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Autore: Soe Mame    27/02/2017    1 recensioni
Se solo non avessi seguito lui...
Se solo non mi fossi ostinata a voler oltrepassare quella porta...
Se solo fossi tornata indietro quando ne ho avuta l'occasione...
...
... nah.
Genere: Demenziale, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shoujo-ai | Personaggi: Miku Hatsune | Coppie: Kaito/Meiko, Len/Rin
Note: Nonsense | Avvertimenti: Incest, Incompiuta
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Tutti i personaggi appartengono ai rispettivi proprietari; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.

~
Cioccolato, biscotti, crostate di lamponi
Apri bene la bocca, ti imboccherò
Fino a quando i tuoi denti marciranno
~



Aveva lasciato Haku sul muretto, ad asciugarsi il viso con una federa viola - a suo dire, non aveva trovato fazzoletti e si era dovuta arrangiare.
- Vai pure. - le aveva detto: - Sento che hai qualcosa da fare. -
Miku aveva annuito: era vero, ma non aveva la benché minima idea di come fare ciò che voleva fare.
"Non sono sicura sia il momento di tornare nel Paese dello Specchio..." si guardò intorno. Alberi. Per quando i due Paesi avessero tanti begli scenari, a volte sapevano essere estremamente ripetitivi: "... ma, se restassi qui, che possibilità avrei di trovare Len...?".
Sospirò. Nel Paese delle Meraviglie non aveva granché modo di agire.
"Avrei bisogno di qualcuno che vada nel Paese dello Specchio, trovi Len e gli dica che voglio parlargli." mise le braccia conserte, una punta di disappunto: "... non credo esista nessuno con tutta questa voglia di fare un simile favore ad una sconosciuta."
Certo, lei, a sentirsi chiedere: - Potresti andare a chiamarmi questo graziosissimo Shota Usamimi? -, avrebbe risposto istantaneamente sì e sarebbe corsa alla velocità del suono, facendo quel favore anche ad un perfetto estraneo, gratis, ma non era sicura che altri avrebbero fatto lo stesso.
"..." si fermò, chiuse gli occhi. Scosse la testa: "... no.".
Un nome le aveva attraversato la mente. Ma era certa che non avrebbe ottenuto nulla.
"... però..." deglutì. Tanto valeva fare una prova.
Sì, probabilmente c'era anche una remota speranza di rivederla.
- Luka...? -
Riaprì gli occhi. Alberi. E fiori. Ed erba.
Sentì le guance troppo calde: "... sa benissimo che l'ho chiamata. E non è voluta apparire." un altro sospiro: "Perché continua a prendermi in giro...?".
Non l'avrebbe chiamata una seconda volta. Era certa che lei si stesse divertendo parecchio - e che, forse, provasse un malsano piacere nel non rispondere alle chiamate, soprattutto se sue.
"Escludiamo Luka." si rimise in cammino: "Cosa potrei...?" un pensiero improvviso: "Potrei tornare all'ingresso! Gakupo potrebbe dirmi se posso tornare o no!".
Ci aveva già pensato qualche ora prima, ma poi Luka aveva iniziato a parlare di altro, erano successe tante cose e aveva messo quell'idea da parte.
Annuì a se stessa: "Bene, deciso! Ora devo solo trovare qualcuno che mi dica dov'è l'entr-"
Un boato.
Si portò le mani alle orecchie, anche se non le facevano troppo male - quelle pulsazioni violente che sentiva era piuttosto sicura venissero dal cuore impazzito.
"Cosa...?" si voltò, il respiro quasi mozzato: "Veniva da...?" gli occhi si spalancarono: "Haku?".
Si sentì instabile sulle gambe. Terribilmente instabile. Fin troppo instabile.
Ma non erano le sue gambe a tremare.
"Un terremoto?" si accucciò, le mani andarono sopra la testa: "Cosa diamine sta succedendo?"
Un trambusto, come tante pentole che sbattevano l'una contro l'altra. O meglio, come se qualcuno avesse gettato un centinaio di pentole su uno scivolo di metallo.
Sempre più forte. Sempre più forte.
Il rumore si faceva sempre più forte.
"... si sta avvicinando?" alzò la testa. Delle sagome in lontananza. Stavano correndo nella sua direzione.
Letteralmente.
"... oh, ca-" scattò in piedi e si buttò tra gli alberi, si avvinghiò ad un tronco con tutta la forza che riuscì a metterci.
Qualche secondo dopo, un numero indefinito di soldati in armatura bianca le sfrecciarono davanti - anche nel punto esatto in cui si era trovata lei poco prima.
Ovunque stessero andando, dovevano avere una gran fretta, vista la foga che ci stavano mettendo; particolarmente ammirevoli erano quelli che cadevano e, colpiti dal soldato subito dietro, rimbalzavano facendo un triplo salto mortale a mezz'aria per poi atterrare in piedi e riprendere a correre come se nulla fosse successo.
Dato che a cadere erano in molti, quella corsa aveva un che di affascinante.
Ci vollero almeno un minuto e trentadue secondi prima che l'ultimo soldato passasse, lasciando la strada di nuovo libera.
"... cos'è appena successo." Miku lasciò l'albero e tornò sulla strada, lo sguardo alla direzione in cui erano andati i soldati: "... soldati bianchi... se è successo qualcosa ad Haku, direi che sono andati in suo soccorso.".
Una parte di lei sarebbe voluta andare a vedere, l'altra le diceva che forse non era il caso.
Si girò, lo sguardo alla direzione da cui i soldati erano venuti.
"... chiunque li ha mandati deve trovarsi da quella parte." serrò i pugni, il cuore che pian piano tornava a battere normalmente: "... quindi, forse, il Castello è per di là?". Avrebbe potuto chiedere a Lily di indicarle l'entrata per il Paese.
Si mise in cammino, le orecchie tese e le gambe che quasi pestavano il terreno - giusto per assicurarsi di non venire di nuovo colta di sorpresa da un'orda di soldati acrobati.

