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Autore: The Mad Tinhatter    24/03/2017    4 recensioni
[Pushing Daisies!AU] "Viktor uscì dalla cucina, pronto ad accoglierlo. Era tuttavia del tutto inconsapevole del fatto che, in quel preciso momento, a 27 anni, due settimane, tre giorni, due ore e tre minuti, la sua vita sarebbe cambiata drasticamente."
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Victor Nikiforov, Yuri Plisetsky, Yuuri Katsuki
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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You Only Live... Twice?!


Cap. 1: Cioccolato e Arancia


Nella ridente cittadina di Hasetsu, il giovane Viktor Nikiforov conduceva una vita tutto sommato tranquilla. A soli 27 anni, due settimane, tre giorni e sette minuti era considerato uno dei pasticceri migliori del mondo, avendo vinto per cinque volte consecutive non soltanto il Campionato Mondiale della Torta Cioccolato e Pere, ma anche il prestigiosissimo Grand Prix delle Crostate alla Frutta.


Dopo aver fatto incetta di premi, Viktor aveva deciso di ritirarsi dal mondo della pasticceria agonistica, e aveva aperto un piccolo locale ad Hasetsu. Naturalmente, la sua fama lo precedeva, e il locale era sempre pieno: clienti da tutto il mondo si ritrovavano lì, desiderosi di assaggiare uno dei suoi leggendari dolci.


Si vociferava che, in qualche modo, Viktor riuscisse sempre a procurarsi in qualche modo la frutta più fresca e saporita di tutto il mondo, e che fosse quello, assieme alla sua incredibile abilità, a fare la differenza.


Quello che nessuno sapeva, però, era che Viktor aveva un dono. Ed in quel momento, davanti allo sguardo ormai decisamente poco impressionato del suo assistente Yuri Plisetski, stava per farne sfoggio.


- Ed ecco qua la frutta per oggi! - esclamò Viktor, portando in cucina una cassa piena di quelle che sarebbero dovute essere pesche, ma che piuttosto sembravano degli ammassi di poltiglia maleodorante.


Naturalmente, Viktor non avrebbe mai potuto utilizzare della frutta in quello stato. Era lì che stava la sua particolarità: infatti, non appena Viktor prese in mano una delle pesche, essa ritornò al suo stato precedente, fresca come se fosse appena stata colta.


- Ahh... perfetta, come appena staccata dall'albero! - disse Viktor, con entusiasmo. Si rigirò la pesca nella mano, ammirandola come se fosse stata la cosa più meravigliosa del mondo.


- Devi proprio fare questa scena tutte le mattine? - disse Yuri.

- Questa mia capacità è un po' un miracolo, e mi piace considerarla tale! Del resto, non è da tutti il poter ridare la vita, giusto? - fece Viktor, porgendo la pesca a Yuri per potersi dedicare al resto della frutta. 


Il ragazzo scosse la testa. - Almeno ti permette di risparmiare sulla frutta – disse.

- Certo! - disse Viktor, entusiasta. - E questo mi permette di pagarti di più, cosa di cui non potrai che essere contento!


Viktor aveva assunto Yuri esattamente cinque mesi, due settimane e tre minuti prima di quel momento. I clienti della sua pasticceria stavano iniziando ad essere un po' troppi per una sola persona, e Viktor si era messo alla ricerca di un assistente. Yuri fu per lui una manna dal cielo: era giovanissimo ma estremamente talentuoso, e Viktor era sicuro che con qualche anno di pratica sarebbe potuto diventare il suo degno successore.


Dopo aver finito con la frutta, Viktor indossò dei guanti. Non si trattava di una scelta estetica, ma di una necessità: se Viktor avesse toccato la frutta una seconda volta, essa sarebbe marcita di nuovo, e stavolta per sempre.


Con le mani coperte dai guanti, Viktor si mise a tagliare la frutta, passandone un po' a Yuri. I due così erano finalmente impegnati nel preparare le prime torte, attendendo l'arrivo dei clienti.


Viktor osservava le torte mentre cuocevano nel forno, fischiettando. In genere, era proprio in quei momenti che più era contento di aver lasciato il mondo delle competizioni. La sua era diventata un'esistenza piuttosto tranquilla, e l'unica cosa che avrebbe potuto scombussolarla era, forse, il bruciare qualche torta, cosa che comunque accadeva piuttosto raramente.


Dlin dlon, fece il campanello della porta. Il primo cliente della giornata era appena entrato.


