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Autore: Cannie Follett    06/03/2017    1 recensioni
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Quella vicinanza lo stava avvelenando, giorno dopo giorno, ed Efestione non aveva mai conosciuto un veleno così dolce.
Almeno per una notte, voleva farsi avvelenare.
-Baciami-

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One-shot basate su Alessandro ed Efestione. In breve, su vari momenti di quella fantastica ship che è l'Alestione.
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Genere: Fluff, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Alessandro il Grande, Efestione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Oro e luce
Oro.
Oro e luce.
Sulle pareti dorate danzano giochi di luce, la stessa che entra dalla finestra aperta e che fa sembrare tutto così paradisiaco, così divino. È quello che tutti vogliono che sia: divino, quando io sono solo una persona che cerca di salvare la propria anima dalla materialità mortale, e che nel farlo continua a sbagliare.
Così tanto oro, così tanta luce.
I riflessi mi abbagliano, quindi socchiudo gli occhi.
Non ho scelto io questa vita, ma ho troppe responsabilità sulle mie spalle. Ogni volta che mi vedo costretto a compiere una scelta mi sento debole, ma subito la mia debolezza viene forzata via dallo sguardo severo di mia madre, dalla sua espressione curiosa e tagliente: sarò in grado di soddisfare lei, mio padre, la Macedonia intera? Riuscirò a sembrare più divino, o semplicemente meno mortale?
Ho sentito dire che Olimpiade si sfoga con i suoi serpenti, rivela loro i suoi pensieri più nascosti, gli stessi serpenti che ha infilato nella mia culla quando ero un infante. Il mio piccolo Ercole, diceva, Il mio piccolo dio.
Il mio gioiello.
Per lei sono più che un semplice umano, sono d’oro.
E invece, proprio come la luce che scompare dietro a una nube, lasciandoti nel buio, abbandonandoti e tradendo la tua fiducia, la fiducia di molti, io sono etereo e fragile, solo un passeggero su questa terra arsa.
Forse è questo che sono.
Oro e luce.
 
La giornata era trascorsa in fretta, e il sole era tramontato già da molto tempo. Fuori dal palazzo, continuavano i festeggiamenti: Alessandro di Macedonia ha vinto contro i Persiani e ha conquistato l’Egitto, Alessandro è un eroe.
Un dio.
Tuttavia, il re dei Macedoni era ben lungi dal festeggiare. Sdraiato sul letto, con le mani sistemate dietro la testa, fissava i raggi della luna cullare dolcemente l’aria, mentre una lieve brezza entrava dalla finestra, muovendo i tendaggi e le lenzuola che il ragazzo lasciava pendere dal giaciglio.
La servitù l’aveva lasciato solo sotto un suo ordine.
Risuonò un colpo, poi un altro.
Qualcuno stava bussando alla porta.
-Avanti- rispose ad alta voce Alessandro, senza muoversi.
Sentì la porta aprirsi.
-Efestione vuole parlarle- lo informò un servo dalla voce nasale. Al sentire quel nome, il giovane si tirò improvvisamente a sedere.
-Fatelo entrare- ribatté in fretta, sentendo l’ansia del giorno appena passato trasformarsi in qualcosa di diverso. Efestione.
Il servo annuì, poi uscì dalla stanza, lasciando il posto a un ragazzo della stessa età di Alessandro. Alto, ben piantato, dalle fattezze eleganti ed equilibrate. I lunghi capelli scuri erano lasciati sciolti sul mantello purpureo; i suoi occhi sorrisero nel buio.
Efestione chiuse delicatamente la porta dietro di sé, poi raggiunse il re e si sedette di fianco a lui.
-Perché sei qui?- chiese in un sussurro, come temendo di poter infrangere il silenzio della stanza.
-Per riflettere… lontano dal rumore.-
-Quel rumore simboleggia l’amore dei macedoni per te. Una tale adorazione è un evento raro.-
-Loro non adorano me, ma il bottino con il quale potrei riempir loro le tasche.-
Il biondo si passò una mano sulla faccia, e piccole rughe di preoccupazione comparvero sulla fronte.
Sembrava dimostrare molto più dei suoi venticinque anni.
Efestione afferrò il suo polso e lo allontanò dal viso di Alessandro. La sua espressione era un rapido susseguirsi di emozioni: smarrimento, rassegnazione, indecisione.
-Forse hai ragione.- gli concesse il moro, slacciandosi il mantello e gettandolo lontano; -ma sappi una cosa: se esiste un uomo in grado di arrivare oltre l’impossibile, un uomo in grado di superare le imprese di tuo padre, di Ercole o del grande Achille, quello sei tu. Finora sei stato un eccelso regnante, non dubitare mai di te stesso. -
Alessandro sorrise, portando il palmo di Efestione alle labbra.
-Come faccio a non dubitare di me stesso?- mormorò contro la sua pelle, prima di lasciar cadere le mani in grembo.
-In tal caso, io crederò in te con la forza di volontà di cento uomini-
Alessandro sorrise di nuovo, poi, improvvisamente, si rianimò:
-Ma veniamo a te, caro Efestione. Perché non sei a festeggiare? Ci sono molte belle donne, potresti divertirti molto-
L’altro serrò la mascella:
-No.-
-Sei il primo giovane soldato che lo dice-
-Non mi divertirei. Non con una donna. Hai capito.-
Efestione si aspettava che Alessandro ribattesse alla sua affermazione, così, quando questi rimase in silenzio, alzò la testa, sorpreso.
Gli occhi di Alessandro ardevano nei suoi, tanto intensamente da bloccargli quasi il respiro in gola.
-Efestione…- mormorò il re, spostandogli una ciocca di capelli dietro l’orecchio.
Il moro rispose con uno sguardo non meno intenso. In quel momento, era perfettamente consapevole delle dita di Alessandro sulla guancia, del suo profumo, dei loro corpi così vicini. Quella vicinanza lo stava avvelenando, giorno dopo giorno, ed Efestione non aveva mai conosciuto un veleno così dolce.
Almeno per una notte, voleva farsi avvelenare.                                                    
-Baciami-
La risposta non ci mise molto per arrivare: Alessandro poggiò le labbra sulle sue, prima con tatto, poi con sempre più passione.
Entrambi chiusero gli occhi, mentre attorno a loro il mondo si dissolveva in una nuvola di oro e luce.




Angolo cottura autrice:
Ed eccomi qua, ad aprire l'ennesima raccolta di one-shot, nonostante ne debba continuare altre cinquanta.
In ogni caso, pochi giorni fa ho rivisto Alexander (non si era capito, neh), e ovviamente ho ricominciato a farmi film mentali sulla Alestione. Spero che queste one-shot possano piacervi e ditemi in cosa posso migliorare^^
Auf Wiedersehen,
~Cannie
   
 
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