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Autore: Ryta Holmes    13/04/2005    14 recensioni
Respiri piano per non far rumore/ ti addormenti di sera e ti risvegli col sole/ sei chiara come un'alba/ sei fresca come l'aria. [Vasco Rossi] -- Ringrazio sentitamente Athena Ryddle che mi ha ispirato questa song-fic... sei mitica Athenuccia!! --
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Ron/Hermione
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Alba chiara

Alba chiara

Respiri piano per non far rumore

ti addormenti di sera e ti risvegli col sole

sei chiara come un'alba

sei fresca come l'aria.  

 

"Mh... sono stanchissima..."

Ti stiracchi alzando le braccia e facendo una smorfia. Ti guardo esclamare che è tardi e che domani avremo un bel da fare con le lezioni. In effetti la mezzanotte è passata ormai e in Sala Comune ci siamo solo noi. Anche Harry è andato a dormire molto prima, essendo troppo stanco per le lezioni di Occlumanzia.

Distolgo lo sguardo da te e sbadiglio. "Hai ragione... andiamo a dormire..." mi alzo in piedi, ma vedo che non mi segui. 

Mi guardi come a dire di aver capito la mia perplessità.

"Oh... vai tu avanti... ora che abbiamo finito di studiare, voglio lavorare per qualche cappellino..."

"Ma..." provo a ribattere, ma tu mi interrompi con un sorriso.

"Non preoccuparti... solo un po' e poi vado a letto." mi parli con calma, rassicurandomi quasi e io mi sento uno stupido a restarmene a guardarti illuminata dalla luce del camino, perciò biascico un 'buonanotte' e salgo verso i miei dormitori.

Vado a letto pensandoti ancora affaccendata per quei cavolo di Elfi Domestici. Non dovresti strapazzarti tanto per degli esserini che non ti ascoltano nemmeno.

Quando mi risveglio è l'alba. Ho aperto gli occhi e sono sceso dal letto perché so che non dormirò più. Ieri sera non ho mangiato molto per pensare alle tue ripetizioni e adesso muoio di fame.

Mi vesto chiedendomi se in Sala Grande è già possibile far colazione... è raro che io mi svegli a quest'ora, di solito sono in ritardo e mi trovo ad ingozzarmi velocemente mentre tu mi rimproveri, facendomi rischiare troppo spesso il soffocamento.

Scendo in Sala Comune e con la coda arrivo dell'occhio mi accorgo di una capigliatura familiare, che avevo lasciato la sera prima proprio in quel punto.

Mi avvicino a te notando che ti sei addormentata con i ferri sulle gambe e un mezzo cappellino tra le mani.

Sbuffo. Hai dormito tutta la notte su una poltrona per degli stupidi cappellini. E come affronterai la giornata che ti aspetta?

Smetto di osservarti, così serena mentre riposi e bruscamente ti faccio svegliare.

"Hermione, è l'alba! Si può sapere perché non sei andata a dormire?" ti domando. Conosco già la risposta, ma so che finiremo per litigare se peggioro la situazione.

Tu sussulti, poi apri un occhio e mi guardi confusa e assonnata. "Ah... Ron..." sbadigli sonoramente, nascondendoti con la mano e poi ti alzi in piedi lisciandoti le braccia e guardandoti intorno.

"Mi sono di nuovo addormentata in Sala Comune..." constati con calma.

"Di nuovo? Ma Hermione sei impazzita?" replico io con una smorfia. Odio quando fa così. Per quegli stupidi elfi finirebbe per ammalarsi!

Tu dapprima non mi rispondi e sembri imbarazzata, poi il tuo sguardo si fa più stretto e mi guardi insospettita. "E tu che ci fai sveglio a quest'ora?" 

In un primo momento penso sia imbarazzante dirti che sto morendo di fame, ma poi mi viene in mente che sai il perché mi trovo in questa situazione. Come me nemmeno tu hai cenato ieri sera.

"Volevo vedere se a quest'ora si può fare colazione..." ti rispondo quindi incrociando le braccia.

Resti alcuni secondi a ponderare la situazione, poi ti posi una mano sullo stomaco e mi sorridi imbarazzata. "Sì... adesso che mi ci fai pensare, anch'io muoio di fame... se aspetti un secondo, salgo a rinfrescarmi e andiamo insieme!" 

