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Autore: PrincessMiyu    08/03/2017    13 recensioni
"FANFICTION SCRITTA PER IL CONTEST "IMMAGINANDO …" INDETTO DAL GRUPPO SU FACEBOOK "TAKAHASHI FANFICTION ITALIA".
Tratto dalla storia:
“L’amore fugge come un’ombra l’amore reale che l’insegue, inseguendo chi lo fugge, fuggendo chi insegue.”
Avrò letto e riletto quella frase di Shakespeare almeno un migliaio di volte, ma senza mai capirne davvero il significato. Mi sono sempre chiesta chi fosse così scemo da inseguire un amore che mai gli sarebbe appartenuto e che mai sarebbe stato ricambiato.
Chi l’avrebbe mai detto che, tra tutti, la scema in questione sarei stata proprio io?
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Miroku, Sango | Coppie: Inuyasha/Kagome
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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"FANFICTION SCRITTA PER IL CONTEST "IMMAGINANDO …" INDETTO DAL GRUPPO SU FACEBOOK "TAKAHASHI FANFICTION ITALIA"
                   
 
 
 
“L’amore fugge come un’ombra l’amore reale che l’insegue, inseguendo chi lo fugge, fuggendo chi insegue.”
 
Avrò letto e riletto quella frase di Shakespeare almeno un migliaio di volte, ma senza mai capirne davvero il significato. Mi sono sempre chiesta chi fosse così scemo da inseguire un amore che mai gli sarebbe appartenuto e che mai sarebbe stato ricambiato.
Chi l’avrebbe mai detto che, tra tutti, la scema in questione sarei stata proprio io?
Eh già! Non avrei mai creduto possibile che, nel giro di pochissimo tempo, mi sarei innamorata dell’unica persona di cui non avrei mai dovuto invaghirmi; l’unica persona ai cui occhi non potrò essere nient’altro che un’amica con cui confidarsi quando con la sua “fidanzata” non va, o per vedere film a casa, andare alle mostre fotografiche o semplicemente prendere un caffè all’aperto.
Sono ancora qui a guardare il soffitto, con gli occhi pieni di lacrime a cercare di sforzarmi e convincermi che tutto quello che sto provando sia sbagliato, e che un amore non corrisposto è solo un modo come un altro per autopunirsi, ma più ci provo e più la mia mente ritorna alla prima volta che ho incrociato il suo sguardo.
Era una splendida giornata di primavera. Il sole era caldo e c’era quella dolce brezza che non solo portava freschezza, ma anche quello splendido profumo di fiori di ciliegio che adoro e che mi ha sempre rasserenato.
Ero seduta al mio solito tavolo, sotto l’albero di sakura del chiosco al parco dove mi reco abitualmente, per scrivere uno dei miei articoli, o almeno provavo a buttar giù qualche idea, quando, d’un tratto, uno dei fiori cadde sul mio taccuino, facendomi sollevare la testa, e fu lì che lo vidi di fronte a me per la prima volta.
Non avrei mai creduto che esistesse un ragazzo così bello. Aveva dei lunghissimi capelli neri come la pece legati in una coda e degli occhi così profondi e scuri che mi ricordarono una notte di luna nuova. Indossava i pantaloni neri di una tuta molto morbidi e una maglia bianca a maniche corte decisamente aderente. Era evidente che stesse facendo jogging e che si fosse fermato alla fontanella per rinfrescarsi.
Non staccai gli occhi da lui nemmeno per un secondo, infatti pensai di aver imparato a memoria tutti i suoi muscoli e i suoi lineamenti perfetti, ma dovetti subito scostare lo sguardo perché ci mancava solo che mi prendesse per una guardona (come se non lo fossi stata in quel momento!)
Qualche minuto più tardi, dopo essersi ulteriormente sistemato i lacci delle scarpe, ripartì con la sua corsa ed io rimasi a guardarlo allontanarsi come uno stoccafisso, continuando a fissare lo stesso punto per minuti interminabili, finché finalmente il mio cuore decise di darsi una calmata e la voce del cameriere mi riportò alla realtà. Guardandomi stranito mi chiese se stessi bene, ma sinceramente non riuscii a concludere una frase di senso compiuto, uscendomene con la prima cosa che mi era venuta in mente, perché nemmeno io sapevo che cosa diavolo stessi facendo e come mi fossi ridotta in quello stato. Mi lasciò il caffè che avevo ordinato e, prima di andarsene, mi disse che mi era squillato il cellulare per ben due volte ma non lo avevo sentito, così lo presi e controllai chi fosse. Per fortuna era la mia amica Sango e non il mio capo (altrimenti la ramanzina era assicurata) e, componendo il suo numero e finendo il mio amato caffè, mi incamminai verso casa.
Allora non me ne resi conto ma, da quel giorno, il mio mondo avrebbe cominciato a ribaltarsi completamente…
 
