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Autore: Lady Neko Kadar    19/03/2017    0 recensioni
Kuroo Tetsuro è un giovane padre di una bambina di 7 anni. Cresce la piccola da solo e non sempre può accontentare la bambina, finchè un giorno non si presenta l'occasione di realizzare il più grande sogno di sua figlia ed entra nelle loro vite un giovane pianista.
[Rare pair: KUROASA]
Titolo provvisorio
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi, Crack Pairing | Personaggi: Asahi Azumane, Chikara Ennoshita, Nuovo personaggio, Tetsurou Kuroo
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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The father and the musician

Prima Parte



 
Essere genitori single non è facile, soprattutto se si è giovani e vedovi. Questa era la situazione che stava vivendo Kuroo Tetsurō, un ragazzo di 26 anni che lavorava come tassista e che doveva crescere una figlia di 7 anni da solo. In realtà riceveva un grosso aiuto dai suoi genitori nonostante abitassero lontano mentre quelli della madre della bimba non erano mai stati minimamente interessati ad aiutare né lui, né la bambina; solo la sorella della moglie di Kuroo lo aiutava tenendo la piccola durante gli orari di lavoro.
Era dura, un solo stipendio e poco tempo da passare con la bambina; però Kuroo cercava in tutti i modi di renderla felice senza viziarla. Tetsurō era riuscito a insegnare alla figlia che c'erano cose a cui doveva rinunciare momentaneamente e, nonostante la giovane età, la bambina lo aveva capito. L'orgoglio di Kuroo era che Saori, questo il nome della bimba, era matura per la sua età e riusciva a capire perfettamente la situazione problematica in cui si trovavano.
 

<< Oggi si è messa di nuovo a suonare il pianoforte, o almeno ci ha provato. Premeva i tasti a caso ed è uscito fuori qualcosa di terribile, ma si divertiva così tanto. >>
Erano le dieci di sera e Kuroo era appena rientrato dal turno di lavoro. Stava offrendo un caffè alla cognata Umeko mentre si raccontavano la giornata appena trascorsa.
<< Lo so… Non sai da quanto tempo mi chiede di imparare a suonare. Mi dice “papà, non posso ancora imparare a suonare il pianoforte, vero?”. Ci tiene così tanto e mi fa male farle rinunciare anche a questo. >>
Il viso di Kuroo era provato non solo dalla stanchezza per la lunga giornata di lavoro, ma anche per la delusione. Era doloroso non essere in grado di dare tutto alla propria figlia: come ogni papà Tetsurō avrebbe spostato i monti per la sua piccola, ma si sentiva distrutto tutte le volte che faceva la spesa con Saori e la piccola guardava un giocattolo appena uscito o un vestitino con gli occhi che le brillavano, si girava verso il padre e, dopo aver riconosciuto l’espressione di dispiacere sul viso dell’uomo, sorrideva e alzava le spalle, proseguendo dritto come se nulla fosse; faceva finta che non le importava, ma Kuroo vedeva gli occhi desiderosi di sua figlia e ne leggeva la breve delusione, soprattutto quando chiedeva le lezioni di piano, l’unico discorso su cui ogni tanto ritornava, eppure tutte le volte tirava fuori il suo sorriso e si arrendeva.
<< Tetsurō, tu fai tutto per lei, non puoi rimproverarti nulla. >> Umeko si preparò per andarsene, quando le venne in mente qualcosa.
<< Ho da poco conosciuto un ragazzo che insegna a suonare il pianoforte. Potrei chiedergli qualche informazione e spiegargli la situazione senza entrare nel dettaglio, magari ti fa uno sconto. >>
Kuroo ci pensò un attimo.
<< Fammi sapere. >>
Umeko annuì, poi salutò e andò via.