La tua proposta non può che farmi piacere. Ricambio il tuo sorriso e mi siedo scompostamente sulla poltrona alle mie spalle, posando le mani sui braccioli.

"Come vuoi. Ma sbrigati."

Ti volti come se il mio ordine ti fosse stato impartito da Snape in persona e corri verso il tuo dormitorio.

Fisso il risultato della tua ennesima notte in bianco e sospiro.

Se prima trovavo simpatiche quelle dannate bestiole adesso non le sopporto. 

 

Diventi rossa se qualcuno ti guarda

e sei fantastica quando sei assorta

nei tuoi problemi

nei tuoi pensieri. 

 

"Ron... mi stai ascoltando? E' della partita di Quidditch che stiamo parlando, non del prossimo tema di Pozioni."

La voce irritata di Harry mi risveglia. Mi volto verso di lui e gli chiedo scusa, abbassando poi il capo.

Harry mi dice che non fa nulla e riprende a parlarmi della strategia che vorrebbe usare nella prossima partita. Mi dispiace per lui, ma le mie orecchie proprio non si impegnano ad ascoltare le sue parole. 

E' che sono troppo impegnate a capire cosa cavolo vogliono quei deficienti che ti stanno osservando.

Sono degli Hufflepuff... del settimo anno mi pare, e da quando siamo entrati in Biblioteca non smettono di fissarti e di fare dei commenti.

Sì ok, hanno ragione, stanno dicendo che sei diventata carina, ma proprio non mi va giù che ti guardino a quel modo. Se non la smettono gli lancio il calamaio addosso. Per di più tu, che sei seduta un po' più distante da noi, perché volevi studiare invece di ascoltare i nostri discorsi sul Quidditch, sei diventata tutta rossa e sembra che ti facciano anche piacere quei commenti.

"Rooon..." Harry mi richiama.

Lo guardo ancora una volta. "Ti sto ascoltando, cazzo!" esclamo piccato.

Il mio amico mi guarda perplesso. Sospiro chiedendogli scusa per la milionesima volta. 

"Lascia perdere le scuse e pensa a calmarti invece. Ultimamente sei più strano del solito." mi dice sospettoso.

"M-ma che dici... sono solo un po' stressato, tutto qui... sarà per lo studio..."

Harry mi sorride. "Hai ragione... che ne dici se ci alleniamo un po', domani? Solo io e te, giusto per divertirci un po'."

La mia faccia si illumina. "Davvero? Niente allenamenti massacranti?"

Il mio amico fa una faccia furba. "Beh, per una volta possiamo anche evitarli... ora però voglio che mi ascolti, ok?"

Annuisco convinto, ma poi mi sento un verme, perché due secondi dopo ho rivolto gli occhi a te.

Ho notato che i deficienti del settimo anno se ne sono andati. Tiro un sospiro di sollievo e mi accorgo che anche tu sei molto meno tesa di prima.

Ora sei assorta nella lettura di un libro. Scrivi qualcosa su una pergamena, la cancelli... ne pensi ad un'altra e poi ti metti a scrivere di nuovo.

Mi rendo conto che sei bella anche quando sei concentrata nello studio. E non solo. In ogni cosa che fai ti impegni come non mai e il tuo viso assorto, la tua fronte tesa, il tuo labbro inferiore leggermente afferrato dai denti, gli occhi fissi sul tuo lavoro, ogni cosa è meravigliosa e mi fa provare delle strane sensazioni all'altezza del petto.

"Ron!!" Sussulto. Harry mi ha richiamato per la milionesima volta. Lo guardo in viso e mi accorgo che ha uno sguardo cinereo. Congiungo le mani e chino la testa.

"Ti prego, scusascusascusa!"

Mi sono innamorato di te. Ormai l'ho capito, ma un conto è farlo sapere a se stessi, un altro è dirtelo apertamente. Non credo che troverò mai il coraggio.

 

Ti vesti svogliatamente 

non metti mai niente che possa attirare attenzione

di particolare, solo per farti guardare. 

