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Autore: mellybelly123    14/03/2017    1 recensioni
Una ragazza con un grande sogno, che percorre con tenacia la sua strada per realizzarlo. E su quella strada incontrerà lui, un dio chirurgo dagli occhi verde prato che travolgerà la sua vita. Ma chi sa che alla fine non sarà proprio la vita di certezze di MDBrown a essere stravolta dalla dolcezza di Margaret.
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Universitario
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Ciao a tutti! Questa è la mia prima storia e diciamo che io stessa non ho grandi aspettative. Ho letto molte storie e così un giorno ho deciso di provare. Spero di non annoiarvi troppo! 
Buona lettura :)

Capitolo 1

7.58

Merda.

Mantieni la calma, arriverai in tempo. Cavolo ma perché le mie gambe sono così lente? E accelera!!

7.59

Corridoio infinito, esimio bastardo. Proprio l'ultima aula in fondo a sto corridoio in questo edificio dimenticato da Dio doveva essere l'appello?!

Dio, non mi farà mai fare l'esame. Sono nella merda.

8.00

Merda.

“Mc Lean?”

“Presente”

100 teste che si girano. Nemmeno fosse la prima volta che vedono una porta aprirsi.

“Buongiorno, mi scusi professore, so che ha già iniziato con l'appello ma potrei, per favore, sostenere l'esame?”

Dio, che faccia del cazzo. Mi sta letteralmente guardando come se fossi la cosa più ripugnante sulla faccia della terra. Mi uccide.

“…. e lei è?”

“Margaret Mc Murry”

Il Professor Uberth ha quella capacità di fissarti soppesando ogni secondo che spende per dedicarlo a te, nullità assoluta, facendoti pesare il solo fatto che ti stia rivolgendo uno sguardo, senza lasciar trasparire il minimo accenno di quello che sta pensando di te. E' una cosa non da tutti, solo chi appartiene al club degli stronzi decorati, acquisisce questa particolare facoltà. Mi chiedo solo come non abbiano ancora pensato di inserire una spiegazione del fenomeno in un libro di fisiologia, avrebbe senza dubbio apportato un po' di gioia in quell'esame da trasfusione.

“Bhè Miss, oggi è il suo giorno fortunato. A quanto pare stavo giusto per chiamare Mc Murry. Prego, si accomodi. Sarà una bella chiacchierata”.

Questa è una gigantesca e fottutissima minaccia.

Che stronzo. E' uno stronzo. Ma è anche un genio. Avrà 105 anni ma quando prende in mano un bisturi lui, non ce n'è per nessuno. E' il mio eroe e io voglio diventare la sua controfigura femminile. Lo voglio più di ogni altra cosa al mondo e giuro sulla cosa più bella che c'è che farò tutto il possibile per riuscirci. E fanculo il maschilismo e tutti quelli che ti dicono “Margaret sei una donna, quando vorrai avere dei figli, una famiglia, come farai? La vita da chirurgo è difficile, vivrai in un ospedale. Lascia stare, quel mondo è per gli uomini. Perchè non fai la dermatologa? La mia amica mi raccontava l'altro ieri che è stata da……..”

Ma vaffanculo. Mi chiedo quale decerebrato sia in grado di paragonare dermatologia a chirurgia generale! Stiamo seriamente mettendo a confronto pustole e bubboni con l'altissima arte del bisturi?! La chirurgia è poesia e romanzo, è odi et amo, è l'adrenalina che scorre nella leggerezza di un tocco, è l'attimo e l'infinito. Lla chirurgia è il mio sogno, la mia vita, il mio ossigeno. E nemmeno questo stronzo riuscirà a fermarmi.

Le ultime parole famose.

Se il professor Uberth è un sadico dispensatore di bocciature (“fa schifo e non sarà mai un chirurgo. Buona giornata e arrivederci”), non è nulla in confronto alla sua reincarnazione, più giovane (e ahimè gran figa): il grande prodigio dottor Matthew David Brown.

28 anni di pura intelligenza ed arroganza. Di quelli che sono Dio, sanno di essere Dio e si atteggiano come qualcosa che potrebbe stare pure al di sopra di Dio.

Nessun chirurgo neo specializzato si sognerebbe mai di stare seduto su quella seggiola, dalla quale mi guarda con disprezzo, odio e malignità, ma lui è il grande prodigio dottor MDBrown e su quella seggiola ci si siede con fierezza e bastardaggine dal secondo anno di specializzazione. Praticamente è un miracolo vivente. E lui lo sa.

