Anime & Manga > Binan Kōkō Chikyū Bōei-bu Love!
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Autore: BeJames    14/03/2017    1 recensioni
Mancano due mesi al diploma dei ragazzi del terzo anno e il Club di Difesa è deciso più che mai a sfruttarli al meglio, insieme al Consiglio Studentesco e ai gemelli Beppu.
Ma una nuova minaccia bussa alla loro porta: tre nuove nemiche si presentano di fronte ai Battle Lovers, decise a sconfiggerli una volta per tutte. Tra di loro c'è Akane, vecchia amica d'infanzia di Ryuu, che farà di tutto per riprendersi il ragazzo di cui è innamorata ed eliminare la persona responsabile di averglielo sottratto: Io.
Riusciranno i Battle Lovers a superare questa crisi?
[IoRyuu] [EnAtsu]
Genere: Angst, Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: En Yufuin, Io Naruko, Nuovo personaggio, Ryuu Zaou
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 12

 

Pianeta $!*@#, cinquecento anni prima.

 

«Vesta...». Sulfur indietreggiò, fissando gli occhi scuri e vuoti del compagno. «Vesta, ti prego… Torna in te!».
«Non ho più intenzione di tornare indietro, Sulfur», rispose il primo battle lover del fuoco, estraendo una grossa spada rosata dal fodero. «E' il momento di farla finita».

 

«Vi siete mai chiesti da dove vengono i vostri poteri?».
«Da questi cosi, no?», disse En, mostrando il braccialetto che portava al polso.
Wombat annuì: «E' vero, Yufuin-san, ma quello che non sapete è che quei bracciali hanno un'origine ben precisa. Non sono strumenti creati grazie alla semplice tecnologia aliena, come vi ho sempre lasciato credere… Sono stati forgiati grazie ai poteri dei primi eredi al trono dell'amore».
«I primi?», ripeté Atsushi.
«Sì. Fin dai tempi antichi della nostra galassia c'è sempre stato chi faceva dell'odio la propria arma e voi battle lovers siete sempre esistiti per opporvi a questi individui; cinquecento anni fa, sul mio pianeta, sono stati creati dal nulla i primi cinque umani incaricati di lottare per l'amore e difenderlo».
Io spalancò gli occhi, allibito: «Creati… Dal nulla?».

 

Chantico osservò con interesse i cinque umani di fronte a lei, in piedi immobili in uno stato di trance; accanto a lei, Egeria e Amaterasu fissavano a loro volta i risultati del loro duro lavoro. Degli esseri tanto perfetti non potevano essere che una loro creazione: erano bellissimi e - ne erano tutte e tre piuttosto sicure - dovevano essere anche molto potenti.
«E' arrivato il momento di risvegliarli», disse Egeria, poggiando lo scettro blu oceano a terra.
«Sono d'accordo, o lo splendido lavoro che abbiamo fatto come protettrici di questo universo finirà per essere vano», concordò Amaterasu. «Procedi pure, Chantico».
La dea del fuoco, la cui forza dell'elemento risiedeva nei capelli rosso fiamma, si avvicinò ai cinque umani ed iniziò a sfiorarli leggermente.
«Tu sarai la luce, Scarlett. Svegliati», disse sfiorando il più minuto dei cinque e permettendogli di aprire gli occhi.
«Cerulean, i tuoi occhi avranno la stessa trasparenza dell'acqua. Svegliati», continuò, toccando la spalla al ragazzo dai capelli color mare, destandol0.
«Epinard, l'aria sarà il tuo elemento. Svegliati». Di nuovo, toccò la spalla al ragazzo che dei cinque sembrava il più riflessivo, che aprì gli occhi color smeraldo.
«Controllerai la terra senza venirne schiacciato, Sulfur», disse al penultimo ragazzo, che aveva dei bellissimi capelli color oro simili al metallo prezioso.
Infine, la dea giunse di fronte all'umano che avrebbe ereditato il suo stesso potere e si fermò un attimo ad osservarlo: aveva dei lunghi capelli color ciliegio e sembrava piuttosto minuto, dai lineamenti quasi femminili. Gli sfiorò la spalla: «Sei stato benedetto col dono del fuoco. Svegliati...».
Il ragazzo aprì gli occhi e Chantico si specchiò nelle sue iridi color fiamma, rimanendone folgorata; lo fissò rapita e sentì le guance arrossire, mentre un dolce sorriso le si disegnava in viso.
«...Vesta».

