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Autore: alessia20000    02/03/2017    0 recensioni
Cosa succederebbe se Fosse stato estratto Gale al posto di Peeta? Come evolverebbe la storia tra Gale e Katniss?
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Gale Hawthorne, Katniss Everdeen, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Finito l'inno, veniamo presi in custodia. Non voglio dire che ci abbiano ammanettato o roba simile, ma un gruppo di Pacificatori ci scorta attraverso il portone principale del Palazzo di Giustizia. Può darsi che in passato qualche tributo abbia cercato di scappare. Io, comunque, non ho mai visto niente del genere.
Una volta dentro, mi conducono in una stanza e mi lasciano sola. È il posto più lussuoso in cui sia mai stata: ci sono tappeti grandi e spessi, un divano e delle sedie foderati di velluto. So cos'è il velluto, perché mia madre ha un vestito con un colletto così. Mi siedo sul divano e non riesco a fare a meno di passare e ripassare le dita sul tessuto. Mi aiuta a ritrovare la calma mentre tento di prepararmi alla prossima ora. È il tempo concesso ai tributi per dire addio ai loro cari. Non posso permettermi di farmi sopraffare dell'angoscia, di uscire da questa stanza con gli occhi gonfi e il naso rosso. Piangere è inammissibile. Ci saranno altre telecamere alla stazione ferroviaria.
Le prime a venire sono mia madre e mia sorella. Tendo la mano a Prim e lei mi si arrampica in grembo, mi mette le braccia intorno al collo e poggia le testa sulla mia spalla, proprio come faceva quando era piccola. Mia madre mi si siede accanto e ci abbraccia tutt'e due. Per qualche minuto non parliamo. Poi comincio a spiegare tutto quello che devono ricordarsi di fare, ora che io non sarò più lì a farlo per loro.
Prim non deve prendere nessuna tessera. Se stanno attente, possono farcela con il latte e il formaggio della capra di Prim e con i piccoli commerci di farmaci che mia madre ha messo in piedi per la gente del Giacimento. Purtroppo non potranno contare sulla carne fresca perché sia io che Gale siamo stati estratti e non credo che i fratelli di Gale riuscirebbero a portare a casa abbastanza carne per tutti, ma raccomando loro di dare qualcosa a loro se arrivassero con della carne. Evito di consigliare a Prim di imparare a cacciare. Ho provato a insegnarglielo un paio di volte ed è stato un disastro. I boschi la terrorizzavano e, quando io colpivo un animale, le venivano gli occhi lucidi e cominciava a dire che magari potevamo curarlo se lo portavamo a casa subito. Però se la cava bene con la sua capra, quindi mi concentro su quello.
Quando ho finito di istruirle sul combustibile, sui baratti e sulla necessità di continuare la scuola, mi giro verso mia madre e la prendo per un braccio, stringendo forte. — Stammi a sentire. Mi stai a sentire? — Annuisce, allarmata dalla mia veemenza. Di sicuro sa già cosa sto per dirle. — Non puoi andartene di nuovo — dico. Gli occhi di mia madre incontrano il pavimento. — Lo so. Non succederà. Non riuscivo a evitare che...
— Be', stavolta devi evitarlo. Non puoi timbrare il cartellino di uscita e lasciare sola Prim. Non ci sarò più io a tenervi in vita, adesso. Non ha importanza cosa mi succederà. Qualsiasi cosa tu veda in TV, devi promettermi che lotterai per superarla! — La mia voce si è alzata in un urlo. Dentro ci sono tutta la rabbia, tutta la paura che provai quando la mamma ci abbandonò.
Libera il braccio dalla mia stretta. Adesso è arrabbiata anche lei. — Ero malata. Avrei potuto curarmi da sola, se avessi avuto la medicina che ho ora.
È possibile che fosse davvero malata. Da allora l'ho vista rimettere in piedi gente che soffriva di una malinconia paralizzante. Forse si trattava di una malattia, ma è una di quelle che non possiamo permetterci.
—E allora prendi la tua medicina. E abbi cura di Prim! — ribatto.
—Va tutto bene, Katniss — dice Prim, prendendomi il viso tra le mani. — Ma anche tu devi avere cura di te. Sei veloce e coraggiosa. Forse puoi vincere.
Non posso vincere. Nel profondo del suo cuore Prim deve saperlo. La competizione richiederà capacità che vanno ben oltre le mie. I ragazzi dei distretti più ricchi, per i quali vincere è un onore immenso, sono stati addestrati tutta la vita in previsione di questo. Ci sono maschi due o tre volte più grossi di me, femmine che conoscono venti modi diversi per ucciderti con un coltello. Oh, certo, ci saranno anche quelli come me, quelli da far fuori prima che il vero divertimento abbia inizio.
—Forse — dico, perché non posso certo raccomandare a mia madre di tener duro se io stessa mi sono già arresa. E poi non è nella mia natura cedere senza lottare, anche quando le difficoltà sembrano insormontabili. — Se succederà, diventeremo ricche come Haymitch.
—Non mi importa se saremo ricche. Voglio solo che tu torni a casa. Ci proverai, vero? Ci proverai sul serio, sul serio?
—Sul serio, sul serio. Lo giuro — dico. E so che dovrò farlo. Per Prim.
In quel momento un Pacificatore si presenta alla porta, avvertendoci che il tempo è finito, e noi ci abbracciamo così forte da farci male, e l'unica cosa che riesco a dire è: — Vi voglio bene. Voglio bene a tutte e due. — E anche loro dicono che mi vogliono bene, poi il Pacificatore le fa uscire e la porta si chiude. Affondo la testa in uno dei cuscini di velluto, come se servisse a far scomparire tutto quanto.
Qualcun altro entra nella stanza. Alzo gli occhi e sono sorpresa di vedere il fornaio, il padre di Peeta Mellark. Non riesco a credere che sia venuto a far visita a me. Ma un po' ci conosciamo, e lui conosce Prim ancora meglio. Quando vende i formaggi di capra al Forno, infatti, Prim gliene tiene da parte un paio, e in cambio lui le dà una generosa quantità di pane. Aspettiamo sempre che quella strega di sua moglie non sia nei paraggi, quando commerciamo con lui, che è molto più gentile. Ma perché è venuto a trovarmi?
Goffamente, il fornaio si mette a sedere sul bordo di una delle sedie eleganti. È un omone dalle spalle larghe, con cicatrici di bruciature per tutti gli anni passati davanti ai forni. 
Prende dalla tasca della giacca un pacchetto di carta bianca e me lo porge. Lo apro e trovo dei biscotti. Sono un lusso che noi non abbiamo mai potuto permetterci.
— Grazie — gli dico. Il fornaio di solito non è un gran chiacchierone, ma oggi non ha proprio le parole. — Ho mangiato un po' del suo pane, stamattina. Il mio amico Gale le ha dato in cambio uno scoiattolo. — Annuisce, ricordando lo scoiattolo. — Non è stato il suo affare migliore — aggiungo. Lui scrolla le spalle come se la cosa non avesse importanza.
A quel punto non riesco a pensare a nient'altro, perciò sediamo in silenzio finché un Pacificatore non lo chiama. Si alza e tossisce per schiarirsi la voce. — Terrò d'occhio la ragazzina. Mi assicurerò che mangi.
Alle sue parole, sento allentarsi un po' della pressione che ho sul petto. La gente tratta con me, ma è davvero affezionata a Prim. Forse ci sarà abbastanza affetto da mantenerla in vita.
Il mio ospite successivo è altrettanto inaspettato. Madge viene dritta verso di me. Non è né emozionata né evasiva, anzi, il suo tono ha un'urgenza che mi sorprende. — Nell'arena avrai il permesso di indossare una cosa che viene dal tuo distretto. Una cosa che ti ricordi casa. Vuoi portare questa? — Mi tende la spilla d'oro tonda che prima aveva appuntata sul vestito. Non l'avevo guardata con attenzione, ma ora vedo che contiene un piccolo uccello in volo.
—La tua spilla? — chiedo. Avere un portafortuna del mio distretto è praticamente l'ultimo dei miei pensieri.
—Vieni, te la metto, va bene? — Madge non aspetta la mia risposta. Si limita a chinarsi e ad assicurare la spilla con l'uccello al mio vestito. — Prometti che la metterai nell'arena, Katniss? — chiede. — Lo prometti?
—Sì — dico. Biscotti. Una spilla. Ricevo regali di tutti i tipi, oggi. Madge me ne dà un altro. Un bacio sulla guancia. Poi se ne va e io resto sola, pensando che forse Madge è stata davvero mia amica, in tutto questo tempo.
Alla fine, non arriva più nessuno. 
Dal Palazzo di Giustizia alla stazione il viaggio è breve. Non sono mai stata su un'automobile. Sono salita raramente persino sui treni merci. Nel Giacimento viaggiamo a piedi.
Ho fatto bene a non piangere. La stazione brulica di giornalisti e le loro telecamere simili a insetti sono puntate dritte sulla mia faccia. Ma ho molta esperienza nel cancellare le emozioni dal viso e così faccio anche adesso. Colgo un'immagine fugace di me stessa sullo schermo TV appeso al muro che sta trasmettendo in diretta il mio arrivo e mi sento soddisfatta nel notare che sembro quasi annoiata.

