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Autore: Eirynij    01/03/2017    3 recensioni
“Quando arriva la notte” è una raccolta di missing moments che segue l’ordine cronologico delle puntate di Tokyo Mew Mew prendendo spunto proprio da esse. L’inizio della narrazione coincide con la puntata numero tre, quella in cui entra in scena il nostro alieno dagli occhi d’oro. La notte è un momento magico in cui si ripensano agli avvenimenti della giornata e, soprattutto, è il momento in cui si può avere una pausa dal tran tran quotidiano. Quindi, mentre il giorno impone a Kisshu e Ichigo di combattersi ed essere nemici, la notte li avvicina lasciando loro la possibilità del dialogo e della conoscenza reciproca.
Genere: Fluff, Introspettivo, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ichigo Momomiya/Strawberry, Kisshu Ikisatashi/Ghish
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Stolen kiss
- Ichigo -
 
Camminavo al buio senza sosta, avanti e indietro per la stanza con le guance in fiamme e la testa che scoppiava ripercorrendo col pensiero gli avvenimenti della giornata: stavo passeggiando tranquillamente pensando a quanto fosse bello avere una nuova compagna, tra l’altro gentile e premurosa come Retasu che mi avrebbe sicuramente aiutato al Caffè Mewmew, quando Masha, l’allegro robottino rosa, si era messo a strillare ‘Alieno, alieno’.
Fui investita da parole gelide: ‹‹Ero curioso di vedere chi ci stava mettendo i bastoni tra le ruote e la mia curiosità è stata appagata. Confesso che mi piaci!››. Non capivo da dove provenisse la voce e mi guardai intorno sperduta con tutti i sensi tesi, espansi per percepire anche il più piccolo movimento. Brividi correvano veloci lungo la schiena e avevo il fiato corto.
In un battito di ciglia sentii sulle labbra una sensazione calda e morbida ma anche pretenziosa e vorace, era come se volesse divorarmi.
Un bacio.
Mi lasciai cadere sul letto con le mani tra i capelli tirando le ciocche rossastre e sperando di svegliarmi da quell’incubo. Da anni riservavo il mio primo bacio per Masaya Aoyama, l’unico, vero, assoluto amore della mia vita. Sentii il senso di colpevolezza attanagliarmi il cuore mentre le lacrime pizzicavano prepotenti gli occhi per uscire: proprio ora che le cose iniziavano a filare per il verso giusto con Masaya, eravamo addirittura andati insieme alla mostra sugli animali in via di estinzione! Al contrario, rovinando tutto, era comparso quello stupido alieno a darmi quel… quell’orrore. Se Aoyama-kun l’avesse scoperto non mi avrebbe mai perdonata, anzi mi avrebbe considerato una ragazza sciocca e volubile, l’avrei deluso e non si sarebbe mai innamorato di me, così tutte le ore passate nascosta dietro un cespuglio spiandolo mentre si allenava, tutte le levatacce all’alba per prepararmi al meglio per andare a scuola e tutti i miei sforzi per avvicinarlo sarebbero stati inutili. No, Masaya era un ragazzo gentile e mi avrebbe perdonata, del resto non era colpa mia, anzi io ero solo la vittima del sadismo di un alieno giunto sulla terra per qualche ignota ragione. Invece non sarei più riuscita a guardare in faccia il mio amato.
Per tutta la giornata la mia mente aveva vagato e vagato e vagato: la mamma mi aveva mandato, con lista alla mano, a fare la spesa e io avevo comprato i fagioli al posto dei ravioli, come se non bastasse facendo la doccia avevo utilizzato il detersivo della lavatrice al posto dello shampoo così che i miei capelli odoravano di fresco bucato al sapone di Marsiglia. Un fallimento su tutta la linea ed era tutta colpa sua.
Inconsciamente mi portai le dita alla bocca premendo proprio dove, poche ore prima, si erano posate quelle labbra così sbagliate: odiavo quel bacio così fastidioso, irritante, problematico, arrogante e… tremendamente pieno di desiderio! Era proprio come il bacio che avrei voluto ricevere da Aoyama e invece non era un merito attribuibile a lui ma a quell’altro, l’intruso. Serrai le palpebre per scacciare quel pensiero cercando di raffigurarmi il viso gentile del mio bel moro ma ottenni solo l’immagine di due occhi dorati che mi fissavano audaci.
‹‹Mi presento: il mio nome è Kisshu›› aveva detto mentre io lo guardavo interdetta.
Un gemito di disappunto uscì roco dalle mie labbra. Kisshu. Il nome del mio tormento riecheggiava prepotente nella mia testa mentre io avrei solo voluto dimenticare quella voce che si avviluppava alla mia anima trascinandola in un baratro di segreti, rimorsi e rimpianti.
Queste mie elucubrazioni furono interrotte dalla voce metallica di Masha: ‹‹Alieno, alieno››. Balzai in piedi e, stringendo il ciondolo per la trasformazione nella mano destra, mi avvicinai furtiva alla finestra della mia camera, silenziosa come solo un felino sa essere. Dannazione! Nel buio potevo vedere una sagoma, uguale in tutto e per tutto a quella dell’alieno, svolazzare sopra i tetti del quartiere. Occhi d’oro nella notte nera stavano fissando me. Accostai bruscamente le tende sperando di essermelo solo immaginato e corsi nel letto infilandomi tra le coperte e nascondendo la testa sotto il cuscino.
Rimasi sveglia fino all’alba non sapendo che quella era solo la prima di una lunga serie di notti insonni.
 
 
 
 
Angolo dell’autrice: Ringrazio tutti quelli che hanno letto fino alla fine questo primo capitolo sperando di avervi incuriosito almeno un po’! Attendo i vostri commenti, positivi o negativi… accetto tutto!
A presto,
un bacio,
Eirynij
   
 
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