                                                                                    _____________
 
 
- Sango, possibile che il tuo fidanzato debba sempre farci aspettare? – chiedo irritata alla mia amica mentre aspettiamo fuori dal locale.
Oggi mi ha chiamato per chiedermi di passare la serata fuori, poiché c’è l’inaugurazione di un nuovo locale. Con noi sarebbe venuto il migliore amico di Miroku, il fidanzato di Sango, e che è tornato da poco in Giappone dopo essere stato all’estero per qualche anno. Così, trascorso il pomeriggio nell’ozio più totale, e con il pensiero sempre rivolto al ragazzo che ho visto oggi al parco, ho atteso che Sango venisse a prendermi. Certo non mi aspettavo di restare qui fuori con la mia amica ad attendere Miroku come due imbecilli!
- Che vuoi farci Kagome, è sempre così. Spero vivamente che non abbia perso tempo a chiedere figli a qualche smorfiosa di passaggio, sennò è davvero la volta buona che lo disintegro! - esclama Sango, facendo in mille pezzi un dépliant che si ritrova tra le mani.
È sempre stata un tipo un po’ violento, ma è la mia migliore amica dalle elementari e non posso fare a meno di lei. Anche il suo ragazzo è un tipo in gamba, peccato solo che sia un inguaribile cascamorto con qualunque essere femminile che respiri.
- Dai, ormai sai com’è fatto e dovresti averci fatto l’abitudine. Sarà anche un farfallone, ma ama solo te e non ti tradirebbe mai. - le dico sorridendo, vedendola rasserenarsi. Non ha neppure il tempo di rispondermi, però, che incomincia a sbracciare come una pazza gridando “Siamo qui”.
Appena mi giro per guardare nella stessa direzione di Sango, il mio cuore smette di battere per un istante, per poi ripartire come se fosse un tamburo impazzito. Non riesco a credere ai miei occhi, ma accanto a Miroku c’è proprio “Lui”! Anche se non è più in tenuta ginnica è lo stesso ragazzo che, senza fare nulla, mi ha stregato oggi al parco. Si avvicinano a noi e poco dopo me lo ritrovo di fronte e posso ammirarlo ancora di più in tutta la sua perfezione. Ora ha i capelli sciolti, che sono veramente lunghi e liscissimi, e indossa dei jeans e una camicia con i primi due bottoni aperti.
Che altro posso dire… se stamattina era bellissimo, ora è un Dio!
Fortunatamente la voce squillante di Sango mi fa rinsavire e posso finalmente tornare una persona normale, anche se credo che la mia faccia abbia raggiunto tutte le tonalità esistenti di rosso.
- Ma ciao bellezze! - ci saluta Miroku con il suo solito sorriso radioso, cercando di scampare alle botte della fidanzata, ma lo sa che è inutile.
- Ciao un cazzo! Hai idea di quanto ci hai fatto aspettare, donnaiolo deficiente? Sarà meglio che trovi una scusa che sia degna di essere chiamata tale, perché sennò a casa ti ci faccio ritornare orizzontale! - esclama Sango, ormai sull’orlo di una crisi di nervi.
Sono talmente abituata a scenette simili che la risata parte in automatico e poi so quanto si amino, quindi non c’è da preoccuparsi.
- Ma amore mio bellissimo, ti giuro che non ho fatto nulla. Abbiamo avuto dei contrattempi e siamo stati pure impossibilitati a telefonare. – si giustifica Miroku, supplicando Sango.
- Ha ragione lui Sango. Per il ritardo è stata tutta colpa mia, vi chiedo scusa. Ho avuto un imprevisto e Miroku ha voluto aspettarmi. E comunque non mi sono ancora presentato, sono Inuyasha, piacere. - interviene dispiaciuto l’amico di Miroku, porgendoci la mano per salutarci.
- Ok! Se così stanno le cose vi perdoniamo. Piacere di conoscerti Inuyasha, Miroku mi ha parlato un sacco di te. Io sono Sango e lei è la mia migliore amica Kagome. - mi presenta lei indicandomi dopo avergli stretto la mano. Inuyasha si volta verso di me per fare lo stesso e… panico!
Bene! Ho davvero qualcosa che non va. Che diavolo mi sta succedendo?
- Ciao Kagome, piacere di conoscerti. - dice lui, facendomi un bellissimo sorriso e stringendomi la mano con una stretta dolce ma allo stesso tempo sicura.
- Ciao, piacere mio. - rispondo con un tono di voce minimo, cercando almeno di gestire questa mia imbarazzante situazione, ma me esco con una faccia che, secondo me, è tra il terrorizzato e il demente. Per fortuna Miroku rompe questa assurda scena invitandoci ad entrare nel locale.
- Ragazze, aspettateci al tavolo, noi intanto prendiamo da bere. - ci informa Miroku allontanandosi con Inuyasha. Nel frattempo sento lo sguardo interrogativo e scrutatore di Sango addosso che mi fa venire i brividi.
Ora sì che inizio a sudare freddo!
- Allora ragazzina, mi dici che ti prende? Non ti riconosco più. Sputa il rospo! - ordina perentoria senza tanti giri di parole.
- Non ho niente e non chiamarmi ragazzina. - mi irrita quando mi chiama così e lei questo lo sa, infatti fa così ogni volta che la faccio arrabbiare o vuole che vuoti il sacco.
- Ti conosco dalle elementari e non ti ha mai intimorito e imbarazzato niente e nessuno, soprattutto i ragazzi. Li hai sempre affrontati uno ad uno a testa alta, senza mai sentirti a disagio, quindi sì, ti chiamo ragazzina. Allora? – conclude, non lasciandomi via d’uscita.
- Uff… non lo so nemmeno io! Posso solo dirti che stasera non è la prima volta che vedo Inuyasha. –rispondo, mantenendo la testa bassa, e con la coda dell’occhio vedo la faccia di Sango interrogativa che mi esorta a continuare - Mentre ero al parco per scrivere il nuovo articolo, me lo sono praticamente ritrovato davanti e dirti che non ho smesso di fissarlo nemmeno per un istante è un eufemismo. – confesso alla fine con tranquillità e concludo sconsolata – Non so davvero che cosa mi sia preso. È come hai detto tu, non mi sono mai sentita a disagio o imbarazzata di fronte a nessuno e ora mi sono ritrovata nella posizione di non sapere nemmeno come si stringa una mano. -
Sango ha una reazione che sinceramente non mi sarei mai aspettata, mi ride praticamente in faccia senza il benché minimo ritegno.
- Allora vedi che ho ragione a chiamarti ragazzina? La grande Kagome Higurashi, donna che ha sempre visto la vita con raziocinio, quella che non ha mai creduto agli innamoramenti e alle, come le definisce sempre lei, “stronzate varie”, si è presa una bella cotta per uno che nemmeno conosce! – continua a ridere, facendomi solo innervosire solo per le grandi idiozie appena dette. Prima di poter replicare, lei riprende a parlare – Comunque, a parte gli scherzi, se davvero ti piace quel ragazzo buttati e cerca di cambiare atteggiamento, perché così mi sembri un’ameba senza intelletto. Ritorna ad essere la mia amica cazzuta di sempre, perché così davvero non ti si può guardare. - afferma, tornando finalmente seria ma facendo un mezzo sorrisetto soddisfatto.
- Prima di tutto, non mi sono presa una cotta per nessuno e continuo a pensare che quelle siano stronzate varie. Diciamo che sono rimasta affascinata dalla sua bellezza. Che diamine, non sono cieca! Secondo, sul fatto che debba riprendermi hai ragione, non è da me essere così imbranata. Cercherò di essere la Kagome di sempre, ma per favore, levati quel sorrisetto del cazzo che mi fa solo partire l’embolo! - sbotto alla fine.
- Ecco, finalmente sei tornata te stessa. Bè, continua così che stanno ritornando. – ma non ho neppure il tempo di girarmi che Sango mi si avvicina sussurrandomi all’orecchio – Amica mia ricordati: Chi di spada ferisce di spada perisce. – dopo questa frase Miroku e Inuyasha ritornarono con i drink e da lì non ho più pensato alla frase dettami da Sango.
 
