Anime & Manga > Sailor Moon
Segui la storia  |       
Autore: Nicoranus83    04/06/2009    8 recensioni
Mi sono immaginata come i genitori terrestri delle seshi abbiano appreso della nacita delle loro rispettive figlie. E mi è venuto in mente che ciò possa essre avvenuto tramite dei sogni premonitori; e da ciò è nata questa raccolta di one-shot. Vi prego recensite, anche negativamente, perché ogni critica per me può essere costruttiva.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Makoto

Premessa: mi dispiace avervi fatto attendere così tanto per questo delirante parto del mio cervello malato ma ho avuto qualche leggero impedimento. Spero che questa storia possa ripagarvi dell'attesa.

La timida luce del mattino filtrava dalle tende a fantasia di rose rosa su sfondo verde, mentre una donna dai lunghi capelli castani leggermente mossi sparsi sopra il letto, vestito da lenzuola di cotone che riprendevano la stessa fantasia delle tende, stava per aprire gli occhi, all'improvviso nella stanza entrò un uomo che teneva in equilibrio sulla mano destra un vassoietto tondo su cui erano poggiati una tazza di caffè fumante e un piattino con all'interno una torretta di pancake innaffiati di sciroppo d'acero; “Ohayou gozaimasu, boku no hime!” esordì l'uomo guardandola coi suoi occhi azzurro cielo che brillavano di una luce strana ma stupenda. La donna ci mise un po' a realizzare che l'uomo che aveva davanti era suo marito, annebbiata ancora com'era dal sonno, cercò la sveglia per vedere l'ora ed erano a malapena le sette e si domandò come mai suo marito era così sveglio e giulivo a quell'ora e nel suo giorno di riposo; stava per porgere la domanda al marito quando lui esordì: “Sai che stanotte ho fatto uno strano sogno, ho sognato che mi trovavo nel parco Ueno ed ero alla ricerca del posto migliore dove apparecchiare per il picnic di Hanami, il cielo era sereno e senza alcuna nuvola, quando rimango affascinato da un ciliegio in particolare, mi volto un secondo e ti vedo accanto a me e ci stringia...”; “ ...mo le mani” lo interruppe la donna: “ ci voltiamo e vediamo un fulmine che squarcia il ciliegio poi più niente perché mi sono svegliata ma il sonno è tornato ad impadronirsi di me e mi sono riaddormentata.”; “ Allora abbiamo fatto lo stesso sogno, strano. Ma io al contrario di te mi sono alzato, dormigliona!”; “ Dormigliona?!? Chi sarebbe la dormigliona?!? Parli tu, che se per caso nel tuo giorno di riposo ti svegli appena un secondo prima delle 10:30, sei intrattatabile tutta la giornata.” si difese la donna. “Ma ditemi un po' voi cosa tocca sentire un marito amorevole, che prepara e porta la colazione a letto alla propria moglie.” disse affranto l'uomo; “ A proposito, molla qui che ho una fame da lupo!” disse la castana sfilando il vassoietto dalla mano del marito. Divorò in un secondo i pancake e trangugiò in ancora meno tempo la tazza, ancora bollente, di caffè; “ Meno male che fai il cuoco sennò eravamo morti di fame, perché non sai fare altro. Che altro offre la casa che ho ancora un certo languorino?” fece la donna visibilmente insoddisfatta. “ Sapevo di avere sposato una buona forchetta ma così esageri, meno male che non ti porto mai a vedere le cucine del ristorante in cui lavoro, sennò svuoteresti tutte le celle frigorifere.” affermò stupito il cuoco. “ Ma che vuoi farci, da un po' di tempo non faccio che mangiare senza mai saziarmi, mi sento quasi un pozzo senza fondo. Però era un altro languorino quello a cui mi riferivo, è presto devo aprire la fioreria alle 9:00 quindi c'e ancora tempo per un po' di coccole mattutine.” disse maliziosa la fioraia dando un bacio languido al marito.

Ayumi era dentro al suo negozietto, per prepararlo per l'apertura che sarebbe avvenuta fra non meno di un quarto d'ora, quando spostava un vaso sentì una strana stiratura all'altezza del ventre, ma non ci fece caso e continuò l'allestimento del negozio piccolo ma ben assortito. Vide davanti a sé una rosa e si ritrovò a ripensare a come era iniziata la storia d'amore con suo marito.

