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Autore: LaSil88    01/03/2017    1 recensioni
«Sora, non è un po’ strano?»
«Essere nascosti qui dentro? Sì, abbastanza. Potevamo trovare un posto più grande.»

Raccolta di flashfic che partecipa alla challenge "10 Passi della tua OTP" organizzata sul forum di EFP.
[Titolo provvisorio]
Genere: Malinconico, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Riku, Sora
Note: Missing Moments, OOC, Raccolta | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Più contesti
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Note: mi sono ispirata molto alle doujinshi di Ichimura Hitoshi (RS/Ssize/ecc), più per il comportamento di Riku che per Sora. Nessuna di queste storie, comunque, tiene conto del 0.2 (non ho ancora avuto modo di giocarci/vedere il gameplay su yutube), ma potrebbero esserci riferimenti a Unchained X e Back Cover.
Terzo passo (Tenersi per mano)

«Sora, non è un po’ strano?» domandò Riku. La sua voce era appena un sussurro vicino all’orecchio di Sora; erano nascosti in uno spazio stretto, lontano dall’orda di Heartless creati dalla distruzione del Kingdom Hearts creato da Xemnas. Avevo entrambi bisogno di una pausa, di recuperare le energie e poi riunirsi con gli altri per affrontare la battaglia finale insieme.
«Essere nascosti qui dentro? Sì, abbastanza. Potevamo trovare un posto più grande.» disse Sora, muovendo la testa su e giù per annuire. La domanda di Riku non si riferiva a quello, lo sapeva bene. Non era quella la stranezza della situazione in cui si trovavano; dal momento in cui lo aveva ritrovato, da quando lo aveva visto riprendere le sue sembianze originali, le loro mani non si erano lasciate nemmeno per un attimo. Solo un’orda di Neoshadows le aveva divise, per quel breve periodo che serviva loro per abbatterli e sopravvivere.
«Sora...» iniziò Riku, esasperato dal suo tentativo di cambiare discorso.
«Riku! Non. Ora.» rispose Sora, abbassando lo sguardo. O meglio, avvicinò il volto al petto di Riku e lo piantò lì, con un sospiro leggero mentre lo girava verso il corridoio dal quale erano fuggiti. Sfruttò quella differenza d’altezza per nascondere le guance rosse di imbarazzo, mentre la presa sulla sua mano diventava più forte. Riku alzò gli occhi al cielo e sospirò nuovamente, ma non fece nulla per sciogliere quella presa. Era un bene che fossero rimasti separati e che non ci fosse nessuno a vedere il braccio che scivolava intorno alla vita di Sora per avvicinarlo a sé.
«Ancora per un po’.» gli concesse, lasciando che un sorriso apparisse sulle sue labbra. Non gli dispiaceva trovarsi così con lui, dopo tutti quei mesi separati o semplicemente ad osservarlo addormentato in quell’incubatrice per recuperare i suoi ricordi. Il contatto fisico era diventato un bisogno impellente; anche lui si rendeva conto che era impossibile staccarsi e smettere di percepire che l’altro era vivo, caldo e che il suo cuore era ancora lì.
Per una volta tanto, Riku poteva anche viziare Sora in quel modo e “sopportare” il suo essere così appiccicoso ed affettuoso.
   
 
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