 

"Hai sentito la novità del giorno? Dicono che la Greengrass... sai, quella Slytherin del nostro anno... beh, ho sentito dire che è arrivata alla lezione di Trasfigurazione con la gonna della divisa accorciata di ben dieci centimetri! Ma ci pensi?"

Mi lamento con un verso strozzato per l'ennesimo pettegolezzo di Lavander e Parvati. Sembra che quelle due non abbiano di meglio da fare che sparlare della gente da mattina a sera. Non le sopporto.

"Ma dai! E la McGonagall? Non se ne sarà rimasta di certo in silenzio!"

"Certo che no! In pratica le ha dato una settimana di punizione e poi le ha allungato la gonna del doppio... peggio per lei!"

Sento di non poter sentire un altro versetto di quelle due perché potrei impazzire. Alzo gli occhi al cielo e poi sento i miei amici intorno a me che sbuffano allo stesso modo. Anche loro non sopportano quelle due.

"Ron... tocca a te." Dean mi ricorda che è il mio turno di muovere a scacchi. Giusto, meglio concentrarsi in qualcosa di più intelligente e costruttivo.

"Alfiere in D7." il pezzo che ho chiamato si muove e poi con una sciabolata distrugge un povero pedone avversario.

Dean non si scompone... certamente si aspettava quella mossa e ne aveva in mente delle altre. 

Vorrei continuare a concentrarmi sulla partita, ma noto, alzando lo sguardo che sei appena entrata in Sala Comune. Ti osservo scendere dal buco del ritratto, sistemarti la gonna della divisa per me già abbastanza corta - le tue belle gambe si vedono anche senza bisogno di trucchetti come ha fatto la Greengrass -, passarti una mano tra i capelli che odi tanto e riprendere la tua strada verso i dormitori.

"Mh... guarda invece chi arriva... l'esatto opposto della Greengrass!"

I commenti alle mie spalle non mi piacciono per niente. Muovo un mio pezzo sulla scacchiera senza nemmeno farci caso e ignoro il fatto che Dean lo ha mangiato subito dopo con aria esultante, aggiungendo un "Stai perdendo colpi, vecchio mio!"

Sento Lavander ridere della stupida battuta di Parvati. "Ha ha... sì, è vero, la suorina sempre perfetta!"

So di essere diventato tutto rosso, e che le mie orecchie probabilmente prenderanno fuoco facendomi apparire un orribile demone, ma non mi interessa. Adesso ho in testa mille modi per urlare la mia rabbia in faccia a quelle due oche.

"Mai la cravatta fuori posto... solo i suoi buffi capelli, lo sono sempre!"

"E se ne va in giro così anche ad Hogsmeade, lo sai? Sembra che non abbia nient'altro da mettersi!"

Cerco di frenarmi finché non sparisci oltre quella scalinata, poi tutta la mia rabbia esplode come un vulcano. Ignoro Dean che mi urla esultante di aver fatto scacco matto e mi volto furioso verso le due galline.

"Se osate dire un'altra parola contro Hermione, giuro che vi ci trasfiguro nelle oche che siete!! Dovreste prendere esempio da lei invece di sembrare delle battone, quando ve ne andate a spasso per Hogsmeade, solo per accalappiare qualche deficiente che ancora non vi conosce!!"

Non aggiungo altro, stringo i pugni convulsamente, mentre mi allontano nero verso i miei dormitori. So che tutti mi stanno guardando, ma non mi importa. Ora sono troppo arrabbiato per pensare a quello che ho fatto, probabilmente tra un po', mi sentirò un cretino e pregherò che tutti si dimentichino di questa storia.

 

E con la faccia pulita cammini per strada

mangiando una mela coi libri di scuola...

ti piace studiare, non te ne devi vergognare. 

 

"Dobbiamo sbrigarci, Ron... Hermione ha detto che ci aspettava fuori dai Tre Manici di Scopa alle cinque in punto... e mancano pochi minuti."

Mi affretto intraprendendo una corsetta assieme ad Harry per le vie di Hogsmeade. Ci siamo divisi qualche ora fa perché avevamo programmi diversi, ma tra un attimo ti vedrò di nuovo. Mi sa che sto diventando un cretino. Ti vedo praticamente tutti i giorni ma non mi stanco mai e vorrei continuare a farlo. Sono proprio cotto...