Erano dei bambini e lei era la figlia di un sensei di karate molto noto e apprezzato nella zona di Azabu-Juuban, lui assieme alla sorella erano due dei ragazzini affidati al padre per imparare la nobile arte marziale. Ayumi era diventata ben presto la migliore amica della sorella di Masato, così si chiamava il ragazzino, mentre nei riguardi del ragazzino nutriva una istintiva antipatia. Il biondino si era dimostrato alquanto spaccone, faceva pesare a tutti il suo talento ridicolizzando i compagni meno dotati, trai suoi obbiettivi preferiti c'erano la stessa Ayumi e la propria timida sorella di nome Hikaru. Odiava quel ragazzino dal più profondo del cuore in quanto era arrivato a rovinare l'unico momento che la ragazzina divideva col padre, ella era figlia di genitori separati la madre aveva accosentito al padre di vederla ogni giorno ma a patto che le avrebbe insegnato il karate, e così quando era a scuola non vedeva l'ora che finissero le lezioni per andarsi a rinchiudere nel doujo del padre per passare del tempo con lui. Ma da quando era arrivato quel coso biondastro non trovava più il piacere di prima, ella era terrorizzata al pensiero di passare tutto il tempo come vittima sacrificale di quell'orrido essere. L'unico aspetto positivo era rappresentato dalla sorella del baka-Masato, con cui oltre alla passione per il karate divideva anche quella per i fiori, le due bambine durante i week-end si vedevano a casa di Ayumi per ricevere dalla madre della stessa lezioni di ikebana, l'arte giapponese di disporre i fiori.

Passavano gli anni sempre in quel modo: lui a lanciarle frecciatine sempre più velenose, e lei a cercare di controbattere a modo, fino a quando la nostra Ayumi non ebbe la sua rivincita. Durante gli allenamenti giornalieri era riuscita a mettere al tappeto l'odiato essere, ma presa dall'euforia inciampò sul ginocchio di Masato cadde e si ritrovò con la faccia a pochi millimetri di distanza dal grugno dell'orrido essere, questi senza la minima vergogna prese e la baciò in modo quasi violento, lei rispose con altrettanta violenza assestandogli una sonora sberla su quella faccia da impunito. Di certo non se lo aspettava così il suo primo bacio,e sicuramente non con lui. Era una ragazza romantica si immaginava il primo bacio come sugello di un bel pomeriggio passato al parco mano nella mano mangiando un gelato, ritrovarsi davanti al laghetto mentre il tramonto colora di rosso l'atmosfera rendendola magica. Quel baka aveva rovinato tutto.

Il giono dopo il ragazzo non si presentò alle lezioni, ciò parve molto strano ad Ayumi, perchè egli, da quando lo conosceva, non aveva mai perso una lezione di karate, ma subito dopo si impadronì di lei il sollievo di non vedere il suo brutto muso. I giorni passavano e di Masato nessuna traccia, se non fosse che Hikaru continuava a venire, si sarebbe potuto pensare che si fossero trasferiti in un'altra città senza avvertire nessuno. Inutili furono le domande rivolte alla sorella che rispondeva che aveva promesso al fratello di non dire a nessuno il motivo della sua assenza. Più i giorni passavano più nel cuore di Ayumi si faceva strada uno strano sentimento: le incominciava a mancare quello sbruffone dalla faccia da schiaffi.

Un giorno si presentò davanti all'entrata del doujo come se non fosse successo niente, sempre con quell'aria di straffottenza sul viso, ma con le mani dietro la schiena quasi a nascondere qualcosa. “Chi non muore si rivede!” disse con fare aspro Ayumi uscendo dalla palestra. “Così si accoglie una persona che non si vede da un mese?!?” rispose a tono con una domanda Masato; “Sai se lo sapevo prima ti preparavo una festa di bentornato?!?”, fece sarcastica la castana avvicinandosi al ragazzo, incuriosita da quello che poteva nascondere dietro la schiena. Masato la anticipò mostrandole un pacchetto di colore verde, che le porse mostrandole un sorriso sincero e pulito che ella non ricordava di aver mai visto sul viso del giovane. Lo prese e lo aprì con estrema curiosità, trovandovi dentro un dolce a forma di rosa. “Non sapevo come farmi perdonare per quello che ti ho fatto, così invece di venire qui a prendere lezioni di karate mi sono iscritto al club di cucina della mia scuola, e ho preso lezioni, e ti ho preparato questo dolce a forma di rosa, perchè conosco la tua passione per i fiori, spero che sia di tuo gradimen...”, non finì il discorso che Ayumi aveva già spolverato il contenuto del pacchetto: “Se avessi saputo della tua ingordigia, ti avrei comprato un gioiello avrei speso meno in denaro e fatica!” fece stupito il ragazzo. “Ma no e che il tuo dolce era davvero buono, ma questo non vuol dire che sei perdonato, perché la strada della redenzione è ancora lunga ed impervia. Diciamo che con questo dolce ti sei conquistato un punto simpatia.” fece Ayumi ammonendo il ragazzo.

