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Autore: Arydubhe    03/03/2017    3 recensioni
*Fan Fiction partecipante al SaboxKoala's Day indetto dal Forum Fairy Piece*
Il mera mera no mi è un frutto dai poteri strani...ma anche dagli effetti collaterali particolarmente difficili da gestire. Lo scoprirà a sue spese Sabo in questa fanfiction dolcemente SaboxKoala -perlomeno nella maniera in cui sanno essere dolci quei due!-.
Genere: Comico, Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Koala, Rebecca, Sabo
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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-GALEOTTO FU IL MERA MERA NO MI-
*Fan Fiction partecipante al SaboxKoala's Day indetto dal Forum Fairy Piece*


Usare i poteri del Mera mera no mi non era cosa semplice.

Sabo se ne era accorto a sue spese subito dopo averlo ingerito, quando aveva dovuto lottare con varie parti del corpo che inspiegabilmente, senza una ragione, avevano cominciato a prendere fuoco. Aveva capito immediatamente che ci sarebbe voluta un po’ di pratica perché il fuoco si manifestasse a comando e non a sua discrezione. Perlomeno, a quel fuoco, lui sembrava essere immune…un sollievo, in effetti.

Un pugno.
Un calcio.
La sensazione di un fuoco che ardeva dentro il suo petto.
Ascoltando i repentini cambiamenti che avvenivano in sé stesso, le modalità di attivazione dei poteri gli si erano improvvisamente rivelati. Gli era bastato concentrarsi e seguire il proprio istinto, abbandonandosi a quella strana sensazione che aveva cominciato a diffondersi per tutto il suo corpo.
I movimenti successivi erano stati un turbinio di fiamme e dardi infuocati, capaci di fare piazza pulita degli avversari in un batter d’occhio.
Contro ogni aspettativa e con grande sorpresa, perciò, alla fine  il mera mera no mi non si era rivelato così difficile da domare e, complimentandosi con sé stesso e per la sua abilità, in men che non si dica Sabo aveva avuto modo di testare direttamente sul campo di battaglia le meraviglie che le proprie tecniche di combattimento ora mescolate col fuoco potevano creare.
Risultati piuttosto soddisfacenti per un novellino, a giudicare dalle facce attonite degli astanti.
Quando quel mattino erano giunti al Colosseo di Dressrosa si erano aspettati sì di assistere a scontri tra uomini dai poteri sovraumani, ma quelle colonne di fuoco che ora stavano guizzando tra un macigno e l’altro di ciò che rimaneva dell’arena andava ben oltre le aspettative di chiunque.

Dall’alto degli spalti, nascosta tra gli spettatori della gara, Koala aveva assistito col fiato sospeso all’intera scena della conquista del frutto del mare da parte del suo compagne di avventure, Sabo, il giovane capo rivoluzionario. Il quale, come al solito, stava ora esagerando dando fin troppa mostra di sé…

Quando finalmente il ragazzo si decise a tornare a terra tra i comuni mortali, facendo sparire almeno un po’ di tutto quel fuoco con cui aveva riempito l’arena, Koala si affrettò a gettarglisi incontro e, con un balzo che rivelava doti atletiche eccezionali, fu in men che non si dica al suo fianco.

«Hai visto che roba?» le disse Sabo palesemente soddisfatto, strofinandosi il naso con un dito. Posizionò delicatamente a terra la ragazza che stringeva tra le braccia, una tale Rebecca la Gladiatrice, che sembrò felicissima di posare nuovamente i piedi al suolo, ancora incredula di fronte al dispiegamento di forza e poteri cui aveva appena assistito.

«Diciamo che hai voluto strafare come tuo solito, ma come diversivo per far perdere le nostre tracce va più che bene» rispose Koala, con tono di sufficienza, osservando la scena dell’atterraggio e gettando al ragazzo un’occhiata in tralice. Indicò tutto attorno come se non ci fosse molto altro da aggiungere: «Contenerti, tu mai, eh?»

Sabo si limitò a ridacchiare e cominciò ad avviarsi: “Rebecca, seguici, ti porteremo fuori da questo macello.»

«Sì» rispose intimidita quella, chiedendosi chi mai fosse questo Sabo che neanche bene sapeva per quale ragione stava ora seguendo e chi fosse questa ragazza appena comparsa. Dai loro discorsi non aveva potuto dedurre molto.

«Sbrighiamoci ad andarcene da qui. Vi guiderò attraverso le tribune.» disse Koala osservando una arcata crollare negli spalti più alti. Si voltò verso Rebecca con un grande sorriso. -Non avere paura, appena saremo in un posto più sicuro ti spiegheremo tutto- le disse in tono rassicurante -siamo brava gente…un po’ rumorosa, un po’ casinista -specie qualcuno – disse gettando un’occhiata al biondino che camminava davanti a lei e che per tutta risposta fece spallucce -ma ti puoi fidare- concluse, facendole l’occhiolino.

