Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: Lady_Levi_Malfoy    26/03/2017    2 recensioni
La cosa che però tormentava di più i suoi pensieri, era che sarebbe dovuto andare dai genitori dei componenti della sua squadra per dargli la brutta notizia. La prima volta non c'era nessuno da avvisare, nessuno a cui spezzare il cuore. Ora invece c'erano quattro famiglie che attendevano notizie dei propri cari. Sapeva che ormai era giunto il tempo di uscire dal suo isolamento e andare dalle famiglie poi, sarebbe potuto crollare
Genere: Drammatico, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Erwin Smith, Levi Ackerman
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Quel giorno di pioggia
 

Quella sera Levi non riusciva a dormire. Ogni volta che chiudeva gli occhi rivedeva il cadavere di Petra in quella posizione così innaturale. Non che non ci fosse abituato a non dormire, però quella era la quarta notte dal rientro che avrebbe passato insonne. Fissava il soffitto con lo sguardo perso nel vuoto, la porta della camera chiusa a chiave per evitare a un qualsiasi tipo di essere umano di entrare. Erwin ed Hanji erano andati a cercarlo più volte ma lui li aveva respinti con il silenzio. Ogni tanto apriva la porta per prendere il cibo che gli portavamo anche se, solo a vederlo, gli veniva la nausea. 
Ecco, ora la mente lo riportava indietro a 17 anni prima, quando aveva visto il panico negli occhi di Isabel e l'ultimo sorriso di Farlan mentre il gigante lo divorava. Anche allora si era chiuso in se stesso, sentendosi solo, abbandonato. Si siede sopra il materasso e guarda fuori dalla finestra il cielo stellato. Conta la manciata di stelle che riusciva a vedere: erano sei; "mi stai prendendo per culo?" pensa tra sè e sè in direzione al cielo. Non era solito a parlare con le stelle, ma quello era l'unico modo per non perdersi e cadere brutalmente nella realtà perché avrebbe fatto troppo male e lui non poteva permettersi di crollare ora. Come se non bastasse, la mocciosa aveva di nuovo disobbedito e, per colpa sua, si era slogato la caviglia e non avrebbe potuto volare per un bel po'. Volare... il vento tra i capelli, la sensazione di libertà, il piacere di cercare di toccare il cielo. Gli era sempre piaciuto. Ricordava che da bambino, prima di perdere la madre, osservava con gli occhi enormi i soldati della gendarmeria che volavano sui tetti della città sotterranea. Si, a 5 anni aveva sognato di essere uno di loro anche se da sempre aveva avuto la consapevolezza di non poterne mai fare parte. Poi la sorte era cambiata e aveva conosciuto qualcosa di meraviglioso e orribile al tempo stesso. Poter attraversare le mura, vedere un orizzonte che sapeva di libertà non aveva prezzi. All'inizio aveva quasi creduto di non meritarselo, che un delinquente della topaia non avesse il diritto di guardare una meraviglia del genere.
La cosa che però tormentava di più i suoi pensieri, era che sarebbe dovuto andare dai genitori dei componenti della sua squadra per dargli la brutta notizia. La prima volta non c'era nessuno da avvisare, nessuno a cui spezzare il cuore. Ora invece c'erano quattro famiglie che attendevano notizie dei propri cari. Sapeva che ormai era giunto il tempo di uscire dal suo isolamento e andare dalle famiglie poi, sarebbe potuto crollare. Si alza dal letto e va nel bagno. Si lava strofinando forte la pelle fino a farla arrossare. Appena ha finito si asciuga e indossa la divisa della legione. Con la mano tremante gira la chiave nella serratura e apre la porta, indossando la maschera che aveva imparato a portare da anni. Ignorava gli sguardi dei soldati per il corridoio come era solito fare anche se questa volta erano molto più penetranti del solito. Cammina fino all'ufficio dei Erwin ed entra senza prendersi la briga di bussare come al solito. Si ferma sulla soglia e fa una smorfia di disgusto per via della stanza disordinata. << finalmente riesco a vederti in faccia Levi, cosa ti porta qui? >> iniziò il biondo alzandosi dalla sedia << volevo solo informarti che ho deciso di andare a informare le famiglie dei membri della mia squadra >> prosegue il moro mentre si avvia all'uscita. Erwin lo guarda << le famiglie di Gunther, Oruo e Erd le abbiamo avvisate noi, bisogna solo andare dai signori Ral. Credevo che non spettasse a noi dare questo tipo di notizia a loro >> sottolinea l'ultima parola. Levi si congela sul posto e prende un respiro profondo << non spettava a voi dare la notizia neanche alle altre famiglie. Petra non era speciale rispetto agli altri sotto il punto di vista militare. Ha assolto ai suoi compiti come gli altri, e come gli altri deve essere trattata. In ogni caso ci andrò io se voi non avete avuto le palle per farlo >> esce dalla stanza sbattendo la porta.
Pioveva quel giorno, pioveva forte. La pioggia gli colava sul viso mentre si dirigeva verso la casa che un tempo era quella di Petra. Aveva detto a Erwin che lei era come gli altri ma era una menzogna. Lui e la ragazza sarebbero dovuti essere marito e moglie già da un giorno ma lei non c'era. Lei non ci sarebbe stata mai più. Giunse davanti alla porta dell'abitazione senza neanche rendersene conto e bussò tre volte. Attese che qualcuno li aprisse la porta. Per un attimo si ritrovò a sprerare che non ci fosse nessuno in casa "non essere codardo" pensò facendo un movimento stizzito con il capo. La porta fu aperta e dietro di essa c'era una signora << buongiorno >> esordì la donna << posso fare qualcosa per lei? >> sorrise appena a Levi
 << lei è la madre della signorina Ral? >> chiese Levi atono
 << si, sono io perché? >> disse la madre 
<< suo marito è in casa? >>
<< si, perché? >> il viso della donna stava diventando preoccupato
<< devo dirvi una cosa importante. Io sono Levi Ackerman, capitano della legione esplorativa. Posso entrare? >>.
La donna si spostò per lasciarlo passare poi andò a chiamare il marito e raggiunse il soldato nel soggiorno. Levi alzò lo sguardo verso i due << Petra Ral, componente della squadra per le operazioni speciali, è dipartita in missione svolgendo le proprie mansioni >> sputò fuori gelido come il ghiaccio. Non sapeva come dirlo altrimenti. Guardò l'uomo e poi la donna che era scoppiata in lacrime. << Il suo corpo? >> chiese il marito guardando Levi in maniera tagliente
<< è andato perduto signor Ral >> rispose Levi senza abbassare lo sguardo
<< lei è l'uomo che avrebbe dovuto sposare mia figlia vero? Dov'era nel momento del bisogno? Dov'era quando stava morendo? E perchè... perchè lei è ancora vivo? >> disse il padre della ragazza alzando la voce e stringendo i pugni. Levi avrebbe voluto gridare che lui stava adempiendo ai suoi doveri, che anche lui stava seguendo degli ordini, che si sentiva tremendamente in colpa. Avrebbe voluto piangere, Levi, ma ingoiò le lacrime sapendo che non era il momento adatto << mi dispiace >> disse solamente prima di avviarsi alla porta. << non si faccia più rivedere in casa nostra >> disse l'uomo poco prima che il moro chiudesse la porta alle sue spalle.
Appena arrivò in caserma corse nella sua stanza chiudendosi dentro e iniziò a piangere. Pianse come quando erano scomparsi Farlan e Isabel. Pianse fino a rimanere senza fiato, fino a quando, il suo corpo esausto, non lo obbligò ad addormentarsi.
 
   
 
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