, diede un'ultima occhiata a ciò che rimaneva dei suoi aggressori, e si incamminò in mezzo agli alberi, fermandosi solo quando sentì un'altra voce arrivare da dietro dei cespugli, e, incuriosito, si avvicinò alla sua fonte per capire cosa succedesse.

«Elfico scritto?» sentì una voce maschile domandare incredula, e la sua curiosità si fece ancora più intensa. Sbirciando attraverso le foglie, vide un gruppo di tre umani, che, basandosi sui loro vestiti, dovevano essere dei contadini. Davanti a loro si trovavano due elfi, uno dai capelli nocciola ed uno con capelli di un castano scuro simili a quelli del mago. Quest'ultimo teneva sottotiro i tre uomini con il suo arco, mentre l'elfo dai capelli più chiari teneva nella sinistra un arco e, nella destra, una pietra incisa con un linguaggio sconosciuto al mago.

«Ce ne sono altre nelle rovine.» disse velocemente uno dei paesani, chiaramente spaventato dalla sua situazione «Ma non siamo giunti molto in fondo...»

Quando il castano gliene chiese il motivo, i tre spiegarono che c'era un demone, idea che entrambi gli elfi derisero, per poi rivelare loro la posizione della suddetta caverna. Soddisfatti delle risposte fornitegli, gli elfi, che infine si rivelarono essere Dalish, li lasciarono andare, ma prima fecero promettere ai tre di non tornare prima che il loro clan se ne fosse andato.

"Rovine elfiche, un demone... potrebbe essere divertente, e magari trovo qualcosa da vendere." pensò il mago, già immaginando i tesori che avrebbe potuto scoprire. Si mise a seguire di nascosto i due Dalish, ma, nel farlo, non si accorse di un rametto secco sul suo cammino, il quale, quando lui ci passò sopra, si spezzò, rivelando col suo rumore la posizione del giovane.

Immediatamente i due elfi si voltarono verso la fonte del rumore, con una freccia incoccata in ciascun arco, e si avvicinarono lentamente. Mormorando un'imprecazione sottovoce, il giovane iniziò a pensare alle sue possibili azioni: avrebbe potuto provare a combatterli, ma senza l'elemento sorpresa le sue possibilità erano scarse, e poi, anche se fosse riuscito ad ucciderli, non solo avrebbe dovuto liberarsi dei possibili abitanti della caverna da solo, ma si sarebbe anche ritrovato con un clan Dalish alle calcagna. L'unica altra alternativa possibile era provare a parlarci.

Lentamente, sollevò le mani fino a renderle visibili ai due Dalish, per poi alzarsi in piedi altrettanto lentamente.

«Un altro shemlen...» commentò acido l'elfo dai capelli più chiari, per poi notare il suo bastone «E un mago, addirittura»

«Eretico, se non ti dispiace.» lo corresse lui, con malcelato orgoglio, indicando la sua veste lacera e consunta «Come voi, anche io mi rifiuto di sottostare a chi mi vedrebbe privo della libertà solo in base a ciò che sono.» aggiunse, sorridendo amichevolmente.

«Cosa ci fai qui?» domandò il castano, ignorando il paragone fatto dal mago, che semplicemente sollevò le spalle.

«Come ho detto, sono un eretico. Combattimenti con i templari e cambi di dimora sono all'ordine del giorno per me.» rispose lui, sempre sorridendo «E, a tal proposito, non ho potuto fare a meno di sentire la vostra conversazione con quei paesani. Una rovina potrebbe fornirmi una soddisfacente dimora, almeno per qualche tempo.» disse, scendendo dal rilievo su cui si trovava e avvicinandosi agli elfi «Inoltre, ho sentito della pietra. Vi propongo un patto: se troviamo qualcosa che potrebbe interessare il vostro clan, lascerò campo libero per farvi esplorare le rovine. Nel caso non dovessimo trovare nulla, invece, userò le rovine come dimora provvisoria. Che ne dite?» concluse, allungando una mano verso i due, che continuavano a osservarlo sospettosi.

