Storie originali > Fantasy
Segui la storia  |      
Autore: LordHelix    25/02/2017    1 recensioni
Tutti noi siamo abituati a storie dove il tormentato infante di turno viene sottrato dal suo nido per essere cresciuto in un contesto difficile in cui verrà spronato a trovare una sua strada nel mondo e dimostrerà a se stesso di essere un carismatico eroe. Ma cosa potrebbe mai succedere se il protagonista invece di essere un bellissimo bambino è un piccolo, puzzolente e non proprio intelligente essere? Che il cielo ci aiuti....
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Quella che mi sto accingendo a narrarvi è una storia alquanto particolare. Un’avventura forse epica o forse grottesca ma probabilmente solo un po’ stupida.
Il giudizio lo delego a voi.

Vi racconterò di una creatura fantastica di cui probabilmente avrete già sentito parlare.

Che sia forse una drago?

No…. Mi spiace, non sarà un maestoso essere dal fiato rovente.

Potrebbe essere un troll?

Sicuramente sono esseri dalla forza titanica e dall’odore imponente ma nuovamente no anche se a livello di odore, in effetti, sono presenti alcune similitudini.

La creatura in questione sarà un piccolo esemplare di una razza un po’ molesta e curiosa conosciuta e detestata come Goblin.

Magri, glabri, alti una gamba umana e uno sputo con una pelle verdastra. Il viso un po’ allungato caratterizzato da due occhi grandi e vispi, orecchie a punta discretamente grandi e un ghigno pieno di denti storti pronto a far colare un po’ di bava.

La storia del nostro piccolo Goblin inizia come la storia di ogni altro piccolo Goblin: la sua tribù.
La tribù degli Sniffa-Funghi era conosciuta dalle altre tribù della zona per i loro potenti sciamani in grado di avere visioni mistiche “sniffando”, termine tecnico Goblin, vari funghi luminescenti soprannominati “I Marciosi” che crescono naturalmente nelle loro grotte. Questi funghi oltre alle loro peculiarità psicotrope non posseggono ne concedono alcun potere particolare ma è inutile arguire con i goblin.
Il ruolo di Capo degli Sniffa-Funghi viene tramandato per ereditarietà diretta tramite “Il Segno”, una voglia dietro la nuca che ricorda la forma dei Marciosi.
Kaxaz, il Capo, ebbe dalle varie concubine solo tre figli: un maschio particolarmente paffuto, una femmina con la mania di mordere le cose e un assai piccolo e debole Goblin. Quest’ultimo fu accolto con gioia nonostante la sua stazza minuta in quanto era l’unico dei tre con l’importantissima voglia dietro la sua nuca. Alla sua nascita si fece festa in tutto il villaggio con le classiche sfide “Cavalca-Il-Musone”, “Assaggia-La-Bubbona” e “Tira-La-Coda”. Si contarono 7 morti e 12 feriti. La festa fu un successo.

Il mattino seguente al destarsi dei Goblin, devastati dall’efferatezza della festa, il morale di ogni partecipante calò fino a toccare il terreno: l’infante Marchiato era sparito!

Iniziò una sorta di perversa Caccia-Inquisizione in tutto il villaggio nel tentativo disperato di ritrovare il povero Zixxaz figlio di Kaxaz. La ricerca fu infruttuosa, però mettendo a soqquadro tutto il villaggio si fece una terribile scoperta: un infame aveva osato infrangere il Tabù degli Sniffa-Funghi!! Nella sua capanna erano stati rinvenute lettere e parole! Sacrilegio!
In quella bizzarra tribù di drogati, infatti, vi erano vari tabù come il famigerato “No-Scaccolare-Difronte-Capo!”. Ben più di un malcapitato ha rischiato la pelle in questo modo ma niente era peggio dello scrivere cose. Da generazioni si riteneva che la scrittura fosse una nefasta pratica in grado di intrappolare l’anima degli esseri viventi. Difficile spiegargli il concetto di cultura ma, nuovamente, è inutile discutere con i Goblin.

