Pubblicità… progresso?
Io
chiedo solo una cosa: pietà. Non se ne può più, è diventata una tortura. Oggi
come oggi davanti alla tv ci si invecchia per colpa sua.
Di
cosa sto parlando? Di. Cosa. Sto. Parlando? Ma di lei. La famigerata, non
troppo mitica pubblicità. Ci avete fatto caso? Un tempo guardare gli spot era
anche divertente. Oggi ci si sfracassa i maroni in una maniera assurda. Troppo.
Eh! Tra il primo e il secondo tempo di un film ti sei pure scordato cosa è
successo nel frattempo. Fortuna che ti fanno la pubblicità del farmaco per la
memoria, allora tutto ok e la vita torna a sorriderti.
Un
tempo l’arco di spazio pubblicitario ti bastava a malapena per alzarti e andare
in bagno, e quando che tornavi il film era già finito. Adesso non solo hai il
tempo di rifarti l’acconciatura e finire le parole crociate sul water, magari
puoi approfittarne per rifarti il trucco, dato che giustamente sullo schermo ci
sta quel figo di Clooney che ti ammicca, con l’occhio pesto e la tazzina di
Nespresso.
Ora
ci si ritrova sommersi di pubblicità cretine, dalla carta igienica spaziale ai dolci
da ficcare in microonde, passando per la tizia in crisi esistenziale perché le
prude la patata. Ma non si può. Una donna non può neanche avere il ciclo e
spiaccicarsi sul divano in pace. Eh no, perché la donna deve essere sempre
attiva e pimpante, casa/lavoro/impegni, allegra e saltellante sui tombini
scoperchiati. Che nervi. Ce l’avremmo anche noi il diritto di sederci, eh? Come
la tipa del Kinder Cereali, ad esempio. Quella che filma la sua giornata piena
di impegni e poi per riprendersi un po’ di zuccheri per la glicemia mangia
quella barretta striminzita. No, non hai capito: quella roba si mangia come
dessert, dopo un panino a tre strati, alla faccia del Kilocal.
E
poi, un’altra cosa che mi da fastidio da morire sono i bambini. Cristodino, i
bambini delle pubblicità sono odiosi. Sarà che io sono vagamente mocciosofobica,
ma non li tollero. Quello di non ricordo quale automobile, ad esempio, che sale
in macchina e subito: “Papà, quand’è che arriviamo?” – ma cazzo, ti sei appena
seduto, non rompere le palle! O il moccioso di Immobiliare.it. Quello che vuole
la camera tutta per sé. Scusa, coso, i tuoi genitori ti hanno chiuso nella
stalla? Poi fa la panoramica della zona per trovare un’abitazione vicino a Leo,
il suo amico. E quando ha concluso l’affare e sua madre lo scopre è anche tutta
contenta. Deve essere questo nanerottolo che ai tempi ha regalato le casa a
Scajola.
Ma
vogliamo parlare delle pubblicità dei profumi? Santo Dio, perché sembrano tutte
trailer di 50 Sfumature di Grigio? Però c’è da dire che la gnocca di turno è
più furba di quell’ameba di Anastasia, dato che di solito finisce col rubare il
profumo allo sfigato di turno e piantarlo. Probabilmente dopo avergliela data,
ma almeno ci guadagna qualcosa.
Non
voglio neanche aprire il discorso automobili, o parte lo sclero totale. Ma dai.
Non è possibile, quante minchia di macchine ci sono in giro? Eccheppalle. La
cosa più fastidiosa poi è che tutte le pubblicità sono pseudo-filosofiche che
quasi ti viene da pensare che stiano annunciando la discesa di Gesù e
pooooiii…. Nissan Quashquai. Seriamente? Vaffanculo.
E
i tizi della Poltrenesofà? Che pena, poveretti. Ogni giorno con una nuova
promozione, impossibile. Sì che tanto dietro le quinte ci sta Sabrina Ferilli
che li frusta a sangue neanche fossero schiavi del periodo coloniale. E
immagino pure che li minaccia per sorridere alle telecamere a ritmo di: “Weh
che bello essere un artigiano della Qualità!”. Non può continuare così. Diciamo
basta a questa tortura. Adotta anche tu un omino fabbricatore di divani.
Insieme si fa la differenza. Grazie.
Dimenticavo
i migliori: quelli dei farmaci per mal di gola e febbre. Il tizio del Tachiflu
che starnutisce addosso alla gente, per citarne uno. Il bello è che la
signorina sembra tanto contenta del fatto che uno sconosciuto le abbia appena
smoccolato addosso. Ha un sorriso così grande e sembra quasi dirgli: “No ma
figurati, vuoi anche la sciarpa per soffiarti il naso?”. Io boh, non capisco.
La cosa bella è che tutti, tutti, questi
tipi qua se ne stanno a mezze maniche o col giubbotto aperto e la gola scoperta
in mezzo alla corrente. E allora cretino, grazie che ti prende un accidente!
Insomma
raga, non ci resta che piangere. Tanto ci sono i nuovi fazzoletti Tempo a tre
strati.
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Io… chiedo scusa per questa roba che più che altro è servita da
sfogo. Sapete come si dice: ridere per non piangere. Anche se alla fine si
piange lo stesso per l’esaurimento, probabilmente. Noi intanto ci mettiamo la
buona volontà. Ci tengo a precisare che queste sono opinioni personali e non
avevo intenzione di offendere nessuno (non che abbia detto qualcosa di
offensivo. Tranne l’aver dato dell’idiota a gente a caso. Dettagli, se lo
meritano). Intanto per precauzione metto un rating giallo perché m’è scappata
qualche parola poco carina. Servono ad enfatizzare il concetto, vogliate
perdonarmi anime candide.
Detto questo, ringrazio chi apprezzerà questa piccola follia,
fatemi sapere se siete d’accordo o in caso cosa ne pensate ;)
Saludos!