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Autore: elizaveta    11/03/2017    3 recensioni
«I don't know what I want.»
«Well, that's not true. You want what everybody wants.»
«What? Mysterious stranger who has all the answers?»
«Well, let's just say I've been around a long time. I've learned a few things.»
«So, Damon, tell me. What is it that I want?»
«You want a love that consumes you. You want passion, and adventure, and even little danger.»
Genere: Sentimentale, Slice of life, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bonnie Bennett, Damon Salvatore, Elena Gilbert | Coppie: Damon/Elena
Note: Missing Moments, Otherverse | Avvertimenti: Spoiler!
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"I keep on fallin'
In and out love
With you
Sometimes I love you
Sometimes you make me blue
Sometimes I feel good
At times I feel used
Lovin' you darlin'
Makes me so confused

I keep on fallin'
In and out
Of love
With you
I never
Loved someone
The way that I
Love you

Oh, oh I've
Never felt this way
How do you give me so much pleasure
And cause me so much pain?
Just when I think
I've takin' more than would a fool
I start falling

Back in love with you

Now baby
I, I, I, I'm
Fallin'
I, I, I, I'm
Fallin'
Fall, fall, fallin'

I keep on fallin'
In and out
Of love
With you
I never

Loved someone 
The way that I
Love you."

* * * *

«I don't know what I want.»
«Well, that's not true. You want what everybody wants.»
«What? Mysterious stranger who has all the answers?»
«Well, let's just say I've been around a long time. I've learned a few things.»
«So, Damon, tell me. What is it that I want?»
«You want a love that consumes you. 
You want passion, and adventure, and even little danger.»

* * * *

La notte bruciava. Ardeva di un vento soffocante, con quella brezza gelida che fa accaldare le gote, colpite ripetutamente dalla freddezza dell'aria. La luna, alta nella pece, era distorta e sorvolata da uno schizzo di pittura, sfumato tra il bianco, l'argento e il grigio; colori deturparti dalle nuvole, immobili e quasi trasparenti di fianco ad essa.

Ma aguzzando lo sguardo, lì, verso l'orizzonte più impossibile da toccare, si poteva vedere la tonalità del rosso granato, tendente allo sfolgorio delle stelle. Esso era macchiato dal giallo oro, quello che offuscava gli occhi e quello privo dell'arancione di un'alba calda e rassicurante. E brillava, quel colore, con furore, con quella bellezza che scalciava e combatteva per uscire, per liberarsi dalle tenere tenebre che lo bloccavano, imprigionandolo.

La macchina sterzò, il rumore che ne seguì che fece sussultare. Il volante si mosse con lestezza, mentre il freddo entrava di soppiatto dai finestrini, tingendo le guance di un cremisi intenso. L'aria era fresca, tinta di una gradazione invernale, e serpeggiava tra l'ispido volto dell'umana, accarezzandola lì dove gli abiti non potevano coprirla.

«Hai freddo?» chiese, abbassando il volume della melodia, facendo fremere d'intensità la persona accanto.

Non guardandola, percepì il suo sguardo entrargli nelle viscere.

«Sì,» rispose, mormorando tra i denti, chiudendo e accavallando le gambe tra di loro. 
I capelli, estremamente lunghi, le ricaddero sulle mani, oscurandole il volto. I finestrini, subito dopo, si chiusero e il calore si propagò nell'abitacolo, riscaldando le membra.

Il guidatore accelerò, schiacciando il pedale con forza, a causa del fremito generato dalla ragazza, che lo scaturì fino nelle ossa. Strinse le mani sul volante, vedendo le nocche diventare bianche. Schiuse le labbra, cercando un appiglio nell'aria, ormai colma della fragranza dell'umana: verbena mista alle violette fiorite.

«Non dovresti essere qui con me,» aggiunse, con voce roca, guardandola dalla coda dell'occhio.

Poiché aveva accelerato, i capelli le erano caduti all'indietro e aveva potuto osservarla.

Era bellissima.

Folgorante nella luna, con la pelle diafana causata dalla sua luce argentata, mischiata a quell'alba focosa. La capigliatura scura, tetra, aggrovigliata dalla tempesta, risplendeva nella luce delle stelle, frementi anch'esse. Riusciva a vederle le labbra secche, lambite, continuamente, dalla lingua e morsicate, costantemente, dalla dentatura.