La serata passa tranquilla, ma c’è troppa gente e quindi necessito di uscire per un po’ per prendere una boccata d’aria. Prendo il mio drink e vado verso il terrazzo a godermi quella dolce brezza primaverile. Dopo qualche minuto sento qualcuno avvicinarsi a me, così mi volto per vedere chi è e mi trovo davanti Inuyasha che mi sorride.
- Kagome, giusto? – mi chiede con una dolcezza tale da farmi arrossire, ma stavolta non voglio tirarmi indietro e voglio riprendere la mia lucidità.
- Sì giusto, Inuyasha. – gli sorrido in modo un po’ più sicuro, e continuo – Anche tu sei uscito per mancanza di ossigeno e di eccessivo “tunz tunz”? – vedo che ride alla mia battuta e continua a bere il suo cocktail.
- Diciamo di sì. Non sono più abituato a stare in mezzo alla calca in spazi chiusi; preferisco decisamente l’aria aperta. Ho buttato l’occhio su questo terrazzo ed eccomi qua. - si ferma un attimo per poi riprendere – Quindi hai una voce. Scusa se te lo dico ma quando ci siamo presentati pareva avessi visto un mostro e che in un qualche modo ti avessi spaventato. –
Lo guardo sorpresa. Davvero pensava che io avessi visto un mostro? Le ipotesi sono due: O mi sta prendendo in giro o davvero non è consapevole del suo fascino.
- Scusami se ti ho dato quest’impressione. Certo che non mi hai spaventato; è che oggi è stata una giornata un po’ stressante per via del lavoro, quindi avevo la testa da un’altra parte. - cerco d’inventarmi su due piedi e credo che se la sia pure bevuta.
- Capisco. Di cosa ti occupi, se posso chiederti? –
- Certo che puoi. Lavoro per una rivista come giornalista e da poco ho aperto un mio blog dove parlo di arte e cinema, quindi la maggior parte del tempo sto seduta a scrivere o in giro per qualche intervista. Anche se preferisco, di gran lunga, dedicarmi al blog. Amo vedere un film al cinema o anche a casa, oppure andare alle mostre e raccontare ciò che ho visto e cosa mi hanno trasmesso. E poi mi piace avere un rapporto più diretto con i lettori, riesci a capire davvero cosa piace alla gente e c’è più confronto. – spiego molto fiera, cercando di ignorare il mio cuore che batte come impazzito.
- Wow! È decisamente un’idea fantastica. Considerami già uno dei tuoi lettori perché lo leggerò senz’altro. Anch’io sono un amante del cinema, specialmente dei film d’autore stranieri. Vivendo all’estero ho imparato ad amarli, ma è davvero raro trovare qualcuno che li apprezzi e… -
- Anche tu ami i film d’autore? – lo interrompo, in preda all’euforia e con gli occhi che brillano. -Non hai idea di come questa cosa mi elettrizzi! Io non potrei guardare altro! La maggior parte delle persone definisce quel genere di cinema pesante, lagnoso, pieno dialoghi e poca sostanza, ma mi chiedo come si faccia a definire un genere palloso quando in realtà rispecchia qual è la personalità del regista e su come lui vede … - mi blocco di colpo quando noto Inuyasha che continua a fissarmi interrogativo. – Oddio, scusami! Mi sono lasciata trasportare e ti ho interrotto mentre stavi parlando. - mi scuso imbarazzata, diventando un pomodoro e vedendo lui scoppiare a ridere.
- Ma no, figurati. Mi è piaciuto tutto il pathos che ci hai messo e non posso che essere d’accordo con te. – afferma, facendo poi un sorriso che potrebbe farmi morire in questo preciso momento, quindi cerco di cambiare discorso.
- E tu invece che lavoro fai? Miroku ha detto che hai vissuto all’estero per un po’. Cosa ti ha riportato qua? - chiedo incuriosita.
- Lavoro come programmatore nell’azienda di famiglia, la “NoTaisho Enterprice” e sono tornato oltre che per motivi lavorativi, anche per motivi personali. - spiega con un tono di voce che mi sembra abbastanza sconfortato, ma non voglio essere invadente, in fondo ci siamo appena conosciuti.
- Spero che questi motivi personali siano piacevoli e se non dovessero esserlo, sono sicura che tutto andrà per il meglio. - gli sorrido come un’ebete. Ma che diamine mi prende?
- Grazie Kagome, sei molto gentile. A dir la verità non so nemmeno io se definirli piacevoli o no. Intanto il mio motivo personale mi ha fatto arrivare in ritardo stasera. - dopo questa frase lo guardo dubbiosa e la domanda sorge spontanea.
- Non vorrei sbagliarmi, ma da come ne parli sembra che tu sia ritornato per una ragazza - lo dico più che altro con sarcasmo, non per altro, e intanto continuo a bere il mio drink.
- Infatti non ti sbagli. - risponde secco e a me va completamente di traverso la bevanda, non tanto per la sua risposta, ma per il fatto che lui abbia la ragazza.
Perché mi dà uno strano senso di fastidio?
- Scusami se ti sono sembrata indelicata o impicciona, non era mia intenzione. Lo so che non sono affari miei, ma spero che tra voi tutto si risolva. - cerco di improvvisare, mentendo spudoratamente e cercando di non darlo a vedere. Lui continua a sorridermi, facendomi capire di non voler più toccare l’argomento e così torniamo a parlare di cinema e di fotografia come non ho mai fatto con nessun altro. È così bello riuscire finalmente a parlare con qualcun altro che condivide le mie stesse passioni, ed è stato così naturale che davvero non capisco come abbia fatto ad avere avuto così tanto imbarazzo inizialmente.
Non mi sono mai sentita così bene in vita mia.
- Bè, Inuyasha, direi di rientrare perché inizia a fare un po’ freschino. – propongo, portandomi le mani sulle braccia per darmi calore.
- Sì hai ragione, è meglio rientrare. Miroku e Sango ci avranno dato per dispersi. – sostiene con tono quasi preoccupato.
- No figurati! Quei due staranno litigando o pomiciando. Di certo non si chiederanno che fine abbiamo fatto noi. - affermo, facendomi scappare una risata seguita subito dopo anche dalla sua.
- Allora, se davvero non ci considerano, che ne dici di un altro giro? - propone, indicandomi il bancone.
- Volentieri. - gli sorrido e lo seguo.
 
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Sono passati nove mesi da quel giorno, e non credo di essermi innamorata in quell’istante, ma in me qualcosa è scattato perché, da quella sera, non ho fatto altro che pensare ad Inuyasha, senza capirne davvero il motivo.
Iniziammo a vederci come amici poiché ci accumunavano molte passioni e non facevamo altro che parlare per ore e ore al chiosco del parco che, tra l’altro, anche lui aveva iniziato a frequentare per la bontà del caffè. Ogni scusa era buona per due chiacchiere e un buon caffè in qualunque luogo ci trovassimo.
Ne abbiamo passate di tutti i colori in quei mesi, facendoci affiatare sempre di più ed è da lì che, almeno per me, cominciarono i guai seri.
Feci, con mio sommo dispiacere, la conoscenza della tanto famosa Kikyo, ragazza per cui Inuyasha è ritornato in Giappone dopo essere stato tre anni a Berlino. Da quello che so, stanno insieme dai tempi dell’università e quando Inuyasha ha deciso di partire con i suoi per occuparsi della loro azienda all’estero, non gli ha di certo reso la vita facile. Non facevano altro che litigare e lei lo incolpava di essere stato solo un egoista. Insomma, classiche cose di una donna che non fa altro che lagnarsi.
Ovviamente Inuyasha, essendone innamorato, le ha promesso che appena possibile sarebbe tornato in Giappone per occuparsi della sede di Tokyo, così non sarebbe più partito. A quanto pare, però, alla “principessa sul pisello” non bastava. Appena è tornato a casa ha cominciato a fargli pressioni su qualunque cosa, anche su ciò che non le riguardava, e ogni motivo era buono per accusarlo di essere partito, facendolo sentire uno schifo.
Mi raccontò anche cosa successe la sera in cui ci conoscemmo.
In poche parole, avevano litigato per l’ennesima volta perché Inuyasha era riuscito ad organizzare un’uscita con Miroku, visto che Kikyo quella sera sarebbe stata impegnata con delle sue amiche, ma poiché la serata della principessa era saltata, per la sua insensata logica sarebbe dovuta saltare anche quella di Inuyasha.
A detta di Miroku, Inuyasha ha cercato in tutti i modi di convincerla ad uscire insieme a loro, così da non fargli saltare tutti i piani, ma per lei la cosa era inaccettabile perché era lui che doveva adeguarsi a lei, non il contrario, premendo ancora sul fatto che lui era partito lasciandola sola, facendola aspettare tre anni e così via.
La lite continuò a lungo e meno male che lì c’era Miroku che aveva deciso di aspettarlo, altrimenti sarebbe rimasto a casa con lei, divorato da inutili sensi di colpa.
Per mia fortuna non ho mai avuto molte occasioni di vederla.
A dire la verità, sono sempre stata io ad evitare lei, poiché ogni volta che ci incontravamo era come se stessimo sul fronte di guerra. Almeno l’astio era reciproco!
Sarà uscita insieme a noi massimo quattro volte in nove mesi e solo un paio di volte l’ho incrociata per strada con Inuyasha a fare uno dei suoi noiosissimi giri. E poi Sango dice che non devo chiamarla la principessa sul pisello con una perenne scopa in culo.
Già! La mia cara amica Sango, l’unica ad essere a conoscenza della mia dannazione. E pensare che mi aveva messo in guardia sin dall’inizio.
Come potrei dimenticarmi di quel giorno in cui compresi che ciò che provavo era amore?
 
