Anime & Manga > Yuri on Ice
Ricorda la storia  |      
Autore: The Mad Tinhatter    15/03/2017    5 recensioni
"In fondo, Viktor per lui era come il mare: non aveva necessariamente bisogno di buttarcisi a capofitto, non erano necessari gesti plateali come quello di cui erano protagonisti in quel momento. Gli bastava la sua presenza. Così come respirare l'aria salmastra lo faceva sentire meglio, finché Viktor fosse rimasto accanto a lui a stringergli la mano, tutto sarebbe andato bene."
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Victor Nikiforov, Yuuri Katsuki
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Like the Sea


Yuuri osservò il mare, sorridendo. Quel posto un po' gli ricordava Hasetsu. La città era completamente diversa, naturalmente, e si trovava dall'altra parte del mondo; tuttavia, il fragore delle onde che si infrangevano sulla spiaggia e il solo che splendeva sul suo volto lo facevano sentire un po' a casa.


- Ecco le crepes! - esclamò Viktor, spuntando da dietro di lui, Makkachin che gli zompettava attorno. In mano teneva una crepe al cioccolato e una con panna e fragole.

- Oggi è San Valentino, quindi questa è per te! - disse, porgendogli quella al cioccolato. Viktor aveva scoperto da poco la tradizione giapponese del regalare cioccolato al proprio amato, e aveva deciso di seguirla... forse un po' troppo. L'aveva praticamente inondato di cioccolato nel corso della giornata, tra cioccolatini, muffin, brownies e, adesso, una crepe. Non si sarebbe sorpreso se, una volta in albergo, Viktor si fosse ricoperto di cioccolato per lui. La cosa non gli sarebbe dispiaciuta per niente....


- Aspetta che arrivi il White Day - disse Yuuri, prima di assaggiare la sua crepe. In effetti, l'unico motivo per cui stava lasciando che Viktor lo viziasse in quel modo era perché avrebbe avuto tutta un'altra giornata per rifarsi.


- Non vedo proprio l'ora! - esclamò Viktor, sorridendo. - Anche se non credo che l'atmosfera possa essere migliore di questa. Hai proprio scelto bene!


Si trovavano in quella città un po' per caso. L'idea iniziale era quella di trascorrere qualche giorno a Londra ma, una volta lì, a Viktor era venuta la balzana idea di festeggiare San Valentino da qualche altra parte. Così, aveva messo davanti a Yuuri una cartina del Regno Unito, poi gli aveva detto di chiudere gli occhi ed indicare un punto a caso. Il suo indice si era fermato su una città del sud, Brighton.


Yuuri non poteva che concordare con Viktor. Ancora non avevano visto molto della città, ma già ne erano rimasti incantati. Soltanto poco prima avevano visitato il Royal Pavilion, e lo sguardo di Viktor di fronte alla sontuosa sala da pranzo sarebbe valso l'intero viaggio.


- Credo che qualsiasi posto ti sarebbe piaciuto - disse Yuuri, sorridendo.


Viktor lo guardò, la brezza marina che gli scompigliava i capelli. Poi lo prese per mano, e gli diede un leggero bacio sulle labbra.


- Sei sempre irresistibile - disse.


Yuuri non poté far altro che sorridere ancora di più. Lui era sempre stato molto riservato, decisamente poco incline a dimostrare in pubblico il suo affetto. Viktor, d'altra parte, a volte sembrava essere il suo opposto. Era un lato di lui a cui ancora si stava abituando, anche se aveva iniziato a fargli decisamente piacere.


Era strano pensare che Viktor Nikiforov, quello che fino a qualche anno prima era il suo idolo, ora era diventato il suo ragazzo. Aveva imparato a conoscerlo, aveva visto l'essere umano dietro la facciata della star, e se ne era innamorato. Erano passati soltanto pochi mesi, ma erano stati i mesi più felici della sua vita.


- Ti va di andare a fare una passeggiata sulla spiaggia? - domandò Yuuri. Viktor non se lo fece ripetere due volte, e Makkachin ne fu entusiasta.


Scesero le scalette che portavano al mare e si misero a passeggiare, mano nella mano. Yuuri non poté fare a meno di respirare profondamente. Anche a San Pietroburgo c'era il mare, ma il profumo era completamente diverso.


- Sembra quasi Hasetsu, non è vero? - fece Viktor.


Yuuri annuì. - Sai, non sono mai stato un grande amante del mare in estate – disse.


