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Autore: Yuki002    30/03/2017    2 recensioni
"Sapeva benissimo che si trattava di un viaggio in Russia di soli due giorni. Non sa quante volte Victor gli aveva ripetuto che sarebbe ritornato il più presto possibile. E, nonostante tutte le premure da parte del marito, Yuuri si sentì ancora più solo, quando Victor lo chiamò quella sera"
Buona lettura^^
Genere: Fluff, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Victor Nikiforov, Yuuri Katsuki
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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MANCANZA
 

Prompt: Telefonata mancata (Dal Generatore di Prompt di Fanwriter.it)


 

Sapeva benissimo che si trattava  di un viaggio in Russia di soli due giorni. Non sa quante volte Victor gli aveva ripetuto che sarebbe ritornato il più presto possibile. E, con un fugace bacio, lo aveva salutