V, o “La
battaglia
del 26/03”
A mia nonna A.
Forse
troppo,
forse troppo poco,
ma sempre più che potevo,
io ti
ho protetta.
Mi sono aggrappata alla tua esistenza
con le
unghie e con i denti,
col mio terrore trasformato in rabbia,
con
quella forza che invece
avresti dovuto avere
ma non hai mai
avuto tu.
Attenta a ogni segnale
e ad ogni insidia,
tenevo
alta la guardia.
Forse troppo,
forse troppo poco,
ma sempre
più che potevo,
per oppormi al tuo destino.
Vana resistenza,
la mia
ma inevitabile,
in nome di un amore
che ti
dimostravo
forse troppo,
forse troppo poco,
ma sempre più
che potevo.
Orgoglio, miti e convinzioni, crollano:
è resa
ai
piedi di una tragedia,
non importa quanto attesa.
Posso contare
il tempo che ci resta.
O posso far sì che valga
e sia
qualcosa di diverso
dall'attesa della Fine.
Quella parte,
allora,
se la prenda pure il mio nemico!
Il resto sarà nostro
e ne faremo
ciò che più vorremo:
io lo difenderò.
E se
un giorno la Dama Nera
bussasse alle porte del cuore
insinuando
il rimorso e il dubbio,
associando, sibilante, il negoziato alla
sconfitta,
risponderò decisa che ho lottato
forse
troppo,
forse troppo poco,
ma sempre più che potevo.