 

«E così, le tre dee protettrici dell'universo crearono la primissima generazione di Battle Lovers, che sarebbe dovuta essere unica e immortale».
«Le tre dee protettrici?», si intromise Yumoto.
«Sì. Molti secoli or sono tutto l'universo era protetto da tre dee potentissime: Egeria, dea dell'acqua; Amaterasu, dea della luce; Chantico, dea del fuoco», spiegò il piccolo vombato. «Erano tre esseri superiori ed eterei, privi di qualsiasi sentimento negativo… Almeno finché non incontrarono degli umani. Sebbene gli eredi fossero stati creati da loro e dotati di poteri straordinari, erano pur sempre uomini e quindi soggetti alle imperfezioni che vi caratterizzano. E, tuttavia...».
Wombat guardò i quattro ragazzi che lo stavano ascoltando con gli occhi lucidi.
«...Furono proprio quelle imperfezioni a renderli così speciali».

 

«Love is over!». Scarlett agitò la propria arma verso terra, come era solito fare sempre a fine battaglia.
«Ti abbiamo già ripetuto centinaia di volte che non è così!», lo rimbeccarono gli altri quattro in coro, sospirando poi di fronte alla testardaggine del loro leader.
«Anche oggi la solita storia», si lamentò Cerulean, mentre facevano ritorno al Sacro Tempio che chiamavano casa. «Appare un avernale e noi lo purifichiamo, appare un altro avernale e lo purifichiamo di nuovo… Sono annoiato».
«Cerulean», lo richiamò affettuosamente Epinard. «E' il nostro scopo, ciò per cui siamo stati creati… Cosa dovremmo fare, se non questo?».
«Già… Anche se non riceviamo mai nessuna ricompensa», sbuffò Sulfur, incrociando le braccia.
Scarlett arrivò alle spalle di Cerulean ed Epinard, stringendoli con forza. «Finché saremo tutti insieme a me non importa cosa facciamo! Perché io vi voglio bene, ragazzi, e voglio stare seeempre con voi!».
«Sembra quasi una minaccia», commentò Cerulean, scatenando le risate di tutti.
La risata di Vesta dominò su quella degli altri come era solita fare, attirando l'attenzione di Sulfur.
«Finalmente ti fai sentire», gli disse, sorridendogli. «E' tutto il giorno che stai zitto».
Vesta gli sorrise a sua volta. «Hai ragione, scusa… Sono un po' stanco. Chantico-sama mi sta facendo ravvivare la fiamma del Tempio praticamente tutti i giorni da qualche settimana a questa parte».
L'amico corrucciò la fronte: «Sì, ci ho fatto caso… E' molto strano, non capisco cosa le prenda, lo ha sempre fatto lei».
Il rosa fece spallucce. «Avrà le sue ragioni. Dobbiamo fidarci di loro».
«Suppongo che tu abbia ragione… Cerca di non strapazzarti troppo, ok?».
Vesta si lasciò scappare una risata e lo colpì appena al petto con un pugno: «Come desidera, grande capo».
«Vesta-sama! Vesta-sama!». Una delle piccole ninfe del tempio interruppe la loro conversazione, tirando un lembo dell'abito di Vesta per attirare l'attenzione. «Chantico-dono vi vuole immediatamente nella sala della fiamma. Siete pregato di seguirmi, Vesta-sama».
Il battle lover del fuoco sbuffò, facendo un cenno di saluto ai suoi compagni: «Il dovere mi chiama… A più tardi!».
Sulfur lo seguì con lo sguardo mentre si allontanava insieme alla ninfa, socchiudendo gli occhi in due piccole fessure.

 

Io sentì una piccola stretta alla bocca dello stomaco, come se le emozioni del proprio predecessore si stessero riversando su di lui. «Wombat… Non vorrai dirci che...».
«Sì, Naruko-san», rispose l'animaletto. «Chantico cadde vittima delle emozioni umane e si innamorò di Vesta, perdendo il suo atteggiamento divino».
I ragazzi rimasero in silenzio e continuarono a guardarsi; nessuno parlava, ma sapevano benissimo tutti dove il discorso di Wombat li stava portando: l'ossessione di Chantico per Vesta somigliava moltissimo a quella che Akane Hanabi aveva per Ryuu.
«Quello che prima era un semplice espediente per passare del tempo sola con il ragazzo, presto divenne per Chantico una vera e propria ossessione; iniziò a chiamarlo per quel rituale tutti i giorni, aumentando sempre di più i tempi e allontanandolo progressivamente dai suoi compagni… Alla fine, Vesta fu costretto a rimanere perennemente al tempio con la dea».
«Costretto?!», scattò Io, saltando in piedi. «Ma com'è possibile?! Ci stai dicendo che i primi battle lovers dovevano obbedire ad ogni singolo ordine di quelle dee?!».
«Purtroppo sì: erano state loro a dargli la vita e, allo stesso modo, potevano decidere la fine della loro esistenza da un momento all'altro… Vesta non aveva altra scelta se non obbedire al volere della sua padrona».