Viktor uscì dalla cucina, pronto ad accoglierlo. Era tuttavia del tutto inconsapevole del fatto che, in quel preciso momento, a 27 anni, due settimane, tre giorni, due ore e tre minuti, la sua vita sarebbe cambiata drasticamente.


*


- È... è permesso? - fece il cliente appena entrato nella pasticceria.

- Prego, prego! - fece Viktor, sfoggiando il suo solito sorriso. Gli piaceva essere sempre cordiale con i suoi clienti, lo trovava un modo per dimostrare l'amore per il suo lavoro. Inoltre, di sicuro non poteva nuocere alle vendite, anche se era certo che il locale si sarebbe riempito anche se fosse stato acido come un limone.


Avrebbe riservato lo stesso trattamento anche alla persona che era appena entrata ma, non appena il suo sguardo incontrò quello del nuovo arrivato, Viktor si bloccò.


Si trattava di un ragazzo. Doveva essere poco più giovane di lui, e aveva i capelli corvini e gli occhi castani, che si potevano intravvedere dietro un paio di occhiali dalla montatura blu. C'era qualcosa di familiare, in lui, e Viktor ne era incuriosito. Inoltre, cosa ultima ma non meno importante, era decisamente carino.


Ora lo stava osservando, un piccolo sorriso sul volto. Sembrava imbarazzato.


- Oggi abbiamo una crostata alle pesche che è la fine del mondo, ti consiglio vivamente di provarla!


In una situazione normale, Viktor non avrebbe mai dato del tu ad un cliente, specialmente se era la prima volta che si presentava nel locale. Ma quella era una situazione particolare, e c'era qualcosa che spingeva Viktor a rivolgersi a lui in tono più informale.


Lo stesso ragazzo davanti a lui era piuttosto sorpreso da come Viktor gli si era rivolto, e lo guardava stupito.


- Oh... certo! Grazie!


Viktor ritornò in cucina, sotto lo sguardo indagatore di Yuri, e tagliò una fetta di crostata leggermente più grande del solito. La presentò poi al giovane, che lo ringraziò con un sorriso.


Sembrava che il ragazzo sorridesse sempre, come se fosse nervoso.


Viktor lo osservava, seduto al bancone della cucina. Se avesse avuto davnti uno specchio, avrebbe visto i suoi occhi brillare.


Il ragazzo stava assaporando la sua crostata e, a giudicare dall'espressione felice che aveva in volto, gli piaceva.


- Cosa stai facendo? - gli disse Yuri, dando un colpetto sulla spalla di Viktor, risvegliandolo dal suo momentaneo torpore.


Altri clienti erano arrivati, e lui nemmeno aveva sentito il campanello.


Scosse la testa, tornando al lavoro. Cercò di concentrarsi il più possibile sul resto della clientela, tuttavia il suo sguardo e la sua mente ritornavano inesorabilmente su quel ragazzo, che sembrava completamente concentrato sulla sua crostata (o, forse, stava evitando lo sguardo di Viktor?).


Purtroppo, ben presto la crostata finì, il giovane si alzò dal bancone, e fece per pagare.


- Offre la casa - fece Viktor.


Il ragazzo divenne tutto rosso. - No, no! Era tutto delizioso, io-

Viktor scosse la testa. - Puoi ripagarmi in un altro modo....


Il ragazzo divenne, se possibile, ancora più rosso.


Viktor si appoggiò al bancone, avvicinandosi di più al ragazzo. - Potresti dirmi come ti chiami - fece Viktor.


Il ragazzo si allontanò dal bancone, evidentemente imbarazzato. - Yuuri Katsuki - disse, poi fece un bel respiro profondo, mormorò un veloce “Arrivederci” e quasi scappò verso l'uscita.


- Torna pure quando vuoi, Yuuri Katsuki! - esclamò Viktor. Yuuri si voltò un'ultima volta verso di lui, prima di sparire al di là della porta.


Viktor continuò a sorridere trasognato per tutta la giornata, incantato e un po' distratto da quel fatidico incontro. Se non ci fosse stato Yuri, qualche torta sarebbe andata bruciata.


- Chissà se mai lo rivedrò - fece Viktor, mentre chiudevano la pasticceria.


Yuri impiegò qualche secondo a capire di chi Viktor stesse parlando, il ricordo di Yuuri sepolto sotto ore di lavoro.


- Stai ancora pensando a lui?

- Spero solo di non averlo spaventato - disse Viktor, preoccupato. E se davvero il suo atteggiamento avesse fatto scappare Yuuri per sempre?

