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Autore: oB00K5o    24/02/2017    0 recensioni
Primo capitolo della Trilogia del Caos: Sonny Moore è un artista musicale, conosciuto da tutti come Skrillex, sovrano della dubstep e dell'EDM. Una sera, andando in uno strano ristorante, rimane chiuso nella cella frigorifera. Vi resterà per tanto tempo, ibernato, finché una misteriosa ragazza non lo libera e gli dice che nel mondo sono rimasti solo morte, distruzione e silenzio, a seguito di un'orribile epidemia causata da un'entità mostruosa che deve essere distrutta per evitare la discesa delle tenebre sulla Terra e la costruzione di un Nuovo Cosmo. Il ragazzo, catapultato in questo mondo nuovo, tetro e dannato, dovrà fare i conti con le sue paure. Aiutato dal saggio Maestro e dai membri della Gilda dei Musicisti della cosiddetta "Zona Protetta" e da due Cavalieri dell'Ordine Imperiale Britannico, riuscirà a portare a termine il suo viaggio, ma non la sua missione. Giunto davvero alla fine, dovrà scegliere tra i suoi sentimenti e la salvezza di tutto e tutti.
Dall'altro lato di un muro invalicabile tra due mondi, però, qualcuno spera in un aiuto per mettere fine ad una prigionia fatta di conti in sospeso... Riuscirà costui a far incastrare il suo piano con quello dei protagonisti?
Genere: Avventura, Science-fiction, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Un ragazzo andò ad un ristorante. Non era proprio un locale di lusso, né tantomeno era spazioso, ma stava di fatto che quella sera la sala era totalmente deserta, c’erano solo lui e il personale. In ogni caso, il ragazzo ordinò e aspettò pazientemente il suo piatto. Passarono due ore. Infuriato, il cliente andò dal cuoco a reclamare il suo ordine. Entrò in cucina e trovò il cuoco addormentato su uno sgabello. Era un uomo di grossa stazza, barbuto e con le gote rosse, probabilmente era ubriaco. Indossava un cappello da chef ed un grembiule bianchi. “Ehi!” Gli gridò il ragazzo “Guardi che sono due ore che aspetto la mia ordinazione! Non la pagheranno mica per dormire, vero?!” L’uomo, a queste parole, si svegliò e si alzò, poi afferrò il ragazzo per il colletto della giacca e lo gettò in una porta aperta nella cucina, quella della cella frigorifera, dopodiché la chiuse a chiave. Il cuoco si risedette sullo sgabello e accese la sua radio, per rilassarsi un po’. Passava in quel momento Breathe dei Pink Floyd, e fu ascoltandola che l’uomo di grossa stazza si addormentò. Dopo la canzone, quando il cuoco era probabilmente nella fase REM, partì un notiziario.
 
Salve, questo è il notiziario delle dieci. Pare che giorni fa alcuni scienziati abbiano scoperto un virus, nel nord del Giappone. Sembra che sia molto pericoloso, e che si sia già diffuso nell’Asia Orientale e in Canada. Si registrano alcuni casi anche qui in America, i malati sono fuggiti dagli ospedali e stanno seminando il terrore nelle città. Da quanto si è riusciti a capire i sintomi sono… Bzzzzzzz… Bzz… Grrrr… Si raccomanda di sbarrare porte e finestre…!” Una sorta di rantolo in sottofondo “Oh, no, accidenti! Vi avevo detto di sbarrare le entrate!” Stavolta si sentì un ruggito, dopodiché un urlo quasi disumano, poi, più nulla.
 
La mattina seguente, per il cuoco, tutto tornò quasi alla normalità. Si ricordava di aver gettato un ragazzo dentro la cella frigorifera, ma per paura di eventuali denunce, non mise mai più piede nella stanza. E così il tempo passò, ma lì, nel deposito refrigerato, il ragazzo deperiva, ogni tanto chiedeva aiuto, ma non otteneva risposta. “E adesso?” Si chiese il ragazzo “Qui non c’è campo, non posso chiamare nessuno… Forse quel ciccione cambierà idea ed aprirà quella porta, prima o poi… E se nessuno arrivasse?” Si spaventò all’idea di restare lì per sempre. Non sapendo cosa fare, prese una penna ed un taccuino dalla tasca della sua giacca di pelle ed iniziò a scrivere tutto ciò che gli veniva in mente.
 
Giorno 1: sono bloccato in un frigo. Un cuoco dalle sembianze di Bud Spencer mi ha chiuso a chiave qui ed io non ho idea di cosa fare per uscire. La porta è talmente fredda che non riesco a toccarla, le mani iniziano a farmi seriamente male. Forse, se esploro questo posto, potrei trovare qualcosa di utile, magari del cibo. Cosa improbabile, ma ci spero comunque.
Giorno 2: questo posto è più grande di quanto pensassi. Nonostante ciò, non ho trovato nulla, a parte ghiaccio e scatole ghiacciate. Voglio un drink, ci starebbe bene, se non fosse che l’acqua qui congelata è come la brina del freezer di casa mia, dunque, non potabile. Portare gli occhiali sta già diventando una tortura, meglio toglierli o potrei congelarmi anche il naso.
Giorno 4: Ho sentito delle voci da fuori, la polizia. Finalmente! Almeno, così ho pensato. No, perché sono ancora qui, quel cuoco bastardo ha nascosto la porta dietro un mobile! Sono fregato, non ci sono speranze che esca da qui! E’ da mezz’ora che chiamo quella sottospecie di chef, ma non c’è verso di ottenere risposta. Non sono abituato a queste basse temperature, ho un bisogno disperato di mangiare qualcosa. In alternativa, potrei tagliarmi una mano, ma mi sembra un sistema truculento quanto impossibile, visto che qui non c’è nulla che possa usare per scopi come questo. Cosa devo fare per non morire assiderato? Una coperta calda mi farebbe comodo, ma questo non è un negozio di stoffe. Continuo a sperare in un aiuto che tanto non arriverà, me lo sento.
Giorno 7: Non so più se sto iniziando a delirare per il freddo o per la fame. Anche se quest’acqua non dovrebbe essere troppo salutare, l’ho bevuta comunque. Facendo così, la mia condizione peggiora sempre di più. Non so come sia il tempo fuori, vorrei uscire e vedere il sole… Riesco a distinguere il giorno dalla notte grazie ad una sottile fessura sotto la porta, non coperta da quella che sembra essere una credenza semplicemente perché c’è qualche centimetro di spazio tra il pavimento ed il piano più basso. Tuttavia, non c’è ricambio d’aria, quella calda di fuori non si mischia al gelo di qui. Sto iniziando a perdere le forze, non credo mi resti molto da vivere…
Giorno 10: La vista mi si sta oscurando e riesco a malapena a scrivere. Chissà se là fuori mi stanno ancora cercando… In ogni caso, non credo che mi troveranno. Mi fanno male le costole e mi gira la testa. Cosa ho fatto per meritarmi tutto qu.................
 
Fu così che, tempo dopo, il suo corpo congelò e si ricoprì di uno strato di ghiaccio molto spesso. Le sue funzioni vitali non si arrestarono definitivamente, ma parvero solo assopirsi, per così dire. Persino il tempo, ad un certo punto, smise di tangere quell’essere. Passarono le ore, i giorni, gli anni. Finché un’entità scassinò la serratura della porta, entrò e trovò il blocco di ghiaccio. “Hm. Chi l’avrebbe mai detto…” Mormorò questa avvicinandosi lentamente alla fredda capsula “… Chiunque lo abbia messo qui, gli ha risparmiato sofferenze inumane, ma ora è tempo che si svegli.”
   
 
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