Raggiungiamo il pub, ma non ti vediamo.

"Uff... non è ancora arrivata... una volta tanto siamo noi quelli in anticipo." constata Harry, con un sorriso. 

"Potremmo provare a rimproverarla noi, una volta tanto..." gli faccio notare con un sopracciglio alzato.

Harry fa una smorfia. "Ma scherzi? E' già tanto che ci siamo salvati dai suoi rimbrotti... vuoi proprio scherzare col fuoco!"

Ridiamo assieme come due bambini, ma poi siamo costretti a spostarci per far passare un gruppetto di studenti che vogliono entrare nel locale.

Harry osserva preoccupato l'interno. "Non troveremo mai un posto... aspetta tu Hermione, io nel frattempo entro per vedere se trovo un tavolo.

Gli faccio un cenno di assenso, poi mi guardo intorno non appena sparisce dietro la doppia porta.

Non passano che pochi minuti, quando ti vedo dall'altra parte della strada che cammini con passo svelto. Mantieni con una mano una pila di libri appena comprati e con l'altra stai gustando una mela caramellata, che ti sarai sicuramente concessa da Mielandia. E come al solito ti fisso imbambolato, rendendomi conto del bellissimo fiore di cui mi sono innamorato. Poi ragiono sulle parole che ho iniziato ad usare e faccio una smorfia... starò diventando come Lockhart?

Vedo il tuo viso incupirsi, quando un paio di ragazzine ti passano di fianco e ridono di te. Del fatto che pensi allo studio anche in questi giorni di libertà, del tuo faccino sempre pulito e della tua compostezza.

Ti raggiungo con pochi passi e incrocio le braccia fingendomi indispettito. "Sei in ritardo, lo sai?" ti dico in modo che la tua attenzione sia rivolta a me.

Sembri risvegliarti, perché prima balbetti qualcosa e poi mi guardi stizzita. "Una volta tanto posso anche permettermelo, visto che sono sempre io quella che aspetto."

Mi replichi a tono, poi però ti volti indietro con aria triste, guardando le stupide ragazzine di poco prima. Con un gesto brusco, ti tolgo i libri di mano sbuffando e mi avvio verso i Tre Manici di Scopa.

"Lasciale perdere quelle bambinette... sanno solo parlare..." borbotto con un tono di voce non molto alto.

Mi sento morire, quando tu sorridi e ti affianchi a me, ringraziandomi imbarazzata.

Se avessi un po' più di coraggio ti prenderei anche per mano, ma le mie braccia sono occupate dai libri e il mio cuore dalla mia stupida paura.

 

E quando guardi con quegli occhi grandi

forse un po' troppo sinceri,

si vede quello che pensi, quello che sogni. 

 

"Harry, aspetta, dove vai!"

I passi del mio amico si fanno veloci e in un secondo ha già sbattuto con forza la porta dei dormitori in cima alla torre. Sbuffo sentendomi maledettamente impotente. Abbiamo appena saputo che Colui-Che-Non... ok, V-Voldemort... - accidenti a te che mi hai imposto di chiamarlo così - ha attaccato un punto di Londra molto frequentato dai Babbani. Ma non è stato Silente a dircelo. Lo abbiamo saputo da tua madre.

Se non fosse stato per lei non ne avremmo mai capito niente. E ad Harry questo non va giù. Si sente molto più in colpa e impotente degli altri e credo che nasconda anche qualcosa. E' normale che reagisca così, però penso che dovrebbe avere un po' più di fiducia in noi. Di certo siamo ben disponibili ad aiutarlo di molti altri. E restandosene da solo non farà altro che piangersi addosso senza risultati.

"Non dovevo dirglielo..." la tua voce mi distoglie dai miei pensieri. E' angosciata e depressa e questo mi agita. Poi ti guardo negli occhi e capisco a cosa stai pensando, comprendo le tue paure e le tue inquietudini e una tremenda tristezza mi assale.

Mi siedo di fianco a te preoccupato e balbetto. "Aspe... aspetta, Hermione, non devi farne tu un dramma! Pensa a come l'avrebbe presa se nemmeno tu gli avessi detto niente!" cerco di spiegarmi, trovando il coraggio di posarti una mano sulla spalla.