Gli occhi erano nascosti, sigillati dall'oscura penombra che aleggiava nell'auto, ma poteva immaginarne lo scintillio di vita, pieno di emozioni indefinite. Il respiro irregolare, il cuore palpitante, come non mai, insieme al movimento delle sue mani, frenetiche, scorticate dalla luna, lo agitavano e lo rendevano inquieto. Le sue gambe cozzavano tra di loro, così chiare e luminose da renderlo impulsivo.

Percepì il fiato della ragazza spezzarsi, incastrato nella laringe. «Dovevo vederti di persona, parlarti.»

Il vampiro sorrise, istintivamente, facendo voltare la macchina a destra. «Di Bonnie?»

Gli sembrò di vedere la sua figura avvicinarsi, respirando proprio sulla sua spalla, inconsapevole dell'attrazione febbricitante in quell'istante.

Era quasi fatale.

«No» sussurrò in un soffio grave, stuzzicato da una melodia asfissiante del violino. «Di noi,» continuò, allontanandosi, aumentando quell'elettricità ardente che vi era tra le loro anime.

Damon perse il sorriso e i suoi occhi si fecero scuri, quasi tentatori. La vide mentre si strofinava le mani, toccate da un'impercettibile tremolio di passione, screpolandole alla luce lunare più limpida.

«Capisco» sospirò l'immortale, stringendo le mani sul volante e fermando la macchina.

«Non-» il respiro di Elena si bloccò, appoggiandosi alla portiera.

Damon la vide chiudere gli occhi, mentre il battito del suo cuore si propagava nelle sue orecchie, riempiendo il silenzio che dominava all'interno dell'auto, ormai spenta.

«Cosa?» chiese con voce suadente, sbattendo le ciglia e afferrando il braccio della ragazza.

Il vampiro percepì quanto fosse accaldata, e come se il fuoco le stesse bruciando il corpo e le vene. La vide corrucciata, il volto sfregiato da espressioni che credeva di aver dimenticato per sempre. La fronte leggermente aggrottata, gli occhi persi, vacui nell'ombra e le labbra piegate tra di loro, sfioravano un pensiero che non la rendeva così agitata da tempo.

Da quando era umana.

Elena sbarrò appena gli occhi, sentendo il proprio cuore battere con foga. E di tale movimento se ne rese conto, sentendo il proprio sangue bollire all'interno del proprio corpo. Se ne rese conto quando toccando con le mani accaldate il finestrino, percepì il freddo dell'inverno, fin dentro le ossa. Se ne rese conto quando il suo respiro divenne corto, un respiro all'aria infreddolita dalla notte e dalla luna. Se ne rese conto quando sentì la propria cassa toracica fremere al tocco di Damon.

Si voltò, quindi, e lo guardò con i suoi profondi occhi da cerbiatta: e mostrò al vampiro quella consapevolezza che, momenti prima, credeva di aver posseduto ma non era stato altro che sabbia al vento, sfuggevole alle proprie mani. Proprio com'era stata lei alla morte: fugace.

Damon la vide rossa in volta e le labbra, schiuse, che chiedevano il contatto con altre. Egli rimase estasiato, quasi al punto di intrufolarsi, con la mano libera, tra la sua capigliatura ordinata ma scossa dai fremiti dell'emozione.

Il vampiro sorrise.

«Ho letto i diari» disse lei, scuotendo le ciglia da colori tetri, toccando con la propria mano quella di lui, che la stringeva a sé come se avesse paura di perderla ancora, ancora e ancora.

Damon strinse le labbra, sorridendo amaramente nel silenzio. Elena vide i suoi occhi brillare intensamente, la luce lunare che ne schierò le tonalità: azzurro fiordaliso, misto a un azzurro pastello e macchiato da un celeste raggiante.

«Eppure sei qui.» La sua mano lambì il suo collo, morbido, soffice e giovane.

Elena fremette sotto al suo tocco. «Perché dovevo parlarti.»