 
Dopo un paio di giorni Umeko raccontò al telefono le informazioni che aveva ottenuto.
<< Allora, è un ragazzo giovane, penso abbia più o meno la tua età, ed è alle prime esperienze d’insegnamento, quindi non ha problemi a concordare il prezzo. >>
<< Un novellino insomma. >>
<< Accontentati! >>
<< Sì, sì. >>
<< Tanto gli ho già dato il tuo indirizzo, oggi è il tuo giorno libero, vero? >>
<< Non dirmi che hai preso appuntamento senza consultarmi! >>
<< Sì, l’ho fatto. Viene oggi pomeriggio alle cinque. >>
<< Avresti dovu… >>
<< Devo andare, fammi sapere come va. >> Umeko si affrettò a concludere la chiamata e a riagganciare. Kuroo sospirò, poi si mise a sistemare la casa come meglio poteva. Decise di non dire nulla a Saori, preferiva prima conoscere il ragazzo e accordarsi con lui e sinceramente temeva che l’incontro non sarebbe andato a buon fine. Aveva raccontato alla bambina che doveva incontrarsi con qualcuno per parlare di lavoro, non poteva permettersi di darle false speranze.

Verso le cinque qualcuno bussò alla porta e Kuroo andò ad aprire convinto di trovare il ragazzo mandato da Umeko ma sembrava essersi sbagliato: alla porta c’era un ragazzo leggermente più basso di lui, col pizzetto e lunghi capelli castani legati in una stretta coda.
<< Buonasera, lei è il signor Kuroo Tetsurō? >> chiese il ragazzo, leggendo il nome da un foglietto.
<< Dipende da cosa vuole. >> l’espressione e la voce di Tetsurō mostravano una certa seccatura, non aveva tempo da perdere con un tipo dall’aspetto losco come quello.
<< Mi ha mandato la signorina Shimatani per le lezioni di pianoforte. >>
Kuroo restò per qualche secondo con gli occhi spalancati per la sorpresa, poi si spostò per far entrare il ragazzo che a prima vista sembrava un delinquente, non un pianista. Fece accomodare l’ospite nella sala da pranzo.
<< Non ha l’aspetto di un pianista. >> commentò Kuroo senza mezzi termini.
<< Sì, lo so… Me lo dicono in molti, ma le assicuro che sono una brava persona, nonostante l’aspetto. >> il ragazzo cercò di giustificarsi, imbarazzato.
<< Comunque il mio nome è Azumane Asahi, ho 26 anni e questo è il mio curriculum. >>
Tetsurō alzò un sopracciglio, il fatto che quel ragazzo avesse portato il curriculum come fosse un lavoro importante lo faceva sperare ben poco in un pagamento basso. Mentre Kuroo dava un'occhiata ai documenti che l'ospite gli aveva porto, dalla sala si sentirono strani rumori e Azumane alzò lo sguardo in direzione della porta da cui proveniva.
<< Questo è... >>
<< Chiedo perdono. >> Kuroo si precipitò nella sala dove Saori aveva iniziato a "suonare" il pianoforte.
<< Saori, ti ho detto che ho un ospite, potresti andare a giocare in camera tua? >>
<< No, la lasci fare. >> Azumane aveva seguito il padrone di casa e si era fermato sulla porta della stanza ma non riuscì a resistere e si avvicinò al grande strumento. La bambina si spaventò quando vide il ragazzo alto con la barba e l'aria da criminale avvicinarsi a lei.
<< Ti prego, non avere paura. Non sono cattivo. Hai un bellissimo piano. >> il ragazzo sorrise alla bambina, la quale si calmò un po’ e contraccambiò.
 << È dei miei nonni. Mi piace tanto suonare. >>
<< Davvero? Anche a me piace molto. >> il ragazzo si sedette accanto a Saori e iniziò a suonare qualcosa. La bambina guardò estasiata le mani dello sconosciuto e provò a imitarne i movimenti senza sfiorare i tasti finché non fu l’uomo stesso a invitarla a suonare con lui. Kuroo li osservò in silenzio, sembrarono entrambi a loro agio, soprattutto Saori, la quale sorrideva felicissima. Anche Kuroo sorrise nel vedere sua figlia così, era ancora più bella con quel sorriso caldo,  brillante e sincero che non mostrava più da tanto tempo.
<< Sei brava. >>
<< Non è vero. Vorrei diventare brava come te! >>
Asahi sorrise.
<< Lo diventerai, ciao... >> Azumane si bloccò, aspettando che la bambina continuasse.
<< Saori, mi chiamo Kuroo Saori. >>
<< Ciao Saori! >> la salutò con la mano e raggiunse Tetsurō, il quale gli fece cenno di spostarsi nella sala da pranzo.
<< Credo di non vedere Saori sorridere in quel modo da troppo tempo. >> ammise Kuroo con amarezza.
<< È una bambina meravigliosa e anche quel pianoforte lo è, peccato che sia scordato. Mi piacerebbe molto insegnarle qualcosa. >>
 << Questo dipende da lei. >>
Azumane guardò perplesso il padrone di casa, poi capì.
<< Ah... La signorina Shimatani mi ha spiegato la situazione e non deve preoccuparsi. A me basta il minimo. >>
<< Si è presentato con tanto di curriculum e mi viene a dire che le andrebbe bene prendere un compenso basso? >> Kuroo non si preoccupò di nascondere il suo scetticismo.
<< Ah, quello è perché la gente non si fida del mio aspetto e lo mostro come garanzia. Io insegno ai bambini per passione, non lo faccio per mantenermi. Ho già un lavoro, questo per me è come un hobby, inoltre non sono così esperto da poter chiedere molto. >>
<< Che lavoro fa? >>
<< Il meccanico nell'officina di mio padre, per questo riesco a conciliare bene gli orari. >>
L’immagine che si formò nella testa di Kuroo lo fece imbambolare qualche secondo, ma subito la scacciò via.
<< È davvero sicuro di potersi accontentare? >>
<< Sì. >>
Quell’affermazione, seguita dal sorriso del ragazzo, convinse Kuroo.
<< Quando è disponibile? >>
<< Va bene martedì e giovedì dalle quattro alle sei? >>
<< Sì. Io non sempre ci sarò ma troverà Umeko qui. >>
<< Va bene. >>
<< Farò il possibile per esserci almeno alla prima lezione. Sa, sono un tassista… anzi, se dovessi avere problemi con l’auto, potrei rivolgermi a lei. >>
Azumane sorrise. Un sorriso gentile che stonava con l’aspetto da criminale che aveva e questo dettaglio piaceva particolarmente a Tetsurō.
<< La aiuteremo volentieri. Per la prima lezione verrò con un amico per accordare il piano. >>
Il viso di Kuroo tornò serio e infastidito.
<< Ah… quanto mi verrà a costare? >>
<< Nulla, questo amico mi deve un favore. Ecco è il biglietto da visita con il mio numero. Ci vediamo martedì. >>
Tetsurō era sorpreso ma soddisfatto, non immaginava di trovare una persona tanto gentile e disponibile. Finalmente poteva realizzare il sogno della sua piccola principessa e tutto grazie alla gentilezza di quell’Azumane. Chiamò subito Umeko per raccontarle tutto.
<< È andato tutto a buon fine. Inizialmente credevo fosse un criminale, ma si è rivelato molto gentile e Saori si trova bene con lui. >>
<< Lo ha già conosciuto? >>
<< Hanno suonato un po’ insieme ma non sa che tornerà. Non sai che sorriso aveva mentre suonavano. >>
<< E cosa ne pensi tu? È il tuo tipo? >>
Kuroo restò in silenzio.
<< È un sì. >>
<< Ok, ammetto che quando mi ha detto di essere un meccanico non sono riuscito a non immaginarlo con una divisa da lavoro mezza sbottonata a mostrare il petto nudo, capelli sciolti, sporco di olio e sguardo sexy… ma lui è qui per Saori non per me. >>
Umeko scoppiò a ridere per la descrizione.
<< Potresti farlo venire anche per te. Sai che dovresti pensare anche un po’ a te stesso. >> la voce della ragazza divenne materna. Conosceva Tetsurō da molto tempo ed entrambi erano sempre stati vicini durante periodi difficili nelle loro vite, perciò Umeko teneva molto a suo cognato e alla sua felicità come a quella di sua nipote.
<< Lo vorrei, ma ora sono troppo impegnato a sformarmi il culo su quel taxi per dare serenità a mia figlia. >>
Umeko sospirò pesantemente.
<< Per ora posso solo accontentarmi di rifarmi gli occhi due volte a settimana con un bel pianista. >>
 