Nimax l’infame aveva osato farlo! Sicuramente, decretò Kaxaz, era stato lui ad intrappolare il suo bambino negli scritti. Lo torturarono per strappargli una confessione ma troppa era la furia del capo goblin. Il poveraccio, probabilmente l’unico goblin un minimo dotto nella tribù, mori subendo atroci sofferenze. Distrussero tutti libri dell’Infame nella speranza di liberare il degno successore della tribù Sniffa-Funghi.

La realtà, purtroppo, è un po’ diversa nonostante la dura pena scontata dal povero capro espiatorio morto male. Parliamo dei Ragni-Lupo. Le mamme dei Ragni-Lupo a differenza di molti ragni dimostrano un’enorme cura della propria prole, già a partire dalle uova che vengono messe all’interno di una sacca tessuta con tela di ragno. In questo modo la mamma non si allontana mai dalla sua prole che, grazie alla sacca, porta sempre con se fino alla schiusa delle uova. Una volta schiuse i piccoli si vanno ad attaccare al pelo sull’addome della mamma Ragno-Lupo e si nutrono in parte delle prede procurate dalla madre. Il problema principale legato a questa vicenda è che i ragni sono particolarmente ghiotti di quegli esseri disgustosi che i Goblin chiamano Bubbona: enormi e grasse larve dal sapore e odore pessimo.

Ciò che non sarebbe neanche passato per l’anticamera del cervello dei goblin è che durante il sonno collettivo successivo alla festa una mamma Ragno-Lupo, attirata dalle Bubbone cotte male, ha girovagato furtivamente per il villaggio con passo felpato in cerca di qualche leccornia.
Purtroppo nessuno dei molesti esseri avrebbe mai pensato di tenere in considerazione l’elevata appiccicosità della tela di ragno. Passata di fianco al piccolo Zixxaz, sfortuna volle, che l’infante rimase attaccato alla sacca delle uova.

Una volta tornata al Nido-Ragnatela la sacca si schiuse e i ragni, come di consuetudine, si attaccarono al pelo della madre. Stranamente cosi fece anche il piccolo goblin appena svegliato. Il poveretto, per spirito di adattamento, iniziò a convivere con i ragni e venne adottato dalla mamma Ragno-Lupo. Si abituò a stare costantemente a contatto con il pelo di aracnide, prima della madre adottiva e poi dei suoi fratelli. In breve tempo diventò un ottimo aiutante durante le loro cacce. Alla morte della Madre adottiva, ebbe modo di legare in particolare con Gobbo, così lo soprannominerà in seguito. Piccolo dettaglio: Gobbo tecnicamente è una femmina ma è inutile cercare di spiegarglielo, è sempre problematico arguire con Goblin.
Il come i due instaurarono un rapporto fiducia non è un propriamente un segreto, anzi, è un avvenimento abbastanza interessante ma adesso non mi sembra il momento più adatto per raccontarvelo. Vi dirò solo che ha fatto guadagnate ai due un enorme pelliccia piumata, trofeo di uno scontro fortuito attualmente utilizzata come mantello.

Per quanto ormai si fosse integrato nella la sua nuova famiglia si sentiva molto diverso. Aveva metà delle zampe rispetto ai suoi fratelli. Non aveva veleno anche se Gobbo ogni tanto glie lo prestava. Non aveva zanne anche se aveva trovato delle pietre che poteva usare come tali. Non aveva pelo anche se poteva indossare il suo mantello. Lui faceva quello che poteva per imitarli. Voleva segretamente essere un po’ più come loro ma infondo sapeva che sarebbe mai stata la stessa cosa.
In preda a dubbi esistenziali era solito girovagare per la foresta insieme a Gobbo in cerca di risposte alle domande che lo attanagliavano. Fortunatamente per la sua fragile testolina le trovò o meglio dire trovò qualcuno che glie le potesse fornire. Si imbatté in un ragno. Non un ragno normale. Il ragno più grosso che avesse mai trovato! Il ragno più intelligente che avesse mai incontrato! E parlava! O almeno, questo lo scoprirà in seguito, diciamo che produceva suoni strani e complessi. Insomma, per tutti i Muffoni!, in quel momento dubitò seriamente di riuscire a salvare la pellaccia sua e di Gobbo.