«L'hai già detto» fece notare lui, ampliando la curvatura del suo sorriso sulle sue labbra, il percorso delle sue mani che continuava a torturare la pelle tenera.

La ragazza parve presa contro piede e le dita del vampiro l'accarezzarono come se stessero percependo i tasti di un pianoforte: fragili, gentili, passionali.

«Devo-»

«Non ci sono doveri,» mormorò lui, avvicinandosi e facendo serrare il cuore dell'umana, «solo ciò che vuoi, che vogliamo.»

«E tu?» chiese lei, all'improvviso priva del rossore sparso per le gote, «e tu cosa vuoi?»

Damon fece cadere il proprio sguardo sulle labbra di Elena, mordendosi le proprie, e la sua amata vide i suoi occhi diventare piccoli e chiari, così minuscoli e accecanti da farle sentire, per tutto il corpo, un brivido di eccitazione e, nel profondo, di pericolo.

All'improvviso l'aria diventò bollente ed Elena paonazza: provava l'ardente desiderio di toccarlo, baciarlo e amarlo. Nel sangue. Nel dolore.

«Elena...» rantolò Damon, il mormorio che le fece pizzicare lo sguardo e il fiato, che diventò pressoché nullo.

Le dita dell'immortale erano ferme, lì, sulle labbra della ragazza e sentiva di possedere il potere di tenere il suo cuore nel proprio. E solamente il pensiero lo fece accapponare il corpo e il desiderio di tenerla tra le propria braccia, arrestando per sempre la distanza, offuscò la sua vista, appannandola al sentimento selvaggio, sfregiato da colori deturpati dalle fiamme.

Fu Elena, tuttavia, a muoversi per prima e fu Damon a stupirsi quando, nel calore più forte e ardente dell'aria, all'interno della macchina, fece appena a vedere la chioma scura muoversi con velocità e le sue labbra toccarono nuovamente quelle della ragazza.

Morbide, proprio come le ricordava. Soffici mentre le prendeva il volto tra le mani. Volutili quando rasentò la capigliatura folta, arricciandola. Fredde quando le aveva percepite appena. Ardenti quando si staccò, riprendendo fiato, avvinghiandosi di nuovo a lei e alla sua presenza. Dolci quando le assaporò l'apertura, con quel desiderio di toccarle l'anima con i baci. Fragili quando si rese conto che il suo cuore batteva in esse, palpitante e irrazionale. Frementi quando le morsicò impercettibilmente, lasciandola sospirare tra un bacio scoccato e un altro.

E per un istante, solamente per un secondo interminabile, fu come perdersi tra il tempo delle stelle, infiammanti di ricordi lucenti e macchiati dallo sfolgorio dei sentimenti.

«You must be Elena,» he said. «I'm Damon, Stefan's brother.»
[...]
«It was nice to meet you, Damon.»

Distaccandosi, respirandole sul viso, schiuse gli occhi e le scoccò un bacio sopra le labbra. Giunse poi sul naso, arrivando alle sue palpebre, accarezzandole sotto la luce delle stelle.

«I'm sorry.» She whispered, watching him. «You lost her too.» 

Le prese una ciocca di capelli, strofinandola sul dito e osservando i suoi occhi vibrare. Le labbra del vampiro baciarono la fronte dell'umana, racchiudendo in quel gesto tutta la gentilezza che possedeva.

«You are afraid of me!» Damon smiled, his eyes bright as stars at nightfall. 
«Stay away from me.» Elena's heart trembled, scared.

Le sue dita percorsero la sua gote, facendola rabbrividire e arrossire, ma, colpita dalla luce della notte, Damon vide un'espressione di gioia prendere forma sul suo volto e il cuore dell'umana accelerò di conseguenza.

«People die around you, how can not matter?» Elena asked, her voice full of anger. «It matters and you know it.»

Le labbra di Damon rilasciarono un casto e gentile bacio sulla guancia di Elena, sorridendo nella penombra della luna.

«Can I trust you?» He asked, his lips locked together. 
«Of course you can.» She answered.
[...]
«You have fooled me.» Damon's gaze was disappointed and his voice cold.