 
Il martedì Kuroo era tornato appena in tempo per le quattro, non riuscì neanche a darsi una rinfrescata e a cambiarsi che Azumane e il suo amico tecnico erano lì. Li accolse col sorriso nonostante l’affanno.
<< Buonasera, lui è Ennoshita Chikara. >> Asahi presentò l'amico, il quale fece un piccolo cenno con la testa per salutare.
<< Entrate. >> Kuroo li fece accomodare e li accompagnò al pianoforte; Ennoshita si mise subito a lavoro.
<< È un po' complicato accordare il pianoforte, ci vuole esperienza. >> spiegò Asahi a Tetsurō.
<< Quando avete fatto chiamo Saori. >>
Asahi annuì, poi lanciò un'occhiata all'uomo accanto a lui, si capiva subito che era appena rientrato da lavoro e non aveva avuto neanche il tempo di riposare qualche minuto.
<< Signor Kuroo, se questo orario le dà problemi, possiamo spostare la lezione. >>
<< No, è solo per oggi. Mi dispiace non essermi potuto cambiare. >>
<< Non è un problema per me. >>
<< Tutto a posto. >> Dopo un po’ di tempo Ennoshita ripose i suoi strumenti.
<< Direi che possiamo cominciare allora! Grazie Chikara. >> Asahi posò una mano sulla spalla del suo amico, sorridendo gentilmente. Kuroo osservò attentamente i due ragazzi per capire quanto fosse stretto il loro rapporto.
Dopo aver salutato Ennoshita, Kuroo chiamò Saori e le spiegò che Azumane sarebbe stato il suo insegnante di pianoforte. Saori non fu in grado di esprimere la propria felicità, abbracciò forte il padre, ripetendo continuamente "grazie papà!". Kuroo non si commuoveva facilmente ma vedere l'enorme sorriso di gratitudine della figlia non poté lasciarlo freddo.
<< Iniziate. >> disse, allontanandosi subito dalla stanza per nascondere qualsiasi lacrima di commozione.
Rientrò nel salone e Azumane stava insegnando le basi a una concentratissima Saori. Era rimasto a osservarli per molto tempo per capire se quella fosse la cosa giusta: Azumane era molto paziente e amichevole con Saori, la quale era completamente a suo agio anche questa volta e sembrava divertirsi. Tetsurō non aveva più dubbi, quel ragazzone era la persona giusta per insegnare alla sua bambina.
 

La lezione era finita e i due uomini si stavano congedando.
<< Vuole qualcosa da bere prima di andare? >>
<< No grazie, ho un'altra lezione. >>
Kuroo diede all'insegnante quei pochi soldi che avevano pattuito.
<< Meglio pagarla a ogni lezione. >>
<< Come preferisce. Ci vediamo giovedì, Saori dovrà esercitarsi ogni tanto, per memorizzare. >>
<< Glielo ricorderò. >>
<< Buona serata. >> Asahi fece per andarsene ma sentì che il polso veniva afferrato, si girò e incontrò lo sguardo intenso di Kuroo.
<< Grazie di tutto, davvero. >> la voce dell'uomo era ferma e bassa, mostrando gratitudine e umiltà. Asahi sorrise semplicemente e lasciò la casa.
 

A cena Saori raccontò tutto quello che aveva fatto col suo nuovo insegnante.
<< Ti trovi bene con lui? >>
<< Moltissimo! Sembra spaventoso ma in realtà è tanto simpatico, buono e bello. >>
<< Bello? >>
<< Lo è... non quanto te, papà! >>
Kuroo rise, poi il viso cambiò espressione quando la figlia smise di guardarlo.
<< Già, è bello, anche troppo. >> sussurrò tra sé, sorridendo con un filo di amarezza.
 
 