Viktor rise. - Ho notato.


Durante l'estate che avevano trascorso assieme, era certo che Viktor si fosse reso conto di quanto poco apprezzasse andare a farsi una nuotata o, ancora peggio, sdraiarsi al sole per abbronzarsi. Avevano avuto comunque pochissimo tempo per farlo, ma Yuuri sapeva che, anche senza allenamenti di mezzo, avrebbe preferito occupare il suo tempo in altro modo.


- Nonostante questo, credo che il mare mi faccia stare bene. Non c'è bisogno di tuffarmici dentro, basta che ci sia. Forse è perché ci sono cresciuto vicino. Mi sembra di ritrovare un pezzetto di casa mia.


Viktor gli strinse la mano. - Forse è stato questo a guidare il tuo dito verso questo posto... era destino che finissimo qui.


Si sedettero sulla spiaggia per ammirare il sole che tramontava sul mare. Makkachin, poco più in là, stava rincorrendo un gabbiano.


Viktor posò la testa sulla spalla di Yuuri, mentre osservava Makkachin che giocava. Era soltanto un piccolo gesto, ma Yuuri sentì il suo cuore espandersi. Pensò che sarebbe stato bello se, anche a distanza di anni, si fosse sentito così ogni volta in cui Viktor si fosse avvicinato a lui.


- È bellissimo - disse Viktor. - Io, te, Makkachin e il tramonto.


Per qualcun altro sarebbero potute sembrare soltanto delle piccole cose, di certo non straordinarie, ma Yuuri comprendeva benissimo i sentimenti di Viktor. Entrambi avevano ignorato tanti aspetti della loro vita per concentrarsi sul pattinaggio; era come se stessero recuperando una decina di anni, ed il destino li avesse scelti per farlo assieme.


Viktor fece un respiro profondo. - Ti amo, Yuuri – disse.


Era raro che Viktor pronunciasse quelle parole. Non aveva mai nascosto il fatto che stessero assieme, ma una dichiarazione così esplicita da parte sua era inusuale. Forse era proprio quello ciò che rendeva quelle parole così speciali.


Il cuore di Yuuri batteva come se le stesse sentendo per la prima volta. - Anche io ti amo, Viktor.


Viktor lo guardava, gli occhi azzurri scintillanti di felicità, e Yuuri lo baciò. Viktor lo accolse tra le sue braccia, sdraiandosi sui ciottoli della spiaggia e trascinandolo sopra di sé.


Yuuri si fermò per un attimo. Non si sarebbe mai potuto stancare di ammirare Viktor, i suoi occhi e il suo sorriso. In momenti come quello, si sentiva fortunato.


Chiuse gli occhi, abbassandosi per dare un altro bacio al suo ragazzo, ma fu interrotto da quattro zampe e un sacco di pelo.


- Makkachin è geloso - disse Yuuri, sedendosi accanto a Viktor. Makkachin, che fino a poco prima stava zompettando qua e là, era ora sdraiato addosso a Viktor.


- Mi vuole reclamare - fece Viktor, ridendo ed accarezzando il suo barboncino.


Poco dopo, erano andati a passeggiare sul molo. Il tramonto stava lasciando spazio alla sera e alle luci del luna park. La grande scritta “Brighton Pier” brillava sopra di loro. Viktor tirò fuori il cellulare per fare un selfie; attirò Yuuri a sé e lo baciò su una guancia mentre scattava la foto.


- Phichit la adorerà! - esclamò, facendo vedere la foto a Yuuri.


Per una volta, poteva dire di essere uscito bene, nonostante non fosse in posa. Forse era davvero Viktor che rendeva tutto più bello... se stesso compreso.


Continuarono a passeggiare in mezzo alla gente. Viktor aveva messo il guinzaglio a Makkachin, per evitare che si perdesse.


Erano in silenzio, come chiusi in una bolla di pace in mezzo al chiacchiericcio delle persone attorno a loro. Viktor lo teneva per mano, accarezzandogli dolcemente il palmo con il pollice, e non avevano bisogno di parole.


Ad un tratto, però, Viktor si fermò. Indicò qualcosa davanti a loro con espressione evidentemente eccitata.


Ciò che Viktor aveva indicato era un cartonato su cui erano disegnati Elvis e una coppia di sposi.


Viktor gli prese anche l'altra mano, facendolo voltare verso di lui e guardandolo dritto negli occhi.


- Yuuri - disse, con decisione. - Sposiamoci. Adesso.


