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Autore: telesette    29/03/2017    2 recensioni
L'episodio che vede il giovane David Wayne, la notte prima di intraprendere la missione che lo porterà inevitabilmente alla morte, e il suo desiderio di poter trascorrere almeno una notte in compagnia della sua amata dottoressa Quinstein.
Una "What if" su come sarebbe stata, probabilmente, se David avesse davvero trascorso quell'ultima notte in compagnia della Quinstein...
Genere: Generale, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Ad Angela, con tutto l'affetto del mondo... 

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Baldios - Il guerriero dello spazio ( 宇宙戦士 バルディオス, Uchū Senshi Barudiosu ), conosciuto semplicemente anche come Baldios, è un anime televisivo robotico, prodotto dalla Ashi Productions nel 1980.
La serie fu interrotta al 34º episodio a causa degli scarsi ascolti, benché fossero in programma 39 episodi, tuttavia gli ultimi 5 episodi non vennero mai prodotti. "Baldios" risorse in un film cinematografico di 117 minuti prodotto nel 1981 dalla Toei Animation, grazie al quale la serie ebbe un finale. In Giappone furono trasmessi 31 dei primi 32 episodi della serie; l'episodio 31 infatti venne saltato e gli episodi 33 e 34 non furono mai trasmessi. In Italia furono trasmessi i primi 32 episodi, compreso quindi l'episodio 31 inedito in Giappone.
Nel 2000 la Yamato Video ha pubblicato i 34 episodi della serie su VHS includendo anche gli episodi 33 e 34 in lingua originale con sottotitoli in Italiano. Nel 2007, sempre a cura della Yamato Video, è uscita l'edizione in DVD con tutti gli episodi doppiati in italiano; i primi 32 episodi presentano le voci storiche, gli episodi 33 e 34 invece hanno voci diverse.

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***


L'ultima notte

immagini tratte da internet

 

- Voglio trascorrere la mia ultima notte con lei, lo consideri come il mio ultimo desiderio... Certo, se anche lei è d'accordo!

Le parole di David avevano avuto lo stesso effetto di uno schiaffo, o semplicemente di un gesto violento e del tutto inaspettato.
Era Quinstein non si aspettava certo di udire tali parole dalla bocca di colui che, un tempo, era stato niente di più che un allievo per lei. Conosceva David fin da ragazzino e, pure intuendo perfettamente il tipo di cotta che il giovane pareva essersi preso per lei tempo addietro, fece finta di niente e continuò a trattarlo con la solita gentile freddezza. Tuttavia non aveva assolutamente considerato che il sentimento di David, nel tempo, era andato ben oltre la semplice sbandata di un ragazzino ingenuo nei confronti della professoressa più grande.
David era un uomo, ormai.
Negli anni, aveva imparato la differenza tra un sogno infantile ed un amore sincero e profondo.
Solo adesso la Quinstein pareva comprendere: David non aveva intrapreso la carriera di ricercatore e pilota spaziale per soddisfare una qualche ambizione personale... bensì per lei.
Lo aveva fatto per starle vicino, per poterla vedere ogni giorno, proprio come un triste e nobile cavaliere che veglia sulla propria dama pur sapendo che ella non potrà mai concederglisi.
Anche quando la Quinstein scelse il lavoro all'amore, ritrovandosi sola e con il cuore spezzato dall'uomo che la lasciò, David non si fece avanti per rispetto della sua condizione e del suo dolore ma le rimase comunque vicino nei limiti imposti dalla sua condizione di allievo leale e ubbidiente.
Adesso però tutto era diverso.
L'indomani sarebbe andato a morire, di sua spontanea volontà, per proteggere il pianeta che lo aveva visto nascere... e per la donna che amava e che non avrebbe mai potuto amare.
Se proprio doveva morire, desiderava almeno conoscere almeno una volta il "vero" calore della vita. 
Sulle prime la Quinstein esitò, il pugno serrato e tremante lungo il fianco, ma poi accettò e gli diede appuntamento nella propria camera dopo le undici.
Quella notte, mentre l'acqua della doccia le scivolava addosso, Era Quinstein continuava a ripetersi se ciò che stava facendo fosse giusto. Sapeva benissimo che, all'infuori del suo corpo, non avrebbe potuto concedergli l'amore e la passione che egli desiderava. Come scienziata, e come donna, il senso di colpa nei confronti di David era forte: sentiva su di sé la responsabilità per averlo reso idoneo ad accettare quella missione suicida al posto di Marin, anche se probabilmente sapeva benissimo che non era così.
David le aveva aperto il proprio cuore, lasciandola sorpresa e senza fiato.
Quando l'uomo che amava l'aveva abbandonata, togliendo in lei ogni desiderio e speranza nell'amore, mai avrebbe creduto che esistesse ancora qualcuno disposto a sacrificare tutto per lei.
David stava buttando via la sua giovane vita, e non certo in nome di un ideale o per tutti quei miliardi di persone che neppure conosceva, ma solo perché "questo" era l'unico modo in cui sapeva di poterle dimostrare il proprio amore assoluto.
Forse, dentro di lei, sentiva di dovergli almeno qualcosa.
Un bacio.
Una carezza...
Un segno tangibile dell'affetto che comunque anch'ella provava nei suoi confronti, anche se non come lui sperava, perciò non gli aveva detto di no.
Alle undici in punto, David si fermò dinanzi alla porta della Quinstein e ascoltò in silenzio ciò che la scienziata mormorava davanti allo specchio. Anche se gli anni erano passati, Era Quinstein era comunque ua donna ancora bellissima e piena di vita. David sentì di amarla esattamente come il primo giorno in cui l'aveva vista, come se il tempo non fosse mai trascorso, e dentro quasi gli dispiaceva di averla messa in crisi con quell'unica richiesta.
Che cosa si aspettava di ottenere?
Amore?
Passione?
No, certo che no. Non era così stupido da illudersi che la stessa Quinstein che aveva amato in segreto per tutti quegli anni avrebbe finito per concederglisi come una donna qualsiasi. Sapeva benissimo che, una volta varcata la soglia di quella camera, Era Quinstein lo avrebbe guardato attraverso gli stessi occhi. Sarebbe stata bellissima e oltremodo sensuale, come sempre del resto, ma David non avrebbe mai visto nello sguardo di lei il riflesso di ciò che invece ardeva nel suo.
Tuttavia non poteva resistere.
Doveva vederla, doveva stare con lei, almeno per una notte.

