SCINTILLE DI FUOCO
Oh, mio prediletto panorama
divino, solitario
come la Musa, lontana,
che ogni giorno combatte la sua vita,
grama.
Scintille profonde,
tra le pieghe di un cuore
che d’interiorità non s’intende,
e di fronte alle difficoltà si
arrende.
Servirebbero scintille di fuoco,
di fiamma viva, rossastra,
per scaldare ciò che sembra
finito in cancrena, solo da
asportare.
O forse servirebbe un incendio,
o un’eruzione vulcanica,
per far esplodere questa triste
prigione,
che in realtà è un misero cuore
gelido.
E allora che siano messe le sbarre,
e che carcere sia!
Tra di esse, che si credono di
contenimento,
lo si può ancora vedere, quel
panorama ispiratore.
Che siano scintille, e che siano di
fuoco vermiglio,
che queste sbarre si fondano, e che la Musa
sia libera,
per carità, per fondersi e diventare
un tutt’uno
con un paesaggio che dà espressione
all’umana natura.
NOTA DELL’AUTORE
Salve a tutti!
Ringrazio tutti coloro che ancora seguono e sostengono questa
raccolta di poesie. Mi date la forza per continuare a sognare.
Questo è un componimento semplicissimo, al di là del giro di
parole e di concetti caotico che mi sono ingegnato a costruire. Semplicemente,
è l’espressione di volontà di voler far esplodere un fuoco caldo, composto da
sentimenti, in un cuore gelido, sempre più distaccato e freddo con la realtà,
imprigionato e lontano dalla Musa che, a suo modo, anch’essa a quel punto è
impossibilitata a stargli a fianco e a scaldarlo.
Grazie di cuore, per tutto, e buona giornata! A giovedì
prossimo.