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Autore: emme30    19/03/2017    7 recensioni
“Ti devo raccontare una cosa,” lo interrompe Blaine, avvicinandosi al suo corpo caldo e sistemandosi contro il suo petto. Gli fa alzare un braccio e se lo porta attorno alle spalle, ignorando il ringhio di Sebastian a quel suo gesto.
“E non poteva aspettare domattina?” Il sospiro di Sebastian è rassegnato. Ormai dovrebbe aver capito che se Blaine ha intenzione di tenerlo sveglio, non c’è verso di dormire.
“No, perché lo sai che io i sogni me li dimentico sempre.”
Sebastian fa un verso lamentoso. “Mi hai svegliato alle due di notte per raccontarmi un sogno e non hai neanche intenzione di premiarmi?”
“Beh, questo dipende se mi fai parlare oppure no. Vuoi sapere cosa ho sognato?”
“Ho voce in capitolo?”
“Ovviamente no. Che domande fai?”
“Già, che domande faccio.”
Genere: Comico, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Sebastian Smythe | Coppie: Blaine/Sebastian
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Daddies!Seblaine'
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Dreaming About Us


Blaine si sveglia di soprassalto, apre gli occhi e stringe le lenzuola tra le mani. Ci mette tre secondi a rendersi conto che si trova nel suo letto, a riconoscere la stanza nel buio della notte e ad assimilare il leggero russare di suo marito al suo fianco.

Un sogno, era solo un sogno.

Si porta una mano tra i riccioli e chiude gli occhi. Eppure sembrava così reale, così vero. Quasi come un ricordo.

Ritorna a fissare il soffitto e,dopo un paio di secondi di contemplazione, sicuro che in quelle condizioni non sarebbe riuscito a tornare a dormire, fa l’unica cosa che gli sembra sensata.

“Seb.”

Il russare al suo fianco non smette.

“Sebastian,” dice, con un tono un po’ più alto, allungando il braccio e tastando le coperte finché non trova il braccio di suo marito.

Un lamentìo si leva dal cuscino accanto al suo, quindi Blaine non demorde, voltandosi su un fianco e scrollando la spalla di Sebastian.

“Seb, svegliati, ti devo dire una cosa!”

Suo marito grugnisce infastidito e prova a voltarsi dall’altro lato, ma Blaine lo tiene fermo per un braccio e continua a scuoterlo, in modo da fargli riprendere conoscenza.

Blaine…” si lamenta Sebastian con la faccia contro il cuscino. “Cinque minuti e mi alzo…”

Blaine si allunga verso il comodino e accende la lampadina, strizzando gli occhi al fastidio della luce.

“Ma porca puttana, Blaine!”

Oh, finalmente si è svegliato.

Blaine lo guarda portarsi una mano davanti agli occhi e fare un verso che lo fa assomigliare proprio tanto a un gatto che soffia.

“Se mi hai svegliato per qualcosa che non è il sesso che mi hai negato ieri mattina giuro che ti ammazzo.”

Blaine ridacchia e alza gli occhi al cielo. “E’ una cosa importante!”

Sebastian apre gli occhi; ha la faccia addormentata, ma almeno è sveglio. Con una mano porta all’indietro i capelli che gli cadono sulla fronte e gli lancia uno sguardo assassino. “Si tratta di almeno un bel pompino?”

“No.”

“Blaine, io ti ammazzo. Sono le…” Guarda l’orologio sul comodino e impreca nuovamente. “Le 2 e mezza! Ho la sveglia presto domani mattina, porca-“

“Ti devo raccontare una cosa,” lo interrompe Blaine, avvicinandosi al suo corpo caldo e sistemandosi contro il suo petto. Gli fa alzare un braccio e se lo porta attorno alle spalle, ignorando il ringhio di Sebastian a quel suo gesto.

“E non poteva aspettare domattina?” Il sospiro di Sebastian è rassegnato. Dopo così tanti anni insieme, ormai sa che se Blaine ha intenzione di tenerlo sveglio, non c’è verso di dormire.

“No, perché lo sai che io i sogni me li dimentico sempre.”

Sebastian fa un verso lamentoso. “Mi hai svegliato alle due di notte per raccontarmi un sogno e non hai neanche intenzione di premiarmi?”

“Beh, questo dipende se mi fai parlare oppure no. Vuoi sapere cosa ho sognato?”

“Ho voce in capitolo?”

“Ovviamente no. Che domande fai?”

“Già, che domande faccio.”

Blaine ridacchia e alza il volto per lasciare un bacio sul collo di suo marito. “C’eri anche tu nel sogno.”

