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Autore: Manu_Green8    11/03/2017    0 recensioni
Nello Geminio Cloelia vive per la sua patria, Roma. La città in cui è nato, cresciuto e formato, con tutti i valori del perfetto romano. Partire alla conquista della Britannia, quindi, è solo un onore per lui. Ma Nello ha fatto una promessa. "Torna da me" gli ha chiesto con gli occhi pieni di lacrime appena prima di partire. E non importa come e quando lo farà, se adesso lo chiamano Niall Horan o se è un gladiatore, lui tornerà da lei.
Genere: Angst, Romantico, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Niall Horan, Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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- Nello -. È la terza volta che la bambina, accovacciata dietro ad un grosso tavolo in legno, lo chiama. Forse a voce un po' troppo bassa, ma dopotutto lei non dovrebbe neanche essere lì. A suo padre non piace quando si intrufola nelle cucine, in mezzo alla servitù.
Alla fine è Atullia, che è sempre gentilissima con lei, l'unica che la nota lì in mezzo. - Claudia, che stai facendo? -.
La bambina si solleva in fretta, sorride innocentemente e porta le mani dietro la schiena, dondolandosi sui talloni senza dire una parola. In realtà non c'è neanche bisogno che dica il motivo per cui è lì. Si capisce dal suo sguardo. E anche perché è il solo e unico motivo che la fa andare giù nelle cucine almeno una volta al giorno.
Atullia sorride di rimando e si allunga per dare un colpo con la mano alla piccola porta socchiusa che conduce alle dispense. Colpo abbastanza forte, che fa sobbalzare il bambino che ci sta dietro, seduto per terra e fino a qualche secondo prima immerso nel suo mondo e concentrato in ciò che sta facendo. Nello sa che non può prendere da mangiare senza permesso o verrebbe punito, ma considera comunque quello uno dei posti più tranquilli del palazzo. - Nello, vieni fuori! -.
Il bambino biondo si alza in piedi e squittisce, lascia cadere il coltellino per terra e nasconde dietro la schiena la sua opera. - Sì, mamma? - chiede, sbucando finalmente fuori.
Non appena i suoi occhi blu si posano sulla bambina riccia in piedi e in attesa, il suo viso si illumina.
- Qualcuno ti cerca - sta dicendo intanto Atullia.
- Vieni - è l'unica parola che dice Claudia, con un tono autoritario, lo stesso che usa suo padre con tutti.
Nello non se lo fa ripetere due volte e senza curarsi di nascondere meglio il suo gioco, la segue fuori dalla cucina. Atullia, accortasi di cosa ha suo figlio tra le mani solo alla fine, non ha neanche il tempo di richiamarlo indietro.
- Vuoi giocare con me, Tani? - chiede Nello, senza staccare gli occhi dalla bambina.
- Mi chiamo Claudia Antonia, Nello. Non Tani - lo corregge, come tutte le volte.
Al bambino biondo sembra non importare, mentre arrivano ai giardini. - Vuoi vedere il mio nuovo gioco? -. Non aspetta neanche che lei risponda per mostrarle la spada in legno che teneva dietro la schiena, che ha finito di costruire finalmente dopo due mesi di lavoro.
Claudia sorride, mettendosi a sedere sotto al solito grosso albero e aggiustandosi il vestito.
- È una spada? - chiede, mentre continua ad osservarlo. Nello ha la pelle chiarissima e i capelli biondi, un fisico da atleta nonostante abbia a malapena undici anni. Sembra più un germano che un romano e chissà con chi lo avesse concepito in realtà Atullia.
Claudia lo adora e quell'attaccamento morboso, ai suoi genitori non piace affatto. Ma non può farne a meno. È il miglior compagno di giochi che si possa chiedere. Parla continuamente senza mai fermarsi, la mette buon umore e la fa ridere. È buffo spesso, quando tenta di fare l'uomo adulto, nonostante la sua tenera età.
Nello annuisce. - Vuoi vedere come la uso? -.
Claudia non risponde. Lo guarda e basta, mentre Nello ha già iniziato a combattere con l'aria, come se avesse davanti il peggior nemico di sempre.
Claudia si porta le mani alla bocca per non ridere. In ogni caso, sa che il bambino che ha davanti, potrebbe diventare un legionario di tutto rispetto una volta compiuta la giusta età.
Quando Nello si ferma, vittorioso e con il fiatone, si passa teatralmente una mano sulla fronte, come ad asciugarsi il sudore.
Pianta la spada per terra e si inginocchia davanti a Claudia. - Al suo cospetto, mia imperatrice -.
La bambina spalanca gli occhi e si sporge in avanti per tappare la bocca del bambino. - Sssh - dice e si guarda intorno spaventata, sperando che non ci sia nessuno nelle vicinanze. Claudia non potrà mai diventare imperatrice e dire una cosa del genere è una forma di irriverenza nei confronti suoi e di suo fratello, il vero erede. - Non devi dire queste cose -. Avrebbero potuto punirlo solo per averlo detto e Claudia non vuole che gli facciano del male.
- Scusa -. Nello ridacchia quando ha di nuovo la bocca libera.
- Claudia! - la voce di Elia, la madre della bambina, giunge fino alle loro orecchie ed entrambi gemono di frustrazione. Poco dopo, però, Nello sorride. Porge la mano a Claudia e la fa tirare in piedi. - Scappiamo -. E poi corrono. Non sarebbero andati lontano prima di essere fermati e raggiunti dalla donna, ma almeno per il momento... ridono.

La carrozza continua a sobbalzare su e giù fastidiosamente, le ruote contro la strada sterrata e difficoltosa, ma entrambi i due passeggeri non sembrano curarsene, abituati a quei viaggi.
Claudia continua a sospirare, guardando il ragazzo davanti a sé, che ricambia lo sguardo, stringendo con la mano l'impugnatura della spada, poggiata accanto al suo posto a sedere.
- Cosa c'è, mia imperatrice? - Nello sussurra soltanto l'appellativo, ma Claudia gli lancia comunque il solito sguardo ammonitore.
- Io non voglio sposarmi - dice alla fine.
Nello non risponde, serra i denti, mentre Claudia si sposta e si mette a sedere accanto alla sua guardia pretoriana. Così giovane ma con un compito così importante: quello di proteggere la figlia dell'imperatore. Claudia aveva insistito davvero troppo con suo padre affinché fosse lui. E Nello aveva dovuto mostrare a Cesare le sue buone doti da legionario e si era dovuto guadagnare la sua fiducia. Ma alla fine aveva ottenuto quel posto.
- Voglio un bacio -.
Nello si irrigidisce a quella richiesta della ragazza. Da quando si sono baciati l'anno prima, dopo la cerimonia che aveva reso Nello suo pretoriano, Claudia cerca sempre l'occasione per averne ancora e magari anche di più.
Nello sa che non va bene. Non va affatto bene, perché lui è solo una guardia e lei la figlia del suo imperatore. Imperatore che l'avrebbe ucciso con le sue mani e nel peggiore dei modi se fosse venuto a conoscenza del fatto che avesse tutto quel contatto fisico con sua figlia. C'era mancato davvero poco che finissero a letto insieme qualche settimana prima.
- Claudia - Nello sospira.
La ragazza si morde il labbro e quello fa impazzire il pretoriano. I suoi occhi verdi brillano come non mai e i suoi ricci scuri fanno venire a Nello la voglia di toccarli.
- Solo uno - gli chiede supplichevole.
Dopotutto sono soli e in viaggio nessuno li avrebbe disturbati dentro quella carrozza, non permettendosi di disturbare la quiete della principessa. Nello sta immobile, senza negare e Claudia lo prende come un assenso. Così si sporge in avanti e fa incontrare le loro labbra.
Quella sensazione che sente Nello tutte le volte che la ragazza lo tocca, esplode con violenza nel suo stomaco. Lascia andare l'impugnatura della spada e porta la mano sul viso di lei, ricambiando il bacio.
Claudia passa un braccio intorno al collo di Nello, che ha appena fatto entrare la lingua nella sua bocca. I loro corpi a contatto il più possibile.
A Claudia non basta, non le basta mai quando si tratta di Nello, perché è completamente innamorata di quel ragazzo biondo che sta perennemente al suo fianco, che è sempre pronto ad aiutarla e a servirla. Darebbe la sua vita per lei e Claudia sa che lo farebbe anche se non fosse la sua guardia, il suo lavoro. Lo faceva perfino quando erano bambini. Sono cresciuti insieme e lo ha sempre osservato attentamente. A Claudia piace stuzzicarlo continuamente e creare reazioni strane nel ragazzo. Come quella volta in cui si era spogliata con lui nella stanza e Nello, non prima di arrossire, si era subito voltato per non guardarla. Ma lei aveva esordito con: - Puoi guardarmi, se vuoi -.
Non era riuscita a farsi guardare come avrebbe voluto. Nello era testardo. Aveva un senso di rispetto nei suoi confronti che nessun Romano aveva mai avuto.
Claudia ama lo sguardo serio del ragazzo quando svolge il suo lavoro accanto a lei, con occhi attenti e postura rigida, sempre pronto. Ma ama da impazzire anche quando si ritrovano a ridere insieme e gli occhi blu di Nello brillano spensierati.
Ma più di tutto, ama quei contatti con lui, come quei baci furtivi che lui non le nega mai, nonostante non possano. A volte si era chiesta se lo facesse solo per soddisfarla, ma quella possibilità veniva esclusa nel momento in cui lui la toccava, e ricambiava i suoi baci, famelico. Anche lui lo vuole, più di ogni altra cosa.
Perciò Claudia geme quasi insoddisfatta quando lui si allontana, interrompendo il contatto. La ragazza si lecca le labbra e può sentire il sapore di lui, così buono e perfetto.
- Siamo quasi giunti a destinazione - dice, senza guardarla.
E Claudia sospira. Perché non vuole conoscere nessun nobile da sposare come vuole suo padre. Tutto quello che vuole, lei lo ha proprio davanti a sé. Da sempre.