Miku si ritrovò sulla cima di una collina - ovviamente verde, ovviamente con qualche macchia di fiori qui e lì, ovviamente con un panorama meraviglioso.
Da lì riusciva a vedere il Castello - bianco, particolarmente affusolato - e, soprattutto, riusciva a vedere benissimo Neru.
Perché era esattamente a neanche dieci passi da lei.
La vide alzare lo sguardo dal forse-cellulare e, quando lei la vide, la sua espressione si fece ancora più seccata: - Oh. Tu. -
- Già. - la felicità di reincontrarla era ampiamente ricambiata.
- Hai salvato Lily. - buttò lì il Re.
- Già. -
- Brava. -
Miku non rispose. Aspettava una cosa in particolare. Neru parve accorgersene, perché le guance si tinsero di un piacevole color fragola: - Brava, buon lavoro, grazie e altrettanto. - bofonchiò, lo sguardo improvvisamente attratto da un filo d'erba in particolare in mezzo a milioni.
Miku sorrise: "Così va meglio."
- Hai visto, vero? - la voce di Neru era tornata arrogante, il mento alzato.
- ... ho visto tante cose. - non potè non rispondere.
- I soldati! - protestò l'altra: - Li avrai senz'altro visti poco fa! -
- Oh. - annuì: - Sì. Sì, li ho visti. - sbattè le palpebre: - Perché? -
- Sono tanti! - il Re portò i pugni ai fianchi: - Sono forti e possenti! - la squadrò dall'alto in basso: - Non sei rimasta colpita dalla loro strabordante magnificenza? -
- N- -
- Il Paese delle Meraviglie dispone di un così fantastico esercito! - Neru gonfiò il petto, orgogliosa: - Ed è il mio esercito! Li ho addestrati tutti io! -
- Oh. - "Quindi Neru sa fare i tripli salti mortali."
- E quella scimunita mi fa sempre prendere colpi! - Miku iniziò a chiedersi se il Re, più che parlare con lei, non stesse facendo un monologo: - Ma stavolta glieli ho mandati tutti! Tutti! Quattromiladuecentosette persone per una scema che cade da un muro! -
"Allora era davvero Haku!" - Spero stia bene... -
- Ma sì che sta bene! - Neru mosse la mano libera, come a scacciare le sue parole: - Io gliel'ho detto di non sedersi su quel muretto ma lei no, lei ci si deve sedere, lei non può andare a mettere il suo regale lato b su un muro più largo, una panchina o il terreno, no, lei si deve adagiare su un dannatissimo muretto da cui puntualmente fa un volo di un metro e mezzo! -
Miku non avrebbe mai pensato di provare quasi tenerezza nei confronti di Neru. Ma non poteva trattenersi, di fronte ad uno sfogo tsundere tanto palese.
Trattenne comunque un sorriso, perché quella era comunque una tsundere arrabbiata e non aveva voglia di sperimentare la sua ira nel vedersi smascherata.
"Forse è il caso di cambiare argomento." - Con permesso, Vostra Maestà... - meglio rabbonirla un pochino.
- Oh. - Neru sgranò gli occhi: - Hai finalmente imparato l'educazione! -
- Sarebbe così cortese da dirmi dove posso trovare l'entrata per il Paese delle Meraviglie? - impregnò la voce di zucchero e miele, fino a renderla stomachevole.
Non che volesse. La sua idea era di essere semplicemente gentile. Ma c'era qualcosa, in Neru, che le impediva di comportarsi da persona normale.
La faccia del Re, difatti, si fece schifata: - Ah. Ovvio che non hai imparato niente. Resti sempre una mocciosa incivile. -
Stavolta, Miku sorrise - un sorriso enorme, forzatissimo: - Sapreste dirmelo, Vostra Maestà? -
- Ma che cacchio ne so, non so nemmeno dove sono ora! - tornò a pigiare tasti a caso sul quasi-cellulare: - Il GPS non funziona, è giorno e non posso usare la Cintura di Orione per orientarmi! -
- La Cintura di Orione...? - ripetè Miku, perplessa: - La costellazione...? -
- No, l'antico manufatto elfico degli stregoni di Magicolandia. Ovvio che parlo della costellazione! -
Era quasi strano sentirsi scorrere addosso tutte quelle parole poco gentili senza prestarvi la minima attenzione: - E a che vi serve la Cintura di Orione? Di solito non ci si orienta con la Stella Polare? -
- Senti, chiunque può riconoscere la Cintura di Orione. -
"In sostanza, non ha la minima conoscenza astronomica." la sua, invece, era talmente vasta da aver scoperto solo di recente che Plutone non era più considerato un pianeta. Da oltre dieci anni.
- Sai mica dove ci troviamo? - la voce di Neru la riportò al Paese delle Meraviglie.
Scosse la testa.
- Quanto sei inutile. - il Re gettò uno sguardo verso la città più vicina, sotto di loro: - Per fortuna ho mandato le mie Messaggere! -
Miku le si avvicinò e guardò a sua volta.
- Che vedi? - una nota di esitazione.
"Quant'è che le Messaggere sono andate?" - Ehm... nessuno. - disse infine Miku: "Sulla strada, almeno. Non so se volino o se scavino."
- Che diamine ci fa qui, Ulisse? -
"Eh?" - tornò a guardare Neru: - No, intendevo: non vedo nessuno! -
- E dillo subito! - sbuffò il Re: - Con tutti questi nomi finisco per confondermi! -
Miku non ricordava se le si fosse presentata, ma era tentatissima dal farlo in quel momento. I suoi oscuri propositi furono però bloccati dall'apparizione di una figura sulla strada.
- C'è qualcuno! - avvisò.
- Oh? - Neru seguì il suo sguardo: - Ah! Alys! -
- Alys? - somigliava ad Alice. Già le stava simpatica: - I love my love with an A, because she's Agreeable. I hate her because she's Avaricious. I fed her with... with... with Apples! Her name is Alys and she lives- -
- Che cosa accidenti stai dicendo. - non era neppure una domanda.
- Ha un nome simile ad uno dei miei. - spiegò Miku.
Neru fece finta di non aver sentito: - Quella è Alys. L'altra Messaggera si chiama Maika. Ne ho due perché una va e l'altra viene. -
- Prego? -
- Ecco, brava, prega. - il Re si ravviò la lunga coda bionda: - Comunque, è roba dei sindacati. Se le usassi sia per andare che per tornare, potrebbero denunciarmi per sfruttamento. -
- Ah. -
Con tutto quel chiacchierare, Alys era finalmente arrivata: era una bella ragazza vestita di bianco con inserti blu, una lunga trecciona blu, occhi viola e una terza ben messa in evidenza dall'abito aderente.
Miku approvava molto.
- Mon roi! - la ragazza fece una piccola riverenza e si avvicinò: - Vengo dalla città di Città e- -
- Lo so che vieni dalla città di Città. Ci ho mandato Maika. -
"E come faceva Alys a sapere che Maika era a Città...?"
- -vi porto notizie. -
- E' il tuo lavoro. -
"Come fa Alys a portare notizie se è Maika quella che va a vedere? Vivono in telepatia? Alys e Maika sono la stessa persona? Maika chiama Alys per cellulare e le riferisce quello che ha visto? E se Alys è da tutt'altra parte deve andare dov'è Maika per poter tornare lungo la strada fatta da lei per andare?" più ci pensava, più quella situazione le sembrava un enorme dispendio di tempo ed energie: "Spero che Alys sia pagata bene.".
- Hanno ripreso. -
- Cosa? -
Se le sopracciglia di Neru erano quasi scomparse sotto la frangetta e i suoi occhi si erano estesi del cinquanta per cento, il volto di Alys era rimasto immutato nella sua tranquillità: - Je suis désolée. Ma hanno ripreso. -
- Ripreso? -
- Oui, mon roi. -
Il Re sbattè le palpebre, una volta, due volte, tre volte: - Ma... - riassunse la sua solita espressione truce: - ... sei veramente sicura di quello che dici? -
- Oui, mon roi. -
Neru deglutì: - Ma... - lo sguardo duro s'incrinò appena: - ... avevano smesso! -
- E ora hanno ricominciato. -
"Posso sapere cosa sta succendo o vogliono continuare così per le prossime cinque ore?" aveva una gran voglia di chiederlo ad alta voce, ma capiva benissimo che non era il caso di intromettersi tra una sovrana e una messaggera che stava portando notizie sgradite.
Neru continuò a fissare Alys, quasi fosse colpa sua. Di contro, l'altra rimaneva sorridente e pacata - non un sorriso a trentadue denti, un sorriso appena accennato.
Poi la sovrana abbassò lo sguardo al suo boh-cellulare e digitò qualcosa. Dopo qualche secondo, sbiancò: - Hanno davvero ricominciato. -
- Oui, mon roi. - la pazienza di Alys non doveva avere fine.
- Beh... - il Re guardò oltre la sua spalla: - ... allora... allora ho bisogno di tirarmi su di morale! - assunse un'aria di superiorità: - Voglio una mela. Dammi una mela! -
- Non ne ho, mon roi. -
Neru si morse un labbro, palesemente in difficoltà: - Allora una mela caramellata! -
- Non ho neppure quella, mon roi. - il sorriso si fece più ampio: - E non vi fa bene mangiare così tanti zuccheri. La Principessa Lily gradirebbe che voi la smetteste di far così felice il dentista di corte. -
- Ma io voglio una mela caramellata! -
- Ci sono sacrifici che vanno fatti. - Alys si fece da parte: - A Città è richiesta la vostra presenza, mon roi. Non fateli aspettare. -
Se l'uovo caduto sulla testa di Haku fosse, invece, caduto sulla testa di Neru in quel momento, si sarebbe cotto all'istante.
- E invece aspetteranno! - il Re serrò il pugno libero: - Non basta che si battano per me, secondo loro dovrei anche presenziare! -
"Combattono per lei?" la situazione si stava facendo fin troppo bizzarra per rimanerne fuori: - Scusate, gentile signorina... - decise di rivolgersi ad Alys, interlocutrice ben più fattibile dell'altra: - Potrei sapere cosa sta succedendo? -
- Certamente. - la Messaggera indicò la città poco distante con un cenno della mano: - Monsieur Lion e Monsieur Licorne hanno ripreso a combattere. -
"Eh?" - Combattere? -
- Oui, mademoiselle. -
- Per... per... - guardò Neru, incredula: - ... per lei? -
- Per la corona. - specificò Alys.
"Cos- Come-" - Cioè... - sentì gli occhi far male, tanto li aveva spalancati: - Un Leone ed un Unicorno stanno combattendo per poter sposare Neru e diventare così sovrani? - "Ma Neru è già sposata e ha una figlia e, soprattutto, ha un carattere così-"
- Ma che sposarmi! - la voce del Re era salita di quindici ottave: - Io sono già sposata! - e il volto di almeno due gradazioni di rosso: - E ho una figlia! -
"E ha un carattere così-"
- No, quei due idioti vogliono la corona! La mia corona! Letteralmente! - digrignò i denti: - Ma non gliela lascerò! La corona è mia! -
- Mostrate il vostro valore, Votre Majesté! - trillò la Messaggera.
- Certo che lo mostrerò! - si mise il coso-cellulare in tasca e partì a passo di marcia: - Alys! - schioccò le dita: - Una colonna sonora adeguata! -
- Oui! - la Messaggera si schiarì la voce: - Nelle tenebre ghiacciate di quest'immensità, vorresti rompere questa gabbia di cristallo... - e iniziò a cantare, una musica particolarmente ritmata che risuonava da chissà dove.
"Mmmh..." Miku guardò Neru allontanarsi: "... sì, dovrei trovare l'entrata per il Paese delle Meraviglie, però..." le sfuggì un sorriso: "Voglio vedere questi due che si battono per la corona di Neru!"
- Ascoltami! Fa' ruggire la tua voce in un uragano! E, se necessario, distruggi questo mondo con un urlo! Sì, la rabbia di questo tifone trabocca dal tuo cuore! Ma non tirarti indietro, perché io credo in te! -
"... magari rimango un po' indietro, ecco."
Curiosa sì, di stare sulla strada di una tsundere irritata e fomentata no.

