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Autore: lasognatricenerd    23/02/2017    2 recensioni
Mr. Graves è stato ormai ritrovato, ma deve approfondire la conoscenza con Credence, ormai conscio del fatto di essere stato innamorato solo di un impostore.
Genere: Fluff, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Credence x Graves.'
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«Quindi il ragazzo è stato usato per arrivare all’Obscurus che alla fine, però, si è scoperto che non era altro che lui?»

«Grindelwald non è stato abbastanza attento.»

Credence era a ridosso di un angolo della stanza, lo sguardo puntato a terra, verso il pavimento, e gli occhi socchiusi. Parlavano di lui come se non fosse lì, come se non percepissero neanche lontanamente la sua vicinanza.

Era ferito, Credence, mentre cercava di non dare ascolto a tutte quelle voci; odiava sentir parlare di Grindelwald, l’uomo che lo aveva usato e poi lo aveva gettato via non appena si era reso conto di essere arrivato all’obiettivo prestabilito.

Quando gli era stato detto che il vero Mr. Grave era stato ritrovato, il ragazzo si era sentito molto in conflitto con se stesso: aveva amato un uomo che si era finto qualcun altro—e adesso? Che effetto gli avrebbe fatto vedere il vero uomo?

Amare Grindelwald significava essere cattivi?

Continuava a farsi tutte quelle domande—domande che non avrebbero trovato risposta, finché qualcuno non entrò nella stanza. Il moro alzò lo sguardo, convinto che fosse solamente qualcun altro che lavorava lì dentro, ed invece i propri occhi scuri incrociarono quelli di Graves.

Il vero Graves.

Qualcosa si smosse nel petto di Credence, mentre si alzava e, un po’ titubante, si dirigeva verso di lui. Sentiva gli occhi di tutti gli altri addosso, ma a lui non importava: la persona che credeva di amare, era davanti a lui. Ne sarebbe stato deluso? E se Graves lo avesse odiato, Credence che cosa ne avrebbe fatto della sua vita?

Si era già sentito svuotato dal momento stesso in cui gli avevano comunicato che l’uomo che lo aveva usato, non era altro che un impostore. Si era sentito svuotato dei sentimenti che aveva provato fino a quel momento, ma adesso, adesso era come se fossero riemersi…

Ma Credence non poteva illudersi: erano due persone diverse.

«Credence Barebone, giusto?» domandò l’Auror, avvicinandosi di qualche passo, seppur a fatica: era stato rinchiuso per mesi e mesi in un sotterraneo e torturato. Alcuni graffi gli imperlavano il viso, e zoppicava da una gamba, eppure era ancora vivo. Grindelwald lo aveva risparmiato.

«S… Sì, signore» sussurrò lui di rimando, abbassando lo sguardo, ancora, sul pavimento, come se non avesse il coraggio di guardarlo negli occhi. Non aggiunse altro…

«Mi hanno raccontato che cosa ti ha fatto Grindelwald» cominciò Graves. «Mi dispiace molto. Nessuno merita un trattamento del genere.» Credence aspettò che dicesse altro e fece bene. «Spero di poter approfondire la nostra conoscenza.»

 
°°°

Da quell’incontro, Graves si prese cura di Credence ogni giorno. Dapprima, le cose furono complicate: Graves aveva bisogno di più informazioni, informazioni che Gridelwald sapeva e che Credence era costretto a far riemergere. Ma, d’altronde, non gli dispiaceva.

Con il tempo imparò a conoscere Mr. Graves e convenne che non era così diverso da quello che aveva conosciuto in passato. C’era solo un’unica differenza: era ancora più incredibilmente gentile. Così gentile che Credence si era sciolto velocemente sotto le sue attenzioni.

Se prima ne era innamorato, nei mesi successivi, Credence, se ne innamorò ancor di più.

