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Autore: Zomi    03/03/2017    9 recensioni
Aprì la porta, gettando la giacca sul divano dell’entrata, sbadigliando prima di annunciare il suo arrivo.
-Koala!- alzò la voce, le iridi scure che cercavano la figura della donna nel salotto in penombra –Il tuo avvocato preferito è qui!-
Non riuscì ad aggiungere nient’altro che una furia castana gli fu addosso, stringendogli con forza la camicia spiegazzata e baciandolo con foga.
*FanFicition partecipante al SaKoala's Day indetto dal Forum FairyPiece*
Genere: Comico, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Koala, Sabo
Note: AU, Lime | Avvertimenti: nessuno
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L’ANELLO
(quale anello?)



 
 
Sospirò massaggiandosi la nuca dolorante.
In ufficio era stata una giornata di fuoco, e oltre alla mole enorme di documenti da controllare e firmare, ci si erano messi pure i computer andando in tilt e scioperando per tutto il giorno.
Sabo mugugnò indolenzito aprendo la porta di casa, ripensando alle ore chiuso in archivio scartabellando vecchie pratiche e atti notarili risalenti al cretaceo, o a qualche anno ancor più indietro.
-Gnii- strinse i denti, percependo tutti i muscoli indolenziti e pregando che il giorno dopo ci fosse meno lavoro, o che l’ufficio prendesse fuoco regalandogli così una giornata di vacanza.
Magari se chiamava Ace riusciva a organizzare un piccolo incidente all’ufficio…
Rise di se stesso, massaggiandosi il ponte del naso e scuotendo il capo: era davvero stratolto dalla stanchezza se osava pensare di appiccare un incendio doloso all’ufficio in cui conseguiva il praticantato con l’aiuto di suo fratello Ace, un piromane non dichiarato ma con molta pratica.
Sospirò, la chiave inserita nella toppa della porta di casa, la speranza che la cena fosse pronta.
Sperava che Koala, la sua piccola e grintosa ragazza con cui conviveva, avesse già apparecchiato e preparato qualcosa o almeno avesse telefonato al primo ristorante a domicilio della loro lista ordinando da mangiare.
Sghignazzò, ruotando la maniglia della porta, immaginandosi la castana furente la telefono con chissà quale povero addetto alle consegne, sbraitando di fare in fretta con quel suo modo elegante e da karateca qual era.
Aprì la porta, gettando la giacca sul divano dell’entrata, sbadigliando prima di annunciare il suo arrivo.
-Koala!- alzò la voce, le iridi scure che cercavano la figura della donna nel salotto in penombra –Il tuo avvocato preferito è qui!-
Non riuscì ad aggiungere nient’altro che una furia castana gli fu addosso, stringendogli con forza la camicia spiegazzata e baciandolo con foga.
Sabo si ritrovò così con le mani della sua ragazza a toccarlo ovunque, mentre lo spingeva contro la porta di casa premendosi su di lui con maliziosa forza.
-Ko-koala!- mugugnò, venendo zittito dalla lingua della ragazza, famelica e lasciva che corse a solleticarli il palato.
Non ci volle molto per ritrovarsi con le mani di lei nei suoi pantaloni, la zip abbassata e la cintura tintinnante contro le cosce svestite della ragazza.
-Koala cos…-
-Shhh!- lo zittì mordendogli il labbro inferiore, mostrando quel suo sorriso diabolico e ammaliatore –Non fare il prezioso Sabo…-
Il biondo la fissò sbigottito, lasciandosi sfilare la camicia dalle braccia e percependo sulla pelle calda dello sterno le mani affusolate e capricciose della sua ragazza disegnare cerchi e lettere varie, mentre tornava a vessargli la bocca con baci e morsi.
Era tutto così dannatamente bello e… strano!
Non che Sabo non apprezzasse la sensuale affettuosità della sua ragazza ma gli risultava difficile credere ciò che i suoi occhi gli mostravano.
Koala, la sua Koala, che si avventava su di lui dopo una lunga giornata di lavoro al centro sportivo?
Prima di cena e prima di avergli raccontato la sua giornata?
No, non era possibile.
Non era umanamente possibile.
Eppure era lì.