Claudia non riesce a smettere di piangere. E Nello ha una voragine nel petto, in piedi accanto alla porta dell'enorme camera di Claudia. La ragazza ha cacciato via tutti, ma non lui. È divertente, dato che è proprio lui il motivo per cui sta piangendo.
- Tu non puoi andare via! - gli urla contro alla fine, alzandosi in piedi e raggiungendolo. - Il tuo compito è quello di stare al mio servizio -.
- Io sono al servizio di Roma -.
Lo schiaffo che a quel punto riceve dalla ragazza, sembra non bruciare tanto quanto la sua anima, che si sta sgretolando e si sta librando via come la cenere sui campi di battaglia. A Nello non costa molto dire quelle parole. A Nello costa parecchio far soffrire Claudia. Si farebbe frustare per quello. Ma non può fare molto altro.
Accetta quello schiaffo e il suo viso si abbassa verso il pavimento. Non riuscirebbe comunque a sostenere lo sguardo di Claudia. Si inginocchia, come se volesse chiederle perdono, ma in realtà è solo colpa delle sue gambe che tremano e reggono poco.
- È meglio così - sussurra alla fine, chiudendo gli occhi.
Claudia singhiozza e si lascia cadere in ginocchio davanti a lui. Gli afferra il viso con le mani, già pentita di aver colpito qualcosa di così prezioso. - Guardami -.
E Nello obbedisce.
- Sai che significa se tu vai via? -. Il silenzio del ragazzo la fa proseguire: - Dovrò sposare quel Gneo Pompeo -.
Nello sospira. - L'avresti fatto comunque, Claudia. Io sono solo un pretoriano che non conta nulla. Non potrò mai averti -.
- Potresti morire in battaglia. Io non voglio che tu muoia lontano da casa. Non voglio che vai via da me -.
Lo stomaco di Nello si stringe, perché sa che lei ha ragione, che andando in Britannia potrebbe morire, ma non importa. Sarebbe morto per la sua patria, almeno. E inoltre, se Cesare ritiene che lui debba andare, deve farlo, senza tener conto dei motivi per cui vuole mandarlo effettivamente via. Nello è convinto che la frase dell'imperatore Claudio, - Abbiamo bisogno di giovani forti e coraggiosi per vincere questa battaglia - sia solo un pretesto. Perché Cesare si è accorto che la sua Claudia sta sempre troppo vicina a quel pretoriano e quando il giorno prima la ragazza gli ha chiesto appoggio al suo braccio mentre passeggiavano, l'imperatore, vedendo con i suoi occhi, si era accorto del loro rapporto sbagliato. Claudia non dovrebbe neanche parlare con la guardia che le cammina dietro e il cui unico compito che ha è quello di proteggerla. Né tanto meno toccarlo.
Claudio sa che condannare Nello farebbe solo male alla figlia, così ha trovato un'altra soluzione. Più conveniente.
- Io... Non posso vivere senza di te -.
Nello non si è mai sentito peggio in vita sua. Non riesce a trattenere quella lacrima che scivola lungo la sua guancia.
- Tornerò da te, lo prometto. Tornerò a casa -.
E aggrappandosi a quelle parole, che per Claudia significano tutto, si sporge in avanti e lo abbraccia per qualche attimo, sentendosi al sicuro tra quelle braccia forti che ricambiano, prima di farlo alzare in piedi e trascinarlo verso il suo letto. Nello si ferma solo quando le sue gambe colpiscono il letto dietro di sé. Claudia gli mette una mano sul petto, spingendolo piano per fargli capire cosa voglia da lui. Nello si mette a sedere contro la superficie morbida, guardando attentamente la ragazza davanti a sé, che sta facendo scivolare via dal suo corpo il vestito. Nello non riesce a staccare gli occhi da lei, non ha mai visto niente di più bello. Non può non guardare come fa tutte le volte, perché adesso non importa. Non ora che potrebbe essere l'ultima ed entrambi lo vogliono da star male. Quando Claudia completa l'opera, si mette a sedere a cavalcioni sul ragazzo e inizia a spogliarlo con non poca difficoltà visto che Nello indossa ancora i suoi vestiti da pretoriano. Il ragazzo la aiuta con una mano, mentre l'altra la fa scorrere finalmente sul corpo nudo di Claudia, che rabbrividisce. Solo Nello riesce a farle venire la pelle d'oca in quel modo. Quando anche il ragazzo è ormai nudo, Claudia lo fa distendere sul letto. Lo ammira, è la prima volta che lo ha davanti in quel modo, in quella circostanza. La ragazza è certa di avere davanti una divinità Romana. Nello deve per forza essere il figlio diretto di Giove per essere così perfetto. Claudia si distende sopra di lui e quando il suo seno entra in contatto con il petto muscoloso del pretoriano, Nello sospira e chiude gli occhi solo per un secondo. Il suo respiro è decisamente più pesante del solito e quando lei unisce le loro labbra, baciandolo, il ragazzo crede che potrebbe morire per mancanza d'aria. Non che sia un male spiacevole. Nello sa che quella sarà la notte più bella della sua vita. Uniti in qualsiasi modo, entrambi si sentono finalmente al posto giusto. Quel senso di completezza li travolge con tanta forza che Nello inizia a pensare che non dovrebbe partire. Ma non può. Ed è per questo che non riesce a fermare quella lacrima, dopo che lei gli ha sussurrato quel - Ti amo -. Nello non risponde, non ricambia a parole, perché sa che è la cosa più giusta. In ogni caso, a Claudia non importa. Quella lacrima che bacia dolcemente sul suo viso è carica di significato, più esplicita di qualsiasi parola. Va bene così.

