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Autore: CremeAthena    05/03/2017    1 recensioni
Dopo aver eliminato Asgore e Flowey, Frisk è riuscito a superare la barriera e presumibilmente a tornare a casa, mentre le sei anime umane raccolte dal re defunto sono scomparse. Da allora regna l'Imperatrice Undyne, che come primo provvedimento ha indetto la caccia agli umani, volendo vendicare il re e la regina uccisi da Frisk, dopo aver giurato vendetta contro questo umano. Ma da allora sono passati molti anni, l'Underground è stato militarizzato, ormai l'uomo non ne sa più nulla.
Ma se una ragazzina cadesse nuovamente nelle Rovine? Quale storia si genererebbe? Cos'è cambiato intanto nel mondo dei mostri?... Scopriamolo insieme.
Genere: Fantasy, Guerra, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shoujo-ai | Personaggi: Chara, Nuovo personaggio, Sans, Un po' tutti, Undyne
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: Spoiler!, Tematiche delicate
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~ Capitolo I ~ Empress Undyne's Underworld ~


La caduta non era stata abbastanza violenta da risultare letale. La giovane caduta non si era ancora rialzata, nè aveva riaperto gli occhi. Temeva di ritrovarsi all'inferno... Ma una volta aperte le palpebre riuscì a vedere solamente un soffitto roccioso sopra di sè. Dov'era? La biondina si alzò muovendo il bacino e aiutandosi con le mani, mettendosi seduta. «Ugh... Aah.» Solo ora ebbe il coraggio di respirare e tastarsi la maglia a righe bianche e rosse. "Non si è strappata... Per fortuna." Pensò tra sè e sè, per poi guardarsi intorno. Non c'era nessuno, era sola all'interno della voragine che aveva notato anche durante la scalata del monte Ebott. «Spero che qualcuno venga presto ad aiutarmi...» L'umana si alzò in piedi, per poi spolverarsi la corta gonna nera e osservarsi gli stivaletti dello stesso colore. Quei fiori gialli appassiti dovevano essere un ottimo atterraggio, non aveva neppure danneggiato il proprio vestiario. Proprio guardando verso di essi notò il macete che aveva utilizzato per farsi strada con gli altri nella foresta fitta di Ebott, infilzato a terra tra di essi. Se c'era quello allora doveva esserci anche il suo cellulare..! La ragazzina, di età sicuramente maggiore rispetto a quella di Frisk molti anni prima, cominciò a cercare sul pavimento roccioso la propria roba, che sperava essersi sparsa lì in giro.
Ecco il cellulare... Distrutto. L'umana sospirò, chinata a terra, con tra le mani le due metà dello schermo touch. E ora? Quanto tempo era già passato?
«... Ooh, eddai!» Gridò ella con uno scatto di impazienza, scagliando via i rimasugli dell'apparecchio. Un rumore giunse al suo orecchio, prodotto dal cozzare di ciò che aveva appena gettato con qualcos'altro. Alzando gli occhi azzurri, vide la videocamera che avrebbero dovuto utilizzare per registrare. «Tornerà utile per fare luce...» L'umana decise di portarla con sè, dopo aver deciso di esplorare quel luogo, dato che era già lì. Dopotutto... C'era una sorta di porta, anche se più che altro era un incavo scavato nella parete rocciosa. Avrebbe incontrato qualcun altro là sotto? Per potersi difendere, la ragazzina decise di portare con sè anche il macete, che oltre che taglia erba poteva anche fare da arma.
Dopo aver superato quella sorta di ingresso, Pleya, così si chiamava l'umana, attraversò una corta grotta pressochè vuota, guardandosi attorno con curiosità. "Cos'è questo posto?" Ora che lo guardava meglio sembrava scavato apposta. Perchè infondo alla galleria c'era un'altra porta, ma questa era decorata ai bordi, anche se il colore violaceo era ormai sbadito e perduto. 
Attraversata anche questa lunga stanza buia, con la guida della luce della videocamera, la bionda giunse dinanzi a due rampe di scale che conducevano ad un unica stanza, tra le quali una distesa di foglie rosse e... Una sorta di stella tra queste, immobile. Pleya si avvicinò lentamente, osservando la strana figura. Avvicinò la mano, trattenendosi per qualche secondo, trattenendo anche il respiro senza accorgersene... Per poi toccarla.