 

«Vesta-chan non verrà neanche oggi, vero?», sospirò Scarlett, fissando in direzione del Tempio.
Cerulean scosse la testa: «Temo di no… Chantico-sama sembra non aver intenzione di lasciarlo andare».
Sulfur strinse i pugni con forza,sbattendo un piede a terra con rabbia e formando una crepa nel terreno: «Che idiozie! Non posso più accettare questa situazione!».
Epinard gli posò una mano sulla spalla, cercando di calmarlo. «Calmati, Sulfur, ti prego… Lo sai anche tu che non ha scelta».
«Lo so… E' proprio per questo che non posso accettarlo! Vesta non è il suo giocattolo!».
«Sappiamo quello che provi», gli disse il verde. «E anche noi ci sentiamo allo stesso modo, ma non possiamo fare nulla per ora. Rischieremmo solo di mettere la sua vita in pericolo».
Sulfur annuì, fissando insistentemente verso il tempio nella speranza di scorgere i capelli color ciliegio di Vesta.
Dalla sua prigione il battle lover del fuoco osservava i suoi compagni partire per una nuova missione, di nuovo senza di lui. «Chantico-sama...», sussurrò, con le lacrime agli occhi. «Lasciatemi andare, vi prego… Sarò di ritorno presto, ve lo prometto!».
La dea gli sorrise, scuotendo la testa: «Mi dispiace, ma non posso assecondare la tua richiesta». Gli abbracciò la schiena, cercando di calmare i singhiozzi che lei stessa aveva provocato.
«Ti amo troppo per lasciarti libero, mio piccolo e prezioso Vesta».

 

Io sbatté un pugno sul tavolo, facendo sussultare tutti. «Ma è assurdo! Quella donna gli ha tolto ogni libertà! Non posso credere che gli altri siano rimasti a guardare con le mani in mano!».
Atsushi abbassò lo sguardo, stringendosi le maniche del maglione per scaricare il nervoso: non aveva mai visto Io così arrabbiato, e non poteva che comprenderlo.
Wombat sospirò, poi tornò a raccontare: «In realtà, non passò molto tempo da quando i Battle Lovers decisero di agire: avevano scoperto che sulla Terra vivevano altri esseri umani come loro, così decisero di aspettare il momento perfetto per salvare Vesta e scappare. Quando arrivò il giorno deciso, Sulfur fu incaricato di recuperare Vesta dal Tempio… Ma, purtroppo, Chantico li scoprì e così il loro piano. Iniziò inevitabilmente una battaglia spietata tra i Battle Lovers e le dee che li avevano creati».
I ragazzi rimasero per qualche attimo in silenzio, poi En si fece avanti, tremendamente serio: «Continua Wombat, per favore».
«Ovviamente, fu un massacro a senso unico: Cerulean ed Epinard furono i primi a cadere nel tentativo di proteggere Scarlett. Ma non fu la loro, la fine peggiore...».

 

«Vesta...».
Era stato un attimo: Chantico l'aveva colpito con il suo potere e lui non era più stato lo stesso. Gli occhi che fino a qualche attimo prima lo guardavano pieni di speranza, ora avevano solo odio.
«Che cosa gli hai fatto?!», ringhiò il battle lover in direzione della dea, che sorrise compiaciuta.
«Questo è quello che si ottiene a cercare di tradirmi. Uccidilo, Vesta».
«Sì, mia signora».
Vesta avanzò verso di lui a spada sguainata e Sulfur capì che non c'era più nulla da fare; lasciò cadere la sua arma a terra e aspettò che il suo amico finisse il lavoro. La spada gli trapassò il torace, eppure lui fu sicuro di non sentire dolore: si accasciò sull'amico e sentì le sue lacrime bagnargli la nuca.
«Non è colpa tua», gli sussurrò, sorridendo appena. «Sorridi… Vesta».
Vesta osservò con orrore il corpo di Sulfur cadere a terra senza vita, e allora capì: capì che Chantico l'aveva controllato, e soprattutto capì che era stato lui a togliere la vita alla persona che più amava al mondo.
Cadde in ginocchio in parte a lui ed iniziò ad urlare, sentendo pian piano che le fiamme stavano avvolgendo tutto ciò che era rimasto di vivo intorno a loro.