Rebecca sorrise di rimando. Continuava a non sapere chi fosse questa ragazza dai capelli arancioni come il fuoco, ma le piaceva.

«Forza, ora gambe in spalla e i convenevoli a dopo!» esclamò quella afferrando per la manica il ragazzo e cominciando a trascinarlo di gran carriera verso una delle forcelle inferiori del Colosseo.

La gladiatrice decise di rimanere qualche passo indietro, pur assecondando il ritmo sostenuto dei due ragazzi che la precedevano, mentre Koala si avvicinava a Sabo con fare inquisitore.


«Sabo, allora…come ti senti?» la voce di Koala tradiva un pelo di apprensione. Un pelo, ma sul suo viso era stampato un enorme sorriso. Sembrava orgogliosa di lui.
Il ragazzo rispose noncurante: «Bah, ti dirò, esattamente come prima…Se non che quel coso faceva veramente schifo.»
«Davvero?»
Sabo annuì sicuro.
«Sì ti giuro, il peggiore sapore che abbia provato…»
«Chissene frega del gusto del frutto! Intendevo dire come stai tu!» sbottò quella spazientita.
Sabo rimase un secondo stupito da tutta quella vemenza, prima di fare buovamente spallucce. «Mai stato meglio…»
A bocca aperta, la ragazza guardò il suo compagno attonita. Dire che Koala era colpita non avrebbe reso giustizia alla sua espressione esterrefatta. Ma anche decisamente sollevata. A un tratto Koala sbuffò e improvvisamente sembrò che un enorme peso le fosse stato levato dalle spalle.
«Incredibile! Mangia un frutto del mare di classe Rogia e ha il coraggio di dire che è come se non fosse successo nulla…Certo che hai la pellaccia proprio dura tu…» lo canzonò con un sorriso sghembo Koala, tirandogli un leggero pugno sulla spalla « Sono felice che andato tutto bene, confesso che ero un po’in apprensione» aggiunse, sorridendo luminosamente.
Vedere il suo viso distendersi in un’espressione serena e allo stesso tempo orgogliosa era un premio che per Sabo valeva quanto aver recuperato il frutto del mare che un tempo era stato di suo fratello Ace. Non lo avrebbe mai ammesso, ma quella buffa e manesca maniera di Koala per complimentarsi con lui rischiava di farlo arrossire. Si risolse perciò a svicolare alla svelta.

«Ahio! Parla miss delicatezza…pensavi che sarei arso vivo? - ribatté di tutto punto Sabo in tono superiore, sfregandosi la spalla là dove le nocche della ragazza l’avevano colpito, forte -Ti stavi forse preoccupando per me?» aggiunse poi con tono insinuante.
«Be’ veramente sarei curiosa di sapere quando tu non mi fai preoccupare…- disse lei ridacchiando; poi, dopo qualche secondo, tornò a guardare Sabo con sguardo risaputo -e a dirla tutta a un certo punto sono sicura tu abbia proprio preso fuoco…» puntualizzò, irriverente.
«Tzk, tranquilla, sono diventato immune alle fiamme…sono fuoco puro oramai…e a dirla tutta, non ho intenzione di tirare le cuoia, per ora…- esitò un secondo, poi aggiunse, indicando il cilindro che Koala aveva in mano e sforzandosi nuovamente di non arrossire: «però grazie…e posso riavere il mio cappello?...Ehilà?...Cosa- si può sapere cosa stai facendo…?»
Koala aveva preso ad annusare l’aria attorno a loro come un cagnolino, il naso all’insù come a cercare di captare qualcosa. A un certo punto fece cenno agli altri di fermarsi.
«C’è puzza di bruciato…»
«Be’ non mi stupisce, l’intera struttura sta andando a fuoco» osservò Sabo stupito dell’ovvietà dell’osservazione della compagna.
Si guardarono attorno per cercare l’origine di quello strano odore. Ovunque solo mura di pietra e assi di legno. Niente fumo, niente fuoco.
«Sì ma secondo i miei calcoli il corridoio che stiamo percorrendo ora dovrebbe essere libero dalle fiamme. Anche gli spalti sopra la nostra testa non dovrebbero essere ancora stati intaccati dall’incendio». Se aveva sbagliato i conti rischiava che da un momento all’altro cadesse loro sulla testa una trave- o peggio un pezzo di marmo.
Una risata di Rebecca e il suo dito puntato aiutarono finalmente Koala a capire l’origine dello strano odore che aveva captato.
«Sabo?»
«Sì?»
“Io non te lo vorrei dire…ma i capelli... ti stanno andando a fuoco»

Imprecando, il ragazzo cominciò a tirarsi sonore pacche in testa per spegnere le fiamme, mentre Koala, le mani sulla pancia e il fiato corto, rideva a crepapelle.
«Meno male che le sai controllare…» biascicava in preda al riso.
«E secondo te di chi sarebbe la colpa se vado fuori controllo?» rispose quello spazientito, oramai incapace di trattenere l’imbarazzo.

