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Autore: Moriko_    28/03/2017    1 recensioni
"Ci osserviamo a vicenda senza dire una parola.
Ci guardiamo negli occhi, forse alla ricerca di una piccola reazione da parte dell’altro che possa tradire la nostra apparente imperturbabilità."

Un finale alternativo riguardo il destino di Zamasu.
[Saga di "Mirai" Trunks - Dragon Ball Super] [What if?]
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Gowasu, Zamasu
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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A/N: Salve a tutti! Per chi mi sta seguendo dall’inizio, indovinate un po' su chi ho scritto per la terza volta di fila? (≧▽≦)
Avvertimenti: Spoiler! Saga di "Mirai" Trunks, in particolare per l’episodio 67 dell'anime. Perciò, sempre il solito avvertimento: il mio consiglio è quello di proseguire nella lettura solo dopo aver visto quella puntata di Super.
Fatta questa doverosa premessa, il testo che state per leggere è un vero e proprio "What if?" del finale della saga; a differenza di quella precedente, Life and sacrifice, la storia qui raccontata è molto speciale per la sottoscritta.
Beh, immagino che tutti noi prima di quell'episodio abbiamo immaginato uno Zamasu che si pentiva di ciò che aveva compiuto, che sarebbe stato perdonato da tutti e che sarebbe tornato nel suo Universo a vivere il resto della sua vita felice e contento con il suo vecchio maestro, Gowasu. Un genere di finale che avrebbe rispecchiato molto lo spirito di Dragon Ball, dove anche chi ha degli ideali distorti ha - di solito, perché anche qui esistono le eccezioni - una seconda possibilità.
E invece così non è stato. Vi confesso che, da brava fan di questo personaggio, ci sono rimasta un po’ male che sia finita in quel modo piuttosto “brusco”. A dir la verità, per lui mi aspettavo un finale simile a quello della povera Misty in Yu-Gi-Oh! 5D’s dove, un attimo prima di essere battuta durante lo scontro con Aki, chiede a quest’ultima di sconfiggerla per proteggere il loro mondo.
Per chi non conosce questa serie, in altre parole mi aspettavo uno Zamasu che, resosi conto della vera natura delle sue azioni ma allo stesso tempo della bontà di Trunks anche se è un mortale, chiedeva a quest’ultimo di eliminarlo per sempre affinché salvasse il mondo dalla sua follia.
Per questo motivo, la storia che seguirà è una "What if?" dove la domanda che questa volta mi sono posta è la seguente: "Cosa sarebbe successo se Zen'ō, al posto di eliminare la Fusione di Zamasu (arrivando così a distruggere ogni cosa) avesse compiuto qualcosa in modo tale da far operare in lui un altro, profondo cambiamento?"
Vi confesso che, prima di vedere l’episodio 67, io e altre persone abbiamo immaginato una sorta di "redenzione" per lui, in modo tale da farlo tornare dal suo maestro chiedendo perdono. Tra le varie teorie che circolavano in rete, una in particolare mi ha colpito per la sua bellezza e la straordinaria capacità di trasmettere emozioni, e si tratta di questa mini-storia di てつよ (Tetsuyo) (<- Non c’è bisogno di conoscere il Giapponese perché le pagine che compongono la storia sono senza dialoghi)
Ebbene: la mia storia è palesemente ispirata a queste pagine struggenti. Senza dilungarmi molto in questo discorso - perché ho parlato abbastanza ^^''- non mi resta altro che augurarvi buona lettura.




Bentornato a casa.



E così siamo giunti qui, di nuovo l’uno di fronte all’altro.
Ci osserviamo a vicenda senza dire una parola. Ci guardiamo negli occhi, forse alla ricerca di una piccola reazione da parte dell’altro che possa tradire la nostra apparente imperturbabilità.
Lo riconosco: entrambi abbiamo qualcosa da dirci. Dietro a quegli occhi che mi osservano, segnati da profondi incavi che li avvolgono, percepisco solo ostilità e rancore.
Confesso che mi sento un po’ a disagio in questa situazione nella quale sono capitato. Con la mia inesperienza e immaturità ho rischiato di mettere in pericolo l’intero Universo, lo stesso che volevo salvare dagli innumerevoli crimini dei mortali.
Io stesso ho compiuto un grave delitto, uccidendo delle persone innocenti e permettendo l’intervento del sommo Zen’ō. Alla fine quest’ultimo ha deciso di risparmiarmi, lasciando l’ultima parola sul mio destino a chi, fino a quel momento, mi stava guidando verso la via della saggezza e della misericordia verso gli esseri viventi che noi proteggiamo ogni giorno.

«Voglio che sia tu a prendere una decisione per ciò che il suo allievo ha fatto, sommo Kaiōshin dell’Universo 10.»