Le seguenti lezioni Kuroo non riuscì a essere presente a causa del lavoro, ma dopo due settimane riuscì ad ottenere un cambio di turno per i due giorni delle lezioni e finalmente dopo due maledette settimane riuscì a rivedere il bel pianista-meccanico.
Azumane rimase sorpreso quando vide Kuroo aprirgli la porta.
<< B-buonasera. >>
<< Mi sembra deluso, sperava di vedere la mia bella cognatina? >> disse Kuroo con tono scherzoso, facendolo accomodare.
<< No ... assolutamente no. È che pensavo fosse a lavoro. >>
<< Volevo assistere alle vostre lezioni e sono riuscito a cambiare il mio turno di lavoro. >>
<< Mi fa piacere. >>
<< Davvero? >> Kuroo fece un ghigno poco rassicurante agli occhi di Asahi.
<< Ehm... vado da Saori. >> Azumane corse nell'altra stanza come per fuggire da quel sorriso e soprattutto da quell'uomo e questo divertì Kuroo.
Saori era migliorata molto dall'inizio delle lezioni, Kuroo se ne era accorto ascoltandola durante le esercitazioni da sola, ma durante la lezione sembrava essere ancora più brava, rendendo orgoglioso lui e il suo giovane insegnante. Kuroo era seduto su una poltrona opposta al pianoforte, accanto alla porta della sala e poteva vedere solo la schiena della sua piccola ma anche così poteva percepirne la concentrazione. Dopo aver osservato a lungo la sua bambina, l'occhio di Kuroo cadde su Asahi, il quale era in piedi ad ascoltare Saori come se stessero facendo un test; lo sguardo di Tetsurō non poté non soffermarsi sulla schiena del giovane insegnante e le sue spalle larghe, si poteva capire che aveva praticato qualche sport in passato e che ora il suo lavoro principale non era l'insegnamento ma qualcosa di più fisico; poi lo sguardo malizioso e interessato di Kuroo scese sul fondoschiena del ragazzo di fronte a lui e restò lì a lungo; Kuroo si morse un labbro, continuando a osservare e desiderare quella parte proibita convinto di non essere visto, ma la voce di Saori lo distolse da qualsiasi pensiero impuro.
<< Papà, ti è piaciuto? Me l’ha insegnato maestro Azumane. >>
<< Saori, ti ho detto di non chiamarmi così. >>
Kuroo fece appena in tempo a girarsi verso Saori, per non essere colto in flagrante da Azumane.
<< Sei stata bravissima! >> esclamò, per poi alzarsi. Asahi guardò l'orologio.
<< Per oggi basta così. Esercitati sul primo brano, soprattutto nei punti che ti ho segnato. >>
<< Certo maestro. >> trillò la voce allegra della piccola.
<< Saori... >> disse con tono rassegnato Asahi, quasi a supplicare implicitamente di non chiamarlo in quel modo così formale. I due adulti si spostarono all'ingresso, mentre Saori restò ancora un po' al piano.
<< Saori impara rapidamente, si vede che le piace molto suonare. >> Asahi era davvero orgoglioso della sua piccola allieva, anzi amica come lui preferiva definirla, e ci teneva a farlo sapere al padre.
<< Veramente è sempre seduta su quella seggiolina, approfitta di ogni momento libero per esercitarsi. >>
Azumane sorrise.
<< È davvero una bambina meravigliosa. >>
<< Lo so. >>
Asahi rimase a fissare il sorriso di Kuroo, questa volta non era un sorriso beffardo, provocatorio ma dolce, tenue, sincero. Quel sorriso dava tutta un'altra luce al volto dell'uomo.
<< Devo andare, ho un appuntamento. >> Azumane cercò di riprendersi dall'impatto che quel sorriso stava avendo su di lui.
<< Con una ragazza? >> chiese Kuroo mentre gli porgeva i soldi, di nuovo il ghigno beffardo sul suo viso.
<< Oh, bhè... A 10 anni non credo si possa definire una ragazza ancora. >> rispose con imbarazzo l'insegnante ma cercò anche lui di mantenerla sullo scherzo. Kuroo rise.
<< Direi di no. Buona serata Azumane. >>
<< Grazie, anche a lei. >>
 

