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Autore: Always_Always    24/02/2017    4 recensioni
What if?|Possibile spoiler
Le radiazioni arrivano prima che si riesca a trovare una soluzione e i cento della lista vengono portati al sicuro.
Ma poco prima di chiudere i portelli dell'Arca, Bellamy fa una scelta.
(...)"Torna dentro!"
"Non posso."
"Torna dentro, ti prego!"
Perché sono sempre loro a pagare il prezzo più alto?(...)
Genere: Drammatico, Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bellamy Blake, Clarke Griffin
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Home (where is?)'
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N.B: Sono convinta che se le cose dovessero mettersi male per Clarke e Bellamy, quello che ci rimetterebbe la pelle sarebbe Bellamy. La cosa mi ha creato profondo turbamento, ma non sono riuscita a togliermi questa idea dalla testa e alla fine ho provato a immaginare una sua possibile uscita di scena.




DEPARTURE
(reflection of an unborn love)
 
Took the breath from my open mouth
Never known how it broke me down
I went in circles somewhere else

And I hear your ship is comin' in
Your tears a sea for me to swim
And I hear a storm is comin' in
My dear is it all we've ever been?

(Novo Amor, Anchor)
 
 

Clarke Griffin si maledice un'altra volta ancora per non aver pensato che sarebbero arrivati a questo punto e si chiede come abbia fatto a essere così cieca.
Sei stata una sciocca, Clarke.
Lo sapeva prima ancora di rendersene conto, prima ancora di sperare che tutto sarebbe andato per il verso giusto. Perché in un luogo dove sopravvivere è più importante di vivere e dove tutte le scelte sono soppesate sulla bilancia del 'cosa resta' e del 'cosa meritiamo per quello che siamo diventati', se sei qualcuno come Clarke Griffin o come Bellamy Blake non c'è scampo, nemmeno se ti impegni al massimo per evitarlo, nemmeno se pensi che tutto sommato qualcosa di buono l'hai fatto, o che avrai tempo per farlo, o che impegnerai tutta la tua vita per redimerti, nemmeno in quel caso.

"Torna dentro, Bellamy."
"Non posso."
"Torna dentro, ti prego!"

Lo dice perché deve, perché non può farne a meno, perché vederlo dall'altra parte del vetro è un dolore troppo grande, un dolore che ha già provato più volte ma che non era mai stato così insopportabile - perché stavolta sa che è l'ultima volta, che se anche lui la lascerà, allora non ci sarà più un'altra occasione per soffrire o per amare, mai più.

"Qualcuno deve stare con loro, Clarke," è calmo il tono di Bellamy, carico di un'accettazione che lo rende inarrivabile, quasi metafisico.
"Allora esco io", ribatte pronta Clarke, ma Bellamy è testardo quanto lei - forse anche di più.
"Qualcuno deve restare dentro," è l'ovvia risposta, così com'è ovvio che sia lei quella a dover guidare i nuovi Cento, quella a dover vivere. "Qualcuno dovrà guidarli. Essere la loro speranza."

Ma quello che Bellamy Blake non ha mai capito, che non ha mai voluto capire e che forse non capirà mai è che non c'è mai stata davvero solo Clarke Griffin. Ci sono innumerevoli volti alle spalle di Clarke, e mani a consolarla, e spalle a supportarla, e parole di conforto e cuori pulsanti che l'hanno tenuta in piedi quando è stata sul punto di crollare; e quello che Bellamy Blake non ha capito, che non ha mai voluto capire e che forse non capirà mai è che il primo di quei volti è proprio il suo.

"Non posso farcela senza di te," gli dice, sincera, perché non c'è altro modo in cui potrebbe dirgli che lei da sola non è niente - non il medico dei Delinquenti, non la Leader degli Skaikru, non la Wanheda. "Sei sempre stato convinto di aver bisogno di me per poter essere migliore, ma non è solo così. Anche io ho bisogno di te." 
È stanca di ripeterglielo ma continuerebbe a dirglielo per sempre, se fosse necessario.

Bellamy si limita a guardarla. Oltre il vetro, con i riccioli scomposti e un sorriso incerto sull'angolo delle labbra, poggia una mano sulla superficie trasparente che li separa - che non li ha mai fatti sentire più lontani e che fra poco li separerà per sempre.
Clarke annega in quegli occhi che dicono sempre troppo, come se Bellamy non riuscisse a controllarli - forse Bellamy non sa del potere mistico che cela il suo sguardo, ma Clarke l'ha sempre trovato un dettaglio affascinante, uno di quei pregi di Bellamy Blake che meritassero di essere custoditi e protetti, uno di quei particolari che le confermano quanto Bellamy, forse più di tutti, meriti di vivere.
Inconsciamente - e allo stesso tempo perfettamente consapevole - allunga una mano e la sovrappone a quella di lui, che dall'altra parte del vetro non si sposta di un centimetro.