Quelle parole, accompagnate da un tono severo e da uno sguardo rivolto a colui che un tempo era il mio maestro, hanno trapassato la mia anima da parte a parte. È vero: sono stato graziato dal Re di ogni cosa, colui che con i suoi immensi poteri poteva anche decidere di eliminarmi senza pietà; ma questo non significa che non riceverò alcuna punizione per ciò che ho fatto… No.
Ho trasgredito le leggi di noi divinità, ho infranto l’ordine che governa tutti i nostri Universi per amore di ciò che ho spesso definito con il termine "giustizia".
È giusto così. Agli occhi di tutti sono nient’altro che un demone malvagio, ed è per questo motivo che merito solo di sparire nell'oblio.

Poi siamo giunti qui, solo noi due sul nostro amato pianeta. Dopo la sentenza del sommo Zen’ō l’ho seguita senza reagire né protestare: avevo capito che reazioni di quel genere non erano necessarie nella mia posizione.
In fondo cosa avevo da dirle? Lei mi ha voluto bene, mi ha addestrato ed allenato per essere il suo degno successore, e mi ha insegnato molte cose su ciò che consideravate come il mio percorso di crescita spirituale. Infine mi ha mostrato la verità sui mondi che noi Shin abbiamo sempre protetto, quella scomoda verità che avrei preferito non vedere.
Non mi ha mai nascosto nulla, ripetendomi di reagire sempre con saggezza e umiltà di fronte alle difficoltà. A tal proposito ricordo molto bene quando, nel mio primo giorno di apprendistato sul suo pianeta, mi ha detto di confessarle sempre tutti i miei dubbi e le mie incertezze, in modo tale da aiutarmi a trovare una soluzione. Ebbene, sappia che ho sempre cercato di farlo.
Ciononostante non ci siamo mai compresi per davvero. Quante volte le mie idee e il mio punto di vista sulle vicende del nostro amato Universo sono sempre stati in aperto contrasto con i suoi! Quante volte, infatti, abbiamo spesso discusso su questo argomento, a volte arrivando anche a litigare come due bambini; tuttavia, ogni volta, a fine giornata ci siamo sempre riconciliati, riappacificando noi e le nostre coscienze.
Abbiamo vissuto anche piccoli momenti di felicità e di allegria… fino a quel giorno nel quale ho preso la grave decisione di realizzare e di portare avanti il mio sogno di un Universo libero dalla malvagità dei mortali. Da allora ho provato ad ucciderla, ho spezzato la vita a migliaia di innocenti, ho distrutto interi mondi. In innumerevoli linee temporali ho commesso altrettanti crimini in un ciclo di terrore senza fine.
Perciò, giunti a questo punto, dovrei forse scusarmi e chiedere perdono a tutti per ciò che ho fatto?
Certo che no! Non sono nella posizione di essere perdonato, e questo lo sa molto bene.
Lo sguardo con il quale adesso mi sta scrutando, di fronte a quel grande albero sotto il quale eravamo soliti a gustare il nostro quotidiano tè, lo conferma ulteriormente. Nei suoi occhi leggo solo rabbia, ira, indignazione: non riesco a vedere sentimenti di pietà nei miei confronti.
In fondo è normale, dovevo aspettarmelo. Quando mi ha teso quella mano, tentando di salvarmi dalla dannazione eterna, in tutta risposta ho solo tentato di ucciderla: ai suoi occhi devo essere stato un grande malfattore in quel momento, se ora lei me lo sta silenziosamente rinfacciando.

Con un leggero movimento della testa, mi fa cenno di avvicinarmi di più al suo cospetto. Io, senza esitare, lo faccio e le rivolgo un profondo inchino carico di vergogna e di umiliazione, pronto a ricevere la punizione che merito per i peccati che ho commesso nei vostri confronti.
Lo ammetto: ho paura. Chiudendo di scatto i miei occhi, ripenso a tutte le volte in cui le ho mancato di rispetto. Lei mi ha trattato come un figlio; invece io dovevo considerarla come un padre, ma non l’ho mai fatto. Non merito l’affetto che mi ha dato in tutti questi secoli, non merito l’amore ed i saggi insegnamenti che mi ha sempre dato senza chiedere nulla in cambio.
Una carogna come me merita una punizione esemplare: merito di essere odiato da una persona buona e generosa come lei, sempre gentile e misericordiosa nei confronti di chi la circonda.
Sul mio volto si delinea un sorriso, mentre un’unica richiesta di conforto affligge la mia mente:
«La scongiuro... Mi dia un forte colpo e mi tramortisca, in modo da non poter rialzarmi mai più.»
E lei, quasi come se avesse appena letto nella mia mente, stringe la mano destra in un pugno e, lentamente, alza il braccio verso di me…

Tuttavia, inaspettatamente, sento che il pugno che mi ha appena dato sulla testa è leggero e privo di ira.
«Cosa è appena successo?» esclamo nel pensiero, mentre con forte perplessità alzo leggermente il capo e mi massaggio delicatamente la zona colpita.
Ed è solo ora che lo noto. Lei ha chiuso gli occhi e mi sta mostrando un grande sorriso.
«… Perché? Perché mi sta sorridendo, sommo Gowasu?» Poi, lentamente, lei apre le braccia e le allarga verso di me, rivolgendomi una frase che mai più dimenticherò.

«Vieni qui.»

I miei occhi si spalancano per l’incredulità.
Non ci posso credere: nonostante ciò che ho fatto, le innumerevoli devastazioni che ho compiuto finora seguendo sempre e solo i miei ideali di una divinità corrotta… mi sta perdonando? Sebbene abbia tentato di assassinarla per la terza volta, sta facendo finta che non sia successo nulla di così grave?
E, solo in questo momento, mi tornano in mente tutte quelle parole che mi ha rivolto quando la mia anima era ancora nelle tenebre più cupe.

«Zamasu... Vieni con me... Ricominciamo da capo, insieme, e sistemiamo tutto.»
«Sbagli! Tutti possono correggere il loro cammino, se lo desiderano. Vieni, prendi atto dei tuoi errori e andiamo a porgere le nostre scuse al Sommo Zen'ō. Così potremo tornare nell'Universo 10. Insieme.»
«Andiamo... Zamasu, ti prego, prendi la mia mano.»


«Non è... possibile…» balbetto, cercando di risponderle qualcosa di sensato.
Di fronte a quel gesto semplice ma colmo di amore, mi sento spiazzato. Dai miei occhi iniziano a scendere lacrime che solcano profondamente e senza sosta il mio volto.
«Cosa stai aspettando, Zamasu?»
E, di fronte a quell’ennesimo invito rivolto nei miei confronti con un tono dolce e sincero, non resisto più. Corro nella direzione del mio maestro e mi getto tra le sue braccia, lasciando che le mie lacrime bagnino i suoi abiti regali.
Lo sa bene che non sono mai stato avvezzo a queste grandi manifestazioni d’affetto: le ho sempre trovate irrispettose e rudi nei confronti dei miei superiori. Però adesso… non mi importa più delle formalità. Voglio farle sentire che le sono vicino, che non voglio più tradirla, che adesso anch’io sono pronto per ricominciare, per riprendere in mano lo splendido ma tormentato rapporto che avevamo un tempo.
Scoppio in un pianto irrefrenabile, mentre lei mi stringe a sé.
«Mi perdoni, sommo Gowasu... Le chiedo perdono!»
La sua testa si appoggia sulla mia spalla, consolandomi come un padre affettuoso nei confronti del suo figlio più ingrato.
Solo adesso posso capire che i legami più profondi, quelli che abbiamo costruito e consolidato nel corso delle nostre vite con coloro che ci sono cari, sono indistruttibili. Anche su questo ho sbagliato, credendo di recidere quel profondo legame che ci ha sempre unito, e sono pronto a rimediare.
Non voglio più lasciarla da solo e farla soffrire: non voglio farlo mai più.
Tutto ciò che desidero in questa mia rinascita è quello di restarle accanto per sempre e trascorrere insieme a lei una vita pacifica nei giorni che le restano da vivere.

«Bentornato a casa, Zamasu.»



A/N [Ovvero: angolo di una piccola pinguina nelle vesti di scrittrice.]
A questo punto qualcuno di voi si starà chiedendo: “Con chi stava parlando Gowasu? Quel Zamasu che noi vediamo è Black, oppure è la Fusione di Zamasu?” Non ho inserito l’opzione “Future Zamasu” perché, per chi ha seguito sia l’anime che il manga, quest’ultimo è l’unica incarnazione che non ha mai ucciso (o tentato di uccidere) Gowasu.
Vi rispondo così: lascio tutto alla vostra immaginazione, e vi darò subito la mia opinione su questo argomento. Per me si tratta proprio della Fusione che, in seguito all'intervento di Zen'ō (?) ha riacquistato il suo aspetto originario (??) tornando ad essere lo Zamasu di un tempo (???)… Ok, forse?
Scherzi a parte, davvero lascio alla vostra immaginazione. Quel che conta è che mi è sempre piaciuto vedere un finale alternativo della saga dove Zamasu torna ad essere la persona educata e pacata che abbiamo visto agli inizi della sua storia… e che, forse, attraverso l’esempio di Future Trunks inizia anche ad apprezzare di più i mortali da una buona condotta morale.
Infine, a proposito della parte dell'ultimo ricordo di Zamasu - quella che fa riferimento al Capitolo 21, per chi sta seguendo il manga - a differenza di Take my hand questa volta ho preso la traduzione del dialogo tratta dalla sinossi del suddetto capitolo a cura del Team Saiyajin. Chi è interessato può trovarla qui: [link]
A mio parere è molto più affidabile e accurata della mia: in fondo, io non conosco molto bene né il Giapponese né l’Inglese, perciò sono contenta che chi ha tradotto quella parte lo ha fatto in modo così magistrale e capace di trasmettere emozioni, anche se si tratta solo di una sinossi!
Ancora una volta ringrazio tutti coloro che hanno letto la mia storia, e alla prossima!
--- Moriko
   
 
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