Elena aprì gli occhi, le ciglia frementi di sentimenti imprevedibili e puntò il proprio sguardo su quello del vampiro. E in esso vi era racchiuso ogni cosa che provava per lui: amore, fiducia, una completa onestà, qualcosa che andava al di là di qualsiasi emozione mai provata prima.

«I care about you, Damon» she started, squeezing his arms, «but I love Stefan and it's always gonna be Stefan!» 
[...]
«I hate him, Stefan.»

Damon sorrise impercettibilmente, pettinandole i capelli, intrufolandosi in essi. La baciò nuovamente, lo sguardo privo di malizia e pieno di passione. E lei ricambiò.

«You have lost me forever.»

Le mani di Elena racchiusero il volto del vampiro, stringendo la capigliatura con tale forza da farlo gemere, tra i sospiri racchiusi dei loro baci.

«I wasn't thinking. I didn't thinking.»
«It doesn't matter, Damon.»

Vorticò, con gli arti frementi, verso le guance di Damon, pizzicando quella pelle marmorea e imperturbabile al tempo. E ogni sua azione venne accolta dal sentimento.

«I love you, Elena» he said at last, looking at her. «And it's because I love you that... I can't be selfish with you. And why you can't know this. I don't deserve you... but my brother does.»

Si staccò, riprendendo il respiro, il cuore come una roccia impenetrabile, il mare che si scagliava pur sapendo di non poterla spezzare. Si riappropriò delle labbra di Damon, mentre i raggi lunari tremolavano nelle loro azioni.

«Be the better man, Damon.»

Le mani del vampiro l'accarezzarono con possessione, la toccarono con speranza, amore, perpetua ammirazione e, infine, la sfiorarono, sapendo, incondizionatamente, di meritarla.

«I will always choose you.» Damon said, completely honest.

«Per sempre,» annaspò lei nelle parole, tra i baci roventi dell'immortale, il calore che si propagava dalle mani fino alle mente, «è per sempre.»

«It's okay, I forgive you.» 
«But I love you, you should know that.» 
«I know.»

Elena mollò la presa sul vampiro, baciandogli le guance, gli occhi, vedendolo sorridere. «Per sempre, Damon.» 

«Where were you, Damon?»
«I promise you, I will never leave you again.»

Nei grovigli mischiati degli occhi di Damon, vide la macchia di una passione ormai a lei conosciuta, scoperta, non più segreta. Nei nodi del suo cuore non vide altro che lacci slacciati e lasciati al calpestare della terra, liberi difronte ogni nodo. E il vampiro curvò le labbra all'insù, dando visione di un'inarcatura sfuggente al tempo, imprevedibile nell'istante più caldo.

«I can't lose you.»
«You won't.»

«Per sempre.» Rispose lui di conseguenza, arrotolando i capelli dell'umana nelle sue dita. E vide come i suoi occhi divennero come un firmamento fremente di stelle luccicanti, così luminose da accecarlo e renderlo cieco. «Te l'ho promesso, e te lo prometto nuovamente.»  

«Promise me this is forever.»
«I promise.»   

Gli occhi brillanti di Elena diventarono schegge lunari e le sue braccia, così sottili nell'oscurità della notte, si strinsero attorno al collo del vampiro. Mentre serrò Damon in un tremolio impercettibile, le sue labbra si posarono sulla spalla di lui e si schiusero, sussurrando: «Ti amo.»

Si unirono, dunque, abbracciandosi e stringendosi tra di loro, sentendo i propri corpi combaciare l'uno con l'altra. E, dopo tanto tempo, si racchiusero in un momento così intenso, che fece provocare un pianto di gioia da parte dell'umana, che ne conseguì, dal vampiro, l'azione di baciarle le lacrime, in silenzio, al sorgere della luna accecante.

Stettero così, nell'imperturbabilità del mondo, sotto la luce delle stelle e dell'emozioni, baciandosi e abbracciandosi fino alla fine del tempo, sussurrando promesse d'amore e di vita, mormorando ti amo lambiti da un sentimento imprevedibile.

Promettendosi il per sempre.

«It's not just that she makes him a better person. She does but... he changes her too. Damon challenges her, surprises her. He makes her question her life, beliefs. Damon is either the best thing for her, or the worst.»  

FINE

* * * *

   
 
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