Il tragitto fino a Città fu più breve del previsto - e, in ogni caso, allietato dalla canzone di Alys.
Neru, in compenso, aveva percorso l'intera strada conficcando i piedi nel terreno e, una volta a destinazione, fu esausta.
- Vabbè, tanto non sono una minaccia vera. - sbuffò, col fiatone: - Io sono qui solo per guardare la loro disfatta, per ridere dei loro fallimenti, per ricordare che mai, mai avranno la mia corona! -
Miku evitò di farle notare quanto fosse impallidita all'annuncio di Alys. Si voltò verso la Messaggera: - Ci crede davvero? -
- No. - un sorriso dolce: - Quindi si convince di crederci. -
- Farebbe prima ad ammettere la verità. -
- Una volta convinta, per lei diventa verità. -
- Mh... - guardò il Re qualche passo davanti a loro, immobile, a regolare il respiro in modo che non sembrasse starsi spompando: - Deve essere dura lavorare per una persona del gen- così poco tranquilla. - stava comunque parlando di una sovrana, non poteva lasciarsi andare troppo.
- La mia precedente datrice di lavoro era molto peggio. - sospirò Alys.
- Ah, sì? - si voltò verso di lei: "Come può esserci una datrice di lavoro peggio di Neru?" - E, se posso osare chiedere, di chi si trattava? -
- Della Regina Rin del Paese del Giallo. -
Il cuore mancò un battito.
- ... la Regina...? -
- Il Re Neru è sucre, al confronto. -
"... Alys ha lavorato per Rin...?" si sentiva troppo pesante, talmente tanto da faticare a respirare: - ... oh. - abbozzò un sorriso: - Ecco perché sei così brava a tenerla a bada! -
- Merci beaucoup. -
Un groppo alla gola. Deglutì. Ma non se ne andò: - Ecco... -
- Oui? -
- ... dopo, potrei... - distolse lo sguardo. Non sapeva perché, ma non riusciva a parlare con quegli occhi viola nei suoi. Si sentiva in qualche modo scoperta: - ... chiederti alcune cose sulla Regina Rin? -
- Certamente. - il tono era un po' perplesso; quando tornò a guardarla, la sua espressione, in effetti, era a metà tra il confuso e l'incuriosito.
"Bene. Almeno non è restìa a parlarne..."
- Aquí estás! -
Un trillo la strappò ai suoi pensieri, riportandola a Città: una ragazza si stava avvicinando a gran velocità.
Era piuttosto sicura si trattasse di Maika: abito bianco aderente, con inserti fucsia, terza abbondante, grandi occhi rosa, capelli bianchi, lunghissimi, e-
"Cosa sono quei cosi."
-due enormi boccoli di almeno mezzo metro ciascuno. E il loro colore rosso-fucsia non era dovuto ad uno shatush, ma alla loro intrinseca natura di predatori: era certa che quella ragazza potesse muoverli a piacimento, srotolandoli verso il nemico, per poi catturarlo e farne ciò che voleva.
- Finalmente! Pensavo vi foste perse! - Maika si avvicinò a braccia spalancate, muovendole come se stesse disegnando un semicerchio nell'aria.
- Dove sono? - Neru quasi ringhiò.
- Aquì! - indicò la direzione con un ampio movimento delle mani: - Seguite il polverone e li troverete, Su Majestad! -
- Chi sta vincendo? -
- Aaaaah! - si portò le mani alle guance, un sorriso grandissimo, sognante: - León era in vantaggio, ma Unicornio è oltre la sua portata! -
- Come gesticola... - Miku non potè non notarlo. C'era qualcos'altro, poi, ma non riusciva a capire cosa...
- Oh, è gesticolazione italospagnola. - spiegò Alys.
- Ma italiani e spagnoli non sono la stessa- -
- Il resto è perché è una fangirl. -
"Oh." era alquanto sicura di essersi illuminata: "Allora... allora... è una mia simile!"
Credeva di essere sola, lì, e invece aveva trovato un'altra della sua stessa specie!
- Adesso mi sentono! - riuscì a malapena a sentire Neru pronunciare quella frase, prima di vederla sparire nella folla poco distante.
"... ma se erano così vicini, perché si è fatta dare indicazioni-"
- Alys, cara... - Maika e i suoi tentacoli tricotici si avvicinarono a loro: - Chi è la chica con te? - si chinò appena per guardarla negli occhi: - Una povera vittima della tsundericità del Re? -
Entrambe le Messaggere avevano una graziosa scollatura a cuore, ma Miku cercò di concentrarsi sulle parole della ragazza: - Sono Michelyne Alice Lydia Fairsound. - si presentò, con una piccola riverenza.
- Oh, si chiama quasi como tì! - cinguettò Maika, ovviamente rivolta ad Alys.
- Oh, ma tu... - l'altra parve ricordare qualcosa: - ... sei forse colei che ha salvato la notre princesse? -
"Come corrono le notizie..." anche se, a ben pensarci, era logico che le Messaggere Reali sapessero chi avesse salvato una delle loro datrici di lavoro.
- Ehm... sì. -
- Waaaaaaaaaaaah, kawaiiiiiiiiiiiii!!!! -
E si ritrovò ad annaspare contro Maika. Ma era sopravvissuta ad Haku, non sarebbe morta per una terza!
- Credo tu la stia soffocando. -
- Oh, lo siento! -
E Miku tornò a vivere.
- Perdonala. - un sorriso di scuse da parte di Alys: - E' stata in prigione per anni e ora si sta rifacendo del tempo perduto. -
- Oh... - Miku si torse le dita, a disagio: - Mi dispiace... -
- Ma di che, ma di che! - Maika sventolò le mani: - C'era il wifi gratis! -
"..."
- Oui. In teoria, la sua condanna era di molti mesi in meno, ma è voluta rimanere in cella più del dovuto per il wifi gratis. -
- Ti capisco. - "Anch'io avrei fatto lo stesso."
Soltanto...
- Ecco... - doveva osare: - ... per caso, sei stata messa in prigione dalla Regina Rin? -
Maika sgranò gli occhi: - Come lo sai? -
"Alys mi ha detto che-" - Che io sappia, sono le uniche prigioni con wifi gratis. -
- Oh. Giusto! - ridacchiò: - All'epoca della Regina Rin si stava molto meglio in cella che fuori! -
"..."
- Anche se pare che la Regina Meiko sia ancora più terribile. - Maika si portò le mani ai fianchi con un ampio movimento delle braccia.
- Almeno non ha idee bizzarre circa nuove leggi dal dubbio senso logico. - Alys sospirò, una mano alla guancia.
"Beh, visto che ci siamo..." - Posso farle ora, le domande sulla Regina Rin? -
La Messaggera dai capelli blu gettò un'occhiata alla folla, poi tornò a guardarla e annuì: - Credo ne avranno ancora per un po', quindi direi di sì. -
- Domande sulla ex-Reina? - Maika parve farsi più attenta.
- Non vi tratterrò a lungo. - in effetti, doveva fare una sola domanda.
- No te preocupes. - la rassicurò la Messaggera coi tentacoli.
- Dites nous. -
Miku inspirò a fondo: "... perché sono così agitata?" le braccia tremavano. Le mani tremavano. Il cuore batteva troppo forte.
Da quella risposta avrebbe potuto far luce sul mistero della Regina di Cuori.
Ma, non sapeva perché, aveva un po' paura.
Serrò i pugni, raccolse tutto il suo coraggio e chiese: - La Regina Rin è sempre stata così? -
Alys e Maika si scambiarono uno sguardo confuso.
- Così dispotica. - si affrettò a spiegare: - O magari prima era più gentile, più tranquilla...? -
- La Regina Rin non è mai stata gentile e tranquilla. - rispose Maika, lapidaria.
- Anche se... - Alys si fece pensierosa: - ... negli ultimi tempi si era fatta più cattiva del solito. -
- C'è una leggera differenza tra l'essere una niña caprichosa e l'essere una asesina. -
Un brivido gelido lungo la schiena. Come se non stesse tremando abbastanza.
- La Regina Rin, fin da quando siamo state assunte, è sempre stata particolarmente viziata. - spiegò Alys, seria: - Ma abbiamo sempre pensato fosse solo il risultato di un'educazione troppo permissiva. Non immaginavamo potesse... - la voce si spense.
Cadde un silenzio fin troppo pesante, tra loro, nonostante la confusione a pochi metri di distanza.
"... Rin è sempre stata così. Non è cambiata." sentiva gli occhi umidi. Avrebbe davvero voluto le rispondessero: "Prima era adorabile, gentilissima e dolcissima poi, all'improvviso, senza alcuna spiegazione, è diventata una psicopatica!".
Si torse le dita: "Allora... allora Meiko non è impazzita perché è diventata Regina...?"
- Se poi prima fosse più buona e cara, non sappiamo. - confessò Maika: - Noi siamo state solo sue dipendenti quando era già Reina. Forse solo il suo servo personale saprebbe darti una risposta più precisa. -
Un tuffo al cuore. Le sembrò che qualcuno avesse scacciato, con un solo soffio, una pesante nebbia nera che la circondava: "Loro l'hanno vista solo quando era già Regina?" un pensiero improvviso: "E poi... e poi hanno detto che è andata peggiorando!" forse la sua pista non era poi così sbagliata.
- Sì! - annuì, con forza. Nel farlo, qualcosa le cadde dagli occhi.
"Ah..." si affrettò a strofinarli.
- Hai altro da chiedere? - domandò Alys, gentile.
Miku scosse la testa: - No... no. - sorrise, un sorriso grande e spontaneo: - Grazie! Grazie davvero! Mi siete state molto utili! -
- De nada. - - De rien. -
"Bene. Quindi devo decisamente trovare Len!".
- Se va bene così, basta parlare di queste cose tristi. - Alys cambiò discorso: - Anche perché credo che là abbiano finito. - indicò la folla e Miku guardò da quella parte.
Il Re Neru stava davanti a due figure, le mani ai fianchi, le gambe divaricate e, ne era sicura, un'espressione furiosa.
- E' del tutto inutile che vi battiate! - stava urlando: - Non avrete mai la mia corona! Tutti i vostri sforzi sono inutili! Non- -
- I'm hungry. - una vocina adorabile riuscì a sovrastare la voce del Re senza neppure urlare. Un istante dopo, una delle due figure passò accanto a Neru e trotterellò nella loro direzione: - Maika! Do you have any pumpkin? -
