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Autore: _Qwerty_    26/02/2017    6 recensioni
Tutti amano Neville, ma quasi nessuno parla di Hannah: cosa hanno fatto nei primi tempi dopo Hogwarts? Come hanno iniziato a frequentarsi, fino a decidere di stare insieme e sposarsi? Com'è che Hannah è arrivata a gestire lo storico Paiolo Magico? E Neville non è certo diventato subito professore di Erbologia a Hogwarts: cosa ha fatto nel frattempo?
Questo è il mio nuovo esperimento, una mini-long su Hannah e Neville, principalmente dal punto di vista di lei, il più possibile canon (che per me NON comprende The Cursed Child) e spero non troppo sdolcinata o melodrammatica.
Leggete e recensite numerosi!
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Ernie Macmillan, Hannah Abbott, Neville Paciock, Tassorosso | Coppie: Hannah/Neville
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Camini-1

30 giugno 1999, Espresso di Hogwarts, direzione Londra


“E ovviamente papà ha già pensato a quando mi presenterò a sostenere la prima orazione e su quale tematica. Sapete, io pensavo di andare direttamente ad un’orazione critica sull’autogoverno del Wizengamot, ma papà mi ha fatto riflettere che in effetti per un praticante di primo livello è più prudente iniziare su qualcosa tipo la regolamentazione della fabbricazione dei calderoni” stava spiegando Ernie McMillan al suo uditorio, composto in quel momento soltanto da Susan, Justin e lei.
Hannah sbadigliò.
“Anche tu Susan ti metterai a studiare Magisprudenza?” chiese Ernie.
“Penso di sì, ma vorrei anche lavorare da subito, per cui penso che mi candiderò al Ministero per varie posizioni” rispose la ragazza.
“Magisprudenza non fa per me – intervenne Justin – All’Ufficio Metropolvere ci sono un sacco di posizioni aperte, proverò subito lì.”
“E tu Hannah, cosa farai?” chiese Ernie.
In quel momento, avrebbe voluto prenderlo a schiaffi, anche se gli voleva bene. Cosa avrebbe fatto, chiedeva Ernie.
Sua madre era morta quattro anni prima per mano dei Mangiamorte per aver cercato di difendere dei Babbani loro vicini di casa, lei era tornata a casa per aiutare suo padre, all’epoca un Guaritore di talento, caduto in una depressione che sembrava senza via d’uscita. Avevano vissuto come in clandestinità, perché si sapevano possibili prede dei Mangiamorte, e lei aveva acconsentito a tornare a Hogwarts soltanto perché suo padre aveva insistito, pensandola più al sicuro a scuola. Il che era vero fino a un certo punto, con Piton preside e i Carrow che punivano con la violenza gli studenti ribelli. Per lettera suo padre le raccontava quello che stava facendo: aveva iniziato a curare i maghi che vivevano in clandestinità e aveva ripreso i contatti con i colleghi del San Mungo, che cercavano di organizzare gruppi di aiuto e cura per i maghi Mezzosangue e Nati Babbani in difficoltà di nascosto alla Direzione controllata da uomini di Voldemort. Era stato così che suo padre aveva vinto la depressione e aveva aiutato anche lei a non cedere al dolore e al senso di sconfitta. L’ES andava avanti, sotto la guida di Neville Paciock e Ginny Weasley, e molti studenti si erano uniti a loro. Nonostante tutto, in quell’anno terribile aveva stretto ancora di più i legami con i suoi compagni, Tassorosso e non, e aveva persino recuperato un briciolo di speranza. Ma quello che non aveva potuto la depressione, lo fecero i Mangiamorte: suo padre fu ucciso nel suo ambulatorio clandestino insieme ad una famiglia di Nati Babbani poche settimane prima della battaglia di Hogwarts. Ricordava perfettamente la sera in cui la professoressa Sprite l’aveva chiamata da parte per darle la notizia, scoppiando subito dopo in lacrime. Ricordava anche come lei quella sera invece non versò alcuna lacrima e giurò a se stessa che avrebbe presto raggiunto i suoi genitori, ma l’avrebbe fatto portando con sé quanti più Mangiamorte possibile.
Poi c’era stata la battaglia, ed era stata davvero una liberazione. Nell’immediato partecipò alla ricostruzione della scuola, dando una mano insieme a tanti altri studenti. Quando rimise piede a casa era luglio inoltrato e ancora dovevano tenersi gran parte delle udienze per i Mangiamorte e i complici. Anche lei fu chiamata come testimone e andò a sentire le udienze riguardanti gli assassini di suo padre. Si fece agosto e la casa era vuota. Il 15 agosto le arrivò la lettera da Hogwarts con le indicazioni per il settimo anno, cui lei era iscritta con un anno di ritardo avendo dovuto recuperare il sesto. Non le importava assolutamente nulla del diploma e dei M.A.G.O., come invece aveva puntualmente ripetuto anche lei a chi ne chiedeva, insieme a quanti dei suoi compagni erano tornati a ripetere l’anno per dare gli esami, primo fra tutti Ernie.
Lei era tornata a Hogwarts perché la sua casa era vuota. E sebbene all’inizio le sembrasse che tanti compagni avessero ancora molto da dire e da elaborare sulla guerra appena finita, presto l’atmosfera a scuola era cambiata: ora che c’era la pace, tutti iniziavano a pensare al futuro, ai loro progetti, a cosa fare e un ottimismo diffuso e, a suo vedere, fin troppo euforico sembrava contagiare tutti gli studenti. Ernie era la personificazione di tutto questo: parlava in continuazione degli esami e di cosa avrebbe fatto dopo, e voleva trascinarla a fare lo stesso. Ma non erano più come al quinto anno, al tempo dei G.U.F.O., tutto era cambiato e lei non riusciva a capire come per Ernie potesse essere di nuovo tutto a posto. Anche se in realtà capiva benissimo: i suoi erano sempre stati al sicuro, non avevano subito attacchi, non avevano perso nulla della loro posizione economica e la sua casa era ancora piena. A conti fatti, non c’erano macerie nella vita di Ernie.
“Non lo so” rispose Hannah in un soffio. Poi sentì salire le lacrime, così si alzò e aprì la porta dello scompartimento. Susan fece il gesto di seguirla, ma l’occhiata che le lanciò la fece desistere. Hannah chiuse la porta dello scompartimento e fece appena in tempo a sentire la voce di Susan rivolta a Ernie.
“Sei proprio un coglione.”
Percorse un paio di vagoni, senza guardare da nessuna parte, cercando di calmarsi. All’improvviso la porta di uno scompartimento si aprì.
“Non è molto comodo passare il viaggio in piedi, a meno che il tuo non sia infestato di Spillibrilli.”
Luna Lovegood apparve sulla porta dello scompartimento, in cui erano seduti anche Neville e Ginny.
“Vieni, siediti” disse indicandole il posto accanto a Ginny.
Luna era una delle persone che le stavano più simpatiche. Tassorosso e Corvonero avevano molte lezioni insieme e si erano ritrovate nello stesso anno, così come con Ginny. Anche Neville le stava simpatico, era un ragazzo molto gentile ma anche determinato, come aveva dimostrato più volte prima della battaglia. Per un attimo Hannah si sentì sollevata di poter passare qualche minuto in compagnia di qualcuno che non avrebbe parlato in continuazione di Magisprudenza e carriere al Ministero.
“Se non tenete il posto per qualcuno…” iniziò.
“Tranquilla, Hermione sta pattugliando i corridoi e non si siederà un attimo fino a Londra!” disse Ginny.
Hannah sedette e dopo un momento di imbarazzo prese una delle copie de Il Cavillo che Luna aveva con sé, quando arrivò Hermione Granger, che non mancò di lanciare ai compagni Grifondoro un’occhiata interrogativa sulla sua presenza nello scompartimento.
Stava per alzarsi, ma Luna intervenne.
“Hannah è qui perché il suo scompartimento è pieno di Spillibrilli” disse con tono esplicativo, facendo spazio a Hermione accanto a lei e costringendo Neville a schiacciarsi contro il finestrino.
“Pieno di cosa, scusa?”
“Di Spillibrilli, quelle minuscole creature che pungono da sotto i sedili e ti costringono ad alzarti” spiegò Luna con uno sbuffo d’impazienza.
Di nuovo, stava per alzarsi e togliere il disturbo, ma Hermione sedette accanto a Luna e tirò fuori un libro da leggere.
Quando furono ormai in vista di Londra, Hannah si alzò.
“Grazie dell’ospitalità, ragazzi. Vado a recuperare il baule. A presto e in bocca al lupo!”
Ginny e Luna la salutarono calorosamente di rimando.
Rientrò nello scompartimento con i compagni Tassorosso ed Ernie non disse una parola. Una volta scesi, sembrava il momento dei saluti finali, cui lei si sarebbe sottratta volentieri.
“Beh ma ci sentiamo, cavoli!” concluse Justin.
Alla fine anche Hannah sorrise, mentre tutti e tre si avvicinavano alle rispettive famiglie. Poco più in là, Hermione correva da Ronald Weasley ed Harry Potter, che era circondato da curiosi e dalla macchina fotografica svolazzante di qualche giornalista con poco tatto. Il papà di Luna era riconoscibilissimo anche in mezzo al caos del binario.
Hannah si avviò ai camini pubblici della Metropolvere, cercando di capire quale l’avrebbe portata più vicino a casa, per poi smaterializzarsi con minore difficoltà, quando notò Neville accigliato davanti ai camini, che evidentemente cercava di capire quale prendere.
“Dove devi andare?” chiese abbozzando un sorriso.
Neville sembrò incespicare un attimo.
“Al San Mungo” disse alla fine.
Hannah sapeva delle condizioni dei genitori di Neville, ridotti a larve umane dalla crudeltà dei Mangiamorte tanti anni prima e in quell’istante pensò che no, non era la sola a cui la guerra aveva lasciato solo macerie che non si potevano più rimettere a posto.
“Quello – disse sorridendo – Devi aspettare che la fiamma disegni un osso, come nello stemma dell’ospedale, e confermare che vuoi andare al San Mungo.”
Neville non sembrava convinto.
“Dai, che abbiamo fatto cose molto più difficili che prendere un Camino Ufficiale, tu soprattutto!”
Neville arrossì ed entrò titubante nel camino che Hannah aveva indicato.
“In bocca al lupo!” disse lei prima di sparire nel camino che l’avrebbe portata a Sheffield, il posto più vicino al suo villaggio magico.
Neville rispose qualcosa, ma la Metropolvere si portò via le sue parole.