- Ti guardava come se fossi pazzo. E forse è meglio che non ritorni, almeno così non rischi di bruciare tutta la pasticceria!

- Ehi! È successo solo una volta....


Yuri scosse la testa, e insieme finirono di abbassare le serrande. Nel vedere Yuri allontanarsi per tornare a casa, Viktor pensò davvero di essere pazzo. Aveva visto quel ragazzo solo per pochi minuti, eppure sperava davvero che ritornasse nel suo negozio. 


Quella notte, Viktor si rigirava nel letto, senza riuscire a dormire. Il suo cane, Makkachin, dormiva sul pavimento accanto a lui. Era stata la prima creatura su cui aveva utilizzato il suo dono, dunque non poteva toccarlo, nonostante in situazioni come quella desiderasse poterlo abbracciare.


Viktor, infatti, non riusciva a non pensare a Yuuri: i suoi occhi castani, un po' nascosti dagli occhiali; i suoi capelli scompigliati; il suo adorabile rossore quando gli aveva offerto la crostata....


Non potendo abbracciare Makkachin o, ancora meglio, lo stesso Yuuri, Viktor strinse il suo cuscino.


Pensò ancora a Yuuri, certo di aver già visto quei lineamenti da qualche parte, anche se per qualche motivo non lo avevano colpito così tanto come in quel momento.


Il suo nome rigirava nella sua mente, come se, ripetendoselo in continuazione, avesse potuto ricordare qualcosa.


Yuuri Katsuki, Yuuri Katsuki, Yuuri Katsuki... Yuuri Katsuki! 


Viktor saltò giù dal letto. Fu come se una lampadina si fosse accesa nella sua mente, e una breve ricerca su internet confermò la sua intuizione.


Yuuri Katsuki era... un pasticcere, come lui. Avevano entrambi partecipato all'ultima edizione del Gran Prix delle Crostate alla Frutta: Viktor aveva vinto il primo premio, ma Yuuri era arrivato all'ultimo posto. Ricordava vagamente la sua espressione sconfitta, ma era così concentrato sulla sua crostata da aver a malapena degnato di uno sguardo gli altri concorrenti.


Quella era stata la sua vita fino a pochi mesi prima: così concentrato sulle competizioni da dimenticare di non essere l'unica persona al mondo.


Viktor, dopo aver finalmente eliminato i suoi dubbi riguardo l'identità di Yuuri Katsuki, poté addormentarsi, contento del fatto che, se l'avesse rivisto, avrebbe avuto perlomeno un argomento in comune con cui attaccare bottone.


*


Il mattino dopo, subito dopo aver aperto il negozio, Viktor iniziò a fare avanti e indietro per la cucina, lanciando ogni tanto (ovvero, ogni dieci secondi) un'occhiata alla porta d'ingresso.


- Tanto non verrà - disse Yuri, tirando fuori dal forno una serie di torte di mele.

- Ma è un pasticcere! È destino che torni qui! - fece Viktor, disperato. Aveva aperto da ben dieci minuti, e Yuuri ancora non era arrivato!


La giornata trascorse normalmente, o quasi. Viktor si aggirava per il locale, servendo i clienti col suo solito sorriso, ma nella sua mente c'era solo Yuuri. Il suo sguardo continuava a rivolgersi verso la porta d'ingresso, e ogni volta che sentiva il campanello sperava di veder entrare quel ragazzo dai capelli scuri e gli occhiali blu.


Il giorno diventò sera, e anche l'umore di Viktor diventò sempre più nero. 


- Non è tornato - piagnucolò Viktor, mentre sistemava la cucina. - Questa sera saremo soli, io, la mia tristezza e questa crostata al cioccolato e arancia!


A volte, quando desiderava qualcosa di dolce, preparava qualcosa in negozio da portare a casa. In quel momento aveva decisamente bisogno di affogare il proprio dolore negli zuccheri.


Yuri scosse la testa. - Se mai dovessi fare scenate così per qualcuno appena conosciuto, qualcuno mi uccida – borbottò.


I piani di Viktor per la serata, tuttavia, andarono in fumo nel momento in cui il campanello suonò.


Come se qualcosa lo avesse punto, scattò verso il bancone, speranzoso. E Yuuri era lì, trafelato e paonazzo come se avesse corso a lungo, per Viktor una celestiale visione.


- Scusate - disse, col fiatone. - Siete ancora aperti?

- Per te, sempre - rispose Viktor, tornando a sorridere.


Yuuri si sedette al bancone, cercando di riprendere fiato. Viktor si precipitò a procurargli qualcosa da bere.