- Non essere così abbattuto. Tieni, mangia -.
Nello volta appena la testa verso uno dei suoi compagni. Si chiama Herio, ha i capelli lunghi fino alle spalle e sorride di continuo nonostante stiano andando a combattere. Nello pensa che probabilmente vuole solo mettere in mostra le sue fossette.
- Ignoralo, amico - gli dice Lusio, un altro legionario, molto amico di Herio. - Hez, lascia in pace il ragazzino. È la prima volta che lascia il palazzo per combattere davvero. Immagina come se la stia facendo sotto -.
Nello si sente subito offeso da quel commilitone. Insomma, lui non è un ragazzino. Quei due non saranno tanto più grandi di lui. E di certo la paura è l'ultima cosa che lo preoccupa. Anzi, non lo preoccupa affatto. Non avrà mai vissuto la guerra, ma sa combattere, sa ciò che significa e cosa aspettarsi.
- Io non ho paura - dice, dopo aver afferrato la ciotola con il cibo che Herio gli porge.
- Male che vada, i Campi Elisi non sono affatto male - commenta Herio scrollando le spalle e facendo ridere l'altro. Nello non capisce cosa ci sia da ridere.
Sicuramente decide di ascoltare il consiglio di Lusio e li ignora. In quel viaggio infinito, almeno una volta al giorno gli torna Claudia in mente. Anche più di una volta in realtà. La scena dell'ultima volta in cui l'ha vista, quasi un mese prima, gli ritorna in mente di continuo. Può ancora sentire nella testa i passi di lei, che correva lungo il corridoio. Nello sarebbe partito a breve e stava andando via dal palazzo, convinto che non sarebbe più tornato lì. Non l'aveva neanche salutata, ma dopo la notte prima non era un gran problema.
Claudia non era dello stesso parere. - Nello! -. Si era voltato d'istinto e quando la ragazza si era schiantata contro di lui, abbracciandolo stretto, non aveva potuto fare a meno di ricambiare, nonostante Cesare, che sarebbe partito con il suo esercito per conquistare la Britannia, fosse lì a guardarli. Dopotutto che importava? Stava andando in guerra.
- Resta vivo e torna a casa. Promettimelo -.
- Te lo prometto -.
E Nello ha promesso. È solo per quel motivo che è arrivato in Britannia, ha combattuto battaglie, ma è ancora qui. Vivo.
E adesso i suoi compagni non lo possono più prendere in giro, perché Nello sembra essere nato per combattere e per creare strategie. Non riesce più a contare quante vittime ha sulla coscienza, ma è solo questione di sopravvivenza. Solo questione di restare vivo. 
Viene visto talmente con ammirazione, che Claudio lo convoca spesso nella sua tenda dell'accampamento, per programmare le prossime mosse sulla guerra, con i generali. 
- Quando torneremo a casa, ti proclamerò generale dell'esercito - gli dice una sera alla fine della riunione e Nello abbassa la testa e lo ringrazia. Da bambino ha sempre immaginato di diventare un generale, ma adesso non è più così sicuro di volerlo. Perché gli manca casa, gli manca Claudia e nonostante tutto l'imperatore lo guarda come se voglia che muoia da un momento all'altro. Claudio sperava in un esito differente, è ovvio. Non si è legato a lui, continua a non guardarlo di buon occhio e i gesti nei suoi confronti sono solo convenevoli necessari, visto che Nello scendendo in campo è riuscito ad ottenere tutta quella fama e rispetto da parte del resto dei legionari, che contano su di lui.
I Romani adesso, dopo mesi in guerra attuano finalmente la battaglia decisiva. Quella che decreta il vero vincitore tra i Romani e i Britannici. Quella in cui i due eserciti ormai sfiniti si battono fino alla morte. Fino alla fine. Quella in cui finalmente Carataco, generale dei Britannici, viene ucciso. E la Britannia cade nelle mani di Roma.
È passato quasi un anno da quando sono partiti e a Nello adesso tremano le mani. - Torniamo a casa? - chiede, incredulo.
Lusio ride, per l'espressione che Nello ha sul viso. Capisce che il ragazzo più giovane non ne può già più della guerra. Herio capisce di più. - Chi hai lasciato a casa? - gli chiede infatti, ma Nello non risponde. - Una ragazza? -. Claudia. Non riesce mai a non pensare a lei e alla promessa. Anche quando combatte ha lei davanti ai suoi occhi.
- Voglio solo tornare a casa -.
Ovviamente i festeggiamenti delle truppe durano poco, i sorrisi spariscono e le imprecazioni partono. Perché nonostante abbiano vinto, da Claudio arrivano nuove disposizioni. Sarebbero dovuti restare ancora in Britannia e spingersi anzi più a nord, perché gli Scozzesi si fanno sentire e dato che loro sono ancora lì, è logico conquistare tutto ciò che c'è da conquistare.
Quando Nello viene a sapere la notizia, inizia a temere. Sono tutti stanchi, decimati e le temperature stanno diventando più basse. Un legionario ha saputo che gli Scozzesi sono più organizzati dei Britannici. Ed è per questo che Nello comincia a tentennare e decisamente a temere.

- Lusio! -. Herio sta correndo verso il suo compagno, ma in realtà non serve a nulla. Lusio è stato colpito al centro del petto e il suo corpo è ormai inerme. Nello cerca di non pensarci. Non può farsi prendere dal dolore emotivo in quel momento. Lui deve restare vivo. Ad ogni colpo che infligge sui suoi nemici del nuovo sangue si deposita sui suoi vestiti. Sangue non suo e non sa neanche come sia possibile. Tutto sta andando a rotoli, la battaglia è quasi alla fine, ma la maggioranza non sono di certo loro, i Romani. Uno Scozzese corre contro di lui e Nello lo schiva facilmente. Sono rimasti in pochi. Troppo pochi. Alcuni nemici lo accerchiano, lui che ha abbattuto tanti di loro davvero troppo velocemente. Sono assetati di vendetta e la determinazione è davvero troppa. Nello fa quel che può. Herio cerca di aiutarlo, ma quando anche quest'ultimo cade, Nello si distrae troppo. - No! - è l'ultima parola che urla, prima che un taglio alla gamba lo faccia cadere in ginocchio. Proprio in quel momento, Nello capisce che non riuscirà a tornare a casa. L'ultima cosa che vede prima di essere colpito alla testa è il viso di Claudia. Poi, il buio.

- Questo è ancora vivo -.
- È troppo mal ridotto, lascia perdere. Morirà presto -.
- Non capisco perché non gli diano il colpo di grazia. Perché lasciarli vivi? -.
- Per loro se restano a terra sono battuti e loro hanno vinto, importa solo questo. Non capiscono neanche se sono vivi o morti -.
- E questo? -.
- Evidentemente non lo capisci neanche tu. È morto -.
- Hey! Venite qui, ce ne stanno un paio che possono fare al caso nostro! -.
Uno dei due uomini comincia a camminare verso il punto che l'altro indica loro. L'altro viene fermato da un gemito di dolore. Si avvicina a quel corpo.
- Polia, aspetta. Guarda questo -.
Polia si blocca e torna indietro. - È vivo? -.
- Sì e non sembra avere grossi danni -.
- È molto bello -.
- Potrebbe essere merce pregiata -.
Polia sorride. - Ottimo lavoro, Jaka -.

Quando Nello apre gli occhi, con estrema difficoltà, non ha idea di dove sia. Aspetta, si muove: è su un carro, disteso sulla superficie legnosa. Gli fa male tutto e geme quando la luce gli colpisce gli occhi. - Allora sei sveglio, amico -.
Nello serra gli occhi di nuovo. Non capisce se quella voce sta parlando con lui. Piagnucola quando dopo una scaffa la sua gamba fa male.
- Andiamo, piccolo sole. È solo una ferita da taglio, che sta guarendo fortunatamente -.
Nello tenta di aprire gli occhi una seconda volta. A quel punto può dare un volto a quella voce. A parlare è un ragazzo dalla pelle decisamente più scura della sua e dai capelli altrettanto scuri. Gli occhi di tenebra sono così sottili.
Nello cerca di tirarsi a sedere, ma la testa non glielo permette. Gli fa così male.
- Credo che tu l'abbia sbattuta violentemente. È già tanto che non ti si sia aperta. Hai la testa dura, ragazzo -. Parla la sua lingua, ma con uno strano accento. 
- Dove siamo? - è ciò che riesce a chiedere Nello con voce gracchiante.
- Come ti chiami, piccolo? -.
- Non... Non sono piccolo -.
- Quanti anni hai? -.
- Diciotto -.
- Allora sei piccolo. Io sono Zayn -.
- Mi chiamo Nello. Dove siamo? - chiede di nuovo.
- Terre scozzesi. Ci stanno portando al mercato -.
- Mercato? -.
Il ragazzo annuisce tristemente. - Scordati la tua libertà, Nello. Adesso siamo schiavi -.

Nello crede di star morendo di freddo. È quasi nudo, in piedi, da ore. La sua gamba e la testa non aiutano. Le persone continuano a passargli accanto, osservandolo e cercando di capire se fa al caso loro. Usano tutti la stessa frase per lui che Nello ha imparato a capire: - Troppo caro -.
Zayn è già sparito ore fa. Non si sono neanche salutati e probabilmente non lo rivedrà mai più.
Nello prova a sedersi qualche attimo, ma Polia lo colpisce con un bastone, facendolo gemere. - In piedi, Romano -.
- È così... Fragile -. Quella voce femminile li fa voltare entrambi.
- Buongiorno Lady Valia - Polia si inchina davanti a quella donna dai lunghissimi capelli biondi che sta guardando Nello, ancora per terra. Ha un sorriso sul viso che al ragazzo mette i brividi. È interessata, molto interessata.
- Dimmi il suo prezzo - dice infatti. E da quel momento, per la seconda volta nel giro di qualche anno, la vita di Nello cambierà radicalmente.