Tu mi guardi con i tuoi grandi occhi caffè, ora pieni di lacrime. "E' solo... che vorrei aiutarlo... mi sento così inutile..." mi spieghi singhiozzando. Abbassi di nuovo lo sguardo e ti porti una mano alla bocca.

"Anch'io mi sento così... non possiamo farci niente... purtroppo dobbiamo solo aspettare... anche lui lo sa..." voglio farti smettere di piangere. Ho voglia di abbracciarti, ma non riesco a vincere la mia stupida paura. Temo che ti possa ritrarre se ci provo.

Ti accarezzo allora la schiena, cercando di rassicurarti. "Se adesso scende e ti vedrà in queste condizioni si sentirà peggio..." aggiungo guardando da un'altra parte.

Tiri su col naso un paio di volte, prima di cercare di asciugarti il viso con la manica della camicia e di guardarmi con quelle pozze che mi attraggono tanto.

"Hai ragione... giusto..."

Mi alzo in piedi perché so che sto per arrossire e faccio due passi avanti dandoti le spalle. "Meglio così... perché strano che impersoni io quello che ragiona correttamente..." la butto sul ridere.

Mi volto e ti vedo abbozzare un sorriso e mi sento meglio.

"Mai un attimo di pace..."

La voce di Harry risuona nuovamente nelle nostre orecchie. Ci voltiamo verso la scalinata che dà ai dormitori e lo guardiamo confusi. E' nervoso, infuriato molto probabilmente, perciò restiamo in silenzio aspettando una sua reazione.

Harry sbuffa avvicinandosi alle poltrone dove ci troviamo noi e poi si getta di peso su una di quelle incrociando le braccia.

"Che succede?" trovo il coraggio di chiedergli.

"C'è che la cara Mimbulus di Neville è esplosa macchiando tutta la stanza. Lui e gli altri la stanno ripulendo con scarsi risultati."

Mi trattengo dal non ridere. So che la situazione dovrebbe essere seria, ma pensare a quei tre che cercano di togliere Puzzalinfa da tutte le parti mi fa divertire troppo.

Sembra che anche Harry abbia capito quanto sia ridicola la situazione. Lancia uno sguardo a me e poi uno a te, che sei rimasta per tutto il tempo in silenzio ad ascoltare.

"Ragazzi mi dispiace... non dovevo prendermela con voi... non c'entrate niente..."

Mi siedo al suo fianco e gli do una pacca sulla spalla. "Tranquillo amico... ci siamo abituati ormai."

Ti vedo sorridere sollevata e ormai la mia ansia è sparita del tutto.

 

E qualche volta fai pensieri strani

con una mano, una mano ti sfiori

 

"Non ne posso più di Guerre di Giganti..."

Harry sbuffa al mio fianco e si stiracchia facendo scattare la schiena.

Io il mio compito di Storia della Magia non l'ho mai finito. Sono troppo impegnato ad osservarti mentre stai scrivendo poco distante da me, chissà cosa. Sei assorta nella scrittura, ti guardi un po' intorno, poi torni a posare la piuma sulla pergamena. Ti lisci il mento pensierosa... ti vedo arrossire e accennare un sorriso. E allora mi alzo in piedi e mi avvicino incuriosito.

"Che fai?" ti chiedo fingendo noncuranza.

Tu alzi lo sguardo, ti accorgi di me e sospiri. Sai già che non mi piacerà. Riabbassi gli occhi e li porti sulla pergamena, decisa ad ignorare le scenate che verranno dopo.

"Sto scrivendo una lettera a Viktor." mi spieghi.

La mia reazione, ovviamente, è sempre la stessa.

"A-ancora lui?!"

"Non scocciare Ron... mi sono stancata delle tue proteste."

E' sempre la solita storia. Tutte le volte che devi scrivere una lettera a quel Cercatore Bulgaro da strapazzo, finiamo per litigare. Non lo sopporto, è una cosa che mi manda in bestia. E ora che ho ammesso i miei sentimenti, posso anche dire di essere geloso. Geloso marcio. Mi dà un fastidio immenso il fatto che tu sia ancora in rapporti con lui, ti ho detto un milione di volte di lasciarlo perdere, ma tu non mi ascolti.