Con indosso solo l’intimo, nero per chissà che occasione e con mille merletti e pizzi da sempre odiati dalla castana, avvezza a intimi ben più sportivi e comodi e non a certe lingerie così ricche di femminilità.
Le mani infrenabili nel vezzeggiarlo e spogliarlo mentre le labbra, rosse e pronte a marchiarlo in ogni dove che lo mordevano sul collo, scendendo sempre più verso una meta che le mani stavano già torturando a dovere.
Era il paradiso.
Una gioia per la sua anima stanca e per il corpo bisognoso di coccole e attenzioni come quelle, lussuriose e abbondanti di cui poteva godere passivamente.
Un paradiso che iniziava a rendergli faticoso il solo pensare, reindirizzando tutto il suo sangue e ossigeno da un capo all’altro del suo corpo, dalla sua mente al suo…
-Oh cazzo!- soffiò tra i denti, sentendo la presa di Koala sicura e forte sul suo sesso, ora imprigionato tra i polpastrelli della ragazza e stimolato con forza.
Non ci vide più.
Dimenticò ogni singolo dubbio e si avventò su di lei, afferrandola per i fianchi e stringendosela al petto, baciandola con foga e rispondendo a ogni singola carezza con mani sudate e febbricitanti.
Riuscì, non senza difficoltà e gemiti strappati con avarizia, a raggiungere il divano del salotto, tuffandosi su di esso con Koala, le loro lingue in lotta le labbra gonfie per i baci.
-Mmm… piccola…- ansò non opponendosi alla spinta della ragazza che lo costrinse a sedersi con un tonfo sul divano, le gambe divaricate e le braccia abbandonate sui cuscini.
-Posso… mmm…- si schiarì la gola e la mente appena lucida, non staccandole gli occhi di dosso nel vederla abbassarsi tra le sue ginocchia -… posso sapere il perché di tutto… questo?-
Koala sorrise sibillina posando le labbra su un ginocchio ancora vestito del biondo.
-Dev’esserci un perché per voler fare l’amore con il mio ragazzo?- strusciò il petto sul cavallo di Sabo, facendolo boccheggiare per l’improvvisa morbidezza sul punto più teso del suo corpo.
Mugugnò a desti stretti, gli occhi che perdevano lucidità a ogni centimetro guadagnato dal corpo di Koala che scivolava dal basso verso l’alto, verso il suo torace, premendo con calcolata forza e malizia le curve più accentuate sul suo corpo  in defibrillazione.
-B-bhè…- deglutì rumorosamente quando le braccia della castana arrivarono ad accerchiargli il coppo, premendo i seni all’altezza del suo cuore -… è… è giusto per sapere cos’è…- abbassò il capo a strozzarsi con il respiro nel poter godere della visione delle collinette della sua donna premute su di lui -… e ripeterlo ogni santo giorno per avere tutto questo!-
Koala rise e tornò a baciarlo, giocando con le sue ciocche d’oro e permettendogli di accarezzarla sul costato semi nudo e arricciare le dita sulle sue cosce morbide, mugugnando desideroso.
Percepì i suoi palmi caldi accarezzarle la schiena e risalirla fino al gancetto del reggiseno, che le dita fecero scattare in un morbido rumore di sottofondo allo schioccare delle loro labbra.
Si staccò appena da Sabo, liberandosi dell’indumento e accarezzandolo sul petto, permettendogli di godersi la sua visione semi nuda.
Sabo era ammaliato dalla bellezza di Koala, dal suo corpo minuto ma formoso, dalla pelle chiara, il caschetto rossiccio e morbido e dagli occhi blu scuri che lo ipnotizzavano.
Ma soprattutto il suo sorriso.
Il sorriso dolce e colmo di amore di Koala rivoto solo a lui e a nessun altro.
-No davvero- si tuffò a baciarle il collo e il viso –Dimmelo- si sporse con il busto abbracciandola –Voglio vederti sempre così felice e… e innamorata di me!-
La sentì ridacchiare mentre le accarezzava il petto e non smetteva un attimo di baciarle l’ovale del volto, ghignando a ogni suo singolo polpastrello che gli slacciava i pantaloni.