Essere uno schiavo è massacrante. È decisamente peggio del lavoro che faceva sua madre nelle cucine. È decisamente peggio degli ordini che riceveva da Claudia. Claudia. Potrebbe piangere al solo pensiero della ragazza. Sono quasi due anni che non la vede. È sicuro che lei creda che sia morto. Claudio in persona sarà tornato a casa e le avrà dato la notizia. Alla fine ha ottenuto ciò che voleva. Probabilmente Claudia si è già sposata. E lui è lì. A pulire, a ricevere ordini, a fare tutto ciò che la sua padrona vuole, per evitare di essere punito. Non riesce a tollerare molto la frusta sulla sua schiena così semplicemente cerca di evitarla sempre. 
- Niall! -.
Niall. Ha quasi dimenticato il suo nome romano ormai. Da quando è uno schiavo in Scozia, viene chiamato in quel modo. Niall.
Lascia perdere ciò che sta facendo e si avvia verso il punto da cui è arrivata la voce della matrona.
Entra in camera da letto dopo aver chiesto il permesso. - Cosa posso fare per lei, Lady Valia? -.
- Vieni qui da me, tesoro. La mamma ha bisogno di te -.
A Niall viene da vomitare ogni volta che la donna usa quelle parole. Lady Valia ha almeno vent'anni in più di lui, ma quello è solo un piccolo particolare. Niall non può tirarsi indietro in nessun modo e così si ritrova nel letto della donna, senza fare nulla mentre lei lo spoglia.
Almeno adesso Niall non piange più. Le prime volte non riusciva proprio a sopportare di essere usurpato in quel modo, ma a Lady Valia dava soltanto fastidio. Così dopo essersi appagata, lo frustava.
È per questo che Niall non piange più. Accetta il suo destino e si lascia toccare dalla donna ovunque lei voglia. Si lascia prendere dalla donna, restando disteso sul letto mentre lei fa tutto. Niall guarda verso il tetto con gli occhi vacui e spenti, cercando di non pensare a niente.
Ha capito che se pensa a Claudia in quelle occasioni, se immagina che sia la ragazza a farlo e torna con la mente a quella loro prima e unica volta, è decisamente meglio. Ma in quel modo Niall aveva iniziato a sentire piacere e si era subito sentito uno schifo. Così ha rinunciato a farlo. Pensare a nulla. Quella è la soluzione.

Niall non ne può più di sentire il resto della casa, sopratutto gli schiavi, che ride ogni volta che lui passa davanti a loro. Capisce che sia colpa di ciò che fa Lady Valia con lui, ma Niall cosa può farci? Vorrebbe scappare. Lui odia quella vita.
- Niall Horan - sussurrano un giorno in casa, dopo che è uscito dalla stanza della matrona. È così stanco e affranto che non ci fa neanche caso. Non riesce neanche a guardasi allo specchio, perché il suo collo è pieno di segni e lui non vuole davvero vederli. Ma poi per giorni, quella nuova parola associata al suo nome continua ad essere usata e Niall vorrebbe chiedere cosa significa, perché ancora non capisce perfettamente quella lingua che ha imparato ultimamente. Ma poi Lady Valia gli ordina di andare a fare la spesa, l'unico momento di libertà del suo giovane schiavo, e Niall non ha più la possibilità di farlo. Gavin, la guardia di Lady Valia lo accompagna come sempre. E alla fine è a lui che decide di chiedere. Dopotutto Gavin non è così cattivo con lui. - Signore, cosa significa Horan? - chiede timoroso, senza neanche guardarlo.
- La puttana -.
Niall resta sorpreso da quella rivelazione. Si sente subito tremendamente ferito. E i suoi occhi si riempiono di lacrime, per questo non li alza verso la guardia. - Non è colpa mia - sussurra alla fine e Gavin gli lancia uno sguardo pieno di compassione. Dopotutto Niall è solo un ragazzo.
Lui si chiede da quando è così emotivo e fragile, ma proprio non ce la fa più. Vorrebbe solo tornare a casa. Quella promessa brucia ancora, come ferro rovente sulla sua pelle.
Arriva al mercato e cerca di distrarsi, comprando ciò che Lady Valia gli ha ordinato. È quando la guardia si ferma a chiacchierare che Niall si ritrova accanto ad un altro schiavo. Lo ha colpito per sbaglio con il gomito, così gli chiede scusa.
Quando l'altro solleva gli occhi, sul suo viso si distende un sorriso derisorio. - Horan - dice.
Niall spalanca gli occhi, perché quello significa che quella parola associata a lui ha già fatto il giro di tutta la cittadina. La rabbia è il sentimento che gli monta dentro per la prima volta dopo tanto tempo. Non dovrebbero permettersi di chiamarlo così neanche il resto degli schiavi che ha in casa, figurasi uno che appartiene ad un'altra famiglia. Loro non sanno cosa deve subire lui tutte le volte. Così lo colpisce. In faccia, facendolo cadere per terra. E una volta che ha iniziato l'opera non può non continuare. Niall è ormai in preda alla rabbia, a cavalcioni sullo schiavo e continua a colpirlo, sporcandosi le mani di sangue.
Intorno a loro scoppia il caos e Niall viene finalmente tirato indietro da Gavin, che lo solleva da terra senza difficoltà.
- Lasciami! - cerca ancora di opporre resistenza.
- Niall, basta! - gli urla quasi nell'orecchio.
Niall finalmente si calma. Che cosa ha fatto?
Guarda lo schiavo per terra e si lascia andare, inerme tra le braccia di Gavin. Niall non ce la fa più.

- Che cosa hai fatto? -.
Niall non riesce a guardare la donna negli occhi, così continua a torturarsi le mani. Non risponde.
- Niall, che cosa hai fatto? -.
- L'ho ucciso - sussurra alla fine. Se Nello Geminio Claelia aveva tante di quelle vittime sulla coscienza, Niall Horan non ne aveva neanche una. Fino a quel momento. 
Lady Valia non riesce a sopportare di avere uno schiavo assassino. Per Niall è ridicolo. Lei sa o non sa che è stato in guerra?
- Perché l'hai fatto? -. La donna si è affezionata un po' a lui dopotutto. È lo schiavo più bello e appagante che abbia mai avuto.
- Io non sono la puttana di nessuno - dice, sollevando gli occhi.
Valia sorride senza allegria, in modo triste e amaro. - Tu sei mio -.
- Io non ce la faccio più. Preferisco morire -.
- È per quella Claudia? -.
Niall è stupito di sentire quel nome. - Come...? -.
- Mentre dormi, ti capita spesso di dire quel nome -. Niall molte volte ha dormito con la donna, per il volere di lei ovviamente. 
Niall quasi si maledice per essere così stupido. Il ragazzo non dice nulla.
- Dovrei farti giustiziare -.
Niall sente il cuore in gola. Preferirebbe morire, ma non vuole morire.
- Ma dato che sei così propenso al combattere, ti venderò ad un mio caro amico. Diventerai un gladiatore, Niall. E il tuo destino sarà solo nelle tue mani -.