Forse se ti dessi 'quella' ragione valida la smetteresti... o peggio non mi rivolgeresti più la parola e te ne andresti in Bulgaria appena finita la scuola... perché lo so che sarà così.

So che senza spiegazioni tu continuerai comunque a fare quello che vuoi, ma non posso evitare di arrabbiarmi ogni volta e di tirare fuori cretinate senza senso.

"Però non ti sei stancata delle sue lettere, vero?"

"Certo che no, anzi mi fanno molto piacere." mi replichi tranquilla, intingendo la penna nel calamaio e riprendendo a scrivere.

Ovviamente questo mi manda in bestia ancora di più. Le orecchie sono completamente rosse e i moniti di Harry, che mi ricorda di star calmo non li sento più.

"E certo, preferisci pensare a lui quando qui la situazione è delle peggiori!"

Mi guardi stringendo gli occhi con aria seccata. "Che vorresti insinuare?!" mi domandi acida.

"Che invece di fantasticare sul tuo caro Viky potresti anche ricordarti di cosa stiamo passando qui!"

Sto sparando cazzate a mitraglietta, ma ormai è impossibile fermarmi. Quando mi arrabbio così solo solo ferirti... e per quanto mi senta un verme non riesco ad evitarlo.

Ti alzi in piedi e mi guardi con tutto il rancore e la delusione che ti ho provocato. "Come osi dirmi certe cose! Credi che non ci pensi? E' solo una stupidissima lettera, dannazione!" mi urli contro e poi sparisci nel tuo dormitorio, osservata da tutti.

Abbasso lo sguardo ed esco dalla Sala Comune, sbuffando. Questa volta l'ho fatta grossa. Sono un cretino.

 

Tu sola dentro una stanza

e tutto il mondo fuori.

 

"Sei un cretino." 

Reggo la testa con le mani e ho il busto piegato in avanti. E' tardi e la Sala Comune è quasi vuota. Sono tornato da pochissimo, dopo essermene andato a spasso per la scuola, con il rischio costante di farmi beccare da Filch o dalla sua stupida gatta. Di certo una bella punizione mi avrebbe fatto bene, dopo quello che ho fatto.

E' Harry che ha parlato e adesso mi guarda come se avesse davanti un deficiente. Ed io sono fermamente convinto che abbia davanti un deficiente.

O meglio ancora un coglione. Ti ho ferito e non ho fatto niente per impedirlo.

"Dovrei chiedergli scusa..." mormoro speranzoso.

Il mio amico inarca un sopracciglio. "Dovresti? Ron se non lo fai immediatamente, ti picchio io. E ti faccio male, te lo assicuro!"

Ingoio il vuoto e scuoto la testa. "Ok... questa volta ho proprio esagerato."

"No, non questa volta, tu esageri sempre Ron. Ogni volta che Hermione scrive o riceve una lettera da Krum tu impazzisci."

Non rispondo. Non c'è niente da dire. Ha ragione e basta.

Si alza in piedi e si avvicina a Lavander e Parvati che sono intente a scrivere qualcosa su quello che sembra un diario. "Scusate... non è che mi potreste chiamare Hermione?" chiede senza problemi. Dall'anno scorso sembra che tutto scivoli addosso ad Harry e molte cose non lo interessino più. Come parlare a delle ragazze con tranquillità per esempio.

Le due ochette mi guardano sospettose, poi si rivolgono ad Harry. 

"Non possiamo. Ha sigillato la porta del bagno con un incantesimo e si è chiusa dentro. Ha detto di non voler uscire e che non le importava se noi avessimo dovuto entrare. Ci ha detto di usare quello delle altre." spiega stizzita Lavander.

Parvati si ravviva i capelli con una mano e poi sbuffa. "Benedetta ragazza... potrebbe anche evitare di coinvolgerci nelle sue stupide crisi."

E' a quel punto che mi alzo in piedi sbuffando e mi avvicino all'entrata dei nostri dormitori. Harry mi guarda sorpreso. "E' inutile adesso... ci penserò domani, ora vado a dormire..."

