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Autore: Zugzwang_scaccomatto    22/03/2017    2 recensioni
[Scream - The TV Series]
[Scream - The TV Series]"-Emma, corri!- urlai, divincolandomi dalle catene che mi tenevano immobilizzata, incrociando il suo sguardo sorpreso.
-Corri- ripetei, con voce strozzata -Almeno una di noi due scapperà-
Non volevo che quel pazzoide mi uccidesse, ma non volevo nemmeno che nessuno sapesse la verità su di lui. Kieran, che in quel momento giaceva ai miei piedi, ma sembrava già in grado di rialzarsi. Kieran, con quella luce folle negli occhi, quello sguardo disumano. Kieran, il ragazzo di Emma, che come Piper l'aveva tradita e ferita nel modo più profondo di tutti. Avevo bisogno che riuscisse a scappare, avrei preferito sacrificarmi piuttosto che vederla morta." Un piccolo cambio di finale, un tocco Emrey ed ecco a voi la nostra storia.
Genere: Romantico, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Slash, FemSlash
Note: AU, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Cap. 9 "A Car, a Torch, a Death"

"Arrivate alla macchina, dopo aver scansato varie coppiette e qualche macchina guidata da pazzoidi pronti ad ucciderci sulle strisce pedonali, aprii ad Emma la portiera, accennando un inchino -Prego, madame- 
Si sforzò di non ridere, entrando all'interno dell'abitacolo -La ringrazio-
Stavo per seguirla anche io, quando una voce alle mie spalle urlò, con aria trafelata -Audrey Jensen!- "

Mi voltai, confusa, non riconoscendo il timbro, e notai subito una figura che spiccava tra le altre. Era quella ragazza, Jackie, e stava correndo nella mia direzione. Forse non era davvero piccola come io ed Emma avevamo supposto, da questa prospettiva sembrava avere la nostra età, forse un anno in meno di Stavo. Anche l'abbigliamento non aiutava a darle un'aria matura: indossava delle Converse consumate, un paio di jeans un po' troppo grandi, strappati, e una felpa stile football, che in effetti le donava, ma essendo larga la faceva scomparire.
-Audrey Jensen- mi richiamò, accorgendosi subito dopo di avere la mia attenzione. Rallentò e si avvicinò a me ansimando. Non mossi un muscolo, rimasi semplicemente lì, a fissarla, attendendo che pronunciasse qualcosa di diverso dal mio nome. Alla fine, dopo aver rifiatato qualche istante, lo fece.
-Io...volevo scusarmi ancora. Sei amica di Brooke, quindi per favore, fa in modo di farle sapere che non ero al corrente del fatto che stesse con Gustavo, e che mi dispiace davvero, davvero molto- disse, con voce titubante -E vorrei poterle parlare di persona, ma non so se sia il cas...-
Emma abbassò il finestrino della macchina, rispondendo per me -Glielo faremo sapere- poi si rivolse a me -Andiamo, Audrey? Mia mamma si starà chiedendo dove siamo finite-
Annuii -Si, arrivo- 
Lanciai un'ultima occhiata a Jackie -Riguardo al parlarle di persona, forse per ora sarebbe meglio evitare. Non intenzionalmente, ma hai combinato un bel casino-
Abbassò lo sguardo -Lo so- borbottò -Senti, posso darti il mio numero, nel caso le venisse voglia di vedersi faccia a faccia?- 
Mi chiesi se fosse una buona idea, se mi avesse chiesto di darle il mio numero mi sarei insospettita, dopotutto i Lakewood Five erano finiti ad essere inevitabilmente bersaglio di qualche scherzo telefonico idiota, ragion per cui l'avevo recentemente cambiato e preferivo non darlo in giro. Ma si era offerta di darmi il suo. Sfilai lo smartphone dalla tasca e lo sbloccai -Dettamelo- 
La vidi sorridere -Grazie-
-Non è colpa tua- dissi, piatta, digitando ciò che mi veniva dettato. Non appena terminato le rivolsi un cenno di saluto e scavalcai il marciapiede per poter salire in macchina con Emma. Entrai con calma nell'abitacolo, rabbrividendo al tocco con la maniglia gelida, e mi sedetti al mio posto, cercando di non colpire superfici rigide con la gamba zoppa. 
