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Autore: _gallavixh_    25/02/2017    0 recensioni
E se Lukas non avesse fatto in tempo a riportare la pistola ad Helen?
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Come ci si sente quando si è al limite della sopportazione?
E' successa quella cosa, non fai che ricordarne gli attimi nella mente.
Perchè lo sai, non andranno mai via.
Così limpidi, nitidi, vividi.
Una volta, quando avevi 10 anni, avevi visto tua mamma uscire fuori casa con uno dei suoi fidanzati occasionali.
Era vero, Billy non esisteva, ma ce n'erano stati altri, anche peggiori.
A quei tempi gli pareva che quello di turno fosse Jim, o forse era Bob, non lo ricordava.
Sapeva soltanto che uscirono troppo tardi quella notte, e che dopo, la mamma non tornò a casa per giorni, oppure era una settimana?
Non ricordava neanche questo.
Un giorno, ad una delle tante sedute, gli dissero:
"Philip, caro, prova a chiudere gli occhi e a dimenticare tutte le cose brutte, poni in un cassettino della tua mente soltanto quelle più importanti, quelle più belle"
Philip, che di ricordi belli non ne aveva, si fermò al primo punto.
"le cose importanti"
Aspettare la mamma per diversi giorni e vederla ritornare a casa con tanti graffi, lividi, era una di quelle.
Perchè?
Perchè le cose peggiorarono ancora di più, dopo ciò.
Il piccolo bambino là per là non capì, a distanza di anni, però, tutto diventava talmente chiaro.
L'uomo li aveva derubati del loro conto monetario, ma non come facevano tutti, no.
Gli altri si limitavano a far gettare qualche centone alla mamma per una serata al casinò, ma non quella volta.
Quella volta fu diverso.
Li derubarono totalmente e la mamma disse di essere stata via per sporgere denuncia in diverse stazioni di polizia, ma chi sano di mente avrebbe creduto ad una donna che 
faceva uso di stupefacenti e che era metà svestita?
Ma soprattutto, lui, le credeva?
Era difficile farlo, difficile credere che fosse davvero scappata per cercare aiuto, non Anne.
Suo solito era farsi manipolare consapevolmente, pur sapendo di avere un'altra piccola vita da gestire, che non era l'unica a subirle, le conseguenze delle sue azioni.
Ma lei non capiva mai.
E lui continuava a volerle bene, insomma, era sua madre.
Le voleva bene anche se quell'anno persero la casa che di cui non riuscirono a pagare l'affitto.
Le voleva bene anche se dovettero trasferirsi da amici di sua madre, che erano tutto tranne che amici.
Era consapevole dell'inferno che sua madre dovette passare per tenerlo con sè, e proprio questo permise ad entrambi di sorridere un po' di più, quando ebbero la casa indietro, dico.
Ma la storia cominciò a ripetersi, forse troppo spesso.
Almeno due volte al mese lei spariva, come per magia, e la stessa magia dopo qualche giorno faceva sì che ritornasse, all'uscio di quella porta.
Ma lui le voleva bene comunque.
Come voleva bene a Lukas.
Lui, però, l'aveva distrutto.
Aveva distrutto tutto quello che c'era da distruggere.
In tutti i modi in cui una persona può essere distrutta;
in piccoli pezzi che difficilmente potevano essere riuniti, magari soltanto da quella persona, ma era inutile anche sperarci.
Capelli biondi ed occhi azzurri, cosa aveva preso dalla madre?
Se lo chiedeva sempre.
Avrebbe tanto voluto ringraziarla, la mamma di lui, anche se non sapeva quasi nulla su di lei, ma, dopo tutto, i momenti belli erano più di quelli brutti, gli stessi che a giorni avrebbe dovuto dimenticare, come gli avevano sempre insegnato a fare.
Ma cosa pretendeva?
Esattamente, cosa voleva da Lukas?
Non si era comportato diversamente da tutte le altre persone che erano state in sua compagnia per più di 5 minuti.
Si era allontanato.
E ora lui stava per prendere un bus diretto in città, Helen e Gabe avrebbero capito.
Magari avrebbero fatto in modo di fargli riavere indietro la sua roba, in futuro.
A ripensarci, un po', gli dispiaceva, o forse no.
Si fidava di loro.
Come si fidava di sua madre, come si fidava di Lukas.
Non avrebbe dovuto, non avrebbe mai dovuto.
Semplicemente se ne era reso conto troppo tardi, seduto su quella sedia, a tavola, con lui di fronte.
Aveva mentito spudoratamente, se lo aspettava.
A Lukas non importava di nessuno, se non di se stesso.
A Philip importava di Lukas, ma era ora di mettere sè stesso d'avanti.
Oppure no?
Il bus era arrivato, insieme ad un messaggio che lui non lesse in tempo prima di salire.
"Ho preso io la pistola, sto venendo, non muoverti da lì"
Ma era troppo tardi.

   
 
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