 

Respiri piano per non far rumore

ti addormenti di sera e ti risvegli col sole

sei chiara come un'alba

sei fresca come l'aria.

 

Osservo la tua testa riccia, sbucare dalla poltrona su cui hai preso posto ormai da ore. E' l'ennesima notte in bianco che passi e per l'ennesima volta ti sei addormentata. E' passato un giorno intero senza che ci parlassimo. Mi hai evitato volutamente ed io, da bravo vigliacco che sono ho lasciato che le cose andassero così.

Solo quando ti sei accertata che io me ne fossi andato a letto, hai deciso di restare in Sala Comune per quegli stupidi cappellini. Non ti biasimo, so che hai fatto bene, perché tipi come me è meglio lasciarli perdere.

Adesso è notte fonda, ma sapendoti da Harry impegnata in quel lavoro per gli elfi mi sono preoccupato e ho trovato il coraggio di scendere.

Vorrei parlarti e chiederti scusa, perché mi sento da schifo. 

Ma tu stai dormendo.

Mi avvicino di più e ti osservo illuminata dalla luce del camino ancora acceso. Sei bella, come sempre. E anche innocente.

Sono io quello disgustoso. Sono io quello che ti ferisce continuamente nonostante ti ami.

Mi inginocchio davanti a te e ti sposto un ricciolo ribelle dal volto. Mugugni nel sonno, ma sorridi. Forse stai sognando. Sospiro pensando che certamente non sono io quello che la tua mente ora immagina.

Quanto vorrei sapere cosa si nasconde nel tuo cuore. Come vorrei sapere cosa provi per me, se mai un giorno potrò sperare di averti al mio fianco in una forma diversa dall'amicizia.

Sono certo che non accadrà mai, ma prima o poi dovrò accertarmene da solo. Dovrò chiedertelo e aveva una conferma.

Non resisto ad osservare così a lungo le tue labbra color ciliegia. Con un coraggio incredibile, mi chino su di te e ti bacio. Piano e delicatamente. Non vorrei mai svegliarti, non me lo perdonerei.

"Ti amo." ti dico in un sussurro. 

Ecco te l'ho detto. Stai dormendo, non mi hai sentito, eppure te l'ho detto.

Torno nella mia stanza, chiedendomi se un giorno lo farò quando sarai sveglia e cosciente.

 

Quando mi risveglio, mi rendo conto fin da subito che qualcosa non va. Il sole che filtra dalle finestre sembra già alto nel cielo e la stanza è misteriosamente silenziosa. Guardo l'orologio e caccio un urlo quando vedo che ore sono. Mi vesto, mi preparo in tutta fretta e scendo correndo a far colazione sperando con tutto il cuore di essere graziato dal prof della prima ora - Merlino dimmi che non è Snape! - e chiedendomi perché diavolo Harry non mi abbia svegliato.

"Come cavolo è che non ha suonato la sveglia oggi?" mi chiedo seccato, mentre faccio gli scalini a due a due e mi fiondo in Sala Comune e poi verso il buco del ritratto. Noto che non c'è molta gente in giro, ma non ci faccio caso più di tanto e penso a correre verso l'uscita.

Quasi cado a terra, quando uscito dal ritratto, mi blocco all'improvviso., perché sei comparsa davanti a me. Mi rimetto in piedi composto e alzo una mano per salutarti come un deficiente.

"C-ciao..." biascico con aria ebete, sperando che tu mi risponda.

Non riesco a leggere i tuoi occhi. C'è qualcosa di strano in te, ma forse è solo la rabbia che provi nei miei confronti.

Incroci le braccia e sbuffi. "Ciao..." rispondi poco entusiasta.

E' arrivato il momento. Da qualche parte qualcuno mi ha dato la possibilità di rimediare ai miei errori, perciò non posso lasciarmi sfuggire questa occasione. Abbasso il capo e chiudo gli occhi.

"Ti chiedo scusa, Hermione, non dovevo dirti quelle cose, sono un cretino!" urlo tutto d'un fiato, fregandomene di chi mi avrà sentito - probabilmente mezza scuola con la voce che ho -.

Ti sento sospirare e allora apro finalmente gli occhi e ti guardo speranzoso. Sembri disposta alla pace.