La figura aveva un lungo corno al centro della fronte e, soprattutto-
- OMMIODDIO CHE PUCCIO! -
-era uno shota.
Uno shota con degli aborabili capelli biondi dall'aria morbidissima, un lungo mantello blu, un occhio azzurro come il cielo e l'altro bendato. Aveva parecchie bende, in effetti. Ma non toglievano nulla alla sua tenera pucciosità.
- Oh. - lo shota incrociò il suo sguardo. Miku dovette usare tutto il suo autocontrollo per non saltargli addosso. L'unicorno shota parlò di nuovo: - Another pervert like you. -
- No soy una pervertida! - protestò Maika: - Sono solo sicura che tu e Fukase siate una coppia adorabile! -
- Ciao, piccolo shota cornomunito, posso abbracciarti? -
- Only if you want to die. -
- Cattivo. - "Perché tutti gli shota sono così restii a farsi abbracciare?"
- Maikaaaa... - l'Unicorno tornò a guardare la Messaggera tentacoluta: - I'm hungry... -
- Non ho nessuna zucca, mi querido. - Maika sorrise: - Però abbiamo la specialità della casa! -
- Che tipo di specialità? - chiese Miku. Erano ore che non mangiava, in effetti.
Fu la voce morbida e tenera dell'Unicorno a risponderle: - Tarantula. -
Si voltò verso di lui: - ... eh? -
- Non hai mai mangiato una tarantola? - lo shota sorrise, in tutta la sua innocente pucciosità: - Silently, you creep along the tangent to my tongue... -
- Non stai dicendo sul serio, vero? -
- Your tracks tingle and force me to scratch... -
- Ehi, non sta dicendo sul serio, vero? -
- Your thatch bends to the shape of my wavelength... -
- Oliver, non spaventare gli ospiti! - lo riprese Maika, senza la benché minima traccia di rabbia: - Soprattutto se hanno salvato la nuestra princesa! -
- She looks so cute with that expression! -
"Questo shotino mi sta bullando." ma era troppo puccio per potersi arrabbiare con lui.
- Hai lasciato Hio a sorbirsi il Re? - quella di Alys non era neppure una domanda.
"Povero Hio. Chiunque egli sia." non potè non pensarlo.
- Tula Littata Luppashah, Palila Tufeepah Tilatu Lakkah... - Oliver, a giudicare da come canticchiava, non sembrava minimamente dispiaciuto.
- Ecco qui la specialità della casa! -
Non si era neppure accorta che Maika si era allontanata - l'Unicorno aveva assorbito tutta la sua attenzione.
Tuttavia, la Messaggera era tornata con una torta capace di far ingrassare di dieci chili solo a guardarla, quindi i suoi occhi riuscirono a distogliersi da Oliver e posarsi su quella massa di crema rosata di forma vagamente rettangolare.
- Oooh... - Miku si avvicinò, interessata: - Cos'è? -
- A cake. -
- Sì, lo vedo- -
- With leeches. -
- ... -
- A lot of leeches. -
- No, non ci sono sanguisughe. - le parole di Maika la tirarono su di morale e rimisero in sesto il suo stomaco, già prossimo alla centrifuga: - E' solo panna, fragole, cioccolato, crema, marmellata e frutta. -
Miku inarcò un sopracciglio: - Frutta? -
- La frutta fa bene. -
- Sipping my pumpkin spice with pumpkin pie, all the flavours warm and nice... -
"Però Oliver sembrava volere davvero tanto delle zucche..." si dispiacque un po'.
- Caramel cheesecake stuffed peanut dynamite... -
"..."
- Ci serve un posto dove posare la torta. - Alys, lì in mezzo, sembrava la voce della ragione.
- Non possiamo permettere che vada sprecata! - annuirono Miku e il suo stomaco.
- Oliveeeeeeeeer! - una voce lamentosa, poi qualcosa si appolipò all'Unicorno - e non erano i capelli di Maika: - Why you left me behind? -
- Because I needed a sacrificial victim. -
- Cattivo! -
Ad essere arrivato era quello che Miku intuì essere il Leone: aveva un pellicciotto fulvo sulle spalle, dei capelli biondi stranamente simili a quelli di Oliver, occhi rossi e-
"OMMIODDIO E' UNO SHOTA CRESCIUTO!"
-era uno Shota Cresciuto.
Miku sapeva che anche gli shota, un giorno, crescevano, ma non aveva mai visto uno Shota Cresciuto dal vivo.
- Oh? - il Leone si accorse di lei: - Chi è questa ragazza? -
- Sono Michelyne Alice Lydia Fairsound. - si presentò subito, il cuore fuori di sé: aveva davanti due shota. Due!
- E' la ragazza che ha salvato la principessa. - spiegò Alys.
- Una celebrità! - gli occhi rossi del Leone parvero brillare: - Hai sentito, Oliver? E' una celebrità! -
- Voglio la torta. -
- Io sono Hio, lui è Oliver. - presentò il Leone, con un gran sorriso.
"Oh, lui è il poverino finito tra le grinfie di Neru!" - Posso abbracciarti? -
- No. -
- Eccheddiamine. -
- Hio è promesso sposo ad un qualche gnocco! - fece Maika, sognante: - Un giorno si sposerà con un bellissimo gnocco, magari subito dopo o subito prima di Oliver e Fukase! -
- Ma chi è questo Fukase? -
- Un amico di Oliver. - spiegò Alys: - Si fa vedere ogni tanto. Maika è convinta siano fidanzati. -
"Oh. Quindi Maika è una fangirl del tipo fujoshi." capì Miku. Lei era più di ampie vedute: chiunque stava bene con chiunque e gli shota erano qualcosa di adorabile e di necessario abbraccio.
- Suppongo speri di accasare Hio con un altro ragazzo. - come se le parole della diretta interessata non fossero state abbastanza chiare.
- In realtà Hio vorrebbe accasarsi con lei, ma Maika è troppo presa a trovargli un fidanzato per accorgersene. -
"..." il Leone le fece all'istante una pena infinita: - Credo che la prima fetta di torta spetti ad Hio. -
- Grazie! - sorrise lui: - Ma perché? -
- Perché hai sopportato Neru. -
- Ottima risposta. -
- A proposito, dov'è il Re? -
- Qui, cretina. -
Miku fece un salto di mezzo metro quando se la ritrovò alle spalle: "Da quanto era lì? Perché era lì? Cosa vuole da me?"
- Candy marshmallow toffee crème brûlée keeps me awake. Sweet darling my little dummy, do you have to be such a fool? -
La canzoncina di Oliver le fece intuire che l'Unicorno voleva quella torta e che non approvava tutto quel ritardo. Dato che non aveva voglia di mettersi contro uno shota malvagio, decise di mettere da parte tutte le sue domande e di concentrarsi sulla valanga di calorie che Maika sorreggeva.
- Mangiamo a terra. -
La proposta di Alys fu accettata e tutti si sedettero a terra. Se non altro, la torta era protetta da uno spesso strato di piatto di ceramica.
- Chi taglia? - chiese Neru.
- Que decida el corazón! -
- Taglia tu! -
- Eh? - Miku trasalì quando il Re indicò lei.
- Non si fanno faticare gli ospiti. - disse Alys, semplicemente.
- Allora taglio io! - senza aspettare alcuna risposta, Maika tirò fuori dal nulla un grissino e lo strofinò sulla torta: - En tus manos me levanto me siento muy feliz... -
Mentre la Messaggera canticchiava e tagliava la torta con un grissino, Miku incrociò lo sguardo azzurro di Oliver.
Con sua somma sorpresa, lo shota non disse nulla di cattivo. In effetti, non disse nulla.
Tuttavia era un crimine avere davanti uno shota e non parlargli, quindi fu lei stessa a prendere la parola: - Sai, sono davvero onorata di incontrare un Unicorno! - sorrise: - Non ne avevo mai incontrato uno! -
- Ah, no? - Oliver parve leggermente stupito.
- E un Leone? - s'intromise Hio: - Un Leone l'hai mai incontrato? -
- In effetti no. - ammise Miku, con un sorriso di scuse: - Però ho visto delle foto! -
- De tu boca alimento mi alma y comienzo a vivir... -
- E non hai mai visto la foto di un Unicorno? - si stupì Hio, abbracciando Oliver. Lui poteva, a quanto sembrava. Una grande fortuna nella generica sfortuna.
- No. Da me non esistono. -
- En tus ojos me- -
Silenzio.
Miku sentì chiaramente ogni singolo paio di occhi piantarsi nella sua pelle.
- ... lo dicevo che venivi da un Paese di me- -
- Mon roi! -
- Oh. - Oliver piegò appena la testa di lato - e quasi accecò Hio con il corno: - Quindi sono un mostro leggendario? -
- Beh... - ci pensò: - ... sì. In effetti, sì. -
L'Unicorno ridacchiò. Pessimo segno.
- If I’m still a monster, then so are you too. -
- Eh? -
- Io non sapevo tu esistessi. Quindi, per me, non esistevi. Eppure sei qui. - il sorriso si fece più ampio e inquietante: - Per me, sei un mostro leggendario. -
- Oh. - sbattè le palpebre. Era seduta, ma si sentiva come se faticasse a stare in piedi. Era un controsenso, ma era quello che sentiva.
- Look, the reflection in my eyes... - canticchiò l'Unicorno: - Don't you see the monster live inside? -
C'era lei, nel riflesso del suo unico occhio visibile.
Lei, che era lì, concreta, nel Paese delle Meraviglie. Non nel sogno di qualcuno. Era lì per sua volontà, non per un disegno superiore. Si era immischiata in una situazione in cui, in fondo, non c'entrava niente, ma era ciò che aveva voluto.
Aveva sognato la ragazza che aveva dato il via al picco di follia di Rin. Forse, un pochino, era sempre stata coinvolta.
Ma avrebbe potuto andarsene quando voleva, lasciando la ragazza nei suoi sogni e Rin, Len, Kaito, Meiko, tutti quanti al loro destino. Non avevano niente a che vedere con lei.
Però era lì e voleva andare fino in fondo.
Era reale. Tutto ciò che la circondava era reale.
Ne era sicura.
- I mostri leggendari sono reali e non sogni. - sentì le guance tirare, lasciò andare il sorriso: - Quindi sì. Sono un mostro anch'io. - ridacchiò.
Qualcosa di strano nello sguardo di Oliver. Ma, una volta tanto, forse non era così negativo.
- Bene. Possiamo tornare alla torta? - anche Neru sembrava piuttosto impaziente.
- Oui, oui! -
- En tus ojos me hipnotizo y no puedo con esta obsesión, con un beso, bastará volaremos tú y yo... -.