"Le persone qui fuori, Clarke," parla piano, Bellamy, come se stesse raccontando una fiaba, "hanno bisogno di un guerriero. Qualcuno che resti con loro e combatta con loro e muoia con loro. Io posso farlo, ma solo se so che tu e gli altri vivrete."
"Non voglio sacrificare altre persone. Non voglio sacrificare te."
"È una mia scelta, Clarke. Non sei tu a decidere. Per una volta, non sei tu a decidere."

Clarke Griffin è tanto stanca di decidere. È stanca di essere costretta a scegliere sapendo di fare sempre la scelta sbagliata, qualsiasi cosa faccia. È stanca del giudizio degli altri, della loro fiducia forse mal riposta e di dover sempre pensare per tutti, per questo è grata che per una volta qualcuno pensi con la sua testa senza chiederle il permesso; ma sacrificare Bellamy
Bellamy che è sempre con lei, Bellamy che la rispetta, Bellamy che la vede come una persona e non come un oggetto inamovibile; Bellamy che sa quanto soffra perché soffre anche lui, Bellamy il Re Ribelle che è passato da "Quel che cavolo vogliamo!" al "Non devi portare questo peso da sola", Bellamy che crede in lei anche quando non lo farebbe nemmeno lei stessa, Bellamy che è soltanto Bellamy ed è sempre stato abbastanza; e ancora Bellamy che non ci sarà più, Bellamy che ha scelto il suo popolo e ha deciso di dare la vita perché ogni volta qualcuno è costretto a farlo.
Clarke Griffin non è pronta, nel cuore e nella mente, a perdere Bellamy Blake. E al tempo stesso sa che sarà obbligata a farlo, perché nella partita a scacchi che è la loro vita hanno deciso di essere gli unici pezzi sacrificabili.

"Perché siamo sempre noi a pagare il prezzo più alto?" chiede alla fine, e sta già piangendo mentre lo dice. Le piacerebbe essere forte, le piacerebbe prendere a calci Bellamy per trascinarlo nella zona sicura - nella zona dove c'è vita, dove le radiazioni staranno lontane e dove tutto andrà bene - e ripetergli che lui non ha il permesso di abbandonarla, perché aveva ragione quando diceva che si sono separati troppe volte e che ogni volta che è successo le cose sono andate peggio. Ma Bellamy la guarda in quel modo strano che ha di guardarla, con la dolcezza incerta di chi non si sente ancora degno di meritarsi la salvezza e capisce che questo è il suo ultimo gesto, l'ultima fatica per espiare i suoi peccati. C'è una parte di sé, quella più razionale e calcolatrice, quella che ha lasciato che una bomba esplodesse su milioni di persone innocenti, che lo comprende e lo rispetta. Che sa che deve essere così e che non ci sono altre possibilità.
Eppure, una volta ancora si chiede: perché sono sempre loro a pagare il prezzo più alto?

"Perché possiamo sopportarlo," ribatte Bellamy, una forza temprata nella perdita e nel dolore. 

Ma Clarke non è convinta. Clarke ha perso più di quanto avrebbe mai immaginato e ogni volta che ha dovuto dire addio si è ripromessa che non l'avrebbe fatto mai più; l'ha pensato quando ha visto suo padre sparire nello spazio; l'ha pensato quando ha sotterrato Wells, poi quando ha pugnalato Finn e infine quando Lexa si è spenta tra le sue braccia.
L'idea di doverlo rifare ora, con Bellamy, è più di quanto sia disposta a sopportare.
Per questo poggia la testa sul vetro e chiude gli occhi, immaginando il calore del corpo di Bellamy superare quella barriera trasparente e raggiungerla. Non si sorprende quando lui fa altrettanto, quando lento e discreto poggia la fronte proprio dove c'è quella di lei, e le punte dei loro nasi vanno a combaciare, e le loro labbra sono tanto vicine che potrebbero sentire il respiro dell'uno sull'altro, se solo non ci fosse quel maledetto vetro tra di loro.