"D'accordo che ti perdono..."

Il mio viso si illumina come una lampadina e un largo sorriso riempie la mia faccia. "D-davvero? Cioè, voglio dire, grazie! Ti giuro, non volevo ferirti..." parlo sconnessamente, sentendo il mio animo molto più sollevato.

Ma nel silenzio che viene dopo, il mio cervellino mi ricorda il perché stessi correndo come un matto fino a pochi istanti prima.

Faccio una smorfia prima di rimettermi a correre, con una esclamazione poco ortodossa.

Ti ho già superata di qualche metro, quando mi richiami sorpresa. "Si può sapere dove stai andando?"

E allora mi chiedo che ci fa la studentessa più studiosa di Hogwarts in giro per i corridoi a quest'ora. Mi volto spaesato e ti guardo come a voler cercare una spiegazione a tutte quelle stranezze.

"Ma... ehm... perché non sei a lezione?" ti chiedo sconvolto.

Ti stringi nelle spalle e fai una faccia ovvia. "Perché oggi è sabato."

Sabato. Vacanza. Con tutto quello che è accaduto lo avevo scordato. E mi era preso un colpo per niente. Mi rivolto verso il corridoio.

"Ah..." dico soltanto. In quel momento la mia testa ha deciso di smettere di funzionare. Troppe cose tutte assieme avranno fritto il cervello, perciò la prima cosa che faccio è dare retta ad un'altra parte del mio corpo, il mio stomaco. Questi mi ricorda che è dalla sera precedente che non tocco cibo. "Allora... allora vado a far colazione... almeno quello..." dico più a me stesso che a te.

Non ho fatto che pochi passi, quando sento la tua voce. "Aspettami, vengo con te."

Sono felice, ora sono al settimo cielo, perché per lo meno ho riacquistato la tua amicizia. Non so perché tu mi abbia perdonato, ma qualunque cosa sia stata la ringrazio col cuore.

E nel frattempo cerco di trovare il coraggio di dichiararmi, e di confessarti cosa provo per te. Chissà quando...

Non mi rendo perfettamente conto di cosa sia successo. Fatto sta che mi trovo improvvisamente la tua mano intrecciata nella mia.

Abbasso lo sguardo sconvolto verso di te e capisco che sei completamente rossa in volto e terribilmente imbarazzata. 

Le mie orecchie prendono fuoco. 

Continuo a camminare perché so che se smetto cadrei per terra svenuto. Perciò meglio andare a avanti per inerzia, visto che tu continui a seguirmi.

"Grazie per ieri notte." mormori con voce bassissima e gli occhi puntati al pavimento.

Non dico niente. Stringo di più la tua mano, ripetendomi continuamente che non sto vivendo un sogno. E allora tu circondi di più il mio braccio e ti avvicini a me. Sento il tuo corpo aderire al mio e faccio fatica a respirare.

E' tutto reale, Ron... è tutto vero... mi ripeto mentre continuiamo a camminare in silenzio così vicini come non lo siamo mai stati.

Ma ancora non sono del tutto sicuro.

 

FINE

*~*~*~*~*~*~*~*~*~*~*~*~*~*~*~*~*~*~*~*~*~*~*~*~*~*~*~*~*~*~*~*~*~*~*~*~*~*~*~*~*~*~*~*~* 

Ed eccomi qui con questa nuova song-fic... allora piaciuta? E' la prima volta che scrivo una vera Ron/Hermione... qualcosa del genere mi frullava in testa da una vita, solo che non riuscivo a trovare il giusto input per iniziarla... poi ho ascoltato questa canzone così bella e ho pensato... 'cavolo, sarà Ron che parla ad Hermione?' e mi sono messa a scrivere... spero di non aver fatto una cretinata!^^''

Oh mi scuso immensamente con Lavander, Parvati e Daphne, se mai leggeranno questa storia! Non volevo essere cattiva, ma mi serviva qualcuno per far andare di testa Ron! Sorry!!

Cmq aspetto le vostre recensioni, sono proprio curiosa di sapere il vostro parere! Un bacio a tutti e un grazie in anticipo a tutti quelli che leggeranno questa fic!

Ryta Holmes

   
 
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