Yuuri pensò di non aver sentito bene. O, come alternativa, che Viktor fosse completamente impazzito.


- Cosa? - esclamò, decisamente incredulo.

- Oh, giusto! - disse Viktor. - Che sbadato... aspetta un attimo!


Yuuri lo vide correre verso uno dei chioschetti del molo.


Le parole che aveva sentito poco prima erano state le più folli che fossero mai giunte alle sue orecchie. C'erano vari, perfettamente logici motivi per cui forse sarebbe stato meglio riflettere per un po' di tempo prima di prendere una decisione così importante. Il fatto che Viktor lo amasse così tanto da voler trascorrere tutta la sua vita con lui lo stupiva e lo rendeva immensamente felice, ma sposarsi così all'improvviso era decisamente una pazzia. Dunque, non appena Viktor fosse tornato, avrebbe cercato di farlo rinsavire.


Viktor ritornò dopo pochi minuti. Sorrideva raggiante, e aveva con sé una bustina di carta.


- Viktor, non ho nemm-

- Shhh - fece Viktor, posandogli un indice sulle labbra. Poi, gli prese la mano, e si inginocchiò davanti a lui.


Non ho nemmeno ancora vinto una medaglia d'oro, avrebbe voluto dire Yuuri. Forse quello sarebbe stato l'unico modo per far desistere Viktor. Ma, probabilmente, nemmeno quelle parole sarebbero riuscite a convincerlo.


Lo stava davvero facendo. E nonostante il fatto che davvero, razionalmente parlando, non era il caso, Yuuri sentì il suo cuore battere sempre più forte.


- Yuuri - disse, poi si fermò per qualche secondo. Chiuse gli occhi, fece un bel respiro profondo, poi li riaprì. Rise. - So cosa stai pensando. Stai pensando che tutto ciò è una follia, giusto? Non ho nemmeno preparato un discorso adeguato....


Si fermò ancora per un pochino. - Ti amo - disse, con decisione. - Fino a poco tempo fa, credevo che non sarei mai stato capace di pronunciare queste due parole. Credevo di non essere capace di provare nulla del genere, credevo che il mio cuore fosse ormai diventato come il ghiaccio su cui pattiniamo.


Tutto è cambiato nell'attimo in cui ti ho visto. La mia felicità è cominciata nel momento in cui ti ho incontrato. Voglio condividere la mia vita e il mio amore con te, per sempre.


Dunque... - fece, tirando fuori qualcosa dalla bustina di carta.


Un anello... di churro? *


- Trasferirmi in Giappone per allenarti è stata la cosa più folle che potessi fare, ma mi ha reso l'uomo più felice della Terra. Yuuri Katsuki... voglio condividere quest'altra follia con te. Sposami.


Pazzo, pazzo, pazzo. Yuuri sentì la sua parte razionale vacillare pericolosamente, e i suoi occhi si riempirono di lacrime di gioia. Tutto ciò a cui riusciva a pensare era Viktor. Il fatto che, anche se si addormentavano separati, finisse sempre per abbracciarlo nel sonno. Il suo sorriso quando si svegliavano assieme, e i suoi baci di buongiorno. Le loro cene casalinghe, e i disastri culinari ogni qual volta Viktor decideva di “sperimentare”. Guardare assieme un film, la sera, per finire entrambi addormentati sul divano.


Erano piccole cose, ma Yuuri sapeva che non avrebbe potuto farne a meno.


In fondo, Viktor per lui era come il mare: non aveva necessariamente bisogno di buttarcisi a capofitto, non erano necessari gesti plateali come quello di cui erano protagonisti in quel momento. Gli bastava la sua presenza. Così come respirare l'aria salmastra lo faceva sentire meglio, finché Viktor fosse rimasto accanto a lui a stringergli la mano, tutto sarebbe andato bene.


Sì, quel gesto sarebbe stato una pazzia. Ma sarebbe potuta essere la pazzia migliore della sua vita.


- Sei matto - disse Yuuri, scuotendo la testa. - Ma... sì.


Anche gli occhi di Viktor si riempirono di lacrime, mentre gli metteva quel dolce anello al dito. Poi, si alzò, e gli prese il volto tra le mani. Lo baciò, e fu un lungo bacio che sapeva di euforia, un po' come il primo che Viktor gli aveva dato.


Le loro labbra si separarono, e loro restarono lì, fronte contro fronte, incuranti della gente attorno a loro che li applaudiva.