Era soddisfatta.
Probabilmente aveva guadagnato cinque chili, ma era certa li avrebbe persi alla prossima corsa - perché sapeva ci sarebbe stata una prossima corsa. Si sarebbe profondamente stupita del contrario.
- Cos'era quella cosa del mostro negli occhi? - la voce contrariata di Hio raggiunse le sue orecchie, costringendola a guardare nella sua direzione: il Leone sembrava star rimproverando l'Unicorno - Oliver forse troppo preso dalla terza fetta di torta consecutiva per prestargli davvero attenzione.
- Non puoi andare da una ragazza e dirle che hai dei mostri negli occhi! - scosse la testa: - Quando si parla di queste cose, bisogna essere poetici! Dovresti dire, non so... che, nei suoi occhi, ci sono dei girasoli! -
- Ecco perché sei single. -
- Cattivo! -
Miku soffocò un sorriso e distolse lo sguardo - se l'avessero notata, sarebbe stato fin troppo ovvio che stava ridendo di quella scena.
- Ed ecco perché Yuki non ti si fila! -
"Yuki?" quel nome non potè che riportare la sua attenzione ai due.
- A Yuki non interessano frasi del genere. - Oliver fece sparire l'ultimo pezzo di torta: - E a me non interessa Yuki nel senso che pensi tu. -
- Tu e quella bambina siete assurdi. - Hio sospirò: - Di che parlavate l'ultima volta? Di quel Lavender Tone... -
- Lavender Town. -
"Non di nuovo!" sperò davvero che il più piccolo non si mettesse a parlare di creepypasta et similia. Le tornò in mente Ryuuto: "... se Oliver conosce Yuki, è quasi certo conosca anche lui. Quindi, Ryuuto si ritrova tra Yuki e Oliver." ci pensò bene: "... poverino.". Aveva tutta la sua compassione.
Il dialogo doveva essere degenerato, perché sentì il Leone dire: - Se le cose stanno così, torniamo a batterci per la corona! -
- D'accordo. -
- Non fingete che io non ci sia! - prima che Neru potesse fare qualsiasi cosa, però, due grossi tentacoli fucsia si avvolsero intorno ai due contendenti, ricoprendoli quasi del tutto, per poi sollevarli a qualche centimetro da terra.
- Avete già combattuto prima! - Maika si fece avanti, le mani ai fianchi: - E anche due ore fa! Per oggi avete esaurito i vostri buoni-combattimento! -
"I vostri cosa?" neppure si stupì del fatto che quegli affari fossero effettivamente tentacoli. Era ovvio.
- But- -
- Niente but-! -
- Ah, ma... - Miku notò quel particolare solo in quel momento. Si rivolse ad Alys, accanto a lei: - Come stavano combattendo, esattamente? Non sono feriti... -
La Messaggera le rivolse un gran sorriso.
Ma non rispose.
"...?"
- Tanto non vi darò mai la mia corona! - le urla di Neru erano più forti dei suoi pensieri: - Potete battervi quanto volete, ma sarà sempre del tutto inutile! -
- Il tuo parere è irrilevante. - disse Oliver, con la sua voce adorabile.
- Come osi? -
- Farebbero prima a sposare Lily. - sospirò Miku.
- No. - Alys scosse la testa: - Le corone sono personalizzate. Non avrebbero quella corona a prescindere. E' del Re Neru e basta. -
"..." - Vuoi dire che si stanno battendo per la corona come oggetto in sé? -
La Messaggera sbattè le palpebre: - Per cos'altro, altrimenti? -
"..." - E perché fanno una cosa simile? -
- Stando alle loro parole... - ricordò Alys: - Because it's cute and shiny. -
- ... oh. - lei non ci vedeva nulla di cute in un cuscino in una gabbia, ma i gusti non si discutevano.
- Ora potresti lasciarci, Maika? Per favore? -
- No. -
- Ho anche chiesto "per favore"! -
- Ehi! Io sono ancora qui! -
- Lattatulee paleela, Tuleepalle looleellappapa... -
Lasciò andare il sorriso che aveva trattenuto prima.
Le piaceva il Paese delle Meraviglie, e quella compagnia - e le piaceva il Paese dello Specchio, e quell'altra compagnia.
Avrebbe davvero voluto passare le giornate in quel modo, corse o non corse, pericoli mortali o meno.
Voleva che ogni giorno fosse così. Senza nessuna minaccia, senza nessuna famiglia separata, senza nessun legame spezzato.
Era ora di andare.
Si alzò e si spolverò la gonna: - Io dovrei- -
- Michelyne Alice Lydia Fairsound. -
Una scarica lungo il corpo. Una voce alle sue spalle.
Una voce che conosceva benissimo.
Si voltò, il cuore che martellava contro i timpani.
E incontrò un familiare sguardo azzurro.
- Len... -
Tic Tac Tic Tac
- Vostra Grazia Maestà Illustrissima Magnificenza la Regina di Cuori vi invita a prendere visione del suo invito. -
Una busta di carta bianca, con un sigillo rosso a forma di cuore. A tastarla, dentro sembrava esserci soltanto una lettera.
- ... la Regina di Cuori mi manda un invito? - rialzò lo sguardo: - Spero non mi stia invitando alla mia esecuzione. -
- Buona giornata. -
"No!" il cuore sobbalzò con violenza, fece male: non poteva permettere che Len se ne andasse.
- Aspetta! -
Un'occhiata delle sue: - Avete dubbi circa il contenuto della lettera? -
"Com'è formale..." - Tanti, in verità. - confessò: - Ma non è questo. Ho bisogno di parlarti. -
- Arrivederci. - lo vide voltarsi e sapeva che, se avesse iniziato a correre, non sarebbe più stata in grado di raggiungerlo.
- Si tratta di Rin! - la prima cosa che le era venuta in mente.
Ma bastò a fermare Len.
Lui tornò a guardarla, i movimenti lenti, ma lo sguardo attento.
"Oh. Basta nominare Rin per fermarlo?" cercò di non sorridere: "E se nominassi Rin e gli saltassi addosso per abbracciarlo mentre è distratto da quel nome-" no, sarebbe stato troppo anche per lei.
- Devo chiederti- -
- Un messaggero non può dire svolto il suo compito finché il destinatario non ha preso coscienza del messaggio. -
"Oh." guardò di nuovo la lettera. La mise in tasca: - Prendo coscienza dell'esistenza di questo invito a me diretto. Lo leggerò dopo. -
Len parve rilassarsi: - Sono in ritardo. - esordì, senza troppa preoccupazione: - Quindi non ho molto tempo da dedicarti. Qualsiasi cosa tu debba chiedermi, sii breve e diretta. -
Miku annuì. Si voltò verso gli altri, fece un cenno di scuse e si allontanò un pochino con Len: - Sarò diretta, allora. -
- E' quel che ti ho chiesto. -
- Rin è sempre stata così? -
- ... eh? -
- A parte l'aver- - si bloccò. Doveva essere diretta ma, con Len, non poteva essere così esplicita. Lui, del resto, aveva vissuto tutto quello in prima persona: - A parte com'è finito tutto. Prima di... - cercò le parole adatte: - ... diventare Regina, era come sarebbe poi stata da Regina? -
Len non rispose subito. Miku non capì se stesse ripensando al passato o se stesse cercando le parole da dirle.
O se dirle la verità.
- ... Rin è sempre stata molto viziata. - parlava piano, dosando ogni singola lettera: - Dopo la sua incoronazione, si è fatta più prepotente. Da lì è andata peggiorando. -
Miku giunse le mani, si torse le dita: "Quindi l'incoronazione ha portato ad un peggioramento." trasse un profondo respiro: "E Rin non può essere rimasta soggiogata dall'ebbrezza del potere, dato che è nata come principessa ed è sempre stata conscia del fatto che, un giorno, sarebbe stata lei la sovrana. Si è sempre trovata in una situazione di superiorità.".
- Perché me lo chiedi? -
Fu il suo turno a non rispondere subito. Tuttavia, se voleva l'aiuto di Len - in qualche modo - non poteva nascondergli una cosa simile: - ... voglio riportare indietro Meiko. - mormorò: - Forse... lei potrà aiutarci a sconfiggere la Regina di Cuori. -.
Len la squadrò dall'alto in basso. Il suo volto era impassibile: - Continuo a chiedermi perché tu lo stia facendo. -
- Ho le mie motivazioni. -
- Chiunque vada così a fondo è mosso da delle motivazioni. -
Lasciò in pace le dita. Quando separò le mani, le sentì un po' doloranti.
- Len... -
- Sì? -
- Cosa c'è scritto in quell'invito? -
- E' indirizzato a te. Leggilo. -
Non che potesse fare altrimenti. Mise una mano in tasca. C'era anche l'invito di Luka.
Il cuore risalì lungo il petto, lungo il collo, fino ad incastrarsi nella gola, pesante, rovente e ingombrante.
Tirò fuori l'invito della Regina di Cuori.
Il sigillo bastava a chiarire chi fosse il mittente. L'unica traccia dell'identità del destinatario era la scritta sul retro, in grandi svolazzi: Per Miku.
La lettera non voleva stare ferma. Continuava a tremare, e a gelarle le dita.
No, non era la lettera a tremare.
La aprì - i movimenti delle sue dita erano quasi meccanici - ed estrasse l'invito: un rettangolo di una qualche carta pregiata, scritta con una calligrafia tutta svolazzi, le lettere tracciate con inchiostro rosso acceso.