"Se mai ti avessi baciata," domanda Bellamy, senza staccare gli occhi dal suo viso, "me l'avresti lasciato fare?"
Clarke annuisce una, due, tre volte. Affoga nei singhiozzi e poi annuisce di nuovo.
"So che eri innamorata di Lexa, però—"
"Mi sarebbe servito tempo. Solo tempo," dice. Perché Bellamy Blake è tante, tantissime cose e magari lei ha ancora il cuore a pezzi e non riuscirà a dimenticare completamente Lexa o tutto quello che ha significato per lei; ma Bellamy Blake è la sua famiglia, l'unica costante della sua vita che ha sempre dato per certa. Prima o poi avrebbe capito che quel calore che sente ogni volta che lo ha vicino, ogni volta che lo sfiora o che avverte la sua presenza è qualcosa di più profondo dell'affetto sincero, qualcosa che va oltre la completa amicizia e che ha a che fare con uno di quei legami che vorresti durassero per sempre. 

Quindi sì, l'avrebbe amato, alla fine - forse già lo ama, forse l'ha sempre fatto; forse l'amore che prova per Bellamy Blake è silenzioso e costante, un compagno fedele che ha seguito i suoi passi da quel lontano giorno in cui c'erano solo loro due e lui voleva scappare, ma poi ha ucciso Dax per salvarla e lei in cambio l'ha assolto dai peccati - perché ha visto un ragazzo spaventato costringersi a diventare un uomo, come ora vede l'uomo costringersi a diventare martire.
È crudele capire di amare una persona proprio nel momento in cui stai per perderla.

Bellamy Blake le sorride, poi chiude gli occhi anche lui. Restano così per un istante, abbracciati attraverso un vetro, come se tutto si fosse risolto e lui non stesse per abbandonarla per sempre in nome di una morale che li ha sempre giudicati dall'alto senza concedere niente.

"Prenditi cura di O," sussurra Bellamy, "sa essere testarda e insopportabile, ma è mia sorella".
"Non mi perdonerà mai, per questo."
Non mi perdonerò mai, per questo.
"Non sei tu quella da biasimare. Andava fatto e io sono l'unico che può farlo. Tu devi restare viva."
"Non è egoistico chiedere a me di stare senza di te quando tu non sei disposto a fare altrettanto?"
"Se muori tu, moriamo tutti."
Se muori tu, solo io e O.
"Che n'è stato del: 'Se io sono su quella lista, ci sei anche tu'?"
"Non ho mai avuto intenzione di essere uno dei Cento, lo sai."

Sì, lo sa. Ha sperato il contrario, ma ha sempre saputo. Forse è questo il fardello di Clarke Griffin: veder morire le persone a lei care senza riuscire a fare niente per impedirlo. Così come ora guarda Bellamy Blake voltarsi e sa che sarà l'ultima volta che lo vedrà, che potrebbe salvarlo ma che se lo facesse lo condannerebbe a un destino ancora peggiore: quello del rimpianto. Ha già visto Jasper ridursi a un fantasma, e ama troppo Bellamy Blake per riservargli lo stesso fato meschino.
Perciò lo guarda andare via a testa alta, con un fucile in mano che non servirà a niente, con una lealtà che non salverà nessuno e con un sorriso soddisfatto di chi, soltanto alla fine, ha trovato qualcosa per cui valesse la pena vivere; ma nessuno saprà mai cosa fosse.


 
 
Taught the hand that taut the bride
Both our eyes lock to the tide
We went in circles somewhere else


And I hear your ship is comin' in
Your tears a sea for me to swim
And I hear a storm is comin' in
My dear is it all we've ever been?

(Novo Amor, Anchor​)



 

Angolo dell'autrice:

Sono troppo OOC? Non credo, non so, spero di no. Ma nel momento finale, quello dove gli sguardi di intesa non sono più abbastanza ed entrambi sanno che non ci saranno altri momenti, altre comprensioni, altri domani... ho pensato che avrebbero potuto sciogliersi un po'. Forse Jason ci darà la Bellarke proprio allora, proprio quando tutto sarà finito. O forse, da sadico che è, ci lascerà a bocca asciutta anche in quel caso. Io non sono riuscita a scrivere un momento Bellarke più "spinto" di questo, forse perché sono talmente abituata ad accontentarmi di sguardi e occhiate d'intesa che non saprei come immaginarmeli, o forse perché sono così impaziente di vederli effettivamente come coppia che non voglio pensare a come succederà per non rovinarmi la sorpresa. In ogni caso, questo è il mio sfogo e io ringrazio chiunque che anche solo lo avrà letto.
Always_Always
   
 
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