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Autore: S iberia    10/03/2017    0 recensioni
Epoca del 'Lost Canvas', Sette anni dopo la Guerra Sacra lì raccontata.
Dal Prologo:
""Eppure provi Amore." le ricorda lui con un sentore di trionfo nella voce, cogliendo il Fiore delle sue labbra.
E la mano di lei batte una via già aperta scivolando sul suo collo, fuggendo dalle trame ingannevoli dei suoi capelli, colando lenta mentre sorride nel bacio, crudele e spietata, “ Non è Amore per te” e si arresta dove lui l'artiglia al polso, sulla piccola perla cicatrizzata nel suo petto. Piccola come una lacrima versata e dimenticata. Piccola come un foro letale. "No. È’ semplicemente Amore. Non per te, tu mi disgusti.” e le sue dita tornano a perdersi nell’intreccio delle sue chiome; gli libera lo sguardo perché possano guardarsi ancora, più a fondo, e perché lui sappia che quella cicatrice grande come una Lacrima e quello che cela, sono l'unico motivo per cui lei ora si trovi lì abbandonata tra gli Asfodeli, sopra un suolo di smeraldo. Sotto al suo corpo ed intorno ai suoi fianchi.
“Si può Amare anche nel disgusto.”
“Se puoi sopportare quest’umiliazione…”
“E tu?”"
Genere: Generale, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Agasha, Altri, Grifon Minos, Nuovo Personaggio, Pisces Albafica
Note: Lime, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo
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Ho bisogno di Vuoto, in molti sensi, e quindi ho anche bisogno di liberarmi di un pò di cose. Per creare movimento sperando di riuscire a seguirlo, movimento e distacco, senza giudizio, invece di languire in questa confusionaria ed isterica staticità. In quest'accumulo. Per questo sto 'buttando' sul tavolo tutte le carte.
Senza remore, senza ripensamenti (ci provo, che quelli sono sempre in agguato)...mille prologhi, poco avanzamento...interessante come specchio.

 


Merci Lily


 

PROLOGO

È nuda. O forse non lo è. Lì non ha importanza...lì...nella dilatazione dell'Etere. 
Pare di galleggiare in quei prati di Asfodeli. Senza peso.

Nulla ha peso.

Nemmeno il suo sorriso, sidereo, come la Volta coStellata. Esiste con la traccia della crudeltà che lei vi vide anche allora e che aveva rivisto poi, nelle tormente delle sue malinconie e nelle maree delle Lune.
"Tu sei...pazzo" gli dice ridendo, con scherno leggero e non completamente innocente come il movimento della pelle, dei fianchi sotto alle sue mani affamate.
Dovrebbe avvertire il sangue bruciare e traboccare l'amarissimo fiele dell'odio al suo tocco, venire consumata dalla stessa vellutata tossina che lo uccise, ed invece è tutto così limpido e freddo che con una mano trova il coraggio di sfiorargli il volto. E' un gesto che parrebbe quasi amorevole, e lui si preme contro il palmo dove il Cuore le pulsa sommesso.

Ed è così ingiusto poterlo toccare.
 
Per un istante le tremano le labbra ed il Cuore le sputa in petto un fiotto di ira.

 "Che ti è successo?" gli domanda, distrutta ed inerme mentre si scontra con la purezza del suo viso in quel momento in cui s'è affidato alla sua carezza, mansueto come mai avrebbe creduto di poterlo vedere.
"Lo sai, lo hai visto. Eri proprio davanti a me, a goderti la mia disfatta..."
Ma lei scuote la testa:"No, prima! Molto prima...hai perduto ogni buon senso...ma fosti un Re..." 
"E dei più Grandi." dischiude gli occhi, la trafigge con uno sguardo in cui la brama danza liquida: "Me lo avevano detto tuttavia, di non coinvolgermi su quel piano.”
Quel piano?”
“Nella Materia.”

Nella Materia.

IV. Quando con la vergogna di un'adultera aveva assecondato la curiosità del suo Cuore traditore, aveva chiesto alle Carte ed era giunto tra le sue dita un Imperatore a risponderle per il Re che ora sorride fra le sue mani.
Un Re finito. Un Re caduto. Nella Materia, dove ora non sono più. Insieme.
Un Re il cui sorriso giace tra le sue mani, e lei con le dita percorre la traccia di un antico profilo.
 
"Non avrei dovuto coinvolgermi per non restarne...folgorato..."
"Allora perché...?"
"Il desiderio. Ti schianta nel fango. Turba il Cuore. Chiude le porte.” lei lo guarda con occhi verdi come veleno. Il veleno del desiderio di cui le narra, e che lo arroventa. “Ti fa dimenticare che cosa sei venuto a fare, per chi…ed a volte ti fa morire. In molti modi. Me lo avevano detto..."
"...ma tu non hai ascoltato. E sei diventato matto...imprevedibile, come... il Fuoco." Lui la fissa, domanda. Lei scuote il capo. "No. Non ho paura, non di te."
"Ho avuto modo di rendermi conto del tuo coraggio."
"Ma non sopporterei...mi consumerei..."

La sua bocca non è mai stata la bocca di una bambina, la triste piega della prematura vedovanza l'aveva resa seria e parca di sorrisi. Lui vorrebbe divorarla anche se riesce a presentire che come nelle iridi accusatrici vi si nasconda una tremenda insidia. Fatale. Ed incantato l'osserva aprirsi intorno ad una lieve inquietudine: “Dovrei odiarti…non vali nemmeno il mio disprezzo…eppure...”
Lui sorride sornione, solleva una spalla: “Eppure provi Amore” e si tende, sfiorandole il naso col naso, accarezzandole il fiato col fiato, inchinandosi sulla sua bocca dove traccia con leggerezza ciascuna parola:"Anche se io non sono come lui: Kalòs…kai…A…”
E lei scosta il viso, i suoi occhi continuano a conservare il brillio terribile delle sue ferite invendicate: “Non parlare di lui. Non così.” 
"Era una lusinga."
"Se proviene da te non è che un insulto!"
"Eppure provi Amore." le ricorda lui con un sentore di trionfo nella voce, cogliendo il Fiore delle sue labbra.

E la mano di lei batte una via già aperta scivolando sul suo collo, fuggendo dalle trame ingannevoli dei suoi capelli, colando lenta mentre sorride nel bacio, crudele e spietata, “ Non è Amore per te” e si arresta dove lui l'artiglia al polso, sulla piccola perla cicatrizzata nel suo petto. Piccola come una lacrima versata e dimenticata. Piccola come un foro letale. "No. È’ semplicemente Amore. Non per te, tu mi disgusti.” e le sue dita tornano a perdersi nell’intreccio delle sue chiome; gli libera lo sguardo perché possano guardarsi ancora, più a fondo, e perché lui sappia che quella cicatrice grande come una Lacrima e quello che cela, sono l'unico motivo per cui lei ora si trovi lì abbandonata tra gli Asfodeli, sopra un suolo di smeraldo. Sotto al suo corpo ed intorno ai suoi fianchi.

“Si può Amare anche nel disgusto.”
“Se puoi sopportare quest’umiliazione…”
“E tu?”

Il volto di lei diviene una Notte senza Luna quando a quelle parole, dentro un antico dolore si strappa.
Anche il volto di lui si Eclissa, senza apparente ragione.
Si appoggia al suo seno. Innocuo.
E solo per un momento, prima della brace...lei chiude gli occhi.
  
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