La prima volta che Limah ha visto Niall non sembrava molto soddisfatto. Il giovane Romano non è possente, sembra debole e poco preparato. Il lanista ne ha visti tanti di gladiatori come lui. Spesso non reggono neanche l'addestramento. Si ammalano e muoiono prima di arrivare nell'arena. Ma se Limah non si è mai sbagliato nel predire il futuro dei gladiatori che commercia e addestra, questa volta lo ha fatto eccome. C'è sempre una prima volta.
Limah, sia da quando anche lui era un gladiatore, sia da quando era stato affrancato e aveva ottenuto la sua spada di legno, non ha mai visto niente del genere. Il modo in cui un ragazzo così giovane e mingherlino si trasformi quando ha un'arma in mano. La maestria con cui destreggia tutte le armi. Il fuoco negli occhi che lo fa diventare una furia. Limah gli ordina di uccidere e lui lo fa. Perché? Per restare vivo.
Limah apprezza anche l'appellativo che Niall tanto odia, Horan. Pensa che quel particolare avrebbe potuto colpire positivamente il pubblico, il popolo assetato di sangue.
Se per tutto l'addestramento Niall è visto con antipatia o timore dal resto dei gladiatori, eccetto Zayn (sì, proprio lo stesso Zayn che ha conosciuto tempo addietro. Anche lui è diventato un gladiatore e i due hanno rafforzato il loro rapporto di amicizia), quando si trovano per la prima volta nell'arena, le cose cambiano.
Niall tira fuori la sue doti da combattente e quando il suo gruppo, quello di Limah, deve scontrarsi con quello di un altro lanista, Edy, li sconfiggono clamorosamente. Niall e Zayn hanno mostrato una grande complicità e gli altri li hanno seguiti. Le loro strategie avrebbero potuto tenerli in vita. Così anche questa volta il giovane Romano ottiene il rispetto che merita.
La vita di Niall è diversa da qualche mese prima. Di nuovo è cambiata radicalmente, nonostante sia ancora uno schiavo. La sua vita è a rischio ogni minuto adesso e quasi quasi rimpiange il letto di Lady Valia, più comodo delle celle in cui i gladiatori vivono. Sono come animali in gabbia che devono essere portati al macello. Niall non ha mai affrontato niente del genere. Non ha mai ucciso per far divertire il pubblico. Non ha mai combattuto con un pubblico che tifa a suo favore o sfavore. Sì, è strano, ma è ciò che deve fare adesso.
Un particolare resta sempre lo stesso però. La sua costante. Claudia, con la sua promessa. Niall sa che se riesce a restare vivo, in un futuro potrà essere affrancato. E potrà tornare a casa.
- Quanto tempo hai impiegato per ottenere la tua libertà? - chiede un giorno a Limah, che si è legato stranamente a Niall e Zayn. Dopotutto sono loro che gli portano il maggior guadagno.
- Otto anni -.
Niall sbianca, non crede che riuscirà a restare vivo per tutto quel tempo, ma lui vuole, deve, mantenere la promessa.
- A che pensi quando combatti? - gli chiede Zayn. Ed è allora che Niall decide di raccontare di Claudia. È la prima volta che dice il suo nome ad alta voce e da sveglio dopo oltre due anni. Adesso ne ha quasi venti ed è strano come la sua priorità non sia cambiata, sia sempre la stessa. Perché lei è stata ed è ancora la parte migliore della sua vita.
- So che non potrò mai averla, ma voglio rivederla un'ultima volta. Voglio che sappia che ho mantenuto la promessa -.
Zayn sorride tristemente. - Tornerai a casa, Niall. Ce la farai -.
E in effetti è così. Perché quando Limah li avvisa che l'imperatore Claudio ha proclamato i giochi, significa soltanto una cosa. Avrebbero combattuto al Colosseo. Sarebbe tornato a Roma.

- Stanno arrivando i gladiatori in città - Iulia informa Claudia, che è intenta a far mangiare il suo bambino, che tiene sulle gambe.
- Il popolo sarà in visibilio - dice la donna con voce piatta, mentre sorride al bambino biondissimo che le si è aggrappato al polso con la mano. Quegli occhi azzurri sono l'unica cosa per cui Claudia vive. Da quando... Da quando suo padre è tornato dalla guerra dicendogli che aveva perso molti dei suoi uomini migliori e Nello era tra essi. Senza quel bambino di tre anni che glielo ricorda ogni giorno, Claudia non riuscirebbe a sopravvivere senza l'amore della sua vita. Inizialmente si era anche arrabbiata con Nello, mentre piangeva la sua morte. Perché lui non aveva mantenuto la promessa. Ma alla fine, sapeva perfettamente che non era colpa sua.
Per volere di suo padre si è sposata con Gneo Pompeo e lei ha dovuto accettare subito quando si è resa conto di essere incinta. Perfino Gneo sa che quello non è suo figlio. Ma nessuno di loro ha bisogno di uno scandalo e quel particolare non viene ritenuto importante.
Claudio ha perfino convinto Gneo Pompeo a seguire il volere della figlia di mettere a quel bambino il nome Nello. Almeno quello, Cesare glielo concede. Sa che sua figlia ha sofferto molto la perdita di quel giovane.
- Dicono che arriverà un gruppo dalla Britannia davvero imbattibile -.
- La gente sarà contenta di godersi grande spettacolo, allora -.
- Parlano di uno di loro in particolare. Ha una grande fama. E lo chiamano la puttana - Iulia ridacchia, coprendosi la bocca con la mano.
Claudia è incuriosita da quell'appellativo, ma non chiede ulteriori informazioni. Inoltre suo figlio inizia a piangere e lei pone tutta la sua attenzione su di lui. Ai gladiatori ci avrebbero pensato il giorno dopo.

Niall sente i brividi correre lungo le sue braccia, mentre attraversa le strade di Roma. Tre anni. Sono passati tre anni dall'ultima volta che è stato lì, nella città che un tempo chiamava casa. - Tornerò a casa, te lo prometto -.
Il Colosseo. Lo aveva sempre visto dall'esterno e solo una volta dall'interno quando era bambino, ma dagli spalti ovviamente. Non si sarebbe mai aspettato di trovarsi in quella condizione, a combattere per la vita nell'arena.
- Sarai da solo. Mi hanno chiesto il mio miglior gladiatore. Mi hanno chiesto di te. Dovrai combattere da solo contro un intero gruppo - questo è ciò che gli dice Limah per il primo giorno dei giochi.
- Ma così è scorretto! - Zayn ovviamente non è d'accordo.
- Lo so, ma la fama di Niall è giunta fino a qui. Tutti vogliono vedere la puttana di cui si racconta all'opera -.
È strano come quel nominativo non gli faccia più effetto. Questione di abitudine, probabilmente.
- Va bene -.
Zayn si volta verso di lui. - Niall, andiamo! -.
Il biondo sorride. - Lei sarà lì a guardare, Zayn. Sarà facilissimo restare vivo -.
Limah gli poggia una mano sulla spalla. - Crediamo in te, Niall -.
E quando le grate che danno sull'arena si aprono e Niall si ritrova davanti a tutta quella gente, tutta Roma, è ovvio che i suoi occhi si posano su di lei. Tre anni. Tre anni che Niall aspetta solo di rivederla. Claudia, seduta accanto a Cesare, sembra irradiare luce. Anche da quella distanza può vedere perfettamente quanto sia bella.
Niall sorride. Per qualche secondo chi ha intorno, tutti quei gladiatori che vogliono ucciderlo, diventano solo dei particolari irrilevanti dello sfondo. E poi, il via ai giochi viene dato e Niall semplicemente... Attacca.

Claudia sente il nervosismo sotto pelle. Non sa neanche perché. Semplicemente non ha mai apprezzato quei giochi, ma oggi c'è qualcosa in più. Forse è quel Niall di cui tutti parlano. - Da solo contro otto? - Claudio ride. - Morirà ancor prima di mettere piede nell'arena dallo spavento. E il suo mito finirà tanto velocemente quanto è iniziato. Odio i Britannici -.
Claudia è curiosa. Nervosa, ma curiosa. E quando le grate si aprono e i gladiatori escono all'aperto è stupita di notare quanto sia piccolo fisicamente quel singolo gladiatore con l'elmo sulla faccia in confronto agli altri. Tutti si chiedono se è una presa in giro. Quel gladiatore si sta guardando intorno e i suoi occhi si soffermano proprio dove è seduta la famiglia reale. Claudia potrebbe dire che sta guardando proprio lei. Il gladiatore, in modo quasi inverosimile, sorride. La donna rabbrividisce e si irrigidisce d'istinto. È nel momento esatto in cui l'imperatore da il via al combattimento che la mano di Claudia si stringe intorno al bracciolo della sedia. La donna trema. Non può essere. Quel modo di combattere, di muoversi con la spada... Lei lo ha visto fare solo ad una persona. È così perfettamente identico che Claudia si alza in piedi istintivamente appoggiandosi alla balconata per vedere meglio. E non perché a quel gladiatore è rimasto un solo avversario da uccidere e il popolo è come impazzito. Claudia è incredula e sta tremando, perché non può essere, lui è morto.
Ma poi è sicura. Quando il gladiatore vincitore si volta verso di loro e conficca la spada per terra, poggiandosi ad essa ed inginoccndosi, Claudia è sicura. Può perfino sentire nella testa la sua voce: - Al suo cospetto, mia imperatrice -.
Claudia inorridisce. Indietreggia e fugge via, perché non riesce a sopportarlo.

