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Autore: AllisonHermioneEverdeen    24/02/2017    3 recensioni
Fin da piccola, Liv Winchester ha sempre saputo che il buio è qualcosa di cui avere paura.
Non è mai stata davvero bambina, inghiottita dall'oscurità del mondo quando era ancora troppo piccola per capire quello che succedeva intorno a lei.
Non ha mai avuto molte sicurezze nella sua vita, seguendo il padre nella sua folle caccia.
Ma ha sempre avuto un motivo per andare avanti, per rialzarsi dopo la morte del padre, per trovare la forza di ridere e scherzare di nuovo...
Quel motivo ha due nomi: Sam e Dean Winchester. La sua famiglia.
Quando Dean è morto, reclamato dagli inferi, ha creduto di morire.
Ma adesso è tornato, e Liv dovrà tirare fuori tutta la forza e il coraggio che possiede per affrontare l'ennesimo colpo che la vita non si stanca di sferrare contro la sua famiglia...
Perché non puoi chiamarti Winchester e aspettarti di avere una vita tranquilla!
Genere: Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: Movieverse | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Quarta stagione
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'The Third Winchester'
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Capitolo uno



- Hai un altro caso per me? -. Ormai era quella la domanda che Liv proferiva ogni giorno. Bobby alzò lo sguardo dai ritagli di giornale che stava leggendo.
- Buongiorno anche a te - disse. La ragazza si sedette alzando gli occhi al cielo.
- Buongiorno Bobby... hai un altro caso per me? -. Bobby bevve un altro bicchiere di vodka e rivolse l'attenzione a Liv.
- Quanto ore hai dormito questa settimana? Due, tre? - Liv sbuffò, ma lui non si fece scoraggiare. - Sono quattro mesi che non mi parli se non per avere nuovi casi... dormi male e poco, salti i pasti, quando non sei a caccia ti rinchiudi nella tua stanza in uno stato quasi catatonico... ti rendi conto che non puoi continuare così? -. Liv alzò gli occhi sull'uomo che considerava come uno zio. Il suo volto incorniciato dai capelli biondi era pallido, aveva due occhiaie da far paura e gli occhi verdi arrossati.
- Giusto, hai ragione: ricomincierò a piangere tutto il giorno, ci abbraccieremo e staremo tutti meglio, ed io e Sam... no, aspetta, se n'è andato secoli fa dopo che non siamo riusciti a riportare in vita Dean- lo guardò negli occhi, e Bobby potè leggerne tutta la disperazione e la rabbia. - Non c'è un modo per farmi stare meglio, Bobby, ma il lavoro evita che ci pensi troppo... perciò, hai un altro caso per me? -. Bobby sospirò e le porse i ritagli di giornale.
- Una donna è stata trovata morta nel suo appartamento: non c'è traccia dell'arma del delitto, porte e finestre erano sigillate... la polizia ha trovato tracce di zolfo sul davanzale - spiegò.
- Demoni, - lo sguardo di Liv si era oscurato. La ragazza si alzò in piedi. - E' un caso semplice, sarò di ritorno entro sera... prendo in prestito una tua auto -.
- Vai e divertiti - ironizzò Bobby riempendosi l'ennesimo bicchiere di vodka. Liv sospirò ma lasciò perdere: non era certo la persona più adatta per dirgli come doveva comportarsi per affrontare il lutto.
Bobby sentì la ragazza sistemare le armi nel bagagliaio e partire. Scosse la testa: Liv era cocciuta come un mulo, erano quattro mesi che si chiudeva in sè stessa rifiutandosi di accettare la morte di suo fratello. D'altro canto, la morte di Dean era stata un duro colpo per tutti.

