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Autore: saphira247    01/03/2017    3 recensioni
Non sono una brava scrittrice, ma ho voluto scrivere questa storia . Non vado oltre, accetto qualsiasi critica, buona lettura,
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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<< Bene bambina mia, so bene cosa tu voglia sapere, ti prego di non avercela a morte con il mio Benjamin, il lavoro che quei due fanno gli impone di non poter rivelare nulla di ciò che fanno, quel testone si è fatto invaghire forse un po troppo da questa storia.
Tutto iniziò molti anni fa, conoscevo entrambi i loro genitori, entrambi, Ben e Saveliy, dopo il collage, avevano preso strade diverse, anche se Saveliy è di un paio d'anni più grande di Ben, all'epoca si conoscevano gia, ma non si frequentavano mai, gruppi diversi, caratteri diversi. Lui era solo un bambino quando il padre continuava ad impartigli regole e mansioni che solo un adulto poteva fare, ma nonostante tutto Benjamin faceva di tutto per non deluderlo, mentre il fratello col passare degli anni rimaneva sempre più avvinghiato in affari poco legali. Credimi piccina, sono stata dietro a quella testa calda per molto tempo, nonostante questo Lucas andò via, mentre Ben capì chi veramente fosse il padre, ma nonostante questo sin da bambino capì che quel farabutto di un padre cercava di manipolare entrambi i fratelli e spingerli uno contro l'altro, e ci riuscì.
Avevo appena terminato il mio turno in caserma, lo vidi a sguazzare nell'alcool in un bar li vicino, ubriaco com'era lo portai in casa mia, da li in poi aiutai quel matto ad uscirne fuori, erano anni che era combinato così, lo vedevo ogni sera in quello squallido posto ad annegarci. Saveliy abitava gia in casa mia, fu proprio li che iniziarono ad essere buoni amici, certo non prima di numerose litigate e zuffe nelle quali entrambi le prendevano, si insomma non potevo mica permettere che due adolescenti con gli ormoni a mille si picchiassero ogni qual volta ce ne fosse l'opportunità, impararono a convivere insieme.
Alcuni anni dopo la loro laurea, dove entrambi avevano scelto le stesse facolta, e dopo anni quando Saveliy cominciò a lavorare come un agente sotto copertura, fu lui ad andare per primo via di casa, con Amélie la donna francese di cui si invaghì, così restammo io e Ben che non durò a lungo, comprò casa e successivamente iniziarono a lavorare insieme.
Li trattavo come fosserò sempre stati figli miei, lo sono tutt'ora, e conosco Ben abbastanza da dirti mi cara, che questi sentimenti che lui sta provando lo stanno destabilizzando del tutto, e scusami se te lo dico, ma è stato sempre un puttaniere di prima categoria, e tu- disse puntando l'indice contro - gli stai fondendo il cervello >>
scoppiò a ridere mentre si alzava da quella sedia
<< Non odiarlo per le sue scelte! Desideri qualcosa da bere? >>
Georgiana era destabilizzata, aveva scoperto un pezzo di vita del suo Benjamin
<< No la ringrazio, mi scusi, ma se non le dispiace vorrei tornare in casa mia >>
L'uomo uscì dalla stanza ridendo e chiudendo la porta dietro di se, mentre lei si distese cercando di rilassarsi chiudendo gli occhi.
Il ruomore della porta la destò dalla sua falsa tranquillità, non aprì nemmeno gli occhi, era stanca e voleva solamente tornare in casa sua
<< Signore, la prego vorrei andare a riposare >>
<< Presto ci tornerai >>
Aprì gli occhi improvvisamente voltandosi verso la sua voce, rise amaramente
<< Sembra che quasi tutti siano ai tuoi ordini Benjamin, nessuno vuole portarmi a casa perchè a quanto pare il signor " Benjamin " non vuole che io ci vada senza la sua protezione. Non ho bisogno della tua protezione, ansi, non ho bisogno di tutto questo, non ho bisogno di te >>
sputò acida, ma Benjamin piantò un pugno esasperato, sulla scrivania