                                                                                        ___________
 
 
Ecco! Questa è la cosa che odio di più del mio lavoro.
Come posso scrivere un articolo su “50 sfumature di grigio”? Non capisco perché il mio capo insista da settimane con questo dannato film! Avrò rimandato l’articolo mille volte cercando di sostituirlo con un altro film migliore, ma non c’è stato verso. La cosa peggiore non è tanto scrivere, ma è che devo ancora vederlo. Dopo i primi cinque minuti devo stoppare. Lo so, è poco professionale, ma che diamine, se è stato giudicato il peggior film dell’anno ci sarà pure un motivo, no?
Dopo aver sbuffato a sufficienza, decido che è arrivato il momento. Il lavoro chiama, quindi mettiamoci a vedere questo film, via il dente via il dolore! Una buona tazza di caffè e iniziamo la tortura.
Mi metto seduta sul divano con il mio taccuino in mano, intenta a premere il play, quando sento bussare alla porta. Chi sarà mai? È proprio destino che io non veda questo “capolavoro”.
Apro la porta e mi trovo davanti Inuyasha.
- Ehi ciao. - lo saluto felicemente sorpresa.
- Allora, qui abbiamo “Pulp fiction”, “Arancia Meccanica” e “Taxi Driver”, ma se sei in vena di pianti isterici ho anche la quarta opzione che è “La vita è bella” di Benigni. E gli immancabili pop corn. – mi sorride, mostrandomi il bustone di pop corn.
- Oh Kami, tra un po’ piango per la commozione, ma piango anche perché devo declinare l’offerta. – rispondo dispiaciuta.
- Perché mai? Lavoro? –
- Già, per una volta che, finalmente, il mio capo decide di darmi un pezzo sul cinema, sono obbligata a scrivere un articolo su un film pessimo. Credo che perfino Peppa Pig insieme ad Hello Kitty avrebbero saputo fare di meglio. Mi stavo mettendo proprio adesso a vederlo. – sospiro decisamente scocciata.
- Caspita! E cos’è questa oscenità? – mi chiede lui divertito.
- 50 sfumature di grigio. –
- Oh… wow! Bè dai, allora ti accompagno in questa ardua impresa. Così se mai dovessi addormentarti o ti dovesse arrivare un conato di vomito potrei svegliarti o reggerti i capelli, dipende poi dall’evenienza. Inoltre non l’ho visto nemmeno io, almeno se fa così schifo potremmo divertirci a prenderlo per il culo come se non ci fosse un domani. – dice sorridendomi e facendomi ridere come solo lui sa fare.
- Aggiudicato! E poi ci sono anche i pop corn a tirare su il morale. – continuo io, facendolo accomodare e offrendogli una tazza di caffè.
Iniziato il film, tra un pop corn e l’altro, scrivo delle note sul mio amato taccuino e questa cosa fa incuriosire Inuyasha.
- Un taccuino? – domanda con una smorfia divertita.
Intanto metto pausa per potergli rispondere. Non sia mai che debba ritornare indietro.
- Bè sì. Ogni volta che devo scrivere un pezzo uso sempre il taccuino per scrivere le note. Anzi, in realtà, utilizzo il pc solo ed esclusivamente per trascrivere l’articolo e mandarlo al mio capo per il controllo. Anche per il blog faccio la stessa cosa, trascrivo e mando online. Scrivo tutto con carta e penna ed è una cosa che faccio sin da quando ero piccola. Non riesco a concentrarmi o esprimere quel che penso direttamente sul pc, la vedo una cosa talmente impersonale che chiunque potrebbe fare; invece, quando sono seduta con il mio taccuino, la mia penna e comincio a scrivere, lì ci sono io. La mia scrittura, il mio sudore e addirittura la goccia del caffè che stavo bevendo, sono cose solo mie. Lo so è una cosa stupida, ma alla fine non m’importa, sono quel che sono. – concludo con molta enfasi.
- Invece non la reputo una cosa stupida, anzi, anche se t’immaginavo una sempre attaccata al pc o al Tablet per lavorare, visto che ti occupi anche di un blog. - ammette un po’ perplesso.
- No no no no! Per carità. Meno ci sto vicino a quell’aggeggio infernale meglio è. Mi avvicino a lui solo quando leggo le risposte dei lettori o per leggere le email e, grazie ai Kami, tutte le notifiche mi arrivano per telefono, evitandomi di stare a controllare ogni giorno. Dio benedica gli Smartphone! – con questa mia ultima affermazione suscito l’ilarità di Inuyasha, che coinvolge anche me.
Non riesco a fare a meno di sorridere quando sono con lui. Anche una giornata schifosa può diventare bellissima semplicemente vedendolo ridere e quando lo fa diventa ancora più bello.
Dopo esserci ripresi dalle risate continuiamo a vedere il film. Quando finalmente finisce, posso infine liberarmi!
- Oh mamma! Un’ora e mezza di supplizio e riuscire a partorire un articolo decente sarà ancora più un supplizio. Ma come si può concepire tutto questo? Potrei basare la questione su tre punti fondamentali: primo, è un insulto al genere femminile; secondo, è un abominevole insulto al genere femminile; terzo, è un enorme e raccapricciante insulto al genere femminile! – affermo decisamente irritata.
- Quindi, se ho ben capito, per te è un insulto al genere femminile. – mi punzecchia Inuyasha.
- Scemo! E poi non puoi nemmeno definirlo un film erotico. Ti trasmette tutto tranne che quello. Se davvero dobbiamo dirla tutta, se vogliono un film erotico che si vedessero almeno “9 settimane e mezzo”! Il plot è praticamente identico, è degli anni 80 e di certo la protagonista non doveva essere costretta a firmare un contratto allo scopo di essere comandata a bacchetta. E comunque, basterebbero semplicemente due parole: Kim Basinger. Ho detto tutto! – concludo sbuffando rumorosamente.
- Già, che donna! Comunque sì, ti do ragione su come viene rappresentata la figura della donna, però anche dal punto di vista maschile non è di certo meglio. Io che sto dall’altra parte, vedere un uomo che prova piacere dominando la propria donna, mi mette a disagio. Forse perché è una cosa che non mi appartiene e credo che non appartenga a molti uomini. Per carità, sotto le lenzuola ognuno è libero di fare quel che vuole, ma se è la donna che qualche volta prende le redini della situazione può diventare dannatamente sexy. E poi puoi fare l’amore o una semplice scopata, ma sempre in due si fa, che uno goda e l’altro no, non ha senso per me. – sostiene con un mezzo sorrisetto ed io sto per andare a fuoco.
Parlare di questo argomento con lui mi sta imbarazzando tantissimo. Da quando ha pronunciato la parola ‘lenzuola’ ho cominciato a sentire caldo come se avessimo acceso i riscaldamenti.
Oddio, perché per un momento ho avuto un flash di noi due a letto? Bene! Questo film mi ha fatto più male del previsto, meglio sviare l’argomento.
- Bè sì certo. Senti, sai cosa mi ci vorrebbe ora, oltre ad un antidiarroico? – scherzo, cercando di nascondere il mio rossore e lui mi fa cenno di “no” con la testa. - Di un bel massaggio ai piedi! – affermo, sperando che capisca l’allusione.
- Ah ah! Mi sa tanto che qualcuno ha voglia di vedere “Pulp Fiction”. – e come al solito indovina.
- Bingo! Cerchiamo di ritrovare la sanità mentale con il buon vecchio Quentin. Ovviamente sempre che tu non abbia altro da fare; non voglio assolutamente bloccarti qua. – gli chiedo sperando vivamente che resti con me. Perché?
- No no, anzi, sono libero come l’aria. Quindi accetto volentieri di partecipare a questo tuo rito di purificazione. – scherza.
- D’accordo. Prendo altri pop corn. –
Tutta contenta provo ad alzarmi, ma lui mi blocca prendendomi il braccio.
- No lascia, li prendo io, tanto ho bisogno un attimo del bagno. Tu intanto metti il film. – così dicendo si dirige verso il bagno.
Quando ritorna e va in cucina a versare i pop corn nella ciotola, lo guardo mentre è di spalle e mi soffermo sul suo lato B. Inconsapevolmente deglutisco e mi tocco con la mano il braccio con cui mi ha afferrato. Sento di nuovo un caldo atroce e quando mi rendo conto di quello che sto facendo, cerco di sbuffare in maniera silenziosa per riprendermi.
- Non posso crederci, sto diventando peggio di Miroku… - bisbiglio tra me e me, mettendomi le mani in faccia.
- Ecco qua. – ritorna Inuyasha, facendomi sussultare. Si risiede accanto a me e vedo che prende il cellulare e lo scruta intensamente con una faccia a dir poco scocciata, e appena si rende conto che non c’è nulla lo rimette a posto in malo modo.
- Iniziamo? – chiede un po’ troppo serioso.
- Sì, però prima dimmi cosa c’è. – dico con sguardo indagatore.
- Mmmh? – risponde da perfetto gnorri.
- Sicuro che non ci siano problemi che tu rimanga qua? O meglio… problemi per qualcuno? Perché credo che tu non sia venuto fin qui solo per vedere un film. Che succede? – domando, sapendo già la sua risposta e quale sia il vero problema.
- Non lo so nemmeno io. Ormai mi incazzo per qualsiasi cosa e non riesco più a sopportare nulla. Visto che sono settimane che Kikyo mi porta in giro a vedere negozi di qualsiasi genere e ormai non riesco più a fare la distinzione tra una negozio di vestiti e un negozio di mobili. Oggi volevo semplicemente stare a casa tranquillo senza troppi sbattimenti. Kagome, non hai idea di che scenata mi abbia fatto al telefono e se ci ripenso mi ritorna il mal di testa! – afferma, facendo una pausa per poi continuare – Ma la cosa che mi ha sconvolto di più è che le ho chiuso il telefono in faccia per non sentirla più. Sono arrivato all’esasperazione e sinceramente non è da me. Non so davvero cosa fare perché da una parte mi dispiace. – sostiene con una faccia a dir poco perplessa.
- Eri arrabbiato, è normale tu abbia reagito così. Per quanto riguarda il resto… fai quello che ti senti di fare. – rispondo solamente, come sempre.
Non riesco ad essere obiettiva quando si tratta di Kikyo e non posso certo dirgli che come persona fa schifo e dovrebbe solo mandarla a fanculo. A parte il fatto che parlare di lei mi fa salire un nervoso assurdo solo a pensare come tratta Inuyasha, ma davvero… chi sono io per giudicare e dirgli di buttare alle ortiche una storia durata anni?
E come ogni volta, questo mi provoca una fitta al cuore che fa malissimo, facendomi venire voglia di piangere fino allo sfinimento.
- Già! Come sempre. – mi risponde sarcastico, prendendo poi il telecomando per mettere in play. - Dai, iniziamo a vedere il film o qui davvero mi tocca massaggiarti i piedi. – mi sorride facendomi l’occhiolino.
Guardiamo il film in religioso silenzio e a un certo punto, verso la fine del film, sento i miei occhi appesantirsi e li chiudo per un istante. Poi sento Inuyasha che mi sveglia scrollandomi dolcemente e dicendo il mio nome. Quanto vorrei che fosse sempre così. Cosa? Che diavolo sto pensando? E da lì sbarro gli occhi.
- Oddio! Scusami Inuyasha mi sono appisolata. Quanto ho dormito? – chiedo spaesata e alzandomi di scatto.
- Sì e no una quindicina di minuti, non di più. Ti ho svegliata perché è meglio che vada da Kikyo adesso, ma non volevo andarmene senza salutarti. – risponde e sento un dolore atroce al petto. Sicuramente una pugnalata vera sarebbe stata meno dolorosa.
- Capisco. Ti accompagno alla porta. –
Arrivati all’ingresso iniziamo a salutarci.
- Grazie mille per aver condiviso con me quella tortura, forse da sola non ci sarei mai riuscita. – gli sorrido.
- Mi raccomando, voglio un grande pezzo. - mi canzona lui.
- La vedo dura, ma almeno il grosso del lavoro è già stato fatto. Adesso manca solo scrivere. –
- Bene. Allora io vado. – dice e poco dopo si avvicina a me dandomi un bacio sulla guancia. - Grazie a te per oggi. Sono stato benissimo. – sussurra appena, scostatosi dalla mia guancia.
Ci fissiamo per un istante, poi lui si allontana velocemente. Forse è anche un po’ arrossito, ma potrebbe essere stata una mia impressione.
- A presto Kagome. – mi saluta allontanandosi.
- Ciao Inuyasha. – dico praticamente al vento, mentre mi tocco la faccia dove qualche secondo fa erano poggiate le sue stupende labbra.
Rientro in casa e chiudo la porta. Non faccio in tempo ad arrivare alla sedia che mi appoggio al muro e scivolo fino ad accasciarmi a terra. Con la mano sul cuore, sento come se stesse per esplodere e non riesce minimamente a calmarsi.
Sango! Ho bisogno di Sango! Prendo il cellulare e le mando un messaggio: “A casa mia. ORA!” .
 