 
<< Lo so che è improvviso ma non posso farci nulla... Non puoi portarla con te? >>
Asahi aveva appena finito la lezione con Saori e non poté fare a meno di vedere Kuroo disperarsi a telefono. Quando riattaccò, l'uomo aveva l'aria affranta.
<< Tutto bene? >> forse non avrebbe dovuto chiederlo, ma non riusciva a fare l'indifferente, soprattutto perché sentiva che il problema era legato a Saori.
<< Gira un dannato virus e molti colleghi sono a casa malati, il capo pretende che domani io faccia doppio turno, ma Umeko ha un impegno di lavoro importante nel pomeriggio e non so a chi lasciare Saori. >>
<< La madre? >> Da quando frequentava quella casa, Asahi non aveva sentito nulla sulla madre di Saori, c'erano solo poche foto di lei e Saori, nulla più. Né padre, né figlia ne avevano parlato e neanche Umeko fece cenni a sua sorella quando gli propose l'incarico e Asahi non aveva mai sentito il bisogno di chiedere di lei a nessuno di loro. E subito dopo che Asahi nominò per la prima volta quella donna, Kuroo gli lanciò una strana occhiata e non rispose. Azumane capì che per qualche motivo la madre non era l'opzione giusta e non era il caso di nominarla in futuro.
<< Ecco... io domani pomeriggio non lavorerò e non ho lezioni, potrei tenerla io... se per lei va bene, se si fida insomma. >>
Kuroo rimase nuovamente sorpreso dal ragazzo.
<< È sicuro? Non voglio darle un impeg... >>
<< Sicuro. A casa mi annoierei, almeno qui con Saori potrei suonare tranquillamente. >>
<< Potrei tornare molto tardi. >>
<< Non importa. >>
Kuroo ci pensò qualche secondo.
<< Va bene. Lascerò le chiavi sotto il vaso, Saori esce alle tre da scuola. Dovrebbe esserci tutto per la cena, anche cose già pronte. >>
<< Perfetto, a domani allora. >>
Dopo che si furono lasciati, Tetsurō spiegò alla figlia che domani sarebbe rimasta con Azumane e la piccola sembrava felicissima di ciò; questo lo rassicurava, quel pianista era davvero un tipo affidabile, non ci sarebbero stati problemi.
 


 
Il giorno dopo Asahi andò a prendere Saori e la portò a casa. Neanche passò un'ora che arrivò la prima telefonata di Kuroo. Riconoscendo il numero, Asahi passò direttamente il cellulare a Saori.
<< Ciao papà! >> la voce della piccola era trillante e gioiosa come sempre.
<< Ciao principessina mia, come stai? >>
<< Benissimo! Come va il lavoro? >>
<< Bene, ora sono in pausa. Tu che fai? >>
<< Merenda, poi continuo i compiti, così posso suonare con maestro Azumane. >>
Kuroo riuscì benissimo a immaginare Azumane sospirare sconsolato per l'appellativo troppo formale che detestava.
<< Fai tutti i compiti prima, mi raccomando. >>
<< Sì! >>
<< Ora passami Azumane. >>
<< Sì, ciao papà, ti voglio bene! >>
<< Anche io, mi manchi tanto. >>
Era un dolore per Kuroo lasciare Saori da sola per così tanto tempo, soprattutto quando lo costringevano a straordinari imprevisti come quel giorno. Avrebbe voluto fare un lavoro migliore, che non lo tenesse lontano così tanto da sua figlia e che potesse farlo guadagnare abbastanza per renderla felice, ma non aveva né l'uno né l'altro.
<< Mi dica signor Kuroo. >> la voce virile di Asahi rimbombò nel suo orecchio; sentirlo al telefono faceva un certo effetto.
<< È tutto a posto? >>
<< Sì mi occuperò di controllare che Saori faccia i compiti come mi ha detto la signorina Shimatani. >>
<< Hai parlato con lei? >>
<< Sì, mi ha chiamato per darmi qualche dritta. >>
Kuroo sorrise, non aveva avuto modo di dire a Umeko come aveva risolto, eppure lo aveva previsto.
<< Faccia come se fosse a casa sua, mi raccomando. >>
<< Va bene, la ringrazio. >>
<< Per qualsiasi cosa mi chiami. >>
<< Certamente. >>
 