“Ah, sì? E il me del tuo sogno almeno veniva ricompensato dopo essere stato svegliato nel bel mezzo della notte?”

“No.”

“Che sfiga di merda, neanche nei sogni me lo dai.”

Blaine ride e sente Sebastian fare lo stesso. “Ma nel mio sogno eravamo nemici, io ero un meta-umano cattivo e tu-”

“Santo cielo, no, non dirlo,” Sebastian lo interrompe prima che possa finire il discorso. “Te lo proibisco, Blaine. Guarda che chiedo il divorzio.”

“Ormai questa minaccia sta diventando vecchia,” sospira l’uomo, tirandogli un pizzicotto nel fianco.

“Esattamente come la tua cotta per Flash e per il tipo che lo interpreta.”

Blaine sbuffa. “Guarda che quello è uguale a te, Seb, uguale, ti dico!”

“E per l’ennesima volta, lascia che ti dica che non è vero, non assomiglio neanche un po’ a quel… Larry.

“Barry.”

“Come ti pare,” commenta acido Sebastian. “E’ un deficiente, non fa che fare danni, è più sfigato di Paperino e quello show è davvero stupido.”

“Comunque,” Blaine decide di ignorarlo, perché questo discorso lo hanno già fatto almeno altre mille volte. “Nel mio sogno in pratica tu facevi il buono e io il cattivo, e tipo che… cantavamo! Ed era ambientato in una roba tipo anni ’50.”

“Io te lo dico sempre di non mangiare schifezze dopo cena.”

Blaine lo pizzica di nuovo. “Sei impossibile.”

Sebastian gli accarezza il braccio e porta una mano tra i suoi riccioli. “Non puoi pensare di svegliarmi nel bel mezzo della notte per raccontarmi ‘ste cazzate e non aspettarti che non ti prenda in giro.”

“Guarda che se ti ho disturbato così tanto posso lasciarti in pace,” mormora allora Blaine, provando ad allontanarsi dal corpo caldo del marito, senza però riuscirci visto che Sebastian lo stringe di più a sé.

“Quanto sei permaloso…” commenta Sebastian baciandogli la fronte e sospirando. “Dai, su, raccontami cosa facevo io in versione Perry.”

“Barry.”

“E’ lo stesso.”

“Sto cominciando a pensare che tu lo faccia apposta.”

“Non lo saprai mai.”

Blaine ride e alza il volto per baciare suo marito sulle labbra. Sebastian asseconda il movimento, ribaltando le posizioni e stendendosi sopra di lui, rendendo quel contatto più languido e profondo.

Si baciano finché Sebastian non si allontana dalle sue labbra e comincia a vezzeggiargli il collo. Blaine chiude gli occhi e si gode quelle attenzioni, finché una piccola risata non arriva al suo orecchio.

“Sei ancora sicuro di non volermi premiare per essere un così bravo ascoltatore?”

Blaine sbuffa. “Ma se ti sei lamentato per tutto il tempo e non mi hai fatto raccontare nulla!”

Sebastian non risponde, si limita a ridere contro il suo collo e a far scivolare una mano sotto la maglia del pigiama di Blaine a sfiorargli la pelle. L’unica cosa che impedisce all’uomo di abbandonarsi a quelle attenzioni così mirate che gli stanno facendo dubitare delle sue convinzioni, è un rumore sordo nella camera accanto alla loro.

Entrambi spalancano gli occhi e la bocca di Sebastian si arresta contro la sua giugulare.

“Cosa è stato?” Mormora Blaine mettendosi seduto.

I due uomini ottengono una risposta nel momento in cui sentono un paio di risate camuffate e dei passi leggeri in corridoio. Si guardano, sorridono e, senza dirsi una sola parola, si alzano da letto, perché hanno capito esattamente cosa sta succedendo.

Quando entrano nella camera da cui hanno sentito provenire il rumore e accendono la lucina sul comodino però, non riescono a trattenere una piccola risata.

“Si può sapere perché non siete a letto?” Sebastian cerca di assumere un tono autoritario, ma Blaine sente un sorriso nella sua voce.

Di fronte a loro, sdraiata sul tappeto c’è Annie nel suo bellissimo costume da Supergirl, i lunghi capelli biondi sparpagliati sul pavimento e con le braccia alzate verso l’alto, come a difendersi da suo fratello, seduto sulla sua pancia. Tommy alza lo sguardo dal volto della sorella e si sistema meglio il cappuccio del costume di Flash sulla testa.

I costumi sono ovviamente un regalo di zio Cooper e Tommy ed Annie hanno passato l’ultima settimana a volerli indossare ogni singolo momento possibile, pure per dormire.

