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Autore: Violetta_    10/03/2017    2 recensioni
Sulle note di "Se avessi un cuore" di Annalisa.
Conviveva con la sua condizione di bambina da due mesi ormai ma per lei era come se fossero passati due anni.
Sin da bambina le era stato insegnato che sentimenti come affetto, amicizia, amore sono pericolosi e bisogna essere dotati di un grande autocontrollo per gestirli, altrimenti sarebbe meglio non provarli affatto.
Sua sorella ne era un esempio lampante.
Genere: Generale, Introspettivo, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ai Haibara/Shiho Miyano
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Kokoro





Si mise due dita sugli occhi massaggiandosi le palpebre.
Era sola nella stanza al piano inferiore di quella casa troppo caotica, troppo grande e troppo disordinata per i suoi gusti.
Conviveva con la sua condizione di bambina da due mesi ormai ma per lei era come se fossero passati due anni.

Poggiò la testa tra le mani tornando a fissare lo schermo del computer.

Niente. Non riusciva a concentrarsi.

Guardò la sua tazza poggiata accanto al mouse: quello era il quinto caffè della giornata.
Si chiese se non fosse quello il motivo del suo stato d'animo così agitato.



Se avessi un cuore peserei le mie parole
Se avessi un cuore da ascoltare
Se avessi un cuore metterei in discussione
Se davvero avessi un cuore ti amerei




Stufa ed esasperata si alzò in piedi e fece un paio di passi al centro della stanza, in quel momento il suo sguardo si posò su una fotografia: era stata scattata alla fine di una partita di calcio della scuola elementare Teitan.
I bambini erano tutti sporchi e sudati, lei compresa, ma ne era valsa la pena poiché avevano vinto.

Conan era così entusiasta che l'aveva trascinata davanti l'obbiettivo prendendola per i fianchi e non aveva sciolto l'abbraccio quando il dottor Agasa scattò la foto.

Portò una mano sul petto avvertendo il battito accelerato.
Un dubbio si insinuò nella sua mente per pochi istanti ma lo scacciò immediatamente scuotendo la testa.

No, sicuramente aveva preso troppi caffè.



Se avessi voglia di contraddire
Un po’ di coraggio da offrire
L’ombra di un pensiero mio
Se le mie mani fossero un dono
per elevarmi dal suolo
Se davvero avessi un cuore, ti amerei



Sdraiata sul suo letto poggiò il dorso della mano sulla fronte e sospirò.

Sin da bambina le era stato insegnato che sentimenti come affetto, amicizia, amore sono pericolosi e bisogna essere dotati di un grande autocontrollo per gestirli, altrimenti sarebbe meglio non provarli affatto.
Sua sorella ne era un esempio lampante.

L'organizzazione le aveva tolto tutto, il tempo trascorso lì l'avevano resa arida, cinica e calcolatrice. Fredda come una regina delle nevi.
Eppure i primi due giorni dopo la fuga era completamente terrorizzata, incapace persino di uscire di casa.

Era stato il professore a convincerla ad iscriversi a scuola, in modo da comportarsi come una normale bambina e destare meno sospetti.

Le cose piano piano stavano cambiando, man mano che i giorni passavano stava acquistando un po' di coraggio.

Chiuse la mani a pugno e con un colpo di reni si mise a sedere.

Non poteva oziare in quel modo, doveva mettere le mani sulla tastiera e tirar fuori qualcosa di utile.
Inspirò e dopo un paio di secondi tornò davanti al computer decisa ad analizzare quel poco che si ricordava della formula.
In fondo la chimica è chimica, ha delle regole chiare: ogni processo ne deve portare per forza ad un altro.



Ti direi che nessun male al mondo più raggiungerti
Ti proteggerei quando i tuoi passi sono fragili
E saprei comprenderti proprio adesso che sei qui davanti a me




Aprì un documento nascosto salvato in una pennetta usb.
Aveva cominciato a scrivere i nomi, i codici e le password dei computer che soleva utilizzare all'interno dell'organizzazione, persino qualche possibile sede. Tutto ciò che poteva aiutare nelle indagini contro l'organizzazione.
Al momento il documento era molto incompleto e preferiva tenerlo nascosto fino a quando non avrebbe trovato o ricordato qualche indizio saliente.

Lo avrebbe aiutato, in qualsiasi modo.

<< Ehi i bambini vogliono andare al parco a giocare. Vuoi venire? >>

Trasalì e nascose la pennetta dietro la tasca dei jeans. Per sua fortuna era molto abile a non esternare le sue emozioni e Conan non si accorse di nulla.



Se avessi un cuore



<< Arrivo tra qualche minuto. Iniziate ad andare ... >> disse con voce fredda.



***



Se avessi un cuore io starei dalla tua parte
Se avessi un cuore da aggiustare
Se avessi un cuore userei l’immaginazione
Se davvero avessi un cuore ti amerei



Erano passati sei mesi dalla nascita di Ai Haibara.

Erano successe così tante cose che quella di Shiho Miyano le sembrava un'altra vita.
In effetti in un certo senso era così.