«E cosa ci dice che manterrai la tua parola?» domandò scettico l'elfo dai capelli più chiari.

«Nessuno.» rispose lui, come se fosse il fatto più ovvio al mondo «Sta a voi scegliere se volete affrontare la caverna senza di me» aggiunse, sollevando le spalle «Dopotutto, a cosa potrebbe servirvi un mago mentre andate ad esplorare una caverna di cui non sapete nulla? Potete di certo stare senza cure, glifi, malocchi per i nemici...»

«Ok, ok, abbiamo capito.» lo interruppe il castano.

«Quindi, cosa decidete?» domandò con un ghigno vittorioso il mago.

«Va bene, verrai con noi.» rispose lui, stringendogli la mano.

«Sei sicuro, Theron? E' uno shem, lo sai che non possiamo fidarci.» disse incredulo l'elfo dai capelli più chiari, continuando a fissare il mago con sospetto.

«Puoi anche cacciarlo se vuoi, Tamlen.» rispose l'altro, rinfoderando l'arco «Ma di certo ci seguirebbe di nascosto. Preferisco tenerlo d'occhio.»

«Bene, l'importante è essere giunti ad una decisione. Oh, e, ad ogni modo, il mio nome è Huwen.» disse il mago, con il suo sorriso fisso sul volto, per poi camminare oltre i due elfi «Allora, andiamo?»

I tre si incamminarono in silenzio nella direzione fornita dal paesano, arrivando presto ad uno strapiombo. Costeggiando la parete rocciosa, il gruppo si fermò quando sentirono un susseguirsi di ringhi.

«Cos'è stato?» domandò il mago, serrando la presa sul suo bastone, che al momento usava come bastone da passeggio, mentre i due elfi iniziarono ad incoccare una freccia nei loro archi. La sua domanda ebbe presto risposta quando cinque lupi sbucarono fuori dai cespugli, circondando il gruppo, e si gettarono con le fauci spalancate sul trio. Tamlen e Theron scoccarono le loro frecce, colpendo uno dei lupi esattamente in mezzo agli occhi, mentre l'altra centrò la gola di un secondo lupo, che si accasciò al suolo con un gemito soffocato. Gli altri tre, invece, vennero respinti con violenza quando un glifo luminoso venne evocato da Huwen intorno al gruppo. I tre animali provarono nuovamente ad attaccarli, ma si ritrovarono nuovamente respinti. I due arcieri approfittarono della situazione, uccidendo altri due lupi, e l'ultimo tentò nuovamente un assalto, ma si ritrovò presto avvolto dalle fiamme, provenienti dalla punta del bastone del mago. Dopo essersi rigirato al suolo nel vano tentativo di spegnere il fuoco, alla fine anche lui morì, emettendo un ultimo debole guaito.

«Allora, contenti di avermi fatto venire con voi?» domandò soddisfatto Huwen, facendo sparire il glifo, ma gli altri due erano già ripartiti lungo il sentiero «Ehi! Aspettatemi!» urlò, correndo per raggiungerli.

I tre continuarono a camminare in silenzio per un po', prima che Theron parlasse. «Sei stato bravo, devo ammetterlo.» il mago sorrise orgoglioso. Alla fine, il gruppo si ritrovò di fronte l'entrata della caverna. Le pareti al suo interno erano completamente coperte dalle ragnatele, e già da fuori si poteva sentire lo zampettare degli aracnidi.

«Figurati se potevamo trovare una caverna senza ragni...» commentò Huwen, assumendo un'espressione disgustata ed estraendo il suo bastone, mentre Theron si armò con due pugnali.

«Guardiamo il lato positivo.» disse Tamlen, avvicinandosi all'uscio e sfoderando una spada e uno scudo di legno «Probabilmente il demone a cui si riferivano quei tre uomini era solo uno dei ragni. Quanto sarà difficile occuparsi di un paio di insetti? Forza, andiamo.» concluse, incamminandosi all'interno della grotta.

   
 
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