-Anche se te lo dicessi, non potresti ripeterlo una seconda volta- lo fece tornare con la schiena contro il divano, aprendogli del tutto la patta dei pantaloni.
-Credimi- la fissò immergere una mano nei suoi boxer, trattenendo un brivido di piacere –Troverei il modo di ripeterlo altre trecento volte-
-Sarebbe inutile- iniziò a massaggiarlo -È una cosa che si può fare solo una volta nella vita con una persona-
Sabo corrugò la fronte, in bilico tra il lasciarsi andare alle carezze della sua ragazza e il più vivido e persistente bisogno di sapere a cosa si stesse riferendo.
Una cosa che si può fare con una persona una sola volta nella vita?
Cos’era?
E quando mai lui l’aveva fatta con Koala?
-Sii più…mmm… specifica…- tentò di celare i sospiri di piacere aggrappandosi ai braccioli del divano.
Koala sorrise maliziosa, una mano che si muoveva sensuale su di lui e la gemella che iniziava la scalata del suo petto.
-Sicuro di volerlo sapere…- serrò la presa sul membro del biondo, facendolo gemere -… proprio ora?-
Lo vide boccheggiare, le palpebre che tremavano nella disperata richiesta di potersi chiudere e godere fino in fondo di quei dolci gesti, la bocca socchiusa in una muta esalazione di piacere.
-I-io…- ansò, graffiando il tessuto del sofà prima di alzarsi di scatto e facendo cadere Koala gambe all’aria sul tappeto del salotto.
-… io devo saperlo!- si strozzò urlando mentre i pantaloni cadevano alle sue caviglie.
Koala assottigliò lo sguardo sul fidanzato, chiedendosi se fosse troppo curioso o semplicemente scemo.
Optò per la prima ipotesi solo per amore.
-Ok ma…- si alzò ancora seminuda dal tappeto, indicando con dito teso la sua patta troppo gonfia -… se te lo dico poi tu mi apri il paradiso?-
-Ti apro tutto ciò che vuoi: promesso!- alzò il palmo sinistro, portando il destro all’altezza del cuore in un sentito giuramento.
Koala sospirò scuotendo il capo.
No, forse era scemo e basta, altro che curioso.
-Forse non dovrei dirtelo- iniziò la castana -Perché non dovrei saperlo ma…-
-Alt!- la fermò zittendola.
-Cosa?- sbuffò spazientita.
Che gli prendeva ora?
La voleva lasciar parlare così poi potevano fare l’amore o no?!?
-Indossa questa- le offrì la sua camicia, spiegazzata per come era stata abbandonata sul divano.
Koala sollevò un sopracciglio.
-Come?- si portò le braccia al petto.
Voleva che si vestisse? Ma se poi avrebbero…
-Le gemelle mi distraggono- spiegò sbrigativo Sabo, posandole la camicia sulle spalle e non riuscendo a celare un sorrisino ebetuncolo nel fissarle il seno.
Koala sbuffò nuovamente.
-Dicevo…- ringhiò, abbottonandosi sul petto -… che questa mattina stavo sistemando casa-
-Continua- la spronò il biondo, tornando a sedersi sul divano e posando il mento sulle mani intrecciate davanti al viso, gli occhi fissi sulla porzione delle sue gambe che la camicia lasciava nude e in bella mostra.
Kami, quanto le stava bene la sua camicia!
La rendeva così sexy!
-Ho ritirato i vestiti dalla lavanderia e li stavo riponendo nell’armadio- parlava con nonchalance agitando le mani davanti a lui, che riusciva solo a concentrarsi sulla sinuosità delle sue gambe e di come la camicia pendesse a perfezione sulle sue cosce.
Forse non gliel’avrebbe sfilata nel fare l’amore con lei nel dopo.
-Ho sistemato anche la tua biancheria e l’ho trovato- impiantò le gambe semi aperte davanti a lui, le mani sui fianchi e il visino scocciato –Ora possiamo riprendere da dove abbiamo interrotto?-
Sabo sollevò finalmente gli occhi sul suo viso, fissandola confuso.
-L’hai trovato- ripeté monocorde osservandola annuire con le gote rosse –Hai trovato cosa?-
-Mi pare ovvio- roteò gli occhi al cielo –L’anello!-
-L’anello- le fece l’eco.
