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Autore: Lelusc    24/02/2017    0 recensioni
Questa è la mia terza poesia, spero vi piaccia. Un bacio e un abbraccio affettuoso a tutti i miei amati lettori. :) Lelusc.
Genere: Poesia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Guardo priva di vita il grigiore sullo sfondo che equivale alla mia esistenza ogni giorno.

La maestra gioconda, segna alla lavagna quello che dobbiamo imparare, ignorando per che nessuno di noi è in ascolto, ma anzi presta maggior attenzione a ciò che ha intorno.

Guardo alcuni miei compagni, certi sembrano ragni. Piccoli, indiscreti e spaventosi, molti anche velenosi.

Nascondo meglio con la manica della camicia il livido nuovo che o sulla mano. Il dolore lo ricordo perfettamente, come anche la suola delle Jaguar del mio compagno, che pestava la mia mano come se nel farlo ricavasse qualche guadagno.

Mi volto a destra e noto come se fosse la prima volta la finestra e al mio pensier entusiasta crescon le ali per volar lontano, dove vorrei esser io in queste poche ore.

Ringrazio le lezioni in classe, che se pur noiose, mi salvano da continui atti di dolore. La maestra in realtà dovrei ringraziare, ma la gratitudine scema fino a sparir  con la rapidità dello scorrer del tempo, che crudele mi avvicina all'uscita e al tormento.

Sospiro con cautela e mi guardo intorno, a volte sembra che caschi il mio mondo, ma una volta a casa tutto va bene, anche se all'apparenza, perché purtroppo la tensione si percepisce a piena potenza.

Non essere tranquilla in alcun posto è la mia maledizione, certe volte preferisco un'ignizione.

Guardo fuori dalla finestra e lontano i miei occhi vanno, fino a posarsi sull'albero maestoso vicino ad un capanno.

L'invidia per lui è intensa, tutto di quella creazione della natura mi attira con violenza.

Il suo tronco alto e forte, che sembra poter allontanare anche la morte, ben difeso mi sembra e la mia mente freme per non lasciarsi spostare come lui dalla tormenta.

I suoi rami robusti e imponenti vorrei tento fossero i miei denti, magari non grossi, ma abbastanza forti per lasciar un segno sulla loro pelle, che equivalga al solco profondo che ho nella mia mente.

Profondo e deciso come quello che si può far sul terreno, ma con la me di adesso è impossibile e non posso far a meno di immedesimarmi nelle foglie, che non altrettanto forti, piccole e indifese posson solo far il loro corso, ingiallire al più non posso e cadere o esser percosse e infine staccarsi e poi via, trasportate da un sol e minimo alito di vento.

Ancor più assenti son in me le somiglianze con le radici, totalmente inesistenti, come le difese, i repellenti, per sbarazzarsi di ciò che fa male e che fa marcire tutto ciò di buono e naturale.

All'improvviso trillo della campanella serro gli occhi e penso la peggio, fin ad ora il mio pensar è stato tutto tempo perso.

Sospiro e guardo un ultima volta l'albero tanto invidiato, si torna alla cruda realtà e al male che mi aspetta in agguato.

Un ragno di colpo mi spinge di lato per passar prepotente. Ringrazio il cielo non sia uno dei peggiori che torturano la mia mente.

Un rumore giunge di colpo, sobbalzo, ma sono sola, quindi niente presunto confronto. Mi dirigo alla porta e per poco prendo una storta.

Son scivolata su qualcosa e confusa guardo a terra, dove c'è, oltre ad una caramella, un libro di scienze.

M'inginocchio e noto che è aperto su di una pagina da noi studiata e che se ricordo bene è stata un'ammazzata.

Guarda tu il caso, tutto si ricollega all'albero del prato, muovo un braccio per far leve e alzarmi, ed ecco che faccio un guaio.

La cartella era ancora aperta e tutti i libri sono scivolati fuori e nel rimetterli velocemente a posto noto che il libro di scienze ha deciso di fare l'impudente.

Era stato lui a farmi scivolare prima e ora è aperto fra le mie mani e mi mostra un'immagine di non molti giorni lontani.

Non ho nulla degli alberi, nemmeno una somiglianza, sono solo una foglia che aspetta la sua ora, ma una cosa simile a loro il libro mi mostra.

Anni a disposizione possiedo per combattere. Non sono longeva come loro, ma una quasi similitudine mi si alea, e con questa un briciolo di coraggio che caccia via tutti i ragni al mio passaggio.
 
  
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