Non poteva più farne a meno. Stare lontano dall’uomo era una sofferenza, ma necessario. Percival Graves, dopo un periodo di convalescenza, era tornato operativo come Auror e di conseguenza, aveva ripreso a lavorare sul campo.

C’erano volte in cui l’uomo era costretto a rimanere in ufficio giorno e notte e Credence si ritrovava completamente da solo in casa.

Una vera casa.

La casa di Mr. Graves.

Tanti, inizialmente, erano stati i momenti di imbarazzo in cui l’uomo non sapeva come comportarsi con il ragazzino. Dal canto suo, Credence sapeva di essere complicato e difficile da smuovere, ma non appena lo si prendeva dal verso giusto, le cose diventavano molto più facili e gestibili.

Ma in quei mesi non era stato solo Percival a conoscere di più Credence; lui stesso aveva imparato a conoscere se stesso, ed aveva appreso che non era poi così difficile sorridere o essere felici, anche delle piccole cose.

Sorrideva quando cenavano insieme, ed era felice quando l’uomo gli raccontava che cosa aveva dovuto affrontare in quella giornata di lavoro. Era ancora più felice mentre Percival lo aiutava a migliorare con gli incantesimi.

Ancora non poteva crederci di essere un mago a tutti gli effetti: ora riusciva a fare cose che non si era mai immaginato prima d’ora, cose che, senza l’aiuto di Newt, non sarebbe mai riuscito a fare. E così senza neanche l’aiuto di Percival, che aveva la pazienza di fargli notare ogni errore ed insegnargli incantesimi nuovi ogni volta che tornava a casa dal lavoro.

C’erano volte in cui l’uomo era visibilmente stanco – Credence riusciva a notare le occhiaie sotto i suoi bellissimi occhi –, eppure gli insegnava un incantesimo.

Credence doveva molto a quell’uomo. Gli doveva la sua stessa vita.

«Credence?»

La voce dell’uomo di fianco a sé, fece riscuotere il ragazzo dai propri pensieri; alzò lo sguardo, indirizzando la sua attenzione verso l’altro.

«A cosa pensi?» chiese di nuovo, allungando una mano verso il suo viso. Gli accarezzò una guancia, dolcemente, e poi fece scorrere le dita lungo il suo collo, arrivando, infine, ai capelli nella sua nuca. Li tirò appena, senza fargli male.

Credence non rispose. Come poteva dirgli di essere innamorato di lui? La gente li considerava padre e figlio, ed era la soluzione più facile: la differenza d’età era evidente, e così anche il rapporto. Non sarebbe mai potuto nascere niente…

«Pensi troppo e parli troppo poco, Credence» aggiunse, appoggiando un gomito sul tavolo, per avvicinarsi maggiormente al ragazzo. Gli alzò il viso con due dita, in modo che i loro occhi venissero a contatto.

Il silenzio era palpabile, ma poi Mr. Graves fece qualcosa che il moro non si sarebbe mai aspettato: lo baciò.

All’inizio fu quasi traumatizzante: lui non sapeva baciare. Nella sua vita non aveva mai baciato nessuno, né tanto meno si sarebbe mai aspettato di baciare un uomo tanto più grande di lui.

Per un attimo ebbe il dubbio che fosse stato lui stesso ad avvicinarsi, senza accorgersene, ma era impossibile—era ben sicuro di non essersi mosso.

«Devo insegnarti anche a baciare, dunque» sussurrò Percival con un sorriso.

Credence arrossì ed un piccolo sorriso increspò le sue labbra.

Sì, decisamente doveva insegnargli a baciare.






 
Eccomi qui con un'altra storia su loro due! Inutile: non mi passerà mai e poi mai questa sbandata che mi sono presa per loro! Vorrei solo fare qualche precisazione: ho lasciato sul vago sia il ritrovamento di Graves che l'aiuto di Newt con l'Obscurus! E' stata una scelta mia, perchè non volevo andare troppo fuori tema, per così dire. Magari, in futuro, ci scriverò qualcosa a riguardo!
   
 
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