 

I ragazzi rimasero allibiti in silenzio.
Wombat si schiarì un'ultima volta la voce e cercò di continuare: «Dopo essersi conto di quello che aveva fatto, Vesta perse completamente il controllo dei suoi poteri: sprigionò quelle fiamme che Chantico aveva potenziato fino allo sfinimento e ridusse tutto in cenere… Il suo corpo, il corpo senza vita di Sulfur, il Sacro Tempio e la dea stessa. Quando videro la triste fine toccata alla sorella, Egeria ed Amaterasu, straziate dal dolore, si trasformarono in emozioni negative e scomparvero per sempre. Rimasto solo, Scarlett decise di compiere un ultimo gesto per far sì che una cosa del genere non si ripetesse mai più: recuperò le pietre con cui erano stati creati contenti le essenza del loro potere e, sacrificando la sua vita, creò i cuori che avete nei braccialetti. Scarlett non voleva che il loro sacrificio fosse mai dimenticato, per questo decise di dare la possibilità ad altri umani di diventare Battle Lovers… Ed ecco, come siamo arrivati fino a voi. Da quei tempi antichi si sono susseguite moltissime generazioni di Battle Lovers e voi siete la più recente».
Yumoto si portò una mano al petto e strinse la maglia a livello del cuore. «Non posso credere che ai primi Battle Lovers sia toccata una fine tanto ingiusta...».
Wombat sospirò: «Avete capito come mai vi ho raccontato questa storia, vero?».
I ragazzi annuirono e Atsushi parlò: «Akane Hanabi vuole ripetere ciò che è successo tra Chantico, Sulfur e Vesta, giusto?».
«Temo di sì…».
«Come si può essere tanto pazzi?!», sbottò En. «Non sa che fine è toccata alla stessa Chantico?!».
«Probabilmente sì, ma avrà la presunzione di riuscire ad evitarla e tenere Zaou-san tutto per sé… L'aliena che ha in custodia quelle ragazze è una fanatica della leggenda e delle tre dee. E' probabile che il loro obiettivo finale sia sottomettere la terra ed imporre il loro dominio creando una sottospecie di dittatura… Zaou-san deve essere solo un desiderio di Akane».
«Un capriccio», lo corresse Atsushi.
«Un capriccio che le potrebbe costare molto caro… Se hanno incrementato in qualche modo il potere di Vesta per riuscire a renderlo simile all'originale e manipolargli la mente, potrebbe esplodere da un momento all'altro».
Io, che era rimasto in silenzio fino a quel momento, ebbe un sussulto.
«...E la vita di Zaou-san sarebbe inevitabilmente in pericolo, non solo l'incolumità delle persone vicine».
Io si mise in piedi di scatto, sentendo gli occhi dei suoi compagni su di lui; si asciugò velocemente le lacrime con la manica del maglione e annuì con decisione.
«Io non sono Sulfur e Ryuu non è Vesta… Non andrà come cinquecento anni fa. Andremo a riprenderci Ryuu e salveremo tutti, costi quel che costi!».
Atsushi, En e Yumoto si guardarono per qualche attimo, per poi annuire all'unisono, facendo finalmente sorridere Io.
Wombat li guardò e ne fu terribilmente fiero: di tutte quelle che aveva guidato lui, quella era sicuramente la generazione di Battle Lovers migliore. 

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*NdA*: eccomiiii! Non sono morta, ero solo stata risucchiata dalla sessione invernale e dal nuovo orario delle lezioni xD E in più questo capitolo è lunghissimo e incasinato - devo ammetterlo - quindi, ehm... Insomma, se avete dubbi o perplessità chiedete pure! :3 Nel caso foste curiose, così è come mi sono immaginata le uniformi dei primi Battle Lovers:

http://www.imagebam.com/image/94e9c1538209056 --> Scarlett

http://www.imagebam.com/image/8ba194538209070 --> Cerulean ed Epinard 

http://www.imagebam.com/image/3c058c538209088 --> Sulfur e Vesta 

   
 
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