Adesso si sentiva molto più tranquilla, rideva con i suoi amici, aveva degli amici!

E soprattutto c'era lui.

"A questo mondo mi sei rimasto solo tu... "

Non aveva mai provato nulla del genere, aveva creduto di provare quel sentimento per Gin, ma a quindici anni anche una brillante e precoce scienziata ha tutto il diritto di confondersi.

L'agente Jodie e sua madre iniziavano a sospettare qualcosa, ma era decisa a dissipare ogni dubbio.



Ti direi che nessun male al mondo più raggiungerti
Ti proteggerei quando i tuoi passi sono fragili
E saprei comprenderti proprio adesso che sei qui davanti a me




<< Come sarebbe a dire che le pattuglie sono già partite? >>

Agasa mise le mani davanti al viso sorpreso da quella reazione.

<< Si... circa cinque minuti fa... >> balbettò.

Conan prese il suo fedele skateboard intenzionato ad inseguire l'ennesimo caso che avrebbe potuto portare all'organizzazione.
In quel preciso momento Ai si piazzò davanti a lui con le braccia spalancate, era bianca in viso e un occhio attento avrebbe notato gli occhi lucidi.

<< Non andare! E' troppo rischioso... >> deglutì a fatica << andrò io al tuo posto... >>

Dopo un attimo di sorpresa il ragazzino scosse la testa con fare deciso.

<< Questo compito spetta a me Ai. Non ti lascerò andare >>

Il solo pensiero di perderlo la terrorizzava, ma comprendeva il motivo della sua decisione: ogni passo più vicino all'organizzazione rappresentava una chance in più per tornare alla sua vita normale. Per tornare dal delfino.

Sorrise in modo amaro ed abbassò le braccia lasciandole cadere inermi sui fianchi.

<< D'accordo >>



Se avessi un cuore




Il caso si chiuse la sera dopo.
I colpevoli furono circondati all'interno del palazzo ed arrestati dalla polizia.

I dati preziosi in questione non erano altro che gli orari e le coordinate di imbarco di una nave che trasportava un carico d'argento. Materiale prezioso ma non certo un caso di cui si sarebbe occupato l'FBI.



Dicono che siamo come gocce in mezzo al mare
Senza un faro che ci illumini e ci dica dove andare
Ma io potrei sorprenderti
Proprio adesso che sei qui davanti a me




Agasa aveva due dita poggiate sul mento.

<< Quindi anche se i sospettati appartenevano alla mafia non erano collegati all'organizzazione >>
<< Già... cercare indizi su di loro è un incubo. Quei tizzi hanno un campo d'azione vasto quanto i mare d'oriente! >> Conan si mise le mani tra i capelli esasperato.

Ai tirò un sospiro di sollievo e si incamminò decisa ad andare in camera sua.

<< Ai >>

Ogni volta che pronunciava il suo nome, anche quello fittizio, il suo cuore mancava di un battito. Nonostante ciò si voltò con molta naturalezza.

<< Cosa c'è? >>

Il piccolo si mise una mano sulla testa.

<< Eeetto... Agasa vorrebbe fare uno strappo alla dieta per la cena di stasera, mi ha chiesto di mettere una buona parola con te... >>


Stupido tonno.


<< Non se ne parla, ha appena smesso di avere il fiatone quando sale le scale >> disse glaciale ricominciando ad avviarsi verso la sua camera.

<< Davvero saresti andata al mio posto? >>

Il tono di voce del detective questo volta era decisamente serio ed Ai avvertì un brivido percorrerle la schiena.

Per trenta interminabili secondi gli occhi pervinca di lei si incrociarono con quelli azzurri del bambino.

<< Lo sai che il mio cuore batte solo per te >>



Se avessi un cuore



Conan sgranò gli occhi mentre il suo viso diventava man mano più rosso.
Ai mise la sua maschera preferita: chiuse gli occhi sorridendo in modo beffardo.

<< Sto scherzando. Non dirmi che ci sei cascato... >>



















***
Angolo dell'autrice.

Fanfic scritta sulle note di "Se avessi un cuore" di Annalisa.
La canzone non è scelta a caso. In un'intervista ho letto che il titolo è una provocazione e qui la canzone ha lo stesso scopo anche se il tema di fondo è diverso.

Scrivendo questa ff mi sono resa conto di una cosa: La linea temporale di questo anime è un disastro!
Per evitare complicanze ho preferito non far trascorrere molto tempo dall'inizio della trasformazione di Ai agli ultimi episodi, personalmente credo che siano passato almeno due anni dall'inizio di tutto ma dato che non sono a conoscenza di una story-line ufficiale e non ho visto compleanni, cambiamenti di classe o parvenze di crescita dei bambini, ho deciso di considerare il tempo un "limbo".
Se proprio devo dare degli indizi diciamo che la prima parte si può porre nell'episodio 188 mentre la seconda nel film 20. Ma non c'è un collegamento diretto.

Che dire, spero vi sia piaciuto.
Besos.

Violetta_
   
 
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