“Sono arrivati gli alieni, papà,” spiega Tommy come se fosse la cosa più ovvia del mondo. “Hanno fatto diventare Supergirl cattiva e quindi Flash è l’unico che può farla tornare buona.”

Annie annuisce solenne, ancora sdraiata sul tappeto in mezzo ai lego.

Blaine ridacchia, portandosi una mano sul volto a coprire l’enorme sorriso che sa di avere. “E come ha intenzione di farla tornare buona?” Chiede divertito.

“Papà, ma con la supervelocità, non è l’ovvio?” Tommy lo guarda scandalizzato, come se gli avesse appena detto che d’ora in poi la nutella è bandita da casa loro.

“Dai, papà,” gli fa il verso Sebastian incrociando le braccia al petto e appoggiandosi allo stipite della porta. “Non è l'ovvio?”

Blaine si trattiene dal tirargli un altro pizzicotto e Sebastian lo sa. Forse è proprio per quello che gli fa l’occhiolino, prima di sospirare e avvicinarsi ai suoi figli.

“Va bene, è ora che anche Flash e Supergirl vadano a dormire, però.”

Ma papà!” Annie protesta quando Sebastian prende Tommy per le ascelle e lo solleva. “Ancora dieci minuti!”

“A letto.”

“Cinque minuti!” Insiste lei, congiungendo le manine a mò di preghiera.

“Annabelle. A letto.”

“Due minuti!”

Sebastian la afferra per la vita e se la carica su una spalla, ignorando le sue lamentele e Blaine che ridacchia mentre rimbocca le coperte a Tommy, ancora nel suo costume di Flash.

“Un minuto solo, papino!”

Sebastian la mette a letto e la guarda serio, al che lei smette di pregarlo e sbuffa, lasciandosi però rimboccare le coperte.

“Anche i supereroi devono riposare,” commenta Blaine dopo aver dato un bacio a entrambi. “Sennò come fanno a salvare il mondo se sono stanchi?”

Tommy sbadiglia e si mette su un fianco, il cappuccio di Flash ancora calato in testa. “Ma Flash è sempre superveloce, lui mica deve dormire…”

“Anche Supergirl,” commenta Annie, unendosi allo sbadiglio. “Anche se Supergirl è più forte di tutti.”

Blaine ride e spegne la lucina, lasciando che i piccoli continuino le loro chiacchiere addormentate sui supereroi e raggiungendo Sebastian sulla porta.

Tornano nella loro camera sfiorandosi la mano nel più totale silenzio. Sebastian si azzarda a parlare solo quando sono distesi a letto e Blaine è di nuovo accoccolato contro il suo petto.

“Allora,” dice con un sussurro. “Non me lo vuoi raccontare questo sogno?”

Blaine sorride e alza il capo per guardarlo. Gli dà un bacio a stampo sulle labbra e lo guarda con tutto l’amore che sente in ogni fibra del suo corpo.

“Nah, la realtà è molto meglio.”

 

 

 

 

 

Era un’occasione troppo ghiotta, non potevo farmela scappare.

Quindi eccomi qui, a scrivere ancora di questi due idioti come facevo 5 anni fa e anche se in questi anni è cambiato tutto, quando mi sono ritrovata a metter mano a questi due personaggi mi è sembrato che non fosse cambiato nulla. Loro sono sempre loro e io sono sempre io, anche se adesso mi ritrovo a scrivere fanfiction con un gatto che mi fa le fusa sulle gambe, che ha gli occhi verdi, che è una drama queen incredibile e che si chiama Sebastian. Non è cambiato proprio nulla.

Ci tengo a dedicare questa storia a tutte le persone bellissime che ho conosciuto grazie a questa ship bistrattata e sofferta, a chi ha sempre trovato il tempo di leggere i miei pessimi scritti e a chi addirittura mi ha elogiata, alle persone che ho la fortuna di chiamare amiche e di sentire quasi tutti i giorni, a quelle che c’erano il giorno in cui mi sono laureata con un abbraccio e con un pensiero, a quelle che mi hanno sempre sostenuto dentro e fuori EFP, ma soprattutto a quelle che continuano a farlo in ogni aspetto della mia vita. È anche grazie a voi che sono diventata la persona che sono, quindi grazie. Grazie per essere rimaste nella mia vita ♡

Spero che questa storia vi sia piaciuta e vi abbia fatto tornare un po’ di nostalgia, perchè a me ne ha fatta tornare davvero tanta ♡

Un abbraccio grande,

Marti

   
 
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