GALE'S POV 

Dopo che ci hanno portato nel palazzo di giustizia vengono a trovarmi poche persone.
All'inizio viene mia madre con i miei fratelli. Per riuscire a sopravvivere istruisco i miei fratelli su cosa fare soprattutto Rory, che sa cacciare anche se poco, gli dico di cacciare e se caccia qualcosa in più qualche volta lo deve portare alla famiglia di Katniss, non deve andare a vendere niente ai pacificatori e se caccia veramente tanto può andare al forno a vendere quello che avanza scambiandolo soprattutto con delle stoffe e filo o con dei vestiti. Vick deve andare a cercare dei frutti o delle erbe con Prim, lei sa quali sono curative e quali si possono mangiare e se trovano delle fragole devono provare a venderle al sindaco e dividere quello che dà tra le due famiglie. Appena ho finito di istruirli,arriva un pacificatore e li porta via. Passa un po' di tempo e entra Madge che mi da una spilla e mi spiega il significato. Poi se ne va e non arriva più nessuno fino a quando i pacificatori non vengono a prendermi per andare sul treno.
Quando vedo Katniss noto che "indossa" la maschera di sempre quindi non ha emozioni in volto, al contrario di me che in questo momento sembro un libro aperto perché si nota che sono un misto tra arrabbiato e triste.
   
 
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