Sango mi ascolta attentamente mentre le racconto tutto e dopo un po’ inizio anche a piangere come una bambina. La mia amica, vedendomi in queste condizioni, mi abbraccia forte fino a quando non smetto, così può iniziare a parlare.
- Kagome, è inutile che ti dica che cosa stai passando perché lo sai già. Non vuoi ammetterlo, sei un’orgogliosa e una testarda. Hai sempre giudicato l’amore a prima vista o l’infatuazione come cose superficiali. Ora che ci sei inciampata tu in quella situazione che tanto criticavi, stai completamente perdendo la testa. – sostiene Sango con un tenero rimprovero. - Ma resta il fatto che il tuo caso è diverso... o almeno adesso. – dice ancora ed io la guardo interrogativa aspettando che continui. - Non si tratta più della semplice cotta. Tu ne sei innamorata persa ormai. Quando sei con lui non ti rendi conto di quanto diventi splendida; diventi luminosa e sempre sorridente. Sei te stessa. Questo fa l’amore. Ti rende più bella e ogni volta che sembra ti vada tutto storto, ti basta pensare a lui e tutto assume un altro colore. È vero che ti senti così quando sei con Inuyasha? – mi guarda sorridendo appoggiandomi la mano sulla spalla.
Semplicemente annuisco e mi sfogo con un pianto liberatorio tra le braccia di Sango per un tempo interminabile.
Ormai non ci sono più dubbi e non posso più nascondermi. Amo Inuyasha e non potevo scegliere persona più sbagliata, perché so già che lui non proverà mai quello che provo io.
Lui non potrà mai essere al mio fianco come vorrei.
Non potrò mai rimpiazzare Kikyo nel suo cuore.
Sono vittima del tipo di amore che ho tanto evitato nutrendo una sofferenza che non avrei mai voluto provare.
Ma di una cosa sono certa: non voglio perderlo per nessun motivo al mondo. Anche se il mio cuore è in mille pezzi, gli starò comunque accanto… per sempre.
 