E di punti simpatia il giovane ne aveva conquistati parecchi in quei mesi. Non dico che sia cambiato totalmente, continuava con le sue frecciatine ma era diventato più altruista. Ogni giorno portava sempre qualche manicaretto, preparato con le sue mani, per tutti, da mangiare dopo le estenuanti sessioni di allenamento. Diventava sempre più bravo, e più cucinava più gli piaceva, al punto che il suo sogno nel cassetto era divenato quello di farlo per professione.

Un giorno, quasi senza pensarci, Masato invitò Ayumi al trdizionale pic-nic di Hanami promettendole che avrebbe pensato lui alle vivande, con altrettanta noncuranza la ragazza accetò l'invito. Arrivata a casa si rese conto di quello che aveva fatto, accettare quell'invito era molto di più di accettare un semplice appuntamento, era quasi come accettare la proposta delle proposte, si era pentita della sua leggerezza, ma ormai era troppo tardi per tirarsi indietro.

Parallelamente anche Masato fece pensieri analoghi, non si era capacitato del motivo di quella sua proposta solo che se lo sentiva, ma solo adesso, col senno di poi, si era reso conto della gravità di quell'invito, non era come invitare una ragazza a prendere il gelato, era 100 volte peggio, ma ormai la frittata era fatta e doveva solo prendersi le sue responsabilità e portare avanti il suo invito.

Era arrivato il giorno dell'appuntamento, Ayumi era molto tesa all'improvviso il kimono che aveva comprato per l'occasione non le sembrava più abbastanza bello, anche se era un bellissimo modello di seta con delle rose rosa su sfondo verde, che indossò coll'obi verde abbinato, il tutto completato dai candidi tabi e dagli zori di paglia di riso intrecciata. Si fce aiutare dalla mamma sia per allacciare l'obi sia per acconciarsi i capelli in una versione sempificata della tradizionale accocciantura giapponese.

Era arrivata davanti al parco Ueno in anticipo rispetto all'appuntamento, un po' per paura di tardare e un po' per l'agitazione. Era sul punto di andarsene quando vide Masato vestito con un kimono di un verde scuro accoppiato ad un hakama un po' più chiaro, anche lui portava i tabi ma al posto degli zori aveva optato per i geta che lo rendevano più alto di quello che già era. I capelli a caschetto, che di solito lasciava sciolti, erano legati in un codino. Conciato in quel modo fece una buonissima impressione presso la ragazza che si sentì ancor di più agitata.

Era calato un terribile e asfissiante silenzio tra i due che si studiavano a vicenda. E sempre in silenzio si incamminarono alla ricerca del posto migliore dove accamparsi, scelsero un bel ciliegio proprio al centro del parco. Ayumi stese la coperta che provvidenzialmente si era portata dietro, mentre Masato aprì il bantou che conteneva sushi in tutte le varietà possibili ed immaginabili, e poggiò la borsa termica contenente le bevande. Consumarono il pasto nel più imbarazzante dei silenzi, quando a rompere il ghiaccio ci pensò Masato: “ Come sei bella oggi senza il tuo karategi. Anche se con l'uniforne d'allenamento hai un certo nonsoché. Oggi comunque emani una luce particolare.”. “Ma che sto dicendo, non è da me, ma che mi prende, io non sono così. Poi dire queste cose a lei, che sto facendo, mi sto ammattendo per caso?!?” pensò tra sé il ragazzo incredulo del suo comportamento.

Grazie mille dei complimenti, anche tu non sei male, anzi sei un bel ragazzo. E non lo dico perché sei vestito così ma l'ho sempre pensato.”disse imbarazzata Ayumi mentre tra sé pensava: “Ma che cavolo mi succede perché faccio la svenevole con lui, tra tutti i bei ragazzi che ci sono, proprio con lui devo essere così smorfiosa?!?”.

Il pomeriggio continuò a chiaccherare del più e del meno mentre passeggiavano nel parco, senza accorgersene si strinsero le mani, e continuarono ad aprire i loro cuori l'una all'altro. E venne il tramonto che colorò di rosso il cielo ed era un bel contrasto rispetto al rosa dei ciliegi in fiore, si ritrovarono di fronte al ciliegio più bello e grande del parco e senza pensarci si ritrovarono con le labbra incollate a scambiarsi il bacio più dolce e romantico che avessero mai sognato.