Mia cara Michelyne Alice Lydia Fairsound,
mi rincresce tu abbia dovuto assistere ad incresciosi incidenti a cui io stessa, mio malgrado, ho preso parte
e comprendo le motivazioni dietro il tuo ritiro al di fuori dei confini del Paese dello Specchio.
Per rimediare a questa triste vicenda,
mi piacerebbe molto se tu accettassi questo mio invito alla mia Villa privata nel Paese dell'Indaco.
Troverai la tua accompagnatrice al vertice, nel confine tra il Paese del Verde e il Paese del Giallo.
Sperando di accoglierti nella mia dimora il più presto possibile,
Regina di Cuori, sovrana del Paese del Giallo e del Paese dello Specchio tutto


"... nella firma neppure figura il nome di Meiko."
Le dita tremavano di meno: il tono era pericolosamente gentile ma, se non altro, non le annunciava la sua condanna a morte.
Non esplicitamente, almeno.
- Quand'è che dovrei andare? -
- Il prima possibile. Lei è già lì. -
Deglutì, ma il cuore continuava a soffocarla: - Sarà pericoloso? -
- Ovvio. -
Miku chiuse gli occhi. Erano troppo umidi.
Tic Tac Tic Tac
- ... saremo solo io e lei? -
- No. -
Riaprì gli occhi, il cuore di colpo più leggero: - No...? -
- Ci sono altre persone. - ripetè Len, freddo: - Non sarai sola. -
"... persone dalla mia parte, quindi?" portò la lettera al petto: - ... dovrei accettare? -
Le labbra dell'altro si curvarono in un sorriso sinistro: - Perché parli come se avessi possibilità di scelta? -
- Voglio illudermi. -
- Non ti servirà a nulla. -
- Lasciami illudere. -
- Idiota. -
- Posso abbracciarti? -
- Preferirei abbracciare un cactus. -
- Cattivo. - doveva essere una parola che gli shota si sentivano rivolgere spesso.
"... un attimo!" si voltò: Oliver e Hio, liberati dai tentacoli tricotici. Tornò a guardare Len.
Si trattenne dal fare un quadruplo salto mortale all'indietro - anche perché non sarebbe finito bene: - Uno shota... - contò: - ... due shota... uno shota cresciuto... - sentì un gran sorriso sulle labbra: - Tre shota! Tre! TRE! -
- Direi che posso andare. -
- Tutta questa shotaggine mi ha ridato la forza di credere nel domani! -
- Ecco, brava, credici. - Len sventolò una mano: - Ci si vede. - abbassò la voce: - Purtroppo. -
- Ciao, Shota Usamimi! -
Ma lo Shota Usamimi era già lontano - correva proprio veloce, soprattutto quando lo chiamava in quel modo!
Sventolò una mano anche lei.
Non aveva paura.
Era terrorizzata.
Ma era quello che aveva deciso di fare.
Non sarai sola.
"Io..."
Tic Tac Tic Tac
"... devo andare.".