 
                                                                              ______________
 

Piansi così tanto quel giorno che pensavo di aver terminato le lacrime, invece ho continuato a piangere ogni notte prima di addormentarmi.
Sono davvero patetica.
Per cercare di distrarmi ho provato ad uscire con uno stagista arrivato qualche settimana fa ma, ovviamente, non me ne fregava un accidente. Sono andata a prendere un caffè con lui una volta e già non vedevo l’ora di andarmene. Non è un cattivo ragazzo, ma nessuno è paragonabile ad Inuyasha.
Inuyasha… Non lo sento ormai da quattro giorni. L’ultima volta che l’ho visto mi aveva confessato di voler chiedere a Kikyo di andare a vivere insieme. Come al solito non ho avuto il coraggio di dirgli nulla, ma stavolta la mia reazione è stata completamente diversa. Sono scappata e da allora non ho avuto più la forza né di vederlo né di sentirlo, rifiutando tutte le sue chiamate. So che non è un comportamento di cui andare fiera, ma in questo momento ho il cuore in frantumi e non credo che riuscirò a recuperarne tutti i pezzi.
Aver avuto l’amicizia di Inuyasha è stata la cosa più bella che mi sia mai capitata, ma se avessi saputo che innamorarmene mi avrebbe fatto sentire così, forse ci avrei pensato due volte. Però, col senno di poi, credo che anche se tornassi indietro altre mille volte, avrei sempre scelto Inuyasha.
Aveva proprio ragione Sango: “Chi di spada ferisce di spada perisce”.
Sento il campanello suonare, distogliendomi dai miei pensieri e con fatica vado ad aprire. Apro e vedo Inuyasha poggiato con la mano sullo stipite della porta, come per cercare di recuperare fiato, intento a guadarmi. Sicuramente avrà notato i miei occhi gonfi e rossi.
- Inuyasha tutto bene? Che ci fai qui? – chiedo con voce decisamente sorpresa e con una velata paura.
- Posso entrare, almeno così possiamo finalmente parlare? – domanda con un mezzo sorrisetto intento a regolarizzare il respiro.
Lo faccio accomodare sul divano e gli verso un bicchiere d’acqua, mentre io resto in piedi di fronte a lui. Appena svuota il bicchiere comincia a fissarmi con aria seria.
- Perché piangevi? – esordisce, prendendomi alla sprovvista e sinceramente non so nemmeno che cosa rispondergli, visto che la mia faccia rispecchia il mio effettivo stato d’animo, così, non riuscendo a rispondergli, faccio spallucce.
- Chissà perché questa tua reazione non mi sorprende per niente. Comunque se sono qui è per un motivo. – fa un attimo di pausa per poi ricominciare – Avevo un appuntamento, e ci sono anche stato a dir la verità, infatti sono qui per dirti com’è andata. –
Dopo queste parole, sento il cuore andare in frantumi e le lacrime ritornare prepotenti nei miei occhi ormai stanchi, ma cerco di non darlo a vedere, così chiedo prima che lui continui. Via il dente e via il dolore.
- Hai chiesto a Kikyo di andare a vivere insieme? – domando tutto d’un fiato per non far sentire la mia voce strozzata dal pianto.
- Se ti dicessi di sì? – dice senza smettere di fissarmi.
- Sono molto contenta per te e spero voi siate felici. - lo liquido il più velocemente possibile non guardandolo negli occhi; ho paura di non riuscire a reggere oltre.
- Tsk! Certo che sei davvero assurda lo sai? Ti chiedo perché piangi e non mi rispondi, ti dico che ho chiesto a Kikyo di venire a vivere con me e mi dici che sei contenta dopo che non ti fai sentire per giorni, e tra l’altro non mi guardi nemmeno in faccia quando ti parlo! - mi urla alzandosi di scatto e parandosi di fronte a me per costringermi a guardarlo negli occhi.
Oh mamma, questo è davvero troppo!
- Allora? Dimmi la verità. Cosa ti è preso in questi giorni? Cos’è, il nuovo collega ti ha tenuto talmente tanto occupata da ignorarmi completamente? – domanda guardandomi con occhi infuocati.
- Nuovo collega? Ma di che diavolo stai parlando? In questi giorni non ho visto proprio nessuno; è stato solo un caffè. E poi, anche se fosse, a te che importa? Se sono sparita avevo le mie buone ragioni e, che diamine, perché devo dare conto a te di quello che faccio? Tu dovevi pensare alla tua bella e non volevo assolutamente disturbarti, così ho pensato ai fatti miei. Ora, razza di scemo, che vuoi da me? – sbotto senza controllo e anche le lacrime ricominciano ad uscire.
- Disturbarmi? Ma ti senti quando parli? Bè, razza di stupida, cominciano a diventare affari miei quando la mia migliore amica, dopo la nostra ultima conversazione, decide di sparire dalla circolazione non solo non facendosi sentire, ma anche rifiutando palesemente tutte le mie chiamate! Certo che dovevo pensare alla mia “bella”, ma se ti ho cercato in questi giorni, non ti è per niente passato per l’anticamera del cervello che avessi bisogno di parlare con te? – ormai grida senza più darsi un limite e sicuramente non sarò da meno. Ora sono stanca.
- Oh bè! Avevi bisogno di parlarmi? E sentiamo, che volevi dirmi? Volevi l’amichetta che ti tenesse la manina mentre ti lamentavi per l’ennesima cazzata della tua fidanzata? No grazie, non mi sta più bene questa cosa! Se vuoi fare lo zerbino fallo, però io me ne esco fuori da questa situazione. Hai fatto la tua scelta, ora di certo non puoi tornare indietro. – sbotto piangendo come una fontana.
- Come puoi uscire da una situazione in cui non sei nemmeno entrata? Ogni volta che si apriva l’argomento Kikyo ti limitavi sempre e solo ad ascoltare. Non mi hai mai detto quello che realmente pensavi, al massimo dicevi “fai quel che ti senti di fare”. Non credi che invece della manina io volessi semplicemente sapere quello che pensavi? – chiede continuando a starmi di fronte.
- Perché volevi questo? Cosa sarebbe cambiato? – domando ormai all’esasperazione.
- Non si risponde ad una domanda con un’altra domanda. Comunque sappi che mi è sempre importato del tuo parere e del tuo giudizio più di chiunque altro e, sì, sono convinto che molte cose sarebbero cambiate e avrei fatto chiarezza su molte altre tanto tempo fa. – afferma, trafiggendomi con lo sguardo.
- Cosa vuoi dire? Visto che non ti dicevo come stavano le cose, tu hai continuato a fare stronzate? No Inuyasha, questa cazzata risparmiatela. Non sei un poppante e credo tu sia anche abbastanza intelligente da fare le tue scelte, consapevole delle conseguenze. Non darmi colpe solo perché non sapevi come comportarti! – ribatto incazzata come mai prima.
- Ecco, è proprio qui che ti volevo! Credi davvero che sia tanto idiota da non accorgermi di cosa stava succedendo? Credi che io sia così cieco? Sì, lo sono stato, ma per quanto riguarda i miei sentimenti, se mi sono comportato in maniera stupida è perché non volevo perdere la cosa più bella che mi sia mai capita, non accorgendomi però che stavo per perderla ugualmente. Ora ti prego, dimmi quello che davvero pensi. - mi guarda con aria supplichevole.
È ovvio che non volesse perdere Kikyo.  Allora perché continua a fare così? Cosa vuole da me?
- Non voglio. Fa troppo male. – rispondo, facendo scemare la rabbia appena lui si avvicina a me.