Il rossore imporporò le guance di Koala a quella affermazione e le fece distogliere gli occhi da Sabo, che, dal canto suo, in quel momento, si morse la lingua al pensiero di quanto doppio senso ci fosse nelle parole che si era appena lasciato scappare.
Sabo fu costretto a una constatazione: avrebbe dovuto munirsi di parecchio autocontrollo se non voleva andare a fuoco davvero in presenza di quella ragazza. Maledette fiammelle traditrici…

«Facciamo che questo lo tengo ancora io per un po’ va’- gli disse Koala, ancora tra un risolino e l’altro, indicando il cilindro coi googles di Sabo che fino ad allora aveva tenuto stretto tra le braccia -prima che sia tu a rovinarlo, anziché qualche avversario…»
Sabo non le disse nulla in risposta. Mentre ancora si dimenava per spegnere le fiamme, Koala gli scivolò a fianco e gli sussurrò piano all’orecchio, in tono malizioso: «Comunque complimenti, Secondo comandante, hai svolto bene il tuo dovere – poi avvicinandosi, gli scoccò un veloce bacio su una guancia, prima di aggiungere – e grazie per questa non richiesta manifestazione di affetto.»
Una fragorosa risata le sfuggì quando il viso incredulo, quasi scioccato di Sabo diventò improvvisamente dello stesso colore delle fiamme, che dal canto loro ripresero a sfolgorare più vive che mai sulla sua testa.
«Così impari a tenere tra le braccia altre ragazze!» spiegò con un sussurro Koala gettando una rapidissima occhiata a Rebecca senza farsi vedere- del resto lei non aveva davvero colpe; ormai lo aveva superato, avviandosi in direzione del l’uscita secondaria del Colosseo, appena voltato l’angolo
«Ci vediamo al punto di incontro prestabilito, io vado a recuperare Hack. Proseguite lungo questo corridoio e voltate due volte a destra, voi. Troverete l’uscita più sicura. A dopo, Rebecca! E attenta a non scottarti, sembra che il nostro guerriero, qui, abbia un temperamento un po’ ehm focoso, quando di trova delle ragazze vicino.» disse a mo’ di congedo, ancora accarezzando il cappello di Sabo e detto ciò, sparì alla loro vista.
«A dopo, cespuglio infuocato. Vedi di sbollire o sarò costretta a tenermi il tuo cappello…» la sentirono proferire in mezzo alle risate mentre la voce si perdeva nel meandri dei cunicoli dell’arena.

"Niente di personale, gladiatrice, ma ci sta un po’ di sana gelosia” commentò Koala tra sé e se, specchiandosi negli occhiali blu di Sabo e quasi parlandogli come ad attendere conferma, stringendo il cilindro ancora più forte, quando fu sicura di non poter essere udita da nessuno dei due. Si mise a ridacchiare, permettendosi finalmente di arrossire. «Dopotutto, dovevo un po’ punirlo per avermi fatta stare in pensiero, no?»
Sabo era intanto rimasto fermo impalato nel mezzo della stanza, mentre ancora spolverava via polvere di cenere dal proprio cappotto. Mugugnava tra sé e sé cose incomprensibili.
Solo dopo un po’ sembrò ricordarsi di Rebecca alle sue spalle, del fuoco che ardeva ancora tutto attorno a loro, della missione che era tutt’altro che vicina alla conclusione.
«Non badare a lei. Koala è pazza» disse infine a Rebecca sforzandosi di sembrare impassibile «Usciamo. Per di là.»
La gladiatrice lo guardò con un sorriso, mentre il ragazzo riprendeva a farneticare imprecazioni a bassa voce.
 Koala – ecco rivelato il nome della ragazza- e Sabo.
«Secondo me formate una bella coppia» si permise di commentare seguendolo a ruota.
 
 
 ----Author's corner----- 
Quale modo migliore per iniziare una giornata che con un po' di sana ship SaboxKoala? 
Questa one-shot è rimasta a marcire nel mio pc per tantissimo tempo. Non ha molte pretese, tanto fluff e altro fluff farcito con fluff. Rebecca qui è ovviamente tutti noi che li shippiamo come se non ci fosse un domani ahahah 
Ringrazio Zomi per avermi invitata a partecipare alla SaboxKoala Day, trovo che sia una iniziativa molto carina e spero di averla onorata almeno un po'. 
Torno ai miei drammatici impegni universitari e buona lettura a tutti! 
  
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