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Autore: E Kerstberg    12/03/2017    1 recensioni
Steve Fox.. Promettente pugile e partecipante del King of Iron Fist al quale manca una cosa: una famiglia. Così un giorno, con l'aiuto del doc. Bosconovitch, decide di ritornare indietro nel tempo assieme al suo amico nonché futuro zio Lee per risistemare le cose ma non sanno che i problemi sono sempre dietro l'angolo..
Genere: Avventura, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lee Chaolan, Nina Williams, Paul Phoenix, Steve Fox
Note: AU, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Un giovane ragazzo era appena uscito da un taxi che l’aveva accompagnato all’Hotel United Kingdom quando all’improvviso i due uomini vestiti in nero estrassero dalla loro tasca le pistole pronti a colpire ma all’improvviso due colpi veloci quasi impercettibili all’orecchio umano centrarono in testa i due sicari; l’uomo si girò e ad un tratto si ritrovò in un luogo completamente al buio con una donna bionda vestita di una tuta viola che lasciava spazio all’immaginazione che gli puntava una pistola nella sua direzione. Il ragazzo la guardò e lei senza battere ciglio gli disse “Hai un’appuntamento con la morte” e, prima che lui potesse dire qualcosa, gli sparò in pieno petto facendolo scivolare nel freddo abbraccio della signora nera.

“Aaaah!” gridò il ragazzo svegliandosi di soprassalto e d’istinto portò una mano al petto. Nessun bossolo.. “Era solo un sogno.. Un brutto, stramaledettissimo sogno!” pensò tra sé e sé il ragazzo gettandosi di botto sul letto cercando di ritrovare il sonno perduto ma invano; troppi pensieri gli affollavano la testa e quell’invito al settimo King of Iron Fist non faceva che migliorare le cose.
Ad un tratto, si alzò e guardò la sveglia. Erano le 9 in punto. Diavolo, e ora chi l’avrebbe sentito Nicolas? Pensò tra sé e sé mentre si vestiva frettolosamente e, una volta presa la sua Ducati, si recò alla volta del campus di Harvard dove il suo collega lo stava aspettando.
“Ehi, dormiglione, ti aspettavo alle 8.30..” “Sì, lo so scusa..” disse discolpandosi Steve per il ritardo sedendosi al tavolo mentre attaccava alla sedia la sua tracolla di pelle, un regalo di Lee per la sua ammissione ad Harvard. “Ti ho ordinato il solito matcha cappuccino con i biscotti mentre ti aspettavo” “Ti ringrazio” “Hai una brutta cera, cos’hai?” Steve era nervoso ultimamente: tra gli allenamenti di 4 ore, le gare che si accavallavano con i suoi impegni di studio e ora anche il Tekken.. stava davvero per perdere il controllo di tutto.
“Di nuovo quel sogno, vero?” chiese Nicolas con aria indagatrice “Sì, ti giuro non riesco a non pensarci..” “Ti capisco..” Steve posò delicatamente la tazza di matcha e gli disse abbastanza contrariato “No, Nik, non puoi capirmi.. Tu sei nato in una famiglia dove sapevi chi erano i tuoi genitori i quali erano sempre lì per te, io non ho avuto tutto questo. Ho avuto, scusa le parole, un’infanzia di merda nonostante ho incontrato persone che mi hanno voluto bene come i miei genitori adottivi e solo due anni fa ho scoperto tramite un torneo di arti marziali che mia madre, la mia vera madre, è un’assassina con un complesso di perdita a memoria a breve termine dovuto a un fottuto esperimento dal quale sono uscito io e non so chi sia mio padre.” Nicolas, sorpreso dall’uscita del suo amico, disse infine “Scusa, hai ragione. A volte penso davvero di capirti come amico ma ci sono delle volte in cui sembra che non ti conosca fino in fondo come vorrei..” “Scusa per l’uscita” “Ma dai, smettila.. Capita a tutti una giornata no, ti pare?” “Sì” disse infine Steve sorseggiando il matcha. Nic era davvero un grande amico, non l’avrebbe scambiato neanche per tutto l’oro del mondo. “Comunque, sono riuscito ad avere il suo numero sai…” “Di chi? Di quella ragazza dell’Accademia che ti piace tanto?” “No, stupidone, di Cassie..” A quelle parole, sputò il contenuto del cappuccino quasi addosso al suo amico. “Cassie? Quella Cassie?” “Sì quella ragazza che ti piace tanto..” Steve arrossì. Dio come aveva fatto a capirlo? Pensò tra sé e sé. “Ah, no, non è come pensi..” Nick rise “Ahhahaha, già certo, come se non si notasse. Sono giorni che non fai che parlarne.. Cassie qui, Cassie là, mica sono rincoglionito. Secondo me tu hai un debole per le donne che ti mandano al tappeto..” aggiunse infine facendogli rammentare il suo incontro con quella ragazza: era davvero bella. Bionda, alta e slanciata ma veramente una bomba nel mandare al tappeto gli avversari incluso lui che non aveva mai perso un combattimento contro una ragazza; ma c’era un qualcosa in lei che lo affascinava.. Forse perché era una delle più brillanti del suo corso? O forse perché viveva una vita avventurosa? Voleva tanto che lei lo notasse e rammentò le sue parole di quel giorno “Niente male per un’atleta del Tekken”. Mentre Steve era perso nei suoi pensieri pensando a come chiederle di uscire con lui, il grande orologio dell’università suonò le 10 in punto; i due ragazzi pagato il loro piccolo break, corsero in fretta e furia dentro all’aula per la lezione di Diritto internazionale. E chi l’avrebbe sentito il professor Patmore se fossero arrivati in ritardo?


