Anime & Manga > Naruto
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Autore: Alixia700    07/03/2017    6 recensioni
- Perché scrivo? Per paura. Per paura che si perda il ricordo della vita delle persone di cui scrivo. Per paura che si perda il ricordo di me. O Anche solo per essere protetto da una storia, per scivolare in una storia e non essere più riconoscibile, controllabile, ricattabile -
Una piccola raccolta di storie senza pretese, ispirata dai testi di Fabrizio De Andrè. Per onorare a mio modo la sua memoria, e per far conoscere la sua poesia anche a chi non l'ha mai udita.
...
1. Un malato di cuore – Shin e Sai
2. Terzo Intermezzo – Sakura (KakaSaku)
3. La ballata dell'Eroe – Asuma e Kurenai
4. Canzone per l'estate – Naruto (NaruSasuNaru)
5. Un Blasfemo – Jiraya
Genere: Introspettivo, Poesia, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Asuma/Kurenai, Naruto/Sasuke
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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1. Un malato di cuore

 

 

Da ragazzo spiare i ragazzi giocare
al ritmo balordo del tuo cuore malato
e ti viene la voglia di uscire e provare
che cosa ti manca per correre al prato,
e ti tieni la voglia, e rimani a pensare
come diavolo fanno a riprendere fiato.

 

 

Lo aveva sempre osservato da lontano, fin da bambino.

Mentre tutti gli altri giocavano a rincorrersi o a fare i ninja, lui sedeva all'ombra di un albero con il suo blocco da disegno, lo osservava e disegnava; disegnava tutte quelle avventure che avrebbe desiderato vivere con lui, tutte quelle cose che avrebbe voluto poter fare se solo il suo cuore malato lo avesse permesso.

Ma non poteva, quindi si limitava ad immaginarle.

 

Crescendo la quieta rassegnazione infantile era stata sostituita dalla frustrazione.

Era stufo di farsi narrare la vita dagli occhi, del tempo sprecato nell'osservare gli altri andare avanti, rimanendo l'unico immobile; era stanco di non poter neanche fare le cose più banali, come bere tutto d'un fiato, senza che il suo cuore palpitasse dolorosamente.
Quello poteva essere definito vivere?

Lo aveva osservato silenziosamente per troppo tempo.

 

Non chiese promesse al suo sguardo, non si fece illusioni sul loro futuro.

In quell'estate afosa, fu per la prima volta davvero felice; sdraiati nell'erba, con il profumo dei fiori ad irretire i sensi, con le mani tremanti e sudate tra quelle soffici ciocche nere.
Le lunghe carezze sul suo volto, quello sguardo di dolce desiderio, quelle cosce dischiuse color madreperla.
E il suo cuore stordì per quelle sensazioni nuove, forse troppo sgomento, forse troppo felice.
E fu tra i battiti impazziti, con il cuore in gola, che trovò il coraggio per accostare le sue labbra a quelle dell'altro, in un unico lungo bacio.

E il suo cuore gli restò sulle labbra.

 

Ma che la baciai questo sì lo ricordo
col cuore ormai sulle labbra,
ma che la baciai, per Dio, sì lo ricordo,
e il mio cuore le restò sulle labbra.

 

Un malato di cuore - https://www.youtube.com/watch?v=R4sqEWrn0DY

   
 
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