Subito dopo che Liv se ne fu andata, il telefono di Bobby squillò. L'uomo rispose.
- Si? -
- Bobby -. La voce risultava familiare, ma non poteva essere...
- Si, chi parla? -
- Sono io-
- Io chi? -
- Dean -. Senza pensarci un attimo, Bobby riattaccò. Era furente: che razza di scherzo!
Di nuovo, il telefono squillò. Arrabbiato, l'uomo non diede tempo allo sbruffone dall'altro capo di accampare il suo scherzo stupido.
- Chiunque tu sia, non è divertente: richiama e ti ammazzo! -.
E riattaccò.
Il telefono non squillò di nuovo, per fortuna, così Bobby si mise a sistemare i ritagli di giornale del caso di cui si stava occupando Liv: poteva dare per scontato che l'avesse già risolto... Liv odiava a morte i demoni per tutta la faccenda di Dean, perciò non c'erano dubbi che avrebbe fatto fuori quel figlio di puttana in poche ore.
Quando finalmente Bobby finì di sistemare i ritagli di giornale, qualcuno bussò alla porta. " Wow, è stata davvero veloce questa volta " pensò Bobby. Liv aveva superato se stessa... Ma quando aprì la porta, di fronte a lui non c'era Liv, bensì Dean.
Bobby rimase paralizzato ad fissarlo; il ragazzo intanto fece un mezzo sorriso.
- Sorpresa - disse.
- Non... non ci credo- sussurrò l'uomo: non era vero, non poteva esserlo... Dean fece un passo avanti: era sporco di terra e aveva le labbra screpolate.
- Non ci credevo neanche io - affermò - Ma eccomi qui -. Bobby indietreggiò e cercò a tentoni il coltello d'argento sul mobiletto dietro di lui. Lo afferrò e si lanciò all'attacco di quel dannato demone, mutaforma o qualunque altro mostro che aveva preso le sembianze del suo figlioccio. Dean schivò il colpo, afferrò il braccio di Bobby e lo bloccò dietro la schiena.
- Bobby...! - provò a dire, ma l'uomo lo colpì in faccia con il braccio libero facendolo indietreggiare in sala.
- Bobby! Sono io! - esclamò questo.
- Come no! - ribattè l'uomo, infuriato: nessun mostro poteva prendersi gioco di lui in quel modo! Strinse il coltello d'argento e fece per gettarsi di nuovo all'attacco.
- No! Aspetta! - esclamò Dean riparandosi dietro la sedia di legno. - Il tuo nome è Robert Singer, tua moglie si chiamava Karen, ti voglio bene e sei come un padre per me! -. " Bene, è un mutaforma " pensò Bobby, ma per un attimo, fissando negli occhi quel ragazzo, gli sembrò che fosse davvero il suo Dean... Ma no! Non poteva farsi abbindolare così!
Dean si rilassò leggermente e si rimise in piedi, ma Bobby tornò all'attacco.
- No! Sono io - gridò il ragazzo.
- Col cavolo! - ribattè l'uomo, ma Dean gli tolse il coltello d'argento e alzò le mani.
- Va bene, se fossi un Mutaforma non potrei fare questo, - scoprì il braccio sinistro e si fece un piccolo taglio con il coltello. L'argento non sfrigolò sulla pelle... Bobby era incredulo: era lui, era... era Dean!!
- Dean... - sussurrò avvicinandodi. Il ragazzo sospirò di sollievo. - Come è possibile? -.
- Non lo so... - rispose Dean, girandosi per posare il coltello sul tavolo. - So solo che mi sono svegliato in una fos.. - si interruppe quando ricevette dell'acqua santa in faccia. Sputò quella che gli era rimasta in bocca.
- E come vedi, non sono un demone - disse stancamente. Bobby si sentì un po' imbarazzato.
- Scusa, dovevo controllare -

Liv aveva appena rimandato quel dannato demone nel buco nero da dove era arrivato. Quel caso era stato davvero semplice, adesso alla ragazza rimanevano solo due ore di solitudine in un'auto mezza rotta di Bobby. Due ore in cui non poteva scappare dal pensiero che la tormentava da mesi: Dean. Il suo fratellone, finito all'Inferno perchè non era stata in grado di salvarlo. Si odiava per quello, non riusciva a perdonarsi: il senso di colpa la stava rodendo dentro... ma era anche l'unica cosa che le permetteva di andare avanti senza impazzire. Come se prendersela con se stessa fosse l'unica terapia possibile per non affogare in tutta quella merda...
Finalmente arrivò a casa di Bobby: aveva proprio bisogno di una birra. Sperava solo che in sua assenza l'uomo non avesse finito, di nuovo, tutte le bottiglie di vodka.
Parcheggiò l'auto, prese il borsone con le armi dal bagagliaio e percorse il vialetto in mezzo alle auto sfasciate. Era il tramonto, aveva fatto davvero veloce con quel caso.
Aprì la porta di casa, superò la trappola del diavolo disegnata a terra e afferrò una birra lasciata sul mobiletto della sala.
- Bobby, sono tornata - disse stancamente entrando nel salotto. Ma Bobby non era solo in quella stanza... Quando la seconda persona, che era seduta sul divano, si voltò a guardarla, la birra che Liv teneva in mano cadde a terra e si frantumò.
- Non è possibile... - sussurrò la ragazza atterrita. Di fronte a lei c'era il suo fratellone: Dean.

ANGOLO MALATA DI MENTE
Si, lo so di essere pazza, ma questa storia è rimasta accanto al mio cuore per troppo tempo.
Questo è il terzo tentativo di scriverla, ma stavolta credo di aver azzeccato il modo in cui scriverla ( per lo meno, mi soddisfa ).
Questo primo capitolo è un po' come un " Pilot ": se vi piacerà, domani ne metterò un altro e poi via, uno alla settimana.
Se non vi piacerà... non ci sarà un altro tentativo.
Se ci sono errori non esitate a dirmelo!
AllisonHermioneEverdeen
   
 
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