Kuroo aveva chiamato spesso la figlia, purtroppo però non riuscì a tornare presto come avrebbe voluto. Erano quasi le undici quando riuscì rincasare. Fece piano per non svegliare Saori, trovò Asahi seduto in sala da pranzo a leggere un libro. Quest'ultimo alzò lo sguardo quando sentì il padrone di casa rientrare.
<< Buonasera. >> sussurrò Asahi. Kuroo mosse la mano in segno di saluto.
<< Ho fame. >> brontolò poi il padrone di casa.
<< Saori e la signorina Shimatani mi hanno ordinato di lasciarle qualcosa da scaldare. >>
Kuroo, infatti, trovò in cucina una porzione di carne.
<< Grazie Azumane, tu vuoi qualcosa? >>
<< Ho messo a scaldare l'acqua, se non le dispiace prendo un tè e vado via. >>
<< Nessun problema. >> Dopo averlo riscaldato un po', Kuroo portò la sua cena a tavola e il tè ad Azumane.
<< Posso darle del tu? >> Tetsurō iniziò a mangiare.
<< Certamente. >>
<< Mi sento meglio a darti del tu. >>
<< È più rilassante. >>
<< Quanto ti devo? >>
<< Per cosa? >>
Kuroo alzò un sopracciglio, era abbastanza ovvio a cosa si riferisse.
<< Per oggi. >>
<< Nulla. È stato un piacere per me. Anzi, se dovessi avere di nuovo bisogno, dimmelo e mi organizzo. >>
Kuroo osservò qualche secondo Asahi, il quale iniziò a sentirsi a disagio.
<< Ho qualcosa che non va? >> chiese il giovane, toccandosi il volto.
<< Non è che sei un angelo custode venuto a salvarmi? >>
Asahi rise appena.
<< No, sono un comune umano. >>
Kuroo prese qualche altro boccone di carne, poi sospirò.
<< La madre di Saori è morta tre anni fa… >>
Asahi alzò immediatamente lo sguardo verso l’interlocutore, desolato di apprendere tale notizia.
<< Si chiamava Miho. Eravamo compagni di classe al liceo, ci volevamo bene ma non ci siamo mai amati. In realtà Miho aveva una forte attrazione sessuale per me ma io non provavo nulla del genere nei suoi confronti, stavo passando un periodo di grande confusione; alla festa di fine anno mi convinse a fare sesso con lei, solo una volta per vedere cosa si provava. Saori è stata concepita in un rottame di auto da due ragazzini brilli e a causa di un preservativo messo male, nel più squallido dei modi insomma. >>
Kuroo abbandonò gli ultimi pezzetti di carne, si alzò e prese una bottiglia di whisky da un mobiletto, si riaccomodò al tavolo dopo aver preso due bicchieri, si servì, poi fece cenno ad Azumane, il quale rifiutò il liquore.
<< Continuammo a sentirci come amici, lei non ebbe più rapporti perché non trovava nessuno che la attraesse a tal punto mentre io ho continuato con le mie storie di divertimento, finché pochi mesi dopo mi comunicò di essere incinta ed io ero innegabilmente il padre. Mi crollò il mondo addosso. Ci pensai a lungo e decisi di assumermi le mie responsabilità. I miei genitori accettarono la situazione e la mia decisione, quelli di Miho no: famiglia di ricchi avvocati che avevano già programmato tutto il futuro della loro figlia e ora, non solo la loro creatura doveva rinunciare alla laurea in legge, ma era incinta di uno squattrinato figlio di commercianti. I loro rapporti si raffreddarono molto e Miho fu costretta a trasferirsi dalla sorella Umeko, l’unica della famiglia ad aiutarla senza giudicare. Io rinunciai al mio sogno di studiare medicina per fare i lavori più disparati. I miei genitori organizzarono il matrimonio e decisero di lasciarci la casa di Tokyo poiché volevano trasferirsi già da qualche tempo verso la campagna per la salute di mio padre.
Alla nascita di Saori, Miho si è ammalata gravemente, con le cure è riuscita a tirare avanti solo altri quattro anni, peggiorando di giorno in giorno negli ultimi due. Io e Miho non ci siamo mai amati ma ci volevamo molto bene come fratelli e vederla stare male era terribile; spiegarlo a Saori è stato peggio.
Alla morte di Miho le raccontai le solite storie che si dicono per alleggerire il distacco ai bambini, ma sentivo che lei non ci credeva, che aveva capito tutto. Con la morte di Miho, i suoi genitori non vollero più saperne né di me, né della nipotina. Tutt’oggi considerano Saori come la causa della morte della loro “adorata” figlia. >>