[[ L'ombra delle Rovine incombe riempendoti di DETERMINAZIONE. ]]

... Nulla. Ma cosa sarebbe dovuta aspettarsi, dopotutto? Ah sì. Le era venuta una splendida idea. Mentalmente aveva appena deciso di registrare quella escursione per mostrarla poi ai suoi amici... Ne sarebbero rimasti stupiti! La accese e cominciò a salire le scale di pietra grigiastra, fino infondo. «E dopo l'ardua salita sulle scale la nostra intrepida eroina è giunta ad una stanza misteriosa.» Si stava facendo da auto-narratrice, ma presto si accorse di non sapere esattamente cosa fare. Inquadrò la stanza con la videocamera, per poi girare la visuale e guardare con cura. C'era una polvere generale, poi dei tasselli bianchi sul pavimento viola e davanti a questi una leva gialla abbassata, in un riquadro dello stesso colore. Dall'altro lato del muro, invece, oltre la porta a due ante anch'essa viola, vi era una lastra di pietra appesa. Pleya si avvicinò a questa e la osservò, avvicinandovi anche la videocamera... Ma era illeggibile. Ci battè sopra la mano un paio di volte, per poi tossire a causa della povere che si sparse. «Coff coff... Vediamo...»

"Passeranno solo gli impavidi. I coraggiosi o gli incoscienti non seguono la via di mezzo."

«Cosa significa? Mh, passeranno solo gli impavidi?...» La giovane decise poi di andare attivare la leva gialla, ma questa si dimostrò bloccata da un meccanismo... Come nei videogiochi! Guardandola in quest'ottica però era abbastanza semplice, e Pleya se ne accorse presto. «Oh, ho capito, non bisogna premere i tasselli al centro, giusto?» La ragazza camminò prima sui due a sinistra, poi su quelli a destra e infine tirò la leva, che azionò un meccanismo piuttosto rumoroso, che terminò spalancando il portone, con una certa lentezza. Da quanti anni non veniva azionato? Chi ci abitava lì sotto e l'aveva creato? Inoltre era sicura di aver udito delle voci indistinte oltre quelle mura...
La biondina riprese a filmare e avanzò oltre il portone, sbucando in un'altra stanza ove la prima cosa a coglierla fu il rumore dello scorrere dell'acqua... Poi le grida impanicate non appena si girò verso destra, oltrepassata la soglia. C'erano cinque figure che parevano capre antropomorfe indossanti armature simili a quelle medievali, che imbraccavano dei fucili, puntandoli verso di lei.

«L'umana con la maglietta a righe!»
«E' tornato il fantasma!»
«Sparate, sparate ho detto!»

Cinque "Bang!" violenti si susseguirono nell'aria. Pleya non ebbe nemmeno tempo di realizzarlo che cadde a terra, con il ventre e la testa sanguinanti, aperti da cinque proiettili di calibro grosso. Le lacrime le offuscarono la vista, mentre sentiva il sangue salirle per la bocca. "Sto... Morendo?... Ma che ho fatto...?"
«Ottimo lavoro, squadra, abbiamo preso Frisk. Sapevo sarebbe tornato!» Annunciò il mostro più grosso e minaccioso ai suoi compagni, mentre si avvicinava alla creatura ormai prossima alla morte, ma ancora cosciente, circa. La afferrò con malagrazia per i capelli biondi e la tirò su violentemente, ringhiandole direttamente contro la faccia. «Grr, questo è per la nostra Imperatrice Undyne.» Scagliò con violenza il corpo contro il muro, mentre uno dei suoi sottoposti si accingeva a parlare, abbastanza intimidito. «Veramente signore... Frisk doveva essere un bambino, anzi, dopo tutti questi anni un uomo, dalla capigliatura più scura. Questa mi sembra una femmina umana.» «Ah... Oh beh, non importa, portiamo questo corpo al laboratorio della Professoressa Alphys, ne estrarrà l'anima e saremo ancora più vicini alla distruzione della razza umana. Giusto ragazzi?» All'appello del superiore i sottoposti risposero in coro. «Sissignore!»



[[ Game Over ]]
«Continua o... Reset? Ma dove sono? Cos'è successo?» La giovane bionda si guardava attorno. Tutto nero. La ragazzina si tastò il ventre, poi la fronte. Era tutto apposto, anche se le pareva di avere il cuore che batteva all'impazzata. «Eh...? Uhm... Forse ho solo sognato? Non è possibile.» Posò la mano su quella sorta di tassello incorporeo su cui era riportata la scritta "Continua."

«Non è possibile...» La biondina era come resuscitata dinnanzi a quella stella tra le foglie rosse, nella stanza precedente a quella con il puzzle. Controllò. Aveva con sè videocamera e macete... E niente buchi. «Questo è... Assurdo... Eheh...» Pleya si lasciò cadere di schiena nell'erba rossa, portò le mani davanti agli occhi e cominciò a piangere. Era morta. Aveva fatto male... Una sensazione... Indescrivibile. Presto si addormentò con le guance e gli occhi umidi, dopo che l'occhio sinisto, per un attimo, aveva assunto un colore rosso come quello dell'erba su cui la giovane stava riposando.

[[ ... L'ombra delle Rovine incombe riempendoti di DETERMINAZIONE. ]]
   
 
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