Tornò da Neru, Alys, Maika, Hio e Oliver, l'invito di nuovo nella tasca.
- Quello non era il messaggero de- -
- Mi ha fatto molto piacere passare del tempo in vostra compagnia! - Miku interruppe Neru - non era sicura che gli altri avrebbero preso bene il sentire il nome della Regina di Cuori: - Ora devo proprio andare. -
- Piacere nostro! - trillò Maika.
- Torna quando vuoi. - sorrise Alys.
Miku annuì: - Grazie a tutti. - si rivolse al Leone e all'Unicorno: - E buona fortuna! -
- Thank you! -
- Un attimo, "buona fortuna" per cosa? -
- Anche voi, Vostra Maestà. - fece una piccola riverenza: - Auguro a tutti voi una buona giornata. - ci pensò un istante: - Per caso... -
- Oui? -
- ... sapete da che parte è l'uscita per il Paese delle Meraviglie? -
I presenti si scambiarono delle occhiate.
- Dove devi andare? - domandò Maika.
- Nel Paese del Verde, nel Paese dello Specchio. -
Altre occhiate.
- Sei a piedi? - chiese Alys. Miku annuì.
- Ci metterà un sacco, così! - fece Hio, le braccia conserte: - E se prendesse il treno? -
- Il treno? -
- Giusto, il treno! - la Messaggera dalla lunga treccia blu tornò a guardarla: - Il treno è molto veloce. Sarai nel Paese del Verde entro stasera! -
"E' così lontano?" in effetti, lei aveva percorso il viaggio d'andata con delle gambe estremamente più lunghe.
- Oh! Grazie dell'informazione! -
- Sai dov'è il treno? -
- No! -
- Why are you smiling...? -
- Oh, sei proprio un'ignorante! -
- Mon roi! - Alys socchiuse gli occhi, con disappunto: - E' legittimo che un'ospite non conosca questo posto! -
Ma Neru non sembrava starla ad ascoltare: aveva tirato fuori il suo coso-boh-forse-cellulare e stava digitando tasti a caso.
Dopo qualche secondo, rialzò la testa, le guance tinte di pomodoro maturo: - Vai al Colle PiùOMenoRotondo. Ti ho mandato una scorta. -
"..." trattenne una risata: "... che razza di tsundere." - Vi ringrazio immensamente, Re Neru! -
- Sì, va bene, ora fila! -
- ... dov'è il Colle PiùOMenoRotondo? -
- Ma sei proprio- -
- Mon roi! -
- Segui la via principale di Città. - Oliver s'intromise, indicando la suddetta: - Arrivata dal venditore di ombrelli, gira a destra, fino alla casa della figlia del becchino - la riconoscerai, credimi. Prima di quella casa, svolta a sinistra, aggira la montagnola di rottami in senso antiorario e poi vai sempre dritta. Riconoscerai il CollePiùOMenoRotondo perché è meno rotondo degli altri. -
- Oh! - giunse le mani: - Grazie! Posso sdebitarmi abbracciandoti? -
- No. -
- E tu, Hio, che hai suggerito il treno? -
- Preferirei davvero di no. -
- Ma non è un no netto! -
- E' un modo gentile per dire un no netto. -
Miku sospirò, affranta: "Non ho proprio fortuna con gli shota...". Aveva più successo con le loli. Rin era stata proprio una brava ragazza, si era fatta abbracciare senza fare nessuna storia!
Salutò tutti ancora una volta - Maika si sbracciava con la sua gesticolazione italospagnola, Hio le fece un cenno, Alys e persino Oliver sventolavano appena una mano e Neru le faceva il gesto di allontanarsi il più in fretta possibile.
"Che ameno quadretto." con un sorriso, saltellò lungo la via indicatale dall'Unicorno.
Sperava che, colpendo il suolo a ritmo, tutta la tensione che sentiva si scaricasse nel terreno.