Quello fu soltanto il primo di mille altri appuntamenti che sfociarono in matrimonio. Quel giorno era tutto perfetto, dopo essersi sposati col rito tradizionale, decisero di sposarsi anche col rito occidentale. Ayumi portava un vestito formato da un corpetto incrostato di strass alternati da perline, un'ampia gonna di seta con applicate delle roselline di tulle bianco. I capelli erano invece raccolti in puro stile giapponese, all'acconciatura era attaccato un corto velo in tulle ricamato. Masato invece era vestito con un tight nero accoppiato ad una tuba grigio fumo con una fascia nera. Il ricevimento fu un successo perché è stato lo stesso sposo a curalo nei minimi dettagli, egli infatti era, nel frattempo, diventato uno dei più promettenti cuochi di Tokyo, e le decorazioni erano state apprezzate da tutti in quanto vi era un perfetto amalgama di ikebana e stile occidentale, infatti le decorazioni parietali erano in perfetto stile occidentale, mentre i centrotavola erano ispirati dall'ikebana; questa perfetta commistione era frutto dell'ingegno della sposa. I due infatti avevano deciso di seguire in prima persona i preparativi del matrimonio anche per risparmiare qualcosa per poter allungare il viaggio di nozze che avrebbero fatto in Italia. Infatti erano riusciti ad aggiungere alle tappe previste di Roma, Venezia e Verona, anche una capatina a Firenze, Napoli e Palermo.

Lo scampanellio della porta riportò Ayumi al presente, era il primo cliente della giornata un signore di mezza età che voleva farsi perdonare dalla moglie per l'ennesima marachella amorosa. La giornata lavorativa trascorse come sempre, era sempre piena di clienti. Arrivò a casa stanca e si trovò davanti il marito che la accoglieva con uno dei sorrisi più belli di sempre, che la accolse con in mano un vassoietto di sushi preparato dallo stesso Masato. Quello fu semplicemente l'antipasto di una cena a dir poco luculliana. Dopo aver mangiato tanto si misero a letto, perché come dice il detto pancia piena vuole riposo.

Si addormentarono in fretta e vennero catapultati nello stesso sogno che avevano fatto la notte prima, ma con una differenza, questa volta continuava; dopo che il fulmine investì l'albero, da questo esplosero un migliaio di petali di rosa rosa scuro. Dopo che la nube di petali si dissolse apparve una ragazza vestita con un abito lungo di colore verde, sostenuto da due spalline con uno spacco vertiginoso dal quale spuntava del tessuto più chiaro e trasparente, all'altezza degli ilei due rose dello stesso colore e tessuto. Al collo portava una catenina dalla quale pendeva una pietra verde a forma di goccia, ed un nastro verde che si annodava dietro a formare un fiocco e i due lunghissimi lembi terminavano all'altezza delle caviglie. I lunghi e mossi capelli castani erano legati con un nastrino verde che all'altezza del nodo aveva una piccola rosellina rosa, alle orecchie portava du piccoli orecchini a forma di rosa. I due coniugi guardarono la scena in religioso silenzio, a prendere parola fu la fanciulla: “Degli alberi son la fedeltà!” si presentò semplicemente la ragazza e in un'altra nube di petali di rose scomparve. I due coniugi un po' storditi si svegliarono allo stesso tempo e si volsero l'uno verso l'altra e all'unisono: “Anche tu hai fatto lo stesso sogno?”, annuirono entrambi. Erano rimasti entrambi straniti dal fatto che per due notti consecutive hanno fatto entrambi lo stesso sogno. Ma i loro dubbi non durarono che il tempo di realizzare che era arrivato il mattino, e che dovevano prepararsi per andare a lavorare perché Masato aveva, per quella settimana, il turno di pranzo.