- Ci tenevi proprio a ritornare, vero? - fece Viktor. Yuuri stava lentamente tornando di un colorito normale.

- Volevo... soltanto... una fetta di torta - fece Yuuri.


Viktor sorrise, e andò in cucina a prendere la sua crostata al cioccolato. Si era immaginato di mangiarla da solo, davanti alla televisione, guardando qualche film strappalacrime; invece l'avrebbe divisa con quello che, dal giorno prima, era diventato l'oggetto delle sue attenzioni.


- Stavo giusto per tagliare questa. Ti va di dividerla con me? - disse Viktor, posando i gomiti sul bancone, proprio davanti a Yuuri. Le guance del ragazzo tornarono ad essere rosse.


- Fai pure come se non esistessi! - esclamò Yuri dalla cucina.

- Ne vuoi un pezzo? - gli rispose Viktor.

- No, sto tornando a casa. A domani!


Presto sentirono la porta sul retro che si chiudeva, e rimasero soli. Yuuri si alzò, raccogliendo le sue cose.


- Scusa, forse... è meglio che vada. È così tardi, vi ho soltanto dato disturbo... oh, ma cosa mi è saltato in testa.... - disse.

- Yuuri - disse Viktor, toccandogli il braccio. Yuuri si fermò, stupito.


- Ti... ti ricordi di me? - fece.

Viktor annuì. - Sei stato il primo cliente di ieri, ma non solo. Sei anche un pasticcere come me, giusto? E io voglio che tu resti. Sempre se ancora lo desideri, naturalmente.   


Yuuri annuì, un lampo di decisione nei suoi occhi. Poi, si sedette nuovamente al bancone, sorridendo.


- Perfetto! - fece Viktor, tagliando una fetta di crostata. - Ora, voglio un tuo parere su questa.


Yuuri lo guardò, stupito. - Non credo di essere la persona migliore per questo – disse.


- Sei anche tu un pasticcere. Sei la persona ideale, direi.

- Ma le mie ultime competizioni sono state un disastro - rispose, sconsolato.


Era evidente che il ragazzo avesse problemi di autostima. Viktor si stupì molto di questo. Certo, al Gran Prix non aveva certo brillato, ma c'era da dire che il Gran Prix era, forse, la competizione a livello più alto nell'ambito della pasticceria agonistica. Ad accedervi erano solo sei tra i pasticceri migliori del mondo.


Yuuri Katsuki rientrava nella categoria, eppure sembrava esserne completamente inconsapevole.


Dunque, Viktor scosse la testa. - Assaggia - disse, porgendogli un piatto e una forchetta.


Yuuri accolse il suo invito, e non appena il primo boccone di crostata attraversò le sue labbra, sul suo volto Viktor vide una serie di emozioni: ammirazione, felicità, e l'estasi tipica di chi ha appena assaggiato qualcosa di delizioso.


- Allora... ti piace? - Viktor domandò, trepidante.


Yuuri annuì, troppo impegnato a continuare a mangiare per rispondergli in altro modo.


Viktor tagliò una fetta per sé, e mentre mangiava osservò affascinato l'espressione soddisfatta di Yuuri.


Com'è perfettamente naturale che accada in questi casi, finirono per spazzolare via tutta la crostata.


- Deliziosa - fece Yuuri, tenendosi la pancia. Forse avevano esagerato un po'.

- Ed era soltanto al cioccolato, con un po' di arancia. Un accostamento un po' banale, ma sempre sicuro. Dovrei trovare qualcos'altro da farti assaggiare....


Vide Yuuri guardare in basso, imbarazzato per qualche ragione.


- E poi, tu hai assaggiato qualcosa di mio, ora però voglio assaggiare qualcosa di tuo!

- Cosa? - esclamò Yuuri. Era diventato tutto rosso. Adorabile. - Io... la tua crostata era buonissima, ed era soltanto al cioccolato e all'arancia, qualsiasi cosa io possa fare non sarebbe all'altezza, e-


Viktor scosse la testa. - Un giorno, voglio assaggiare una tua torta. Sono curioso, e sono certo che mi piacerà. Tornerai, vero?


Yuuri lo guardò. Sembrò indeciso per qualche secondo, ma alla fine annuì. Forse lo sguardo implorante di Viktor aveva sortito qualche effetto.


Viktor non riuscì a smettere di sorridere, mentre si salutavano. Al pensiero di poter rivedere Yuuri per una terza volta, il cuore gli saltava nel petto.


Era ufficiale. Viktor Nikiforov si era preso una bella cotta.

   
 
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