Per fortuna non stiamo parlando di un vero e proprio ragno ma di un druido mutaforma: Dradnud. Dopo varie vicissitudini si è isolato dalla società diventando un eremita protettore di quella zona. In particolare egli veglia sui Ragni-Lupo, suoi animali totem. Storia interessante, sarebbe decisamente utile approfondirla più avanti! In ogni caso non rientra sicuramente nell’archetipo di druido perbenista dal pollice verde, e sovente è più dalla parte del cacciatore che della prema ma nonostante questo decise di prendere con se lo sfortunato e gracile essere. Era da molto tempo che non aveva contatti con creature semi intelligenti e l’idea di avere una creatura stupida e inferiore con la quale dilettarsi lo divertiva. Segretamente ammirava la capacità del Goblin di essersi adattato a vivere a contatto con i suoi animali totem e forse un po’ gli ricordava situazioni perse tra le pieghe del tempo. Lo istruii un minimo e gli fece scegliere un nome. GiG. A quanto pare lo divertiva la pronuncia. Ma assegnarsi il proprio nome non bastò e la cosa gli sfuggi di mano, iniziò a dare nomi ad ogni cosa che incontrava. Apprese varie nozioni utili come ad esempio che lui era un Goblin, o “Gobelin” come pronuncia male lui, e che fuori dal territorio dei ragni vi sono altri come lui. Imparò che ci sono molte creature a 4 arti intelligenti , la cui maggior parte pallide.

I ragni quando mangiano, in genere, si cibano prevalentemente dei liquidi interni e passa un po’ di tempo prima che inizino a digerire esternamente le disgraziate prede pallide rigurgitandoci sopra sostanze acide. Per fortuna di GiG, spesso tutto l’equipaggiamento dei defunti rimane intatto. GiG “Lo Istruito”, cosi ha iniziato a chiamarsi, fu preso dalla mania di depredare i cadaveri dei vari pallidi che si avventuravano troppo nel bosco. Studiò entusiasta i loro equipaggiamenti e i loro utensili, era curioso. Trovo anche degli strani manufatti squadrati con dentro tante parti sottili con sopra vari simboli. Avevano un cattivo sapore. Li buttò. Dradnud in seguito gli spiegò che erano libri e che potevano essere utili. GiG non capì, era troppo concentrato su quegli strani indumenti che indossavano. Non erano troppo comodi però erano in grado di proteggere da morsi ed artigli delle bestie. Provo a crearne qualcuna per se e per Gobbo. Possedevano anche cose grige e fredde terribilmente taglienti. Molto meglio delle sue pietre, decretò il gobelin. Iniziò ad usarle e le chiamò Denti-Freddi.

Non passò molto tempo che il gracile essere dalla strana voglia dietro la nuca maturò una strana e giustificata necessità di cercare i propri simili. Organizzò qualche piccola spedizione fuori dalla foresta dei Ragni-Lupo insieme al suo fidato compagno.
Non trovò Goblin ma si imbattè in un nido di esseri pallidi. «Guarda Gobbo! Quelli credo che sono Umeni» Sussurò sottovoce a Gobbo. Probabilmente intendeva “Umani”.
Vi erano enormi strutture tipo alberi ma dentro erano cave come grotte …. e la gente ci abitava!
Mannaggi agli Gnefri!
La sua curiosità era troppa...

   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantasy / Vai alla pagina dell'autore: LordHelix