Socchiusi gli occhi e mi immersi con il viso nella felpa, anch'essa gelida. Ascoltai Emma girare la chiave per mettere in moto l'auto e accendere la radio. Sperai vivamente in una frequenza musicale, ma le mie speranze vennero distrutte nel momento in cui udii la voce gracchiante di Gale Bowey strillare qualche news ad effetto. Quella donna sarebbe stata capace di lucrare anche su qualche dolce animaletto tragicamente morto allo zoo. Mi concentrai sul respiro ritmico di Emma, guardandola di sottecchi. Era concentrata sulla strada, le luci alternate dei lampioni proiettate sul suo viso le davano un'aria cupa, le sopracciglia aggrottate per la concentrazione e il labbro leggermente mordicchiato completavano il quadro. 
-Ehi- dissi, a bassa voce.
Non distolse lo sguardo, ma sembrò ridestarsi, sollevando un sopracciglio -Ehi- la sua mano frugò finché non trovò la mia, e la strinse leggermente -Stasera dormi con me?-
-Vuoi proprio far incazzare tua madre, non è vero?- sorrisi, abbassando il volume della radio. 
Lei fece spallucce, ridacchiando -Forse un po'-
-Non avevo dubbi- feci scorrere il pollice sul dorso della mano di Emma, rimanendo in silenzio un istante -Dormo sul divano, va bene?-
-Non se ne parla- ribatté.
-Em, pensavo stessi scherz...- iniziai, voltandomi verso di lei e notando le labbra increspate in un sorrisetto.
-Stavo scherzando, certo, ma dormo io sul divano. A te conviene stare comoda, è meglio trattare bene quei graffietti, finchè non sono completamente a posto- 
-Oh, oh- finsi di ridere -Quei graffietti? Mi sono fatta infilzare come un corn dog dal tuo ex ragazzo, come minimo potresti evitare di sfottere- 
-Vuoi il letto o no?- 
Feci spallucce -Con te, volentieri- 
Emma si voltò di colpo verso di me, trattenendo a stento una risata -Così sfrontata?- 
-Che dire..- mi svincolai dalla cintura di sicurezza, sporgendomi e avvicinandomi al suo collo, fino ad avere le labbra ad una manciata di centimetri da lei -...con questa luce sei più bella del solito-
-Audrey, sto guidando- ridacchiò, soffocando un sospiro quando le baciai la pelle nuda. 
-Questa è la tipica cosa da non fare a meno che non ci si voglia schiantare contro qualche palo della luce- ribadì, mordendosi il labbro subito dopo aver terminato la frase -Siamo arrivate, devo solo parcheggiare, non farmi rigare la macchina- 
Sorrisi, tornando al mio posto e appoggiando la testa contro il finestrino rigato dalle prime gocce di leggera pioggia. Emma eseguì la manovra e con lo sbalzo un ciuffo di capelli neri mi ricadde davanti agli occhi. "Forse sarebbe ora di tagliarli" mi dissi tra me e me, estraniandomi per qualche istante dalla situazione. Fino a quando Emma non mi strattonò il braccio, per poi alzare notevolmente il volume. Era ancora Gale Bowey, e aveva assunto il tipico timbro di voce da "notizia che mi farà guadagnare un sacco di visibilità". 
Le lanciai uno sguardo, ma lei pareva completamente concentrata sull'altoparlante del cruscotto.