<< Come ca**o credi che sia facile per me? Credi che me ne vada in giro tranquillo a farmi la mia vita come facevo un tempo, semplice missione dicevano, avrei risolto anche questa e ne sarei uscito come al solito, ma non avevo per nulla messo in conto che esistevi tu, isomma perche ca**o il mio cuore doveva invaghirsi proprio di te, lo odio profondamente per questo, non riesco a starti lontano per quanto ci provi. Scopavo quando volevo, ero un puttaniere di prima categoria, poi arrivi tu e sconvolgi la mia esistenza con il tuo sorriso, i tuoi capelli, i tuoi occhi che per quanto possano essere comuni sono così unici per me che riuscirei anche al buio in una piazza affolata a trovarti. Odio la tua luce, ciò che provo quando sto accanto a te, mi ero sempre rimpormesso che avrei solo usato le donne per sfogo, e da quando esisti tu, da quando ti baciai la prima volta, ho desiderato ogni giorno di più le tue labbra, sognai il tuo corpo, tutte le dannate e maledettissime notti, sperando che tu fossi davvero sul mio letto. Ma ca**o, sei fuggita dalle mie mani, dalla mia casa, e il senso di colpa mi bruciava dentro, volevo dirti tutto, e per quanto io possa provarci- si accasciò su una sedia al suo fianco portandosi la testa fra le mani, poggiando i gomiti sulle ginocchia - non riesco a mandarti via, ci ho provato lo giuro, ma sono così egoista che vorrei che tu fossi solo mia, che tutto di te sia solo per me, vorrei le tue mani sul mio corpo, vorrei darti quel piacere che tanto mi divora in ogni giorno, ogni ora, persino adesso. >>
Georgiana era rimasta impassibile a fissarlo, per quanto non volesse ammetterlo quelle parole le facevano provare emozioni contrastanti, pensieri poco casti le attraversarono la mente, li scacciò immediatamente divenendo paonazza in viso alzandosi dalla sedia riportando così gli occhi di lui su di lei
<< Che ti prende, non hai nulla da dire >>
rispose lui rimandendo al suo posto, Georgiana non si voltò nemmeno mentre si diresse verso la porta, fu un attimo, un momento impercettibile, che non si accorse nemmeno che lui le bloccava la via
<< è poco educato non rispondere >>
lei cercò di schiarirsi la gola, messa visibilmente in imbarazzo dalle sue confessioni, fino ad allora, se non prima dell'accaduto in discoteca, non sapeva mai che gli passava per la testa, e l'unica cosa che parve ascoltare Georgiana furono solo le ultime parole, come se il resto che le aveva detto era passato in secondo luogo.
La osservò indagatore, poi si mise una mano sui suoi capelli alzando gli occhi sorridendo spazientito
<< Non ho nulla da dire, vado via da qua >>
L'afferrò per i fianchi sollevandola e facendole legare le gambe intorno al suo bacino, tappandole la bocca quando lanciò un urlo di sorpresa
<< Shhhh >>
si avvicinò al suo orecchio sussurrandole
<< Donna, così non mi aiuti per nulla, so bene cosa ha attraversato la tua mente poco fa, ammento che non avevo capito subito, ma di tutto ciò che ti ho detto ti sei destabilizzata alle mie ultime parole, e permettimi di dirtelo, voglio prenderti qua, e adesso.  Lo senti no? >>
 Georgiana sussultò quando la poggiò sulla scrivania muovendo il suo bacino verso lei.
<< Mollami o giuro che mi metto ad urlare >>
<< Urlerai comunque >>
disse ridendo lui
<< Fanc**o Benjamin, togliti dalle palle >>
le afferrò le natiche mordendole il collo, quando sentirono la porta aprirsi, Benjamin si voltò scocciato
<< Molla quella povera ragazza, e cerca di trovarti una camera dove fare certe cose, testa calda >>
disse Alfred dirigendosi verso la scrivania mentre gli diede un leggero schiaffo dietro il collo, che lo fece sbuffare mentre aiutava Georgiana a scendere, visibilmente imbarazzata.
<< Porta Georgiana a casa, immagino abbiate passato una lunga giornata, e qualche volta torna a trovarmi somaro >>
<< Grazie Alfred, sempre più gentile >>
rispose abbracciandolo, Alfred si diresse verso Georgiana e facendole un occhiolino e abbracciandola
<< Fa attenzione >>

****

Erano in macchina da alcuni minuti , che entrambi passarono in silenzio
<< Verrai a stare in casa mia >>
si voltò verso lui che nervoso stringeva il volante, e la mandibola visibilmente contratta.
<< Scordatelo >>
sorrise dicendole
<< non te lo stavo mica chiedendo, saprò di tenerti sotto controllo da li, saresti in pericolo adesso che la tua famiglia ha scoperto che tu sai tutto, non rinuncerà facilmente. E di certo neanche io, se è la guerra che vogliono, allora che guerra sia >>

  
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