<< Questo è terribile! >> fu l’unico commento che si lasciò sfuggire Asahi, sussurrando per non interrompere bruscamente il discorso di Kuroo.
<< Non posso negare che sia nata da uno sbaglio, ma Saori è l’unica cosa bella che ho. Lei non mi fa pesare nulla, ma non la vedevo sorridere nel modo in cui sorride con te al piano da moltissimo tempo. >>
Tetsurō si servì un altro bicchierino di whisky. Era la prima volta che raccontava a qualcuno l’intera vicenda, non voleva che si sapesse, non voleva che lo compatissero o lo biasimassero, non voleva parlarne per non sentirsi ancora in colpa. Però quella sera aveva sentito il bisogno di confidarsi con Azumane, nonostante fosse ancora uno sconosciuto.
<< Umeko ci è molto vicina, ma sento che Saori desidera e ha bisogno di una figura materna che io non posso darle. >>
<< Perché no? Tu sei giovane. Capisco che sei impegnato tra casa e lavoro ma sei un ragazzo affascinante e puoi benissimo trovare una donna adatta a te e Saori. >> solo dopo aver parlato, Asahi si rese conto di essere stato troppo sfacciato.
<< Non posso perché a me non piacciono le donne. >>
Silenzio. Asahi guardò Kuroo con gli occhi spalancati. Tetsurō si girò verso di lui poco dopo con aria annoiata.
<< Ti crea qualche problema il fatto che io sia gay? >>
Asahi si riscosse dallo stato di trance che gli aveva provocato la sorpresa e rispose.
<< No! Assolutamente no! Non potrebbe crearmi problema… >> Asahi spostò lo sguardo di lato.
<< A-anche per me vale lo stesso. >> sussurrò quasi tra sé. Dopo le confidenze di Kuroo, Azumane si sentiva quasi obbligato a confidare qualcosa anche lui. Scrollò la testa e tornò a parlare.
<< È solo che non me lo aspettavo. >>
Azumane decise che era il momento di prendersi un piccolo goccio di liquore. Kuroo lo osservò in silenzio, non era sorpreso; aveva sentito a pelle che erano uguali sotto il punto di vista sessuale, o forse ci aveva sperato con tutto se stesso da convincersene.
<< Il periodo di confusione era inerente a questo? >> chiese incerto Asahi, temeva di essere inopportuno a fare delle domande.
<< Sì, feci sesso con Miho per capire cosa amavo davvero. >>
Nuovamente silenzio, questa volta però fu Asahi a interromperlo.
<< È una storia triste, ma nonostante abbia solo 7 anni, Saori  sta crescendo forte e la ama da morire. Sta facendo un ottimo lavoro come padre. >>
<< Adesso torni a darmi del lei? >>
<< Mi sento a mio agio a sentirmi dare del tu ma non a darlo. >> rispose Azumane imbarazzato, poi vide l’orologio.
<< Cavolo, domattina devo andare in officina presto! >> si alzò di scatto ma senza fare rumore. Kuroo lo accompagnò alla porta.
<< Signor Kuroo, la ringrazio per essersi confidato con me.
Tetsurō sorrise appena.
<< Grazie a te di tutto. >>
Kuroo temette di aver spaventato Asahi, anche quell’improvviso tornare alla formalità lo insospettì. Si irritò appena, ma in fondo non era un problema suo. Comunque sia Azumane non poteva di certo avere pregiudizi, visto che avevano gli stessi gusti, avrebbe sicuramente capito.



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Ebbene sì, sono tornata con una KuroAsa, lo avevo detto che sarei tornata alle origini! Questo è la prima di tre parti (non ho voluto chiamarli capitoli solo perchè boh, mi ispira più come tutto un capitolo intero che più capitoli e niente, non so rendere a parole la mia idea) e ho voluto provare con una AU abbastanza strana rispetto alle solite idee che balenano nel mio cervello; non sapevo quando l'avrei pubblicata ma visto il tema stasera mi sono svegliata e ho detto "è la festa del papà, rischia e pubblicala".
Forse i personaggi saranno un po' OOC, spero non lo siano troppo. Ok, grazie a chi ha letto, spero abbiate apprezzato e che apprezzerete anche i prossimi capitoli. 
Non ho altro da dire credo, alla prossima!
Lady Neko Kadar
   
 
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