Amore.
Cos'è?
Un dio?
Un pensiero?
Una sensazione?
O un sentimento?
Una parte del corpo, magari proprio quella del cuore.
Un frammento d'anima, portatoci via dal dio perchè geloso della sua forza.
Una lacrima di cristallo, pura e delicata, come la pioggerella primaverile.
Che sarà mai, che mai significherà questa "cosa"?
Dicono che sia un dio.
Un dio cieco.
Non perchè come Fortuna va dove capita, lui semplicemente non ha bisogno della vista.
Vede con gli occhi dell'anima.
Le sue freccie non colpiscono persone a caso, trafiggono il petto di chi lo nota.
Di chi ha avuto il coraggio di volgergli lo sguardo.
E li premia, li premia con la dolorosa felicità.
E non sbaglia, lui non sbaglia, ti regala tutto ciò che secondo te è buono leggendo la tua anima e non il suo riflesso.
Ma pur soffriamo.
Il cuore duole alle ferite dei dardi scagliati attraverso questo.
Ferite grondandi di sangue, ferite che possono cicatrizzarsi e non guarire.
Infettarsi, marcendo il tessuto.
Oh, come può una cosa così santa uccidere?

«Lucia.»
Un eco, un eco lontano riencheggia nella sua mente.
«Lucia».
Una voce, una voce nitida penetra la mente interrompendo bruscamente ogni pensiero. Voltò verso la sorgente e annuì senza lasciar le parole correre lungo le labbra.
Che sarebbe servito piangere ancora?
Rivolse di nuovo lo sguardo al corpo deceduto. Ne prese una mano e si meraviglio di quanto ancora fosse calda. La chiuse tra le sue, la strinse al suo petto, in un tentativo disperato di riscaldarle, di illudersi che la vita ancora scorra attraverso quelle bluastre vene intrappolate nella rosea pelle.
Oh Dio, perchè fa così male?
Oh Dio, perchè questa maledizione?
Quale colpa ho per meritarmi questo castigo?

Lo amava.
Lei lo amava.
Amava quell'essere umano, nonostante sapesse che sarebbe morto un giorno.
Non gliene importava del tempo, se speso bene non c'era motivo di considerarlo.
Non gliene importava dell'età avanzante, lo avrebbe amato fino alla fine.
Fino alla fine.

Appoggiò il viso sulla gelida fronte dell'uomo, bagnandola incosciemente con le lacrime.
Poggiò le labbra sulla stessa fronte, in un ultimo bacio della buonanotte.
E sembrava essere odiata dal destino.
O persino da Dio stesso.
Glielo aveva portato via prima della sua fine.
L'unica persona che era riuscita a curare le sue ferite.
L'unica persona che mai amò tanto.

E insieme a lui, morì anche lei.

9 Aprile 1492, morte di Lorenzo "il Magnifico" de' Medici