Finita la giornata all’università con sei ore di lezioni estenuanti, Steve e Nicolas si diressero al Xiao Long Dojo dove lo stavano aspettando i suoi amici; una volta entrati un uomo di circa 50 anni li salutò “Ehi, era ora che arrivaste..” “Scusa Marshall, c’era traffico..” “Ah, andate tranquilli, forza su che iniziamo a riscaldarci” disse infine. L’uomo che rispondeva al nome di Marshall Law era uno dei veterani del King of Iron Fist e usava la sua notorietà per fare colpo non solo sugli studenti nuovi che arrivavano al suo dojo ma anche alle signore nonostante fosse sposato da anni con una donna gelosa delle sue scappatelle; Steve si guardò attorno. Sentiva che mancava qualcuno ma mentre lo pensava, sentì il rombo di una moto arrivare; mentre si riscaldavano, un uomo vestito con gi rosso fiammante e dallo strano taglio di capelli entrò visibilmente ubriaco barcollando.
“Buonasera gente.. hic” “Paul, sei di nuovo ubriaco eh?” chiese Marshall “Vuoi che ti porto qualcosa?” “Sì, datemi quell’orso stupido che lo massacro..” disse mimando una serie di colpi ma perse l’equilibrio e cadde come un sacco di patate sul parquet del dojo addormentandosi di botto. Dopo circa due ore, si riprese “Ohi,ohi, dove sono?” “Sei nel tuo appartamento Paul, eri parecchio ubriaco” “Ah, sì? Diamine..” disse cercando di alzarsi “Dove stai andando?” “Voglio andare a combattere!” “No, stai fermo. Ti stai riprendendo da una sbronza e tutto quello che vuoi fare ora è combattere?” “Sì, diamine!” disse buttandosi sul letto ed iniziò a piangere. Steve non voleva vedere il suo amico così ridotto, sapeva che al King of Iron Fist non aveva fatto una bella figura ma poteva riprendersi. “Sono finito, sono solo un essere inutile” “No, non vederla così dai”.
Una volta asciugate le lacrime, Paul iniziò a raccontare “Sai, un tempo io non ero così. Ero uno dei più forti lottatori del King of Iron Fist e tutto quello che so fare ora è lottare contro un orso” “Le cose possono cambiare sai. Pensa positivo” “E come? Io nella mia vita ho perso tutto persino la mia dignità. L’unica cosa che mi è rimasta è lottare, ma credimi oramai sono stanco. Stanco di tutto questo; non mi sono mai sposato e dio santo, vorrei non aver mai chiesto a tua madre di uscire con me..” “Davvero le chiedesti di uscire?” “Sì, di mezzo c’era una stupida scommessa. Se fossi arrivato imbattuto al II King of Iron Fist, sarebbe uscita con me. Tze, come se fosse possibile che una bellissima donna come lei stesse con un idiota come me. E poi lei ora ha il ragazzino da coccolare, chissà quante volte lo ha servito per bene..” “Smettila, ora! E’ la sbronza che chiacchiera!” “Sei sicuro, Steve?” disse serio Paul inarcando un sopracciglio “Quante volte li hai visti insieme mano nella mano?” Steve sapeva che ora sua madre era diventata la guardia del corpo di Jin Kazama, ma mai avrebbe immaginato che potesse avere una relazione con lui anche se questa teoria era rafforzata dalla gelosia di Paul e dall’attaccamento morboso di Xiaoyu per Kazama. Davanti a se’ non vedeva più quel mito di lottatore quale è stato Paul Phoenix, l’unico capace di mettere i bastoni tra le ruote a Kazuya Mishima il quale a sua volta lo considerava un vero rivale pari a lui ma da anni ridotto allo stato di uno scherzo della natura rovinato anche da uno stile di vita malsano trascinato da Marshall anni addietro.
Assicuratosi che si fosse addormentato, all’indomani della partenza telefonò alle uniche persone al mondo che gli avrebbero dato una mano con questo fardello che si ritrovava tra le mani “Zia, ciao sono io.. Mi potresti dare una mano per favore?”.

Niente sarebbe stato più come prima.



Primo capitolo scritto dopo una lunga pausa, scusandomi per il ritardo ma ultimamente sono pieno d'impegni legati all'università che mi lasciano poco tempo per rilassarmi. Chi è la famigerata Cassie di qui Steve ha una cotta? Riuscirà il nostro amato boxer a risollevare il suo caro amico? Restate collegati con il prossimo capitolo.
A presto,
E. Kerstberg

 
   
 
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