Quando a Niall dicono che qualcuno vuole vederlo, sa che si tratta di lei. Non può essere nessun altro. Si è accorto che Claudia ha capito che è lui, che dopo tre anni è ancora vivo. Niall è di spalle quando sente quei passi che si avvicinano alla cella. E non ha intenzione di girarsi. Non crede di farcela, in realtà. Poi i passi si fermano e la sua voce gli arriva alle orecchie. - Nello -. Quella semplice parola fa così male al gladiatore che deve usare tutte le sue forze per non piangere. E non far tremare la voce quando dice: - Mi chiamo Niall. Niall Horan -. Quelle non hanno neanche senso, se il gladiatore avesse voluto sviarla, perché lei conosce perfettamente la sua voce. E quel groppo in gola fastidioso la fa stare qualche attimo in silenzio. Claudia vuole vederlo in faccia, ma Niall non sembra intenzionato a girarsi. Per questo Claudia fa cenno alla guardia di aprirgli la porta della cella. La guardia obbedisce. - Dammi un paio di minuti da sola con lui -.
- Mia signora, ne è sicura? - chiede titubante la guardia Romana, preoccupata.
- Sì, va -.
Claudia entra nella cella e percorre gli ultimi passi che la dividono dal ragazzo. Gli afferra il braccio muscoloso e lo fa voltare verso di lei. Quando i loro occhi si incontrano, Claudia crede che il suo cuore abbia perso un battito. O più di uno. E Niall si lascia sfuggire quella singola lacrima, che Claudia ricollega immediatamente a quel ti amo mancato di tre anni prima. Gliela asciuga con il pollice, dopo avergli messo una mano sul viso. - Nello - sussurra.
- Claudia -.
In quel momento le loro labbra si incontrano. Dopo tutto quel tempo, lo fanno di nuovo. Niall crede di star sognando. Lo ha fatto talmente tante altre volte, che anche adesso potrebbe essere una di quelle. Ma quelle labbra sono troppo per essere solo sognate. E quel sapore che Niall non ha mai dimenticato, è troppo forte. Nonostante entrambi sappiano che quel bacio è sbagliato, non esitano a continuarlo e ad approfondirlo. Forse non è così sbagliato. Si allontanano solo quando entrambi non riescono più a respirare.
Il ragazzo tira su con il naso. - Sei incinta - dice, esternando finalmente quel particolare di cui si è accorto soltanto adesso, che prima all'arena non aveva notato.
Claudia si morde il labbro. - Ti credevo morto - suona come una giustificazione.
- Avevo una promessa da mantenere -.
- Dopo tutto questo tempo - gli occhi di Claudia si riempiono di lacrime.
- È l'unica cosa che mi ha tenuto in vita -.
E in quel momento Claudia vorrebbe chiedergli tutto quello che ha passato in quegli ultimi anni, ma sa che non può.
- Sei sposata - continua Niall, interrompendo i suo pensieri.
- Gneo Pompeo - dice con amarezza.
- Sei felice? - Niall ha bisogno di saperlo.
- C'è solo una cosa che mi ha reso felice in questi anni ed è mio figlio. Si chiama Nello -.
Niall sente come un pugno nello stomaco.
- Tuo figlio -.
E Niall non ha bisogno di ulteriori spiegazioni. Chiude di nuovo la distanza tra le loro labbra. - Non dovresti stare qui così a lungo -.
Claudia sospira, prima di afferrargli il viso con le mani. - Devi promettermi un'altra cosa -.
Il ragazzo la guarda in attesa. - Resta vivo. Ti prego, promettimelo. Non morire. Ti farò affrancare. Mio padre non deve sapere che sei tu, riuscirò a farti affrancare. E poi andremo via da qui -.
- Claudia... che cos'hai in mente? - Niall è preoccupato.
- Fidati di me -.

- Quel Niall Horan è proprio difficile da uccidere -.
- Perché dovete ucciderlo a tutti i costi, padre? -.
- Non possiamo dare tutto questo potere ad un Britannico -.
Claudia deglutisce, prima di azzardare: - Non è un Britannico, padre. Lui era un Romano un tempo -.
Claudio lancia un'occhiataccia a sua figlia. - E tu come fai a saperlo? -.
- Sono voci che corrono - si giustifica. Il piccolo Nello corre verso di lei, che lo prende in braccio. - Perché non lo affrancate? Il popolo lo ama, sarà d'accordo alla fine dei giochi -.
Claudio sorride. - D'accordo. Ma solo se ne uscirà vivo -.

Niall riesce a restare vivo ancora per tutti i giochi. Oggi è l'ultimo giorno, però e Claudio ha in serbo per lui qualcosa di eclatante. - Si tratta di qualche bestia feroce, Niall. Parliamo di tigri o leopardi. Ma se riesci in questa missione omicida Claudio ha intenzione di annunciare il tuo affrancamento - lo informa Limah.
Niall serra la mascella al solo pensiero che potrebbe tornare ad essere libero. - Va bene -.
- Va bene? Stai scherzando? - ripete Zayn, guardando il biondo come se fosse stupido.
- È il pubblico che comanda, no? - chiede a Limah. Quest'ultimo scuote la testa pensando. - Sì e no. Il più delle volte -.
- Allora non morirò -.
- Non puoi saperlo. Cesare sembra che voglia farti fuori -.
- Solo perché non sopporta che il popolo acclami un Britannico. In ogni caso, Claudia non vuole. E io mi fido di lei -.
Leone. Si tratta di un maledetto leone. A Niall tremano le gambe quando si trova davanti quella belva, nonostante sia parzialmente legata. Guarda Claudia solo per un attimo, forse quello è il momento del loro addio. Il popolo lo acclama, ma lui non lo sente. L'unica cosa che ha davanti è quella bestia. E Claudia. Come sempre, quando combatte. La cosa strana è che adesso c'è un particolare in più nella sua testa. Un nome: Nello. Il suo. O meglio, quello di suo figlio. Niall ha pensato tutta la notte al fatto di essere padre. Quel bambino che adesso ha tre anni e che lui non ha mai visto. E se adesso vincesse quell'ultima battaglia della sua vita, potrebbe finalmente essere in grado di vederlo. Vuole quello, tanto quanto la sua libertà che Claudio ha annunciato prima dell'inizio dei giochi quel giorno. Quindi in quel momento non ha intenzione di morire. Riesce a schivare le mosse del leone solo per miracolo, i suoi riflessi e lo scudo che lo aiutano. Sente il suo sangue quasi infuocato che gli circola nelle vene, l'adrenalina che gli amplifica i sensi e la concentrazione che lo fa sudare. Anche colpire il leone con quelle armi è difficile. Non servono a molto. Niall è sempre in svantaggio in quel combattimento, è ovvio. Ma lui non vuole morire. Ed è questo che si dice mentre la sua vista si annebbia, per quella zampata che alla fine ha ricevuto sul fianco, che lo fa inginocchiare per terra. Sente il sangue che fuoriesce dalla ferita e il dolore sordo gli fa fischiare le orecchie. Nonostante tutto, lui riesce sentirlo: - Nello! - quell'urlo di Claudia. Niall pensa che probabilmente è solo un'allucinazione, perché è impossibile che l'abbia sentita in mezzo al caos.
- Devi promettermi che resterai vivo -.
Cesare sorride guardando il gladiatore che non può fare molto contro il leone. Solo un ultimo attacco da parte della bestia e se ne sarebbe sbarazzato una volta per tutte. Ma poi Claudio viene attratto da sua figlia, che ha appena urlato quel nome. Il nome di suo nipote, ma anche di qualcun altro. Ed è a quel punto, vedendo le lacrime delle donna, che lui capisce tutto, chi è in realtà Niall Horan. Sembra quasi divertente, perché proprio in quel momento il gladiatore ferito si è appena tolto l'elmo dal viso, mostrando a tutti il suo aspetto. L'elmo rotola via, non così distante dal ragazzo. Sbatte contro una spada, che Niall fissa solo per un secondo. E mentre il leone si avventa su di lui, ha giusto il tempo di allungare il braccio e afferrare la spada e protenderla davanti a sé. Niall la tiene così saldamente che sente perfettamente l'arma che entra nel corpo dell'animale, fino in profondità. Si tratta di secondi, il leone emette solo un verso di dolore, poi si accascia su Niall, che rischia di soffocare per colpa delle tonnellate che ha addosso. Ma gli uomini che tenevano la bestia legata, spingono un po' le corde e lui riesce a strisciare d sotto quel corpo morto. C'è un silenzio tombale nel Colosseo mentre il gladiatore si alza in piedi. Niall pressa una mano contro la sua ferita, che continua a perdere sangue. Alza il braccio verso il pubblico che scoppia in un coro di acclamazioni e applausi. L'ultima cosa che fa è guardare Claudia, prima che la sua vista si oscuri e lui non senta più il suo corpo. Niall si accascia a terra e viene risucchiato dal buio.

