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Autore: leila91    06/03/2017    15 recensioni
Abbandonato, ancora una volta. Non è stata Mary, dopotutto, a dire che lei e Sherlock si somigliano così tanto?
(post 'The Six Thatchers')
Genere: Angst, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: John Watson
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Outcast




“Non osare! Tu… tu avevi fatto un voto!

La tua voce sibila, carica di rabbia, di odio, e quasi stenti a riconoscerla. Nel riconoscere te stesso in quella figura rattrappita, piegata. Spezzata.
Urla che non hanno più nulla di umano sfociano incontrollate dalle tue labbra. I tuoi occhi sono fissi nel vuoto, inquietantemente simili a quelli dei pescecani che fluttuano, silenziosi, attorno a voi.
Riesci a percepire lo sguardo di chiunque, nella sala, posarsi su di te, come se si trattasse di qualcosa di tangibile, ma più di tutto percepisci il suo.
È uno sguardo spiazzato, incredulo, sconvolto. Lo sguardo di chi si rifiuta di credere alla realtà circostante. Lo sguardo di chi ancora non capisce come le cose possano essere andate in maniera totalmente, tragicamente opposta, alle proprie, pressoché certe, previsioni.
Ed è uno sguardo che mai avresti pensato di scorgere sul suo volto.
Stringi forte a te il corpo senza vita di Mary, come se questo potesse in qualche modo riportarla indietro. E sebbene tu sia consapevole che ciò non potrà mai accadere, non riesci comunque a staccartene: le resti avvinghiato come a un’ancora di salvezza.
Perché sei anche consapevole che se le tue mani dovessero separarsi dal corpo di tua moglie, pochi secondi dopo si ritroverebbero strette attorno alla gola del tuo migliore amico. L’unico che ritieni responsabile di quanto accaduto. Di aver distrutto in una manciata di secondi la parte più bella della tua vita.
 
-Non possiamo andarcene così.
-Già. Rosie…
-Vai tu.
-No!
-Io arrivo appena trovo qualcuno. Se c’è altro riguardo al caso sei tu quella che deve sapere cos’è.
 
Se Sherlock non le avesse inviato quel messaggio, Mary ora sarebbe…
[Sarei dovuto andare al tuo posto.]
Perché l’hai coinvolta? Perché tu devi sempre coinvolgerla?!
[Perdonami, amore mio.]
Avevi promesso che l’avresti protetta!
[Mi dispiace così tanto.]
Che avresti protetto tutti e tre!
[Così tante bugie. E quelle mai rivelate resteranno solo le mie.]
 
Un turbine di pensieri contrastanti si affollano nella tua mente e ti ritrovi a strizzare gli occhi, come se in questo modo potessi scacciarli. Perché con essi è sopraggiunta quell’amara consapevolezza che solo il senso di colpa può rivelare. Mary ha dato la vita per Sherlock, sì, ma non è lui l’unico colpevole, oggi.

“Tu avevi fatto un voto!”
 
Lo stesso giorno in cui lo facesti anche tu. E sei colpevole, John Watson, dieci, cento, mille volte colpevole. Le tue lacrime ora hanno il sapore amaro della cenere, il sapore del rimorso per aver infranto la promessa più importante.
 
“Essere Mary Watson è stata l’unica cosa che ho davvero desiderato dalla vita”.
 
La dichiarazione più bella che potessi mai immaginare ti strazia l’animo come la più atroce delle torture. Mary sostiene di non averti mai meritato: un sorriso carico di amarezza ti piega le labbra, mentre vorresti urlarle parole che non può sentire. Dirle che si sbaglia, che non si è mai sbagliata così tanto e che è sempre stato il contrario.
 
“È difficile stare al passo con te. Sei così perfetto”.
 
Se ti vedesse ora. Ma Mary in fondo non saprà mai, e la consapevolezza che resterai per sempre perfetto, ai suoi occhi, è un regalo che non senti di meritare, un ultimo beffardo scherzo del destino.
 
Sei di nuovo solo, come quando lui ti ha lasciato.
Abbandonato, ancora una volta. Non è stata Mary, dopotutto, a dire che lei e Sherlock si somigliano così tanto?
Quale crudele ironia.
 
Non sei mai stato al loro passo, e nemmeno lo desideri più, mentre realizzi che ormai, nel tuo cuore, entrambi sono morti.
 
 
 
 
 

 
 
 
Spazio Autrice:
Dunque, questa storia è stata scritta ormai quasi due mesi fa, al termine del primo episodio della 4 stagione di Sherlock: non so come mai non la postai allora, né perché lo stia facendo adesso: diciamo che in parte non mi convinceva più di tanto (e in quel periodo ne sono state postate altre molto più belle, su questo stesso argomento).
L’ho riaperta per caso stamattina e boh, ho cambiato idea ^^”: forse perché il tono così angosciante riflette il mio attuale umore un po’ nero.
Ci tengo a specificare non era mia intenzione bashare nessuno, nonostante la profonda antipatia che ho provato per John ai tempi: ergo spero di non esserci andata giù troppo dura, davvero non era mia intenzione.
Io vivevo per la Mary/John, so che è un’opinione un po’ impopolare da queste parti ^^” dato che la Johnlock va per la maggiore, ma Martin e Amanda per me erano così perfetti e mi piange il cuore al pensiero che anche nella RL si siano separati.
Questa storia voleva essere una sorta di ‘esorcizzazione’ del dolore per la perdita di uno splendido personaggio, tramite una riflessione di John fatta nella maniera più imparziale possibile: il nostro dottore da una parte accusa Sherlock e dall’altra è pieno di rimorsi (e fai bene, grrrrrrr) per quello che (non) è accaduto con Euros.
Continuo a non essere del tutto sicura che abbia molto senso pubblicarla ora, dopo tutto quello che è successo negli episodi successivi, ma tant’è: spero che nonostante tutto vi sia piaciuta e che possiate perdonarmi ♥.
Ringrazio di cuore chiunque abbia letto e/o chi vorrà lasciare un commento.
 
Bacione,
 
Benni
   
 
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