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Autore: moni93    05/03/2017    0 recensioni
La morte di Oboro e Gennosuke è stata una tragedia che però, a differenza di Romeo e Giulietta, non verrà mai ricordata.
Il loro è un amore segreto, i loro pensieri più profondi non furono mai comunicati.
Almeno, finora.
In questa fanfic di tre capitoli, analizzerò gli ultimi istanti di vita dei due protagonisti. Un capitolo per ognuno di loro, per far sapere al mondo ciò che hanno provato, il dolore che hanno sofferto e la speranza che, in fondo, non li ha mai abbandonati. Perchè, come Hikoboshi e Orihime, sono legati dal filo rosso del destino che nessuno, uomini o dei, potrà mai spezzare.
Genere: Angst, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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Atto finale: Incontrandoci ancora su quella collina

 

Le ciel bleu sur nous peut s'effondrer

Et la terre peut bien s'écrouler

Peu m'importe si tu m'aimes

Je me fous du monde entier

 

Tant qu'l'amour inond'ra mes matins

Tant que mon corps frémira sous tes mains

Peu m'importe les problèmes

Mon amour, puisque tu m'aimes

 

On peut bien rire de moi

Nous aurons pour nous l'éternité

Dans le bleu de toute l'immensité

Dans le ciel plus de problèmes

Mon amour, crois-tu qu'on s'aime?

 

Dieu réunit ceux qui s'aiment

 

(Edith Piaf – Hymne à l’amour)

 

«Buonasera, Gennosuke-sama.»

Prima ancora che i suoi occhi si abituino alla leggera luce che sorge da est, oltre le montagne e le colline, l’uomo è destato da quella dolce voce. Il suo capo, dapprima pesante, si alleggerisce di colpo, per merito del tocco di lei sulla sua fronte. L’altra mano della donna, la destra, non impugna più la spada, ma è libera di stringere quella del guerriero. Finalmente anch’egli può abbracciarla, proteggerla tra le sue braccia, senza alcuna lama che li divida. Con questi pensieri i suoi occhi si inumidiscono, mentre stringe con foga la sua mano, per timore di perderla. Gli sembra di non vedere da secoli la sua amata.

«Buonasera, Oboro.» risponde con un filo di voce, mentre una lacrima gli solca il viso.

Si siede al suo fianco, imprigionando avidamente eppure con gentilezza le sue labbra. Quanto aveva sognato quella sensazione, quanto aveva immaginato le sue gote tinte di rosso. Ma nulla è la fantasia in confronto alla realtà. Lei è lì, gli sorride. È felice. La sua bella sposa è al suo fianco, adesso, stretta tra le sue braccia che vogliono darle unicamente affetto.

«B-buona sera... finalmente si è svegliato.» lo saluta ancora lei, chinando appena gli occhi, imbarazzata.

Nonostante la vergogna per quel gesto inatteso, eppure tanto desiderato, continua a guardarlo. Non può e non vuole più separarsi dal suo amato, nemmeno per un istante. Anche per lei sono stati giorni interminabili, ore infinite e dolorosi attimi, in sua assenza.

«Sì, mi perdoni per il ritardo. Ho inciampato e sono caduto.»

Un altro miracolo si compie: lei ride.

Ride come una bambina, un suono di cristallo e luce, solo per lui. Una meraviglia per gli occhi e le orecchie, per quegli organi che egli credeva non avrebbero più assistito ad una tale bellezza.

«Di solito sono io a cadere...» commenta lei divertita, lasciando che il capo si poggi al suo petto, finché i loro battiti non diventato un tutt’uno.

Tutto appare immensamente perfetto e felice, ma un velo di tristezza avvolge allora il guerriero, mentre parla.

«Invece, stavolta lei mi ha sorretto.»

C'è silenzio. E pace, sulla loro collina.

Sembra un paesaggio infinito quello che si stende dinnanzi a loro, così famigliare e, allo stesso tempo, sconosciuto. Vorrebbe parlare il ninja, vorrebbe cancellare i suoi errori, alleviare la sua donna da tutte le pene che gli ha inferto. Vorrebbe essere perdonato, fare qualcosa per meritarsi ciò che sta vivendo. Prova una gioia e un timore tale, il suo cuore, da rischiare di scoppiare.

E allora la sua voce trema, mentre stringe a sé la sua amata.

«Oboro, io...»

«Shh.» lo zittisce lei, gentile, scuotendo appena il capo e poggiando un dito sulle sue labbra «Lo so. L'ho sempre saputo. Ma non abbia fretta di dirmelo, Gennosuke-sama. So quanto le sia difficile parlare dei suoi sentimenti.»

Fa una pausa, garbata, che riempie l'anima e libera i cuori.

«Adesso avremo tutto il tempo.»

 

Intanto, lungo le colline, il sole sorgeva più luminoso che mai. Rosso, come la promessa che univa i due amanti. Dorato come il paradiso che si erano meritati, dopo anni di Inferno e sofferenze. Sincero, come la collina che, da adesso in poi, li avrebbe sempre accolti e protetti.

 

E, se questo non è che un sogno o una sciocca fantasia, almeno per loro, vogliate crederci.

 

***

 

Questa mattina porta una pace che rattrista; nemmeno il sole mostrerà la sua faccia. Andiamo via da qui, a ragionare di questi dolorosi avvenimenti. Per alcuni sarà il perdono, per altri il castigo immediato: poiché mai storia fu più triste di quella di Giulietta e del suo Romeo.