- Ya lyublyu tebya - mormorò Yuuri.

- Aishiteru - rispose Viktor. **


Rimasero abbracciati a lungo, mentre Makkachin abbiava festoso. Sembrava aver captato la gioia dei suoi padroni.


Infine, si separarono. Viktor gli prese ancora una volta la mano, e gliela strinse dolcemente.


- Sei pronto? - gli chiese.


Yuuri annuì. - Assolutamente. Ma prima... - disse, sfilandosi l'”anello” dal dito. Lo divise a metà, e ne porse un pezzo a Viktor.


- Mi dispiace, avrei voluto regalarti un anello migliore.

Yuuri rise. - Migliore di questo? Non credo proprio... e poi, è delizioso!


Dopotutto, un anello, anche il più spettacolare del mondo, restava pur sempre soltanto un oggetto. La promessa che si stavano per scambiare, invece, avrebbe avuto un valore immenso.


*


Yuuri non aveva mai immaginato il giorno del suo matrimonio. Decisamente, sposarsi non era mai rientrato nelle sue priorità. Tuttavia, se qualcuno gli avesse detto che si sarebbe sposato sotto ad un gazebo, vicino ad un luna park, a migliaia di chilometri da casa, e che a condurlo lungo la navata sarebbe stato un imitatore di Elvis Presley, sarebbe scoppiato a ridere per l'evidente assurdità della situazione. Se quella stessa persona gli avesse detto che, ad attenderlo, ci sarebbe stato Viktor Nikiforov, avrebbe seriamente dubitato della sua sanità mentale.


Invece era tutto incredibilmente reale. Viktor era lì, proprio davanti a lui, che gli tendeva la mano. Il mare gli faceva da sfondo, ed erano circondati dalle luci del molo. Makkachin era accanto a lui; con la bocca reggeva un piccolo cestino in cui avevano messo le fedi. Avevano scelto di utilizzare gli anelli che si erano scambiati a Barcellona. Erano già i “loro” anelli, ma da quel giorno avrebbero assunto un significato ancora più speciale.


Yuuri sorrise, prendendo entrambe le mani di Viktor. Il suo cuore batteva in maniera assordante, quasi coprendo le parole dell'officiante/Elvis. Stavolta, però, questo non era causato dall'ansia, o dalla paura. Era semplicemente felice.


Lo splendido volto di Viktor era l'unica cosa su cui concentrò, mentre assieme pronunciavano i loro voti.

- Io prendo te come mio sposo. Prometto di esserti fedele sempre nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia, e di amarti e onorarti tutti i giorni della mia vita.


A volte, Yuuri si era chiesto come mai Viktor avesse scelto proprio lui, prima come persona da allenare, successivamente come persona da amare. Ogni dubbio svanì nell'osservare la sua espressione di pura gioia mentre, con le lacrime agli occhi, gli prometteva eterno amore.


Viktor fece avvicinare di più Makkachin, ed “Elvis” consegnò loro gli anelli. Fu allora che a Yuuri venne in mente qualcosa di speciale.


Prese la mano di Viktor, e pronunciò la sua promessa, la voce che gli tremava.


- Viktor... con questo anello prometto di starti sempre vicino, e di non andare mai via. Le mie mani e le tue non si separeranno mai.


Mise l'anello al dito di Viktor, esattamente come aveva fatto a Barcellona soltanto qualche mese prima. Se Yuuri avesse dovuto dire la verità, quell'anello non era mai stato soltanto un portafortuna. In quel momento era ufficialmente diventato un simbolo d'amore.


Nel sentire le sue parole, Viktor rise tra le lacrime.


- Trovi sempre il modo di sorprendermi - disse, poi gli prese la mano.


- Yuuri. Con questo anello io prometto di non avere mai più paura di perderti. I nostri cuori batteranno per sempre come uno solo.


Fece scivolare l'anello lungo il suo anulare. Infine, gli prese la mano con entrambe le mani, e baciò l'anello.


- E ora, con i poteri a me conferiti dal fatto di essere il Re- uhm, dalla legge, vi dichiaro marito e marito!


Era ufficiale. Lui e Viktor si erano sposati. Era una cosa così folle e così meravigliosa che Yuuri ci mise qualche secondo a processare il tutto.


Lui e Viktor. Marito e marito.


Viktor lo avvicinò a sé, e in uno slancio di gioia Yuuri lo baciò con così tanto entusiasmo da sollevarlo da terra.