-L’anello!!!- quasi si mise a saltellare dalla felicità, mani unite al petto.
-L’anello?- corrugò la fronte –Quale anello?-
-Oh basta fare il finto tonto Sabo, tanto ormai lo so!- corse fin in cucina, dove recuperò la piccola scatolina di velluto blu che aprì con uno schiocco davanti agli occhi increduli del biondo, mostrandogli il fine anello di fidanzamento brillante che conteneva.
-Lo so, lo so!- si sedette sulle gambe del ragazzo entusiasta –Avrei dovuto fare finta di niente e rimetterla dov’era, aspettando che fossi tu a darmelo ma…- indossò il piccolo brillante all’anulare, ammirandolo con occhi lucidi -…ma io ti amo, e tu mi ami e io…- lo guardò con labbra tremati d’emozione -… e io ti dico di sì!-
Si gettò ad abbracciarlo, baciandolo su tutto il viso.
Sabo schioccò le labbra, fissando prima la scatolina di velluto ormai vuota, e poi il viso rigato da lacrime di gioia della sua ragazza.
Anello.
L’anello.
L’anello di fidanzamento.
L’anello di fidanzamento che aveva nascosto nel suo cassetto dei calzini e che…
-Oh cavolo!- urlò –L’anello!-
-Sì!- betté le mani Koala, facendo scintillare il piccolo cerchietto dorato che le ornava l’anulare –L’anello! È magnifico! Lo adoro, così piccolo e fine, elegante e delicato, così…-
-No Koala no!- le posò le mani sulle spalle –Non è per te!-
Ci fu un piccolo attimo di silenzio, che la castana colmò con un’occhiataccia di fuoco al biondo.
-Come non è per me!?!- strillò –E per chi sarebbe?!?-
-No Koala, non fraintendermi- sollevò le mani a proteggersi –Ora… ora ti spiego-
-E ti conviene!- gli mostrò il pugno chiuso e ornato di anello –O avrai anche tu un bell’anello: viola e su un occhio!-
Sabo deglutì, annuendo.
-Quest’anello- le prese la mano, accarezzandole la schiena con la mano opposta -È di Ace-
-Di Ace?- sfilò rabbiosa la mano dalla sua, incrociando le bracci al petto diffidente –Tuo fratello Ace? Questo anello è di Ace?-
-Si, o meglio è da parte di Ace per Bonney- la castana assottigliò gli occhi, scrutandolo.
Che diamine stava dicendo?
-Qualche settimana fa Ace mi ha chiesto di tenergli l’anello per un po’ di tempo: aveva paura che Bonney lo trovasse se lo teneva a casa sua- continuò a spiegare Sabo, accarezzandole le spalle e le gambe –L’ho nascosto nel cassetto perché non sapevo dove altro metterlo: non credevo di correre il suo stesso rischio!- tentò di strapparle una risata.
Koala sbatté le palpebre un paio di volte, abbassando gli occhi alla mano ornata.
-Quindi…- balbettò incredula e delusa.
-…è Ace che vuole chiedere la mano di Bonney- concluse per lei, sorridendole.
Ma Koala non sorrideva.
Fissava l’anello con occhi inespressivi e labbra mute di ogni emozione.
Teneva le dita aperte, il dorso della mano rivolto verso l’alto per permetterle di osservare la gemma incastonata nell’arco d’argento del gioiello.
Quell’anello non era per lei.
Non lo aveva comprato nemmeno Sabo.
Lo aveva scelto Ace per Bonney, lei avrebbe indossato quell’elegante gioiello per tutta la sua vita, loro si sarebbero sposati.
Loro, Ace e Bonney, non lei e …
-E’ tutto ok?- le accarezzò il viso Sabo, attirando la sua attenzione.
-Oh- sussultò –Oh si si- sollevò gli occhi dall’anello, riportandoglieli dopo pochi secondi.
Il biodo le baciò una guancia, abbracciandola forte.
-Sei delusa?- posò il mento sulla sua spalla.