"Bene. Sono arrivata."
Non era stato poi così difficile arrivare sulla cima del Colle PiùOMenoRotondo - non che fosse poi tanto alto, visto che non era poi così rotondo.
"Ora..." si portò le mani ai fianchi: "... dovrei aspettare, tipo...?".
Era lì, da sola, a non fare niente. Quale miglior momento per vedersi piombare addosso un qualche imprevisto?
- Scacco! -
"... e ora cosa succede?".






Note:
* "Cioccolato, biscotti, crostate di lamponi / Apri bene la bocca, ti imboccherò / Fino a quando i tuoi denti marciranno": Pumpkin March
* "Nelle tenebre ghiacciate di quest'immensità, vorresti rompere questa gabbia di cristallo...": Avenir
* "Silently, you creep along the tangent to my tongue...": Tarantula
* "Tula Littata Luppashah, Palila Tufeepah Tilatu Lakkah": Pumpkin March
* "Leeches": Riferimento a Leech Boy.
* "Sipping my pumpkin spice with pumpkin pie [...]": Pumpkin Spice Dummy
* "Candy marshmallow toffee crème brûlée keeps me awake [...]": Pumpkin Spice Dummy
* "Que decida el corazón!": Dalla canzone omonima.
* "En tus manos me levanto me siento muy feliz... [...]": En tu mirar
* "If I’m still a monster, then so are you too.": Pumpkin Spice Dummy
* "Look, the reflection in my eyes... / Don't you see the monster live inside?": Pumpkin March
* I girasoli negli occhi sono un riferimento a Sunflowers in your eyes.
* Di che parlavate l'ultima volta? Di quel Lavender Tone... / Lavender Town.: Riferimenti a Lavender Town Syndrome e Lavender Tone.
* "Lattatulee paleela, Tuleepalle looleellappapa": Pumpkin Spice Dummy
* Le indicazioni di Oliver sono riferimenti a The Umbrella Salesman, The Undertaker's Daughter e The Scrap Boy.

Anche se le canzoni vengono cantate comunque in inglese, dato che hanno un riscontro nella narrazione (al contrario di quella spagnola di Maika, che è solo un cantato sovrappensiero), eccone una traduzione (avvisatemi se ci sono errori!):

* "Silently, you creep along the tangent to my tongue / Your tracks tingle and force me to scratch / Your thatch bends to the shape of my wavelength"
Silenziosa, strisci lungo la (tangente della) mia lingua / Le tue impronte pizzicano e mi costringono a graffiarmi / Il tuo pelo si piega alla forma della mia lunghezza d'onda
* "Sipping my pumpkin spice with pumpkin pie, all the flavours warm and nice / Caramel cheesecake stuffed peanut dynamite"
Sorseggiando la spezia di zucca dalla torta di zucca, tutti i sapori (sono) caldi e piacevoli / Cheesecake al caramello ripiena di dinamite di arachidi
* "Candy marshmallow toffee crème brûlée keeps me awake. Sweet darling my little dummy, do you have to be such a fool?"
Le caramelle, i marshmallow, le caramelle mou, la crème brûlée mi tengono sveglio. Tesoro mio, mio piccolo manichino, devi proprio essere così stupido?
* "Look, the reflection in my eyes / Don't you see the monster live inside?"
Guarda, il riflesso nei miei occhi / Non vedi il mostro che ci vive dentro?

Credo che le frasi in francese/spagnolo/inglese siano abbastanza comprensibili; ho deciso di tradurre comunque questa perché più lunga - anche se credo sia piuttosto intuibile. (Se invece è il caso traduca un po' tutto, ditemelo °A°)

* "Why you left me behind? // Because I needed a sacrificial victim."
Perché mi hai lasciato indietro? // Perché avevo bisogno di una vittima sacrificale.




Oh. Aggiorno dopo solo tre mesi. Sto migliorando! *schiva ortaggi assortiti*

Questo capitolo è molto più internescional di quanto l'avessi pensato - ovviamente, se i personaggi parlano in francese/spagnolo/inglese troppo maccheronico, avvisatemi! \OAO/

E praticamente tutto si rifà ad Attraverso lo specchio, con valanghe di citazioni varie&eventuali.
C'è, tuttavia, una differenza piuttosto grossa: nel libro originale, i due messaggeri altri non erano che il Cappellaio e la Lepre Marzolina; capite, però, che non potevo far riapparire Rin e Len in un posto simile, in un momento simile e in un ruolo simile. U_U

Quanto ai personaggi presenti: io adoro Oliver (venuto più malvagio del previsto...) e Hio (venuto più vittima del previsto (!)), Maika mi piace molto (e dovrei approfondire di più circa le sue canzoni...) e Alys (che non è una Vocaloid o un'Utau o un derivato, ma dettagli) mi incuriosisce abbastanza.
Neru, in realtà, non mi dice niente, ma spero di averla comunque resa decentemente. °^° (Soprattutto, spero non sembri un personaggio negativo. E' buona, è soltanto una tsundere terribilmente orgogliosa!)
Mi sarebbe piaciuto metterci anche Fukase ma, quando concepii la storia, lui non era neppure stato ideato e di ruoli liberi non ce ne sono più, quindi... ç___ç *Citazione e basta.*
Aah, ho tutto un grosso headcanon sulla famigliola felice (?) Oliver-Hio-Maika-Fukase-Yuki-Ryuuto, mi piacerebbe scriverci qualche flash idiota. *Ahah, non succederà mai.*

Confesso che il relativamente poco spazio preso da Len mi ha stupita. Pensavo che il suo discorso con Miku sarebbe stato molto più lungo. Oh, beh. U__U

Forse alcuni dialoghi, in generale, possono sembrare insistenti e/o esagerati. Ma vi posso assicurare che, alla fine, tutto avrà senso.
Tipo.
Qualcosa nel genere.
Perché, in caso contrario, vorrebbe dire che ho fatto casino.

Grazie ad Alys, Maika e Len, Miku ha una nuova pista: riuscirà a fare ciò che si è prefissata? (Se ve lo dico, tanto vale vi spoileri il finale.)
Chi è che ha fatto scacco? Miku non può proprio starsene da sola a cazzeggiare per dieci secondi? Cosa succederà nella Villa nel Paese dell'Indaco? Il Paese dell'Indaco serve dunque a qualcosa? Chi sarà l'accompagnatrice di Miku? Come fa Miku ad avere tutte quelle energie se mangia e dorme a caso? Ma, soprattutto, in che modo si stavano battendo Oliver e Hio?
In via eccezionale, risponderò qui ed ora ad un'unica domanda e scelgo di rispondere all'ultima: boh.

In tutto ciò, voglio ringraziare Tayr, già mia beta e ora pure aiuto nel tradurre le frasi più arzigogolate. Grazie! çAç/

E dunque, come sempre, spero che questo capitolo vi sia stato di gradimento. ^^ Come sempre 2, se notate errori o avete qualcosa da consigliare, ditemi! ^^
  
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