Ormai siamo così vicini che posso sentire il suo caldo respiro sul mio viso, ed è un attimo, lui poggia la sua fronte contro la mia.
- Ti prego. – mi prega nuovamente ed io continuo a torturarmi il labbro inferiore per trovare un minimo di autocontrollo.
- Come potevo dirti quello che dovevi fare, se io per prima non ho mai capito a fondo cosa significasse stare con una persona? Come potevo dirti che tutto quello stavi facendo era solo un modo per accontentare lei, ma rendeva infelice te? Come potevo dirti di lasciar perdere, quando ti vedevo innamorato di lei? Come potevo dirti che sei una persona meravigliosa e non sopporto l’idea che tu stia accanto ad una persona che non ti merita? Soprattutto come potevo dirti che il solo vederti con lei, mi fa stare così male che mi sembra di morire? – non riesco più a fermarmi e le lacrime continuano ad uscire senza darmi un minimo di pace. Inuyasha mi prende il viso tra le mani e me le asciuga con i pollici, continuando a guardarmi negli occhi.
- Stupida ragazzina. - dice sorridendo, avvicinando poi il suo viso al mio e baciandomi sulle labbra.
Non posso credere che stia succedendo davvero! Vi prego Kami, se è un sogno non svegliatemi più!
Per un secondo sono del tutto pietrificata, ma il richiamo delle labbra di Inuyasha è troppo forte e così dischiudo le mie rispondendo al bacio. Quando sento la sua lingua cercare la mia non faccio altro che accoglierla e porto le mie braccia intorno al suo collo, così da poterlo avvicinare ancora più a me.
Quello che sta accadendo forse è solo un grossissimo errore e magari dopo lui mi dirà che sarà stato un momento di debolezza dovuto all’ansia della convivenza, ma non riesco a fermarmi. Per qualche altro piccolissimo istante voglio bearmi delle sue labbra e fingere per un attimo che lui sia solo mio.
Si allontana da me per riprendere fiato e temo già quello che dirà.
- Senti io… - inizia, ma lo interrompo subito. Non voglio sentire.
- No Inuyasha, ti prego, va bene così. Farò finta che non sia successo nulla, però… - mi zittisce con un dito sulle mie labbra.
- Se mi lasciassi finire di parlare, forse le cose sarebbero più chiare, no? – mi avvolge con le braccia intorno alla vita, riappoggia la sua fronte contro la mia e ricomincia a parlare.
- Da quando sono tornato in Giappone, ho creduto che la mia vita sarebbe continuata come avevo pensato o meglio, tornando pensavo di trovare quello che avevo lasciato, ma non è stato così. Sapevo che, appena tornato, avrei dovuto comunque sopportare il carattere non facile di Kikyo, credendo anche di riuscire a gestirlo, e ti assicuro che avevo tutte le buone intenzioni di questo mondo visto che mi aveva aspettato per tre anni. Credevo che ci tenesse ancora alla nostra storia e non volevo deluderla, pensando più a quello che voleva lei rispetto a ciò che desideravo io. Kagome, quando sono tornato ero pieno di certezze e di scelte scontate che da un momento all’altro sono tutte crollate. Questo grazie a te. – fa una pausa prendendo un respiro profondo, mentre io, invece, potrei iscrivermi alle gare di apnea. - Grazie a te ho capito davvero cosa vuol dire essere apprezzati per quello che si è. Non hai mai voluto che io fossi qualcun altro e non hai mai cercato di sopprimere i miei pensieri o le mie passioni. Solo con te sono me stesso. In te ho trovato quella serenità che non avevo mai provato e mi sono sentito perso non vedendoti in questi giorni. Ma sai qual è la cosa peggiore? – chiede quasi con dolore.
- No. – rispondo debolmente.
- Ho sentito molto di più la tua mancanza in questi quattro giorni che quella di Kikyo negli ultimi tre anni. Ogni istante senza di te mi sembrava infinitamente frustrante. Non riuscivo a smettere di pensare a te, neanche volendo. Ti giuro, mi sono odiato per questo perché ero consapevole che fosse sbagliato provare questo per te e non per lei. Quando Miroku mi ha detto che avevi accettato la corte di un tuo collega non ho capito più niente; mi sembrava di impazzire al solo immaginarti tra le braccia di un altro. Mi imponevo che fosse solo timore che la nostra amicizia ne risentisse, ma il pensiero di non averti più per me e la paura di averti perso per sempre, mi hanno fatto capire che non riesco più a fare a meno di te, Kagome. - afferma, ed io mi scosto da lui come se mi fossi scottata.
- Inuyasha ma… - lo guardo sorpresa e pregando di non avere mal interpretato le sue parole.
- Kagome, quello che sto cercando di dirti è che ti amo. Mi hai creato una confusione assurda e una moltitudine di emozioni che non ho mai provato in vita mia, e quando mi sono reso conto di essermi perdutamente innamorato di te, finalmente tutto mi è stato più chiaro. Quello che provavo, i sensi di colpa, il mio senso del dovere, è andato tutto in secondo piano, perché non facevano altro che rendermi ciò che non sono. E prima che tu me lo chieda, per quanto riguarda Kikyo è vero, stasera l’ho vista, ma l’ho lasciata. Non posso e non voglio più vivere senza di te. – conclude, lasciandomi completamente senza parole.
Non posso davvero credere a quello che ho appena sentito. Inuyasha mi ama. Mi ama!
Non riesco a parlare. Vorrei urlargli che anch’io lo amo, ma non riesco ad emettere nessun suono. Devo assolutamente farglielo capire, così decido di baciarlo con estrema dolcezza, anche per convincermi che è tutto reale e non un sogno. Cerco di trovare in quel bacio il coraggio e la forza di tirar fuori tutto l’amore che ho represso in questi mesi.
-Ti amo anch’io. Non sai quanto. – riesco finalmente a confessare, allontanandomi di pochissimo dalle sue labbra.
Inuyasha mi sorride e ricomincia a baciarmi con molta più passione rispetto a prima. Le mie dita scorrono tra i suoi capelli mentre le sue mani esplorano la mia schiena, facendomi impazzire.
Continuiamo a baciarci senza sosta e l’atmosfera comincia a diventare sempre più calda.
- Piccola… forse è meglio che ci fermiamo, altrimenti rischio di non riuscire più a controllarmi. – ammette ansimando.
- Non ci penso nemmeno a lasciarti andare proprio adesso. Ti ho aspettato fin troppo. – dichiaro, rimpossessandomi delle sue labbra.
Non se lo fa ripetere due volte e mi prende per i fianchi, trascinandomi sul divano e mettendomi a cavalcioni su di lui. Comincio a sbottonargli la camicia con estrema lentezza, senza mai staccarmi dalle sue labbra e lo sento gemere nella mia bocca ad ogni mio tocco. Mi stacco solo per potergli levare con facilità la camicia e ne approfittiamo per guardaci negli occhi. Mi fissa con uno sguardo pieno di desiderio che è sicuramente pari al mio. Non credevo sarebbe mai arrivato questo giorno e me lo voglio godere istante per istante.
Tolta la camicia, inizio a baciargli il collo con una serie di baci e morsi che vedo non sembra per niente dispiacergli, così continuo a stuzzicargli il collo e il lobo dell’orecchio, e mentre le mie mani lo accarezzano ovunque, sfioro il suo sesso con il mio.
- Oh Kagome… se continui così mi uccidi prima di iniziare. - mi ammonisce con voce roca.