-No- storse le labbra non staccando gli occhi dalla sua mano –Perché dovrei esserlo?-
-Lo sembri- la cullò appena, guardandola con attenzione prima di parlare –Volevi che ti chiedessi di sposarmi?-
-Non dire sciocchezze!- sbuffò, ma gli occhi erano ancora fissi sull’anello –Il matrimonio è un’usanza antica, un contratto per il codice civile, una stupida cerimonia bigotta e pomposa- argomentò rapida –Noi già conviviamo, cos’altro potrei volere?- arricciò il naso –Perché comprarsi la mucca se hai già il latte gratis?-
Sabo la studiò non smettendo di sfiorarle il corpo di carezze.
-Quindi non vuoi sposarmi…- abbozzò un sorriso provocatorio.
-Ma figurati!- lo guardò per un lungo attimo con astio, tornando spazientita al suo anello –Chi vuoi che desideri i fiori d’arancio e l’abito bianco?- agitò le dita, stupendosi dell’effetto che la gemma creava sulla sua pelle diafana –La funzione, tutti gli amici e parenti accorsi a festeggiare, zio Tiger che piange e tuo padre Dragon che trattiene le lacrime per orgoglio?-
Richiuse la mano un paio di volte, le dita che tremavano sempre di più, abbassandola e nascondendola con vergogna.
-Chi vuoi che voglia tutto questo?- si sforzò di sorridere rivolgendosi a Sabo –Te l’ho detto no? Io ti amo, e tu mi ami: a ve bene così-
La mano di Sabo accorse ad accarezzarle il viso, asciugandole la lacrima che brillava sul suo occhio con un polpastrello prima che scivolasse sulla guancia.
Quant’era bella la sua Koala quando tentava di non deluderlo, negando di volerlo sposare pur di non ferirlo nel non averglielo ancora chiesto.
-Per cui se ti chiedessi di sposarmi rifiuteresti- ricapitolò, stringendosela al petto.
-Se me lo chiedessi- nascose il viso rigato dalla delusione contro il suo petto nudo –Sembrerebbe che tu lo facessi solo perché ho trovato l’anello di Ace-
-Capisco- le baciò i capelli, pensando a quella piccola scatolina blu che teneva nel cruscotto dell’auto da ben tre mesi, molto prima che Ace gli chiedesse aiuto per il suo di anello, e che aspettava solo l’occasione perfetta per poterla donare alla sua dolce Koala.
-Vabbè- sospirò trattenendo una risata –Quindi niente matrimonio-
-Già- rispose monocorde lei.
-E niente anello-
-M-mm-
-E per il sesso?- scosto il capo dal suo per poterla fissare in volto –Per quello…-
-Prima ceniamo e poi ti so dire- si alzò da lui rapida afferrando anche il telefono di casa –Pizza?-
-Pizza- rise avvicinandosi.
-Fai tu- gli prose la cornetta –Io rimetto a posto questo- gettò un’ultima dolorosa occhiata all’anello, afferrandolo poi con la mano libera.
Ci sarebbe stata un’altra occasione, si disse facendo presa sul cerchietto di metallo.
Un altro anello e un’altra proposta, immaginò tirando con forza il gioiello.
Magari un altro momento e… perché quel stupidissimo anello ora non voleva lasciare il suo dito!?!
-Sabo!- chiamò con tono d’allarme.
-Cosa?- la guardò da sopra il telefono.
-Non si sfila!!!- tentò di tirare via nuovamente l’anello dal suo anulare.
-Cosa?- si ripeté il biondo.
-Come cosa?!? L’anello!- strillò –Non riesco a togliermelo!-
-Mi stai dicendo che l’anello ti si è incastrato?!?- abbandonò il telefono correndo da lei.
-No, che si è innamorato del mio anulare!- sguainò denti affilati –Certo che è così razza di scemo!-
-Hai le dita più grosse di quelle di Bonney?!?- osservò l’anello non muoversi di un millimetro dal dito della castana.
-Cosa hai detto?!?-
-Nulla!- si affrettò a indietreggiare –Vado a prendere qualcosa che ci aiuti!-
-Sabo!- urlò ancora Koala vedendolo scappare –Sabo torna qui! Ti avverto: non ho paura di macchiare quest’anello del tuo sangue! Sabo!!! SABO!!!!-
Anche per il sesso sarebbe stato un nulla di fatto.
 
   
 
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