La sera era arrivata presto e i due sposi arrivati a casa si misero subito a mangiare. Stanchi sprofondarono ben presto in un sonno profondo, che li portò a fare lo stesso sogno ma questa volta la ragazza era più loquace e dopo la presentazione disse: “ Arriverò tra voi ben presto e porterò luce e serenità nei vostri cuori.”, dicendo queste semplici parole si accomiatò in una nube di petali di rosa, lasciado dubbiosi i due, che si svegliarono con un tremendo mal di testa, dovuto alla confusione che aveva lasciato loro il sogno. In quei giorni Ayumi aspettava le sue cose che tardavano ad arrivare, ciò la fece allarmare un po' perché circa un mese prima per una sera aveva saltato la pillola. Per essere sicura di non essere incinta andò nella farmacia accanto al suo negozietto, comprò un test di gravidanza e si chiuse nel piccolo bagno del locale. Attese il responso che era positivo, chiamò la sua ginecologa per l'esame del sangue, la donna disse che era disponibile nel tardo pomeriggio. Chiuse il negozietto un pò prima scusandosi con i clienti attraverso un bigliettino apposto sulla porta d'ingresso del negozio. Andò all'appuntamento con la dottoressa che dopo averle estratto il campione di sangue, eseguì il test seduta stante, anche il responso di quel test fu positivo.

Arivò a casa ed ad attenderla c'era il marito che aveva preparato già la cena. Ayumi non aspettò a dare la notizia al marito che non sembrò molto sorpreso infatti esordì con un: “ Me lo ero immaginato; ti vedevo particolarmente strana in questi giorni, ti muovevi e camminavi in un modo particolare, e avevi una strana luce negli occhi. Comunque sono molto contento che la nostra famiglia si allarghi di una dolce bambina.”. “Perché pensi che sia una bambina, e non un bambino?”, chiese curiosa la donna. “Non lo so perché, ma una parte di me è convinta che sia una femmina.”, detto ciò l'uomo fece accomodare la moglie al tavolo e si misero a mangiare. Quella sera ritornò la ragazza dei sogni che diede ragione all'uomo dicendo che era lei stessa quella che Ayumi stava aspettando.

I mesi passarono in fretta e i preparativi per accogliere la bambina andavano per il meglio, l'unica cosa che mancava era il nome per la neonata; quando un giorno Ayumi ebbe un'intuizione si ricordò di come si era presentata la fanciulla e decise di chiamare la piccola Makoto che significa appunto fedeltà, che accostato al loro cognome Kino poteva suonare anche come fedeltà degli aberi. Rese dotto il marito del suo ragionamento, il quale sentenziò: “ Hai proprio ragione com'è che non ci ho pensato io? E poi suona anche molto bene. Deciso si chiamerà Kino Makoto!”.

Il giorno presunto del parto era arrivato ma ancora niente, non vi era segno di una doglia o contrazione. Preoccupati chiamarono la ginecologa che li rassicurò dicendo, che specialmente per il primogenito, era normale un lieve ritardo del parto. Un giorno mentre stava confezionando un mazzo di rose commissionatole da un cliente, ad Ayumi si ruppero le acque aiutata da una passante che chiamò subito l'autoambulanza da un telefono pubblico, partorì in mezzo al negozio una bella bimba di 4 Kili che chiamò appunto Makoto.





Note dell'autrice:

Ohayou gozaimasu, boku no hime = Buongiorno mia principessa;

Parco Ueno = noto parco di Tokyo dove si trovano degli stupendi ciliegi, che viene preso letteralmente d'assedio durante Hanami;

Hanami = (lett. Ammirazione dei fiori) la tradizionale festa in cui i giapponesi fanno il pic-nic all'ombra dei ciliegi in fiore;

Bantou = portapranzo giapponese;

Baka-Masato = maledetto Masato;

Obi = cintura per il kimono;

Tabi = calzini coll'alluce separato da indossare con gli zori o con i geta;

Zori = sandali infradito piatti tradizionalmente fatti con paglia di riso intrecciata;

Geta = sandali infradito, composti da un plantare rigido di legno poggiato su due tasselli anchì'essi di legno.

Ringraziamenti

Lagadema: sono felice che trovi i toni che utilizzo delicati. La mia raccolta è nata proprio per autorispondermi su come i genitori siano riusciti a dare dei nomi così azzeccati;

Maryusa: sono molto felice del tuo commento;

Luciadom: sono molto commossa che ti sia piaciuta molto la scorsa one-shot;

Kaoru: mi ha fatto piacere che ti sia piaciuta la storia di Rei, mi ha fatto ancor più piacere perché mi hai fatto sapere che Rei è il tuo personaggio preferito.

Ringrazio anche Luciadom per aver inserito la raccolta tra i preferiti e Mana tra le seguite.

Ringrazio Luciadom per avermi inserito tra i suoi autori preferiti.

Ringrazio altresì quelle persone che hanno perso un po' del loro tempo anche solo per leggere.

   
 
Leggi le 8 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Sailor Moon / Vai alla pagina dell'autore: Nicoranus83