-.. Il corpo è stato identificato, si tratta della diciannovenne Rosie Addams, studentessa della George Washington High School, ultimo anno. I genitori devono ancora arrivare, nel frattempo ciò che siamo riusciti a capire è che le dinamiche ricondurrebbero ad un omicidio...pare che la ragazza fosse a casa di un amico per una festa, qui, in Roosevelt Street, ma che i compagni l'avessero persa di vista intorno a metà della serata. Un'altra giovane vita stroncata, qui a Lakewood, e in questo caso la domanda sorge spontanea: c'è un nuovo serial killer a piede libero nella nostra città? Finirà mai questa serie di orribili morti? Qui è Gale Bowey, al più presto con altri dettagli..- 
La linea ritornò allo speaker e i miei occhi cercarono istintivamente quelli di Emma, nel più totale silenzio. Ciò che ci lessi fu paura, non confusione, né incredulità. Pura e semplice paura. Le sue mani stringevano il volante con troppa forza, e il suo labbro inferiore tremava. I miei pensieri si rivolsero istintivamente a quel biglietto nella camera d'ospedale di Brooke, "Il gioco è solo iniziato", e a come l'avevo sottovalutato. Speravo con tutta me stessa che si trattasse di un omicidio isolato, ma a Lakewood non si trattava mai di un omicidio isolato. Era assurdo, ma cominciavo quasi a desiderare di essere morta all'inizio di quella storia, come Rachel. Vivere nella paura costante, essere messi gli uni contro gli altri, perdere i propri amici venendo manipolati e non poter far nulla per evitarlo...per quasi un anno intero. Era stato troppo, ma l'avevamo superato, ognuno con le proprie ferite, fisiche o psicologiche. Non poteva ricominciare, non ce l'avremmo fatta. 
Ciò che mi svegliò da quello stato di trance in cui ero caduta fu il rumore della maniglia premuta da Emma, che uscì dalla macchina dimenticandosi le chiavi inserite, nella fretta. Mi riscossi e uscii anche io, dopo averle prese, mantenendo lo sguardo fisso sulla mia ragazza. Socchiusi un occhio quando la pioggia fine e fredda mi punzecchiò il viso.
-Em...- la richiamai, accelerando il passo, ma lei, senza nemmeno voltarsi, aspettò che la porta le venisse aperta ed entrò in casa. La seguii a ruota, oltrepassando Maggie, che dopo aver tentato di accogliere la figlia la seguiva con uno sguardo confuso. 
Mi sentii afferrare il braccio. 
-Audrey, è successo qualcosa?- mi domandò la signora Duval, sinceramente preoccupata. 
-Accenda la televisione- risposi frettolosamente, iniziando a preoccuparmi davvero per Emma. Salii a grande falcate le scale e riuscii a bloccare la porta della camera della mia ragazza con un braccio, poco prima che questa mi venisse chiusa in faccia proprio da lei. 
La aprii lentamente, entrando nella stanza in penombra. Accostai la porta premendo sulla maniglia, in modo da non fare rumore, e rimasi in silenzio. Feci qualche passo verso il letto dove si era seduta Emma e mi affiancai a lei, continuando a non dire nulla. Sembrava così indifesa, spaventata a morte, e tentava di non farlo vedere, fissando un punto vago del pavimento, ma sapevo che in quel momento non avrebbe voluto fare altro che andare da qualche parte, dove nessuno la potesse vedere, ed elaborare la cosa. Senza nemmeno volerlo razionalmente, posai il mio braccio sulle sue spalle, in un tentativo di comunicare...non lo sapevo nemmeno io, qualcosa. Farle vedere che sapevo cosa stava passando. Continuò a non aprir bocca, ma si voltò a guardarmi negli occhi, serrando la mandibola, e in un istante appoggiò la testa sulla mia spalla e iniziò a piangere, soffocando le lacrime nella mia maglietta. Passai la mano libera tra i suoi capelli, stringendola più forte a me. -Vedrai che andrà tutto bene- sussurrai, cercando di convincere anche me stessa, oltre ad Emma.
-Non è vero. Un altro omicidio, Audrey- singhiozzò, il mascara colato sulle guance la faceva sembrare un panda triste, e la cosa mi avrebbe fatto ridere, se la situazione non fosse stata diversa. 
-Non conoscevamo questa ragazza, cerca di pensarla così. Fino ad ora hanno ucciso solo persone connesse con noi, forse in questo caso si tratta d'altro- tentai di consolarla, continuando a stringerla tra le braccia.