Rise, osservando l'espressione sorpresa di Viktor. - Non è la prima volta che lo faccio, dopotutto! - disse, ripensando al momento in cui avevano pattinato assieme.


Viktor lo condusse vicino al parapetto. Il mare era proprio di fronte a loro. Si strinse a lui, mentre nell'aria si diffondeva una dolce melodia.


Viktor si muoveva seguendo la musica, e Yuuri lo seguì, stringendolo più forte a sé e posando la testa sulla sua spalla.


- Il nostro primo ballo da sposati - Viktor mormorò.


Elvis” iniziò a cantare, e Viktor, sussurrando, si unì a lui.


Wise men say

Only fools rush in

But I can't help falling in love with you....” ***


Non ci sarebbero potuti essere versi più adatti a quel momento. In tanti avrebbero detto che la loro era stata una decisione stupida, che non ci si sposa così, all'improvviso. Avevano seguito il loro cuore, certi di aver finalmente trovato la persona che stava all'altro capo del loro filo rosso del destino.


Come si erano appena promessi reciprocamente, le loro mani non si sarebbero mai separate, e i loro cuori avrebbero sempre battuto all'unisono.


Yuuri affondò il volto nell'incavo del collo di Viktor, e lo baciò una, due, tre volte. Il suo profumo lo avrebbe accompagnato per sempre, ora.


Viktor aveva continuato a canticchiare per tutta la canzone, mentre danzavano.


- “Take my hand

Take my whole life too

For I can't help falling in love with you...” - mormorò, mentre si diffondevano le ultime note della canzone. ****


Viktor gli accarezzò la guancia, e Yuuri sollevò la testa per guardarlo negli occhi.


Viktor lo guardava come se fosse stata la cosa più preziosa del mondo. Non era la prima volta che lo faceva, ma ogni volta Yuuri sentiva il suo cuore gonfiarsi per l'emozione. Quella volta, poi, era ancora più speciale.


- Sei bellissimo, mio Yuuri - disse, asciugandogli una lacrima col pollice. Poi lo abbracciò, con tanta energia da fargli quasi del male.


I loro cuori si appartenevano. E sarebbe stato così per sempre.



*


Ritornarono sul molo, correndo mano nella mano. L'emozione di qualche minuto prima si era trasformata in euforia. Entrambi ridevano e saltavano, beccandosi qualche occhiata strana da parte dei passanti. In quel momento, però, la loro opinione non era importante. Esistevano soltanto loro due.


Viktor sollevò Yuuri in aria, facendolo volteggiare, poi lo riempì di baci. Lo trascinò fino al luna park, e ballarono ancora una volta, sulle note delle musiche provenienti dalle attrazioni. Makkachin li seguì, saltellando festosamente.


Risero, quasi fino a star male. Erano sposati, assieme per l'eternità, e anche se poteva essere stato un gesto improvviso ed irresponsabile, loro provavano soltanto una sfrenata felicità.


Si sedettero su una panchina, mangiando churros e bevendo champagne.


- Yuuri, Yuuri, quale ti suona meglio? Viktor Katsuki? O Yuuri Nikiforov? Dobbiamo decidere che cognome mettere sul campanello di casa! - esclamò Viktor.


Yuuri rise. - Viktor Katsuki-Nikiforov? Cosa te ne pare?


Viktor lo abbracciò. - È perfetto!


Yuuri prese il suo flute e quello di Viktor, e li riempì entrambi di champagne.


- Cerca di non bere troppo - fece Viktor, posandogli una mano sulla gamba. - Voglio che ti ricordi tutto di questa giornata. Tutto.


Yuuri sorrise. Quello sarebbe stato il suo ultimo bicchiere.


Del resto, la notte era ancora lunga....


*


Note:


*: I churros sono questi cosi deliziosissimi: http://bodega.bg/storage/Meniu/deserti/churos2.jpg

**: Due modi diversi per dirsi “Ti amo”, rispettivamente in russo e in giapponese.

***: Traduzione: “I saggi dicono che solo gli stupidi vanno di fretta, ma io non riesco a non innamorarmi di te”

****: Traduzione: “Prendi la mia mano, prendi anche tutta la mia vita, poiché non riesco a non innamorarmi di te”. La canzone da cui vengono entrambe le citazioni è questa: https://youtu.be/vGJTaP6anOU


   
 
Leggi le 5 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Yuri on Ice / Vai alla pagina dell'autore: The Mad Tinhatter