- Avanti - rispose la Quinstein debolmente, quando David bussò alla porta.

David entrò e la vide, seduta allo specchio con i lunghi capelli biondi sciolti, che gli dava le spalle guardando il suo riflesso sul vetro senza alcuna apparente emozione.
Un attimo dopo ella si voltò e, dopo essersi voltata e sciogliendo lentamente la cintola che lo teneva su, lasciò cadere l'accappatoio per rimanere completamente nuda. Da principio il pudore la spinse a coprirsi il seno e il pube con le braccia ma, facendo appello al suo solito autocontrollo, si costrinse a mostrarsi a lui senza alcun timore o vergogna.
David rimase un istante ad ammirarla, beandosi della sua immagine.
Era perfetta!
Semplicemente perfetta, proprio come l'aveve sempre immaginata nei suoi sogni e nelle sue fantasie più segrete, più bella di qualsiasi altra cosa avesse mai visto.
Quello era il corpo di Era Quinstein, la donna che lui amava da sempre.
Avrebbe voluto abbracciarla subito, stringerla forte a sé, e schiudere le sue labbra sottili con un bacio... Ma non poteva.
Non così, almeno.
Era pur sempre la dottoressa Quinstein, una donna dal carattere forte, e David oltre ad amarla aveva un grande rispetto per il suo fiero orgoglio.
In silenzio il giovane si avvicinò, raccolse da terra l'accappatoio della donna, e rivestì le sue nudità con una dolcezza indescrivibile.
La Quinstein sbarrò gli occhi perplessa.
David ricambiò quell sguardo con un sorriso colmo di affetto, il sorriso di un uomo innamorato, quasi a volerla tranquillizzare.

- David - mormorò appena la Quinstein. - Io... Io non avrei mai voluto questo per te, devi credermi...
- Lo so - rispose l'altro. - Sono state le mie scelte a portarmi qui, non devi sentirti in colpa per questo!
- Io non credevo che i tuoi sentimenti per me fossero così intensi, non gli ho mai dato importanza, ero convinta che presto ti saresti innamorato ancora e avresti avuto una vita piena e felice insieme alla donna giusta per te!
- Sono cresciuto, ormai, non hai certo bisogno di giustificarti con me - sottolineò David. - E' vero che ti amavo, e ti amo oggi come allora, ma questo non significa che non capisca come funziona!