Non sembrava aiutare. Lasciai che buttasse fuori tutte le emozioni con quel pianto liberatorio, sapevo quanto avrebbe fatto bene anche a me, ma il pianto non era mai stata una delle mie specialità. Quando la sentii tirare su col naso, provai a spezzare il silenzio -Vorrei dirti che sei quasi più bella quando piangi, ma non posso negare di preferirti con un bel sorriso-
-Sono contenta che tu dorma qua- disse, più rivolta alla mia maglietta che a me, senza smettere di nasconderci dentro il viso. 
-Anche io- risposi, raggiungendo la sua mano e giocando con le sue dita, provando a trasmetterle un po' di tranquillità -Forse dovremmo metterci a letto. Domani c'è scuola-
Emma borbottò qualcosa di incomprensibile, ma che appariva lontanamente come un assenso, così mi alzai dal materasso e la sollevai tirandole la mano -Su, andiamo. Dormirci su ti farà bene- 
Quando finalmente dopo qualche istante parve ridestarsi mi mollò la mano per prendere il suo pigiama -Lo spero davvero. Forse ho esagerato. Magari è qualcosa di isolato, non sanno nemmeno per certo se si tratti di un omicidio o se invece sia solo un incidente. Non credi?-
"No, non credo. Non credo per niente" pensai. Tuttavia, dopo aver incrociato il suo sguardo poco convinto, risposi con un sorriso rassicurante -Esatto, forse dovremmo rilassarci, prima di andare nel panico-
Sapevo quanto fosse stupido mentire alla mia ragazza così. Sapevo anche che ci sarebbero state conseguenze, ma è inutile mentire: spesso, in momenti come quello, non si pensa agli accadimenti a lungo termine, si fa solo il possibile per migliorare la situazione, per far star meglio la persona a cui si tiene. E riuscii a capire dal mutamento della sua espressione che ci ero effettivamente riuscita, ora stava un po' meglio. Era terrorizzata, ma non come prima, e io continuavo a temere che potesse avere delle ricadute, degli attacchi di panico come quelli dell'anno precedente. 
Nel frattempo Emma si era spostata ai piedi del letto e si stava cambiando. Sospirai nel momento in cui si sfilò la maglietta, rimanendo in reggiseno.
-Non puoi fare così- dissi, mordendomi il labbro. 
Lei si voltò, confusa, rendendosi conto con qualche istante di ritardo a cosa mi riferissi. Sorrise, lasciando intravedere le fossette ai lati della bocca, solo accennate. 
-E assolutamente, nemmeno così. Non con tua madre al piano di sotto- risi, appoggiandomi con la spalla alla parete e rimanendo a guardarla. 
Sbuffò, ironicamente -Devi guardarmi così? Mette in soggezione- 
-Oh, mi scusi se è bellissima, preferisce che mi metta questo davanti?- afferrai un cuscino e me lo sistemai in faccia. -Va meglio?- domandai, soffocata dal tessuto. Attesi una risposta, che non arrivò. Lentamente abbassai il cuscino, per scoprire Emma intenta a guardarmi, ancora nella stessa posizione, sorridente. 
Sollevai un sopracciglio, ridacchiando nervosamente -Che c'è?- 
Lei scosse la testa, senza cambiare espressione -Niente- 
-Spara- la incitai. Sostenni il suo sguardo, lasciando che quegli occhi verdi mi scrutassero ancora qualche istante. Senza proferire parola Emma interruppe quel contatto e si avviò verso la porta, ancora senza maglietta, facendo girare la chiave con lentezza, senza provocare alcun rumore che potesse giungere all'orecchio di Maggie. Deglutii, cercando di capire le sue intenzioni. Fece qualche passo verso di me e poi si fermò, tornando a guardarmi direttamente -Davvero trovi che io sia bellissima?- 
Scoppiai a ridere, avvicinandomi a lei -Era questo il punto? Se vuoi lo posso ripetere. Tu..- le posai sui fianchi, portandola verso di me -..sei...- con una mano le sollevai il mento, in modo che mi guardasse negli occhi -...bellissima. Ma non tipo "bella, carina". No, ti trovo sinceramente bellissima. Poi devo ammettere che senza maglietta hai un tocco in p..- 
Prima che potessi terminare la frase Emma mi saltò letteralmente addosso. Sorrisi, stringendola nell'abbraccio, a contatto con la sua pelle sempre bollente, e lasciai che appoggiasse la testa nell'incavo della mia spalla. 