Quando Niall si sveglia, non cerca neanche di aprire gli occhi. È troppo stanco e il letto in cui giace sembra comodo. Qualcuno gli sta accarezzando dolcemente i capelli. Quando si rende conto di quell'odore così familiare, quando riesce ad associarlo, non può fare a meno di aprire gli occhi.
- Ciao, piccolo mio - Atullia lo guarda con le lacrime agli occhi.
- Mamma -. La voce di Niall risulta troppo rauca. Sente dolore anche mentre parla. I suoi occhi navigano per la stanza. È a casa.
- Come ti senti? -.
- Non così bene - Niall cerca di mettersi a sedere, ma la ferita al fianco brucia e gli tira, così ci rinuncia. È a petto nudo con solo la benda intorno al busto, ma muore di caldo.
- La ferita non è più infetta. Guarirà -.
Niall non dice nulla. Guarda solo sua madre, che allunga la mano per accarezzargli la guancia ruvida. - Mi sei mancato così tanto. Mi avevano detto che eri morto e invece... E una settimana fa ti ho visto quasi morire -.
- Aspetta. Una settimana? Sono stato fuori per tutto questo tempo? -.
- Sì, non eri messo bene, Nello -.
- Mi chiamo Niall -.
Sua madre lo guarda confusa per un attimo. - Sei così cambiato, piccolo. Cosa hai passato in questi tre anni? -.
- Sono stati tre anni lunghi, madre -.
- Mi dispiace, amore -.
Niall sospira. - Anche a me. Per favore, puoi dirmi che cosa è successo in questi giorni? -.
Niall è libero. Claudio ha mantenuto la promessa e lo ha affrancato. Dopotutto il popolo era dello stesso parere e lui non poteva andar loro contro. Quando si fosse ripreso, avrebbe voluto incontrarlo per consegnargli la spada di legno ufficialmente. Niall è libero. Quel pensiero lo fa tremare e piangere come un bambino, perché è da più di due anni che aspetta di nuovo di esserlo.
I gladiatori sono tornati in Britannia e Niall sente un groppo in gola. Perché non ha salutato né Limah, né Zayn. Nonostante tutto, si è legato a loro, che hanno creduto in lui tutto il tempo. Li considera gli amici migliori che abbia mai avuto, nonostante quel rapporto insano, dato che Limah era il suo lanista e dato che Niall e Zayn sarebbero potuti morire da un momento all'altro. Ma anche se sono andati via, sua madre gli da una lettera, che Niall legge velocemente, con le lacrime agli occhi.
Caro Niall, spero che quando leggerai questa lettera ti sarai rimesso del tutto. Siamo tornati in Britannia, senza salutarti, ma non avevamo altra scelta.
Ce l'hai fatta. E sono così orgoglioso di te. Adesso che sei libero, ti auguro il meglio. Anche se mi sembra un po' difficile, dato che Claudio non ti vede ancora di buon occhio. Qualora avessi bisogno di cambiare aria, sappi che la Britannia ha le porte sempre aperte. Noi per te, abbiamo sempre le porte aperte.
Il tuo amico, Limah.

Niall continua a rigirarsi la spada di legno tra le mani. Alza lo sguardo solo quando Claudio gli dice: - Devi andartene da qui, devi stare lontano da Roma e da mia figlia -.
Claudia, seduta in un angolo della stanza, a quel punto si alza in piedi. - Padre, voi... Non potete chiedergli una cosa del genere. È un uomo libero -.
- Deve comunque stare al cospetto dell'imperatore -.
Niall guarda la donna, come a dirle che all'unico cospetto di cui sta è il suo.
- Ti ho risparmiato troppe volte, Nello - Claudio lo dice a voce bassa, per farlo sentire solo a lui. - Puoi fare una cerimonia per essere stato affrancato e invitare tutto il popolo se preferisci, ma dopo dovrai andartene - termina a voce più alta.
A quel punto il pianto di un bambino li distrae e Niall si irrigidisce. Claudia si avvicina alla porta e la giovane balia, Iulia, dice: - Mi dispiace per l'interruzione, vostre maestà, ma Nello voleva soltanto lei -.
Quando Niall si gira e vede quel bambino biondo tra le braccia della donna riccia, è come se qualcosa dentro di lui sia appena cambiato. Claudia sorride, guardando gli occhi spalancati di meraviglia di Niall. È per questo che si stupisce quando lui, senza neanche guardare Claudio, dice: - D'accordo. Me ne andrò -.
Ma Niall sa che se lo farà, si porterà con sé anche quel bambino. Perché gli appartiene e nessuno potrebbe negarlo.
Niall cammina lungo il corridoio, per uscire da quel palazzo, ma Claudia lo ferma. Sta a un passo da lei, che ha suo figlio tra le braccia. Il bambino lo guarda con quegli occhioni blu e Niall rabbrividisce. Immagina in pochi secondi come sarebbe se quel bimbo lo chiamasse papà. - Ciao, piccoletto - lo saluta, allungando il braccio e passandogli una mano tra i capelli. Il piccolo Nello ridacchia e allunga le piccole braccia verso l'uomo. - Posso? - chiede a Claudia, che annuisce e glielo porge. Nel momento in cui tiene in braccio quel bambino, Niall si sente finalmente completo. - Tu sei mio - gli sussurra.
- Tuo - ripete Nello ridendo e mettendogli le mani sul viso per conoscerlo meglio.
- Niall, che intenzioni hai? Vuoi andartene davvero? - chiede Claudia a quel punto, cercando di ricacciare indietro la commozione per la vista che ha davanti.
- Sì, ma voi verrete con me -.
Claudia non ribatte in nessun modo. Voleva sentirgli dire quelle parole. - Hai già un piano? -.
Niall annuisce: - Ci sto lavorando. Tu resta pronta -.