Credo davvero che se non fosse così infinitamente stronzo mi sarei gia perdutamente innamorata di lui. Certo non che sia difficile quando nasci 186 cm di altezza, con due spalle pronte a sorreggere tutto il mondo, gli occhi verdi come il prato a primavera, le labbra carnose che Dio solo sa cosa farebbe qualsiasi donna sulla Terra per essere quella penna in questo momento. E i suoi capelli, castano cioccolato con riflessi più biondi ma che se vogliono possono essere neri come la pece. E le sue mani. Potrei innamorarmi di lui solo per quelle mani, che aprono, cuciono, salvano. E tu vorresti solo toccarle per l'ebrezza di sentire se sono vere o sono un regalo che Dio in persona gli ha donato perché lui è MDBrown. E MDBrown è un grandissimo, stratosferico stronzo.

“La interrogo io la signorina Mc Murry, prego si accomodi Miss”.

È estremamente difficile riuscire a destabilizzarmi con una frase di 10 parole, ma chissà perché, lui ci è riuscito. È stato in grado di farmi saltare un battino al “la interrogo io” e di farmi morire con quel modo sensuale e bastardo di pronunciare “Signorina Mc Murry” per poi farmi incazzare come una iena con quel “Miss”. Miss ci chiami le tue cagnoline. E così mi ci chiama solo Uberth. Lui può, lui può tutto.

Mi alzo con le facce di tutti gli studenti puntati (ma questi non devono pensare a studiare? Tanto manco voi sapete niente infami) e sono quasi certa di sentire la lama che si affila dall'altro lato della cattedra. Mi boccia, ohh se mi boccia. E mi offende, Dio se mi offende.

“Bene Miss – ti ammazzo stanotte fosse l'ultima cosa che faccio- per fortuna non ci ha messo lo stesso tempo con cui ha raggiunto l'aula per arrivare alla cattedra”. Risata. Ma che cazzo ti ridi, idiota?

“Ma lasciamo stare, se il Professore è stato così magnanimo da darle questa enorme possibilità, non vedo perché dovrei interferire”. Ecco infatti, fatti gli stracazzi tuoi e fammi una domanda.

“Certo, la puntualità è la prima caratteristica base di un chirurgo, la precisione nella vita è tutto. E' ben evidente che questa non è la vita che desidera pertanto non mi dilungherò oltre”.

Che stronzo all'infinito più infinito.

“M-mi dispiace molto. Mi rendo conto. Ho trovato solo molto traffico ma questa non è assolutamente una giustificazione.”

“Ah no Miss, io non mi riferivo a quel particolare, benchè di certo non la aiuti. Io parlavo della macchia di inchiostro che ha sulla punta del naso. L' esame di chirurgia non si prepara studiando tutta la notte prima dell'esame”.

BAM. Porca paletta. Porca paletta assassina.

Decido di non iniziare a strofinare il naso come Ron Weasley sul treno per Hogwarts e continuo composta sul mio posto. Non gliela darò vinta. Nemmeno con una macchia di inchiostro sul naso. Soprattutto con una macchia di inchiostro sul naso.

E quindi siamo qui, che ci fissiamo con un odio celato in un candido sorriso che incontra il gelo nei suoi occhi spaziali che improvvisamente si sono fatti di un verde scuro, tetro e fottutamente pericoloso. Non sono sicuro che ci sia della sorpresa nella sua espressione o solo semplicemente disprezzo.

“Bene. Direi che possiamo iniziare e che lei mi può parlare ricostruzione della continuità gastro-intestinale dopo sub total gastrectomy”

Un bel respiro. Si va in scena baby.

“Certo. Innanzi tutto abbiamo tre tipi di ricostruzione: la ricostruzione secondo Billroth I, Billroth II e la ricostruzione con Ansa alla Roux...”

La mia mente non si ferma, sono un fiume in piena di parole, un flusso di conoscenza. Mi dispiace per te, carissimo stronzo ma mi hai appena chiesto il mio argomento preferito.

E lui lo sa che queste cose le so per davvero e che l'esame di chirurgia non l'ho preparato stanotte. Lo sa perché c'è tutto l'entusiasmo del mondo quando racconto di come si effettuano le procedure, perché è lo stesso entusiasmo che brillava nei miei occhi quando quelle procedure le vedevo su un tavolo operatorio e rifletteva lo stesso entusiasmo dello stronzo che in quel momento quelle procedure le faceva e adesso è seduto davanti a me, fissandomi impassibile, ma direi quasi colpito.

Colpito e affondato perché se credeva di fregarmi con la stadiazione del carcinoma del colon retto, se ne può anche tornare a farsi lisciare da tutte le infermiere e le specializzande che, poverine, il giorno prima sono li che gli muoiono dietro e il giorno dopo, quando lui se le è scopate e le ha cacciate fuori da casa nel pieno della notte perché doveva dormire, sono distrutte e gli promettono odio eterno. Ma si sa che in realtà saranno pronte a cadere di nuove tra le sue braccia tentatrici al prossimo invito.

Ma io non sono loro. E il suo atteggiamento da super-uomo non mi tange. Se una cosa l'ho imparata nella vita è che se ti comporti da stronzo per me sei solo uno stronzo. Di certo non mi conquisti. E non succederà mai.

 

   
 
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