***

NdA: eccomi qua, con un nuovo esperimento! Nelle intenzioni si tratta di una mini-longfic su come Hannah e Neville hanno iniziato a frequentarsi, fino a decidere di sposarsi, con uno sguardo a cosa è successo in generale negli anni che vanno dal 1998 al fatidico "diciannove ani dopo". Sarà perlopiù dal punto di vista di Hannah o con narrazione impersonale e cercherò di essere il più IC possibile (Hannah gestisce la storica locanda Il Paiolo Magico e vive nell'appartamento di sopra con Neville, che è professore di Erbologia, così come detto dalla Rowling e come ricostruiamo da Pottermore e potterwikia), tuttavia con alcune necessarie invenzioni su come si è arrivati a questo punto.
Ci saranno probabilmente delle mie invenzioni di malattie ed erbe magiche, considerazioni riguardo la vita lavorativa dei maghi su cui la Rowling non ha detto molto e come già si vede la mia idea che il servizio Metropolvere non colleghi solo i camini privati ma serva anche da "aiuto" per gli spostamenti, perché ricordiamoci che è molto difficile smaterializzarsi a molti chilometri di distanza se non si è maghi molto dotati.
Inoltre, è la mia prima storia per così dire "sentimentale" e il timore di scadere nel patetico/melenso/pomeriggiocinquestyle è alto, per cui recensite e aiutatemi a correggere il tiro.


  
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