-Basta così poco?- chiesi, continuando a ridacchiare. 
Lei si sciolse dall'abbraccio per guardarmi in faccia -In questi momenti dovresti imparare a non rompere il silenzio rituale venutosi a creare- 
Mi finsi pensierosa -Servirebbe qualcuno che mi mettesse a tacere-
Emma sfoderò di nuovo le fossette -Decisamente- sussurrò, facendo salire la sua mano fino alla mia nuca e accarezzando i capelli. Lasciai cadere il mio sguardo sulle sue labbra, ormai distanti solo qualche centimetro. Se ne accorse e sorrise ancora -Forse è davvero il caso di andare a dormire, sai..- mi fece il verso -..con mia mamma al piano di sotto- 
-Mi lasci davvero andare a dormire senza il bacio della buonanotte?- azzardai, allacciando le mie braccia e bloccandola prima che potesse muoversi. Lei però si divincolò, facendoci cadere entrambe rovinosamente sul letto.
-Ouch- bofonchiai, sentendo una fitta alla pancia.
-Scusami, Auds, mi ero dimenticata..- si bloccò a metà frase, rendendosi conto della situazione venutasi a creare, ancora una volta. Ero finita letteralmente sopra di lei, e stavo ringraziando qualsiasi divinità esistente per aver fatto chiudere a chiave la porta ad Emma, perché se per qualche strano allineamento astrale Maggie fosse entrata in quel momento, ero piuttosto certa non avrei mai rimesso piede in casa Duval. 
Emma era ancora senza maglietta. Sotto di me. Chiusi gli occhi, sibilando -Oh, andiamo, è un complotto- 
-Non volevi il tuo bacio della buonanotte?- 
Riaprii gli occhi e le rivolsi un'occhiata, alzando un sopracciglio. Aveva le guance rosse e un ciuffo di capelli castani le ricadeva sul naso. "La porta è chiusa a chiave" pensai, e mi abbassai lentamente, sfiorando con le labbra una porzione di pelle nuda, vicino alla clavicola. Sentii Emma inizialmente irrigidirsi, non si aspettava una mossa del genere, poi rilassarsi e sprofondare nel cuscino. Lasciai una scia di baci leggeri, fermandomi all'altezza del reggiseno nero. La mia mano, ferma sul suo fianco, si mosse, percorrendo la linea del suo costato, esaminando ogni curva, soffermandosi su ogni millimetro quadrato di pelle. Sentii la mia ragazza trattenere un gemito quando posai le labbra sulla sua pancia e la cosa non fece altro che eccitarmi ulteriormente. La chiave che portavo al collo si poggiò sulla pelle di Emma, facendola rabbrividire. Probabilmente era l'unica cosa della stanza ad essere rimasta fredda. Tuttavia un rumore brusco al piano di sotto mi svegliò da quella bolla. Mi disincantai, sospirando -Non sai quanto vorrei che tua madre non fosse a casa in questo momento- 
Lei, guardando il soffitto, rispose -Oh, penso di saperlo-
Facendo perno con la mano sul materasso risalii fino ad arrivare all'altezza del viso di Emma, appoggiando la mia fronte sulla sua -Ti prometto che nessuno psicopatico vestito da Brandon James ti farà del male o farà del male ai tuoi amici, Em, non lo permetterei mai- 
Facendo passare la mano dietro alla mia nuca mi attrasse verso di lei, baciandomi senza pensarci due volte. Non fu un bacio particolarmente trasportato, ma per me significava moltissimo. Allo stesso tempo voleva dirmi che lo sapeva e voleva ringraziarmi per essere lì per lei. 
-Buonanotte- le sussurrai, una volta divise.
-Buonanotte, Auds-
   
 
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