Le uniche che conoscono il piano oltre a Niall e Claudia sono Atullia e Iulia, loro complici e intermediarie tra i due. La festa che Niall ha organizzato avrebbe dovuto avere dimensioni enormi. In piazza ovviamente, per poter ospitare tutti i partecipanti. Anche l'imperatore sarebbe stato presente e quel particolare è fondamentale. Perché mentre tutti sarebbero stati distratti dalla festa e sarebbero stati lì in attesa della sua apparizione, loro si sarebbero dati alla fuga. Niall sente l'adrenalina che lo fa fremere. Sta cercando di non pensare alla cattive conseguenze se qualcosa andasse male. Atullia è effettivamente preoccupata per quel motivo, anche più di suo figlio. - Non hai mai pensato di trovarti una moglie del tuo rango, Niall? - gli chiede qualche ora prima della festa.
- Claudia e la promessa che le avevo fatto mi hanno riportato qui, madre. Io la amo, più di ogni altra cosa -.
- E lei ama te. Lo so, lo sapevo da quando entrambi avevate nove anni, ma speravo che non arrivaste fino a questo punto. Sempre a lanciarsi contro la morte -.
- Non ho più paura della morte, madre -.
Atullia sorride tristemente. - Sei cresciuto così bene, Niall. Sono orgogliosa di te. Spero che avrai il tuo lieto fine, dopo tutto questo - gli accarezza il viso con le mani e gli bacia la fronte.
- Lo spero anche io -. Il ragazzo sta un attimo in silenzio, prima di continuare: - Dovresti venire con noi -.
Atullia gli sorride dolcemente. - Neanche io ho più paura della morte, Nello. Sto solo aspettando di ricongiungermi con tuo padre da tanto tempo. Ognuno di noi avrà il suo lieto fine -.
- Grazie, madre -.
Niall può sentire già la gente fuori che si incammina verso la piazza, per andare alla festa. Non deve aspettare molto prima di coprirsi il capo per non farsi riconoscere e uscire di casa. Raggiunge il palazzo in fretta. Sa che è già vuoto, dato che la carrozza di Claudio è già passata davanti casa sua. Quasi vuota. Claudia e il piccolo Nello sono in casa con la balia. Claudia ha finto un malore dettato dalla creatura che ha in grembo ed è rimasta a casa.
Niall sta quasi correndo tra i corridoi. Sapeva già che qualcosa non andava nel momento in cui Claudia non era nel punto di incontro prestabilito, ai cancelli posteriori del palazzo. Non hanno molto tempo, così Niall entra senza pensarci due volte. Segue il pianto di suo figlio. E quando raggiunge la stanza riservata al piccolo, la scena che gli si mostra davanti lo fa rabbrividire. Iulia è morta con la gola tagliata, immersa nel suo stesso sangue. Nello è seduto per terra accanto al corpo della ragazza e continua a piangere. Niall si inginocchia davanti al piccolo. - Hey, amore. Va tutto bene -.
Nel momento in cui Nello si rende conto della sua presenza, smette di piangere e si alza per gettarsi tra le sue braccia. Niall lo prende in braccio e lo bacia sulla guancia, facendolo sorridere per il solletico che gli ha causato con la barba, nonostante abbia ancora gli occhi rossi.
- Dov'è la mamma, tesoro? - Niall ha tirato un sospiro di sollievo quando ha trovato il bambino vivo, ma gli manca il fiato se pensa alla fine che avrebbe potuto fare la sua Claudia. Probabilmente la stessa di Iulia.
- Con padre. Padre cattivo -.
E Niall sa che Nello sta parlando di Gneo Pompeo. Padre cattivo. Il respiro inizia a mancargli ed esce dalla stanza praticamente correndo. - Claudia! - urla, mentre raggiunge la camera da letto con il bambino ancora in braccio. Si ferma di colpo all'ingresso, una volta che davanti ai suoi occhi si para Claudia con un coltello alla gola e un uomo, che Niall non ha mai visto perché stava in missione fuori città, che la trattiene. - Sapevo che avresti cercato di portarmi via la mia famiglia. Metti giù quel bambino, Niall Horan -.
- Lasciala. Non provare a fare del male a Claudia neanche con il pensiero -. La donna guarda Niall con il terrore negli occhi. Sa che lei gli sta dicendo solo con lo sguardo di scappare e lasciarla lì, ma Niall la ignora.
- Lei è mia moglie. Non tua, lo capisci? Lei è troppo per una feccia come te. E metti giù mio figlio -.
Niall a quel punto si ritrova a ridere di gusto. - Sappiamo benissimo tutti quanti che è mio figlio e non tuo, Pompeo - ribatte, mentre continua a tenere Nello con un solo braccio e il bambino gli affonda le unghia nel braccio, turbato.
Frase sbagliata di Niall. Gneo urla arrabbiato e spinge via con troppa violenza sua moglie, che cade per terra e sbatte la testa contro la parte di legno alla base del letto. Il coltello che ha in mano Pompeo l'ha perfino ferita.
- No! - l'urlo di Niall è quasi disumano, ma non può neanche andare da lei perché l'uomo gli si sta avventando contro. Combattere con un bambino in braccio? Non l'ha mai fatto, ma c'è sempre una prima volta. Nello urla e Niall cerca di proteggerlo con il suo corpo, per quanto può. Inizia a combattere con un solo braccio e ringrazia quegli ultimi tre anni, perché Niall sembra sovrastare Gneo Pompeo anche in quel modo. Dopo qualche mossa è riuscito a togliergli il coltello e a poggiare Nello per terra, che corre verso la donna ancora immobile. Niall deve concentrarsi alquanto per arrivare alla fine. La fine di Gneo Pompeo. - Mi dispiace. Ma lei è destinata a stare con me - sussurra Niall, prima di affondare il coltello nel petto dell'avversario. Non vede neanche gli occhi di Gneo Pompeo spegnersi del tutto e si fionda direttamente verso la donna. Solo adesso nota tutto il sangue.
- Claudia -. Niall si lascia cadere in ginocchio, accanto alla donna. Il suo respiro è veloce, le sue mani tremano e i suoi occhi si inumidiscono. - No, no, no, Cla. Claudia -. Fortunatamente è il braccio ad esser stato ferito e Niall glielo benda come meglio riesce per fermare la fuoriuscita del sangue. - Per favore. Svegliati - si ritrova a ripetere, stringendo la donna a sé. - Tu non... Non puoi lasciarmi, capito? Claudia! -.
Niall sta ormai piangendo, la crede morta e il dolore lo sta uccidendo.
- Nello - la donna lo ha solo sussurrato e sia Niall che il bambino vengono subito attratti dalla sua voce. Allora non è morta. Allora Claudia è viva. Niall sospira di sollievo.
- Amore mio. Adesso sei tu a dovermi fare una promessa. Devi resistere. Dobbiamo andar via da qui e tu devi solo resistere. Per me -.
Claudia è stanca e sofferente, ma annuisce. E Niall sa che non deve perdere altro tempo. Si alza in piedi, si sistema suo figlio sulle spalle e non si lamenta quando gli si aggrappa ai capelli. Afferra la sacca già pronta sul letto e prende in braccio Claudia, che piagnucola di dolore. - Scusa, piccola -. E poi va in fretta fuori da lì per raggiungere il carro e il cavallo già pronti per la loro fuga. Manca pochissimo. È tutto rischioso, ma devono farcela. Devono uscire da quella città. Andar via e non voltarsi più indietro.

Britannia. Niall non l'ha mai considerata casa. Niall ha capito in realtà che casa non è un luogo. Casa è più qualcuno. Nel suo caso specifico, casa è Claudia. E non importa se adesso vivono in un posto che hanno dovuto scoprire nel tempo, così come la lingua che parlano. Non importa se entrambi hanno iniziato una vita da contadini, così diversa da ciò che hanno affrontato per il resto della loro vita precedente. Stanno insieme, sono una famiglia e stanno finalmente tranquilli. Questa è casa. Limah e Zayn li hanno aiutati come avevano promesso, sono gli amici che Niall non tradirebbe per nulla al mondo. Se lui è lì, in quel posto con una casa, lo deve proprio a loro. I due stanno ancora nel mondo dei gladiatori. Anche Zayn è un lanista adesso. Ed è anche il compagno di vita di Limah, ma quello non è un particolare che sanno in molti. Quando Niall e Claudia sono arrivati in Britannia, i due uomini hanno chiesto a Niall se volesse partecipare ai loro affari, ma lui ha rifiutato prontamente. Rifiuta la guerra ormai e quando suo figlio chiede di insegnargli a difendersi Niall posticipa sempre la cosa, distraendolo con i lavori legati alla terra, con i prodotti che poi l'adulto commercia in paese. Sarà un po' noioso, ma a Niall va benissimo così.
- Papà! - Nello corre verso di lui e Niall sorride. Prende in braccio suo figlio di otto anni e lo bacia sulla guancia. - È quasi l'ora del tramonto -.
- Lo so - gli sorride dolcemente. - Dov'è la mamma? -.
- Jula aveva fame. Ma stanno arrivando -. Jula è la seconda figlia di Niall e Claudia. Dopo che sono riusciti a fuggire da Roma, la donna non essendo in buone condizioni ha perso il bambino di Pompeo. Ma grazie al cielo lei ha mantenuto la promessa. Ha resistito. E adesso è viva. Ha creato una famiglia con Niall, l'amore della sua vita. Entrambi non potrebbero chiedere di meglio. In quel momento si volta per il piccolo urlo gioioso che sente e vede Jula che corre verso di loro, seguita da Claudia, che va decisamente più lenta. Non sarebbe comunque riuscita a star dietro a quell'urgano di quattro anni. - Anche io, papà! Anche io -. Niall si sporge in avanti e con il braccio libero tira su anche la bambina riccia, che subito gli stampa un bacio rumoroso. Niall incontra gli occhi di Claudia e non può fare a meno di sorridere. Niall vorrebbe poggiare la mano sul suo pancione quando è a un passo da lui, ma non ha proprio nessuna mano libera. Claudia risolve baciandolo sulle labbra. Non c'è bisogno di parole, si avvicinano al grosso albero di quercia alla fine della fattoria e si siedono a guardare il tramonto, come tutte le sere. I bambini si stancano subito e si mettono a giocare, mentre Niall e Claudia stanno tranquillamente accoccolati a bearsi della vista. Quel momento della giornata, è quello in cui Niall si ritrova a pensare a tutto, anche se in realtà il momento in cui racconta la sua storia (senza soffermarsi in particolari poco piacevoli, che ha già spiegato a sua moglie tempo fa, seguendo ogni singola cicatrice sul suo corpo) è quello che serve per far addormentare i suo figli, il momento della favola.
Lì, davanti al tramonto, Niall guarda in cielo e ringrazia i suoi dei, per tutto. Per ciò che ha adesso e prega affinché niente glielo porti via. Che quella felicità duri il più possibile. 
Niall viene tirato fuori dai meandri della sua mente da Claudia, che gli sta accarezzando il viso. - Sei con me? -.
Niall sorride dolcemente. - Per tutta la vita - risponde quasi automaticamente.
- Me lo prometti? -.
Niall sa che sua moglie è ormai consapevole del fatto che lui mantiene sempre le promesse che le fa. Ed è per quello che lei si aggrappa sempre fortemente, con tutta se stessa, a quelle parole, ancora più intense del loro 'ti amo'. - Promesso -.

  
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