 

(William Shakespeare – Romeo e Giulietta; atto V)

 

***

 

 

Sono state stelle

assai infelici

le vostre.

 

Nessun ponte celeste

vi ha uniti

mostrandovi la via,

nessuno stormo di uccelli

condurrà Orihime

dal suo Hikoboshi.

 

Vega e Altair piangeranno

ma in quelle lacrime

effimere

Giulietta troverà la forza

e il suo Romeo il suo cuore.

 

Poiché né il tempo

né le distanze

e nemmeno gli uomini

possono nulla

contro il destino.

 

Il filo rosso

li ha legati

in eterno.

 

Mio amato,

mia amata,

preparati a morire

stringendoti

per sempre

a me.

 

 

 

 

 

FINE

 

 

 

ANGOLO DELL’AUTRICE:

 

Salve a tutti e piacere.

È sempre una bella emozione scrivere per la prima volta in un nuovo fandom e, nonostante l’anime di Basilisk abbia ormai più di dieci anni, solo il 6 Ottobre dello scorso anno ho guardato l’ultima, sofferta, puntata. Dire che è stato straziante è dire poco. Ho amato questa serie fin dal primissimo episodio, apprezzandone le musiche, le ambientazioni, i personaggi e, soprattutto, la realisticità. Sì, perchè nonostante le arti ninja siano qui utilizzate alla stregua di magie o doti soprannaturali e, purtroppo, nonostante alcuni personaggi siano stati ben poco analizzati (Jingoro in primis, ma anche Zenki e Rousai non scherzano e, per non fare un torto ai Koga, anche Josuke e Okoi), ci sono tanti piccoli particolari che me lo hanno fatto amare. Primo fra tutti gli sguardi, i silenzi, persino il parlato ed il modo di pensare ed agire, che non sono mai a caso o fittizi, ma legati ad un mondo antico e crudele che, purtroppo, ancora perdura, sebbene in modo diverso.

Questa mia prima fanfic è nata di getto, durante la stessa notte in cui terminai l’anime. Ero talmente pervasa da quelle immagini e dallo straziante dolore di quella coppia, che non potevo fare altro che rievocarla nella mia mente, mentre le note di Hime Murasaki, la seconda ending dell’anime, mi rimbombava nella mente e nelle orecchie. Insomma, alla fine ho imbracciato il cellulare e tempo un’oretta avevo già abbozzato il capitolo di Oboro. Non soddisfatta, l’ho riletto e ampliato, corretto e riveduto. Poi, come guidata da una melodia, stavolta diversa, ho descritto i pensieri di Gennosuke. Forgiven dei Within Tempation descriveva perfettamente ciò che questa coppia aveva passato. Alle quattro del mattino, tutto era concluso. Ed ora, eccoci qui, a lavoro ultimato. Ho dovuto purtroppo sospendere la revisione finale di tutta l’opera, a causa dello studio. Nonostante tale imprevisto, ne sono molto felice, perchè in tal modo ho avuto la possibilità di “staccarmi” da quanto avevo scritto di getto e rileggerlo con occhi più obiettivi e severi. Il capitolo di Gennosuke era decisamente troppo breve e, inoltre, ho pensato di dedicare ad ogni capitolo una canzone diversa. Se vi soffermerete bene sui testi (che ho deciso di tagliare per ragioni legate al ritmo narrativo), spero che possiate cogliere tutti i doppi significati che, da oggi, mi faranno pensare a questa coppia sfortunata.

Le poesie a fine capitolo sono state scritte da me, e per questo motivo vi domando clemenza. Ho tentato di rievocare i ritmi brevi e pieni di pathos degli haiku giapponesi, ma non so quanto questo mi sia riuscito. Purtroppo la poesia non è mai stata il mio forte e, per quanto la apprezzi e mi sia dilettata, ho scarsissima fiducia nelle mie capacità. A mia discolpa, tentate di leggerle come un flusso di pensieri più poetico da parte dei due protagonisti e del narratore esterno, che si dovrebbero comunque intendere molto più di me in materia poetica.

Spero che possiate apprezzare la mia storia, esattamente come avete trovato diletto guardando l’anime o leggendo il manga. Se poteste farmi sapere con una recensione cosa pensate del mio lavoro, mi fareste un regalo stupendo, dato che sono sempre alla ricerca di confronti e suggerimenti per migliorarmi.

In ogni caso, vi ringrazio di cuore per aver letto fin qui, già questo è per me un’immensa soddisfazione.

Oyassuminnasai,

 

Moni =)

 

PS: Riporto qui di seguito la traduzione della canzone di Edith Piaf, l’Inno all’amore, poiché capisco che qualcuno possa fare fatica a capire il francese (mi limiterò a scrivere la traduzione dei versi che ho riportato, sebbene tutta quella canzone sia meravigliosa e rispecchi perfettamente i pensieri di Gennosuke e Oboro).

 

 

Il cielo blu sopra di noi può crollare

E la terra può benissimo sprofondare

Non m’importa più se mi ami

Me ne frego del mondo intero

 

Fintanto che l’amore inonderà le mie mattine

Fintanto che il mio corpo fremerà sotto le tue mani

Non m’importa più dei problemi

Amore mio, poiché tu mi ami

 

Possono benissimo ridere di me

Avremo per noi l’eternità

Nell’immensità di tutto il blu

Nel cielo più nessun problema

Amore mio, riesci a credere che ci amiamo?

 

Dio riunisce coloro che si amano

   
 
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