- Non trovavi la donna che prende le redini dannatamente sexy? – domando con sguardo languido.
- Vero. Ma è anche vero che avevo detto “qualche volta”. - precisa, sorridendomi maliziosamente.
- E questo che vuol dire? – lo stuzzico, accettando la piccante provocazione.
- Vuol dire che è arrivato il mio turno. – detto questo mi bacia con trasporto sollevandosi dal divano con me attaccata a lui come un koala.
Mi porta in camera senza mai smettere di baciarmi. Mi stende sul letto e inizia a spogliarmi togliendomi prima la maglia e passando poi ai pantaloni, lasciandomi in reggiseno e slip. Inizia a baciarmi e a leccarmi il collo, scendendo piano lungo lo sterno e fermandosi in mezzo al mio seno. Continua a baciarmi, leccarmi e mordicchiarmi finché non decide di togliermi anche il reggiseno. Non appena lo fa, si ferma per un attimo e inizia a guardarmi.
- Amore mio sei bellissima. Non smetterei mai di guardarti. – afferma, accarezzandomi delicatamente il seno e facendomi venire i brividi.
Sorrido per quel nomignolo che, rivolto a me, mi fa perdere la testa.
- Ridillo. - chiedo, continuando a sorridergli.
- Sei bellissima. – risponde, ricominciando a baciare il mio corpo.
- Non questo. - replico ansimando.
- Amore mio. - ripete contro la mia pelle.
- Dillo ancora. – lo supplico gemendo più forte.
- Amore mio, amore mio, amore mio, amore mio, amore mio e un miliardo di volte amore mio. - ripete nuovamente, continuando a farmi impazzire di piacere baciando ogni parte del mio corpo mentre mi accarezza con vigore le cosce, sulle quali sento la sua erezione anche da sotto i pantaloni che ancora indossa. Appena sento la sua mano che comincia a stuzzicarmi vicino agli slip, mi sembra di stare per esplodere, infatti il mio bacino, d’istinto, si struscia contro la sua mano chiedendo ancora di più.  Inuyasha sembra capirlo e mi toglie anche l’ultimo indumento. Inizia a toccarmi prima con le dita per poi sostituirle con la bocca, facendomi gemere sempre più forte e perdere completamente la testa.
- Oh Inuyasha… oh sì… - ansimo, ormai sul punto di esplodere dal piacere, un piacere mai provato in vita mia. Solo lui poteva farmi sentire così.
Si allontana da me con un sorriso più che soddisfatto e finisce di spogliarsi pure lui, così rimaniamo entrambi nudi.
Wow! Lui è la perfezione fatta persona. Non ho mai visto niente di così stupendo.
Ritorna a baciarmi sulle labbra, pian piano lo vedo avvinarsi a me e lo sento stuzzicarmi prima di entrare in me. Lo fa con una spinta dolce ma decisa e da lì inizia la nostra danza d’amore che vorrei non finisse mai.
La sensazione che provo in questo momento è meravigliosa, come se fossimo complementari e i nostri corpi fossero stati forgiati dai Kami al solo scopo di poterci unire. Ora posso capire cosa si intende con “diventare una cosa sola”.
Inuyasha aumenta d’intensità le spinte, così decido di ribaltare la situazione: lui seduto sul letto ed io a cavalcioni. Ricomincio a muovermi con vigore, facendolo impazzire mentre mi prende per i fianchi per spingere sempre più in profondità, seguendo i miei movimenti. La stanza si riempie di sospiri e gemiti e non riusciamo a fare a meno di urlare i nostri nomi appena arriviamo al culmine.
Ci stendiamo abbracciati sul letto, aspettando che i nostri battiti tornino alla normalità.
Finalmente sono completa e felice tra le braccia dell’uomo che amo.
- Ti amo Inuyasha. - dico baciandolo sul petto.
- Ti amo anch’io Kagome. - ricambia, dandomi un bacio sulla fronte e poco dopo ci addormentiamo l’uno tra le braccia dell’altro.
Lo squillo di un cellulare mi sveglia e per abitudine lo afferro, scambiandolo per il mio. Appena lo prendo per vedere chi è, prima di accorgermi dell’errore, noto una cosa che mi lascia senza parole. Quasi subito si sveglia anche Inuyasha e mi vede con la faccia incredula.
- Amore che c’è? – mi chiede preoccupato.
- Ha squillato il cellulare e mi sono svegliata. Pensavo fosse il mio e l’ho preso. Mi dici che cos’è questa cosa? – gli mostro il suo cellulare con una mia foto dove dormo come schermata di blocco.
- Ops! E dai non te la prendere. Mi dispiace, non ho saputo resistere. Eri così bella e non ho potuto farne a meno. – dice facendo il finto dispiaciuto, ma in fondo non è che sia arrabbiata, anzi.
- Ma si può sapere quando l’hai fatta? – domando incuriosita.
- Quando ci siamo visti insieme Pulp Fiction e “quell’altra cosa”. – confessa, ed io sgrano gli occhi per la sorpresa.
- Davvero? E pensare che quel giorno stavi male per Kikyo. – scherzo io.
- Non stavo male per Kikyo quel giorno. Stavo male perché NON stavo male per Kikyo. Non m’importava più nulla di quello che diceva e non facevo altro che pensare ad un modo per scappare. O meglio, non facevo altro che pensare ad una scusa per venire da te. Quel giorno non avevo ancora capito cosa provassi e avevo solo una gran confusione, però volevo stare con te, così sono venuto a casa tua. – spiega con aria triste.
Quanto è tenero! Lo bacio sulle labbra per rassicurarlo.
- Amore senti, c’è un’altra cosa che devo dirti. - mormora lasciandomi confusa.
- Che c’è? Non dirmi che eri vergine? – lo stuzzico.
- Quanto sei stupida. – dice e iniziamo a ridere come cretini. - A parte gli scherzi, volevo dirti che quella foto non è l’unica che ho. –
- Come? – chiedo incuriosita.
Inuyasha riprende il cellulare e scorre tra le immagini, per poi mostrarmi l’altra foto e non riesco a credere ai miei occhi! La foto raffigura me seduta al tavolo del chiosco intenta a scrivere sul taccuino. E non un giorno qualunque, ma quel giorno in cui l’ho visto per la prima volta.
- Ero appena rientrato in Giappone ed ero andato al parco per fare jogging. Mi sono fermato un secondo per vedere un albero di ciliegio e mentre guardavo i fiori cadere, mi sei apparsa tu davanti agli occhi, così bella e assorta nei tuoi pensieri. Credevo che non ti avrei più rivisto ed è per questo che scattai quella foto. Pensa che, per vederti meglio, andai a bere alla fontanella vicino al chiosco. Non hai idea di come mi sia sentito maniaco in quel momento, non solo fotografavo una sconosciuta, ma avevo anche una fidanzata. Avevo anche pensato di cancellarla ma non ne ho avuto la forza. E poi chi avrebbe mai immaginato che ti avrei rivisto quella sera stessa? – mi confessa parecchio imbarazzato.
Mi porto una mano alla bocca dallo stupore e i miei occhi iniziano ad inumidirsi.
- Ehi piccola, perché piangi? – chiede preoccupato.
- Penso a come è strano il destino e a come un semplice fiore di ciliegio sia riuscito ad innescare tutto questo. – rispondo sorridendogli mentre gli accarezzo la guancia.
- Che vuoi dire? – domanda confuso.
- Poi ti racconterò, abbiamo tutto il tempo del mondo. Adesso baciami. – lo richiamo desiderosa di lui.
Inuyasha mi bacia con trasporto, mozzandomi il fiato fino a quando non ricominciamo a fare l’amore, per poi addormentarci felici e consapevoli che ora la nostra vita riparte da qui.
Il nostro inizio.
 

 
 
   
 
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