La Quinstein non riuscì a reprimere un sottile filo di lacrime dall'occhio sinistro.
David le asciugò quel rivolo con la punta del dito, mantenendo l'espressione serissima in volto, e con l'altra mano le carezzò dolcemente la guancia.

- Sono io a doverti chiedere scusa, forse - esclamò David sommessamente. - Non volevo certo metterti nell'imbarazzo, mettendoti a parte dei miei sentimenti, ma non potevo più tacere: per anni ti ho amata in silenzio, ogni singolo giorno della mia vita non ho fatto altro che pensare a te, e non potevo lasciare questo mondo senza dirtelo... Volevo che tu sapessi almeno questo, nient'altro!
- Oh, David...

La Quinstein baciò David in preda all'istinto, troppo coinvolta emotivamente per trattenersi, mentre l'altro l'abbracciò forte socchiudendo gli occhi e passandole la mano fra i capelli.
Nell'intensità di quel bacio, frutto del desiderio di entrambi, vi era la muta consapevolezza di un legame tangibile tra loro. David non aveva più motivo di nascondere i propri sentimenti, ed Era Quinstein non aveva un vero motivo per rifiutarli. Quel giovane era sinceramente innamorato di lei, da sempre, fino al punto da sacrificare sé stesso per lei.
Come poteva lei restare fredda e impassibile, davanti ad una simile dichiarazione?
Se glielo avesse detto in passato, partendo dal loro semplice rapporto "maestra-allievo", certo gli avrebbe detto che l'amore tra loro non era possibile. Non lo avrebbe mai incoraggiato, non in tal senso, e lo avrebbe invece spinto a riflettere sulle conseguenze morali di un'ipotetica storia tra loro.
Ma David non era né stupido né ingenuo, non le aveva mai detto nulla apertamente... non allora.
Non poteva.
Non poteva certo mettere una donna adulta e responsabile nella condizione di dover "spiegare" l'amore e le sue regole ad un ragazzino.
Aveva invece atteso con pazienza il momento giusto per rivelarle i suoi sentimenti, senza aspettarsi o pretendere nulla da lei, e quel momento pose fine di fatto ad ogni barriera tra loro.
La Quinstein si era trovata piacevolmente sorpresa ad accettare l'amore che David le stava offrendo, anche se si trattava solo di poche ore, l'amore di una singola notte...
Nel mentre che i loro vestiti cadevano sul pavimento, i due sentivano quell'irresistibile desiderio crescere dentro di loro, proprio come l'onda capace di spingere la barca in mare aperto.
David sollevò la sua amata Quinstein tra le braccia, baciandola ancora e ancora, e lei si abbandonò all'iniziativa di lui con un sorriso mistico dipinto sul volto.
Quando egli la coricò supina, osservandone ammaliato il volto incorniciato da lunghissime ciocche bionde sparse disordinatamente sul letto, per un attimo gli parve di riconoscere in lei l'incarnazione venerea della dea raffigurata in uno dei suoi libri di mitologìa.
Lei ricambiò il suo sguardo, le braccia inerti sulle lenzuola e gli occhi fissi nei suoi, invitandolo tacitamente.
La notte trascorse lenta e bellissima, portando con sé i gemiti e il respiro dei due innamorati, in un intenso susseguirsi di passione che non avrebbe mai voluto vedere l'alba del nuovo giorno.
Quella notte, l'unica, fu la più importante per entrambi.
David rimase accanto alla sua Quinstein, quando questa crollò sfinita dalla stanchezza e dal piacere, e per alcuni minuti le carezzò la fronte riempiendola di baci.
Per la prima volta la vide sorridere.
Felice.
In pace con sé stessa.
Fu in quel momento che il cuore di David si sentì oltremodo rinfrancato, malgrado il pensiero di ciò che l'attendeva. Con il suo amore era riuscito, seppur per breve tempo, a donare alla sua amata quella serenità che avrebbe inteso donarle ogni giorno e ogni momento della sua vita.
E ora che la sua vita volgeva al termine, proprio non se la sentiva di svegliarla.
Non aveva il coraggio di guardarla negli occhi e di dirle addio, non dopo quello che c'era appena stato tra loro.

- Ti amo, Quinstein - sussurrò, prendendole la mano e soffiando quelle parole sulla punta delle dita, assaporando per un attimo il profumo della sua pelle.

E con quella dolce immagine negli occhi, il giovane si rivestì in silenzio e uscì dalla stanza per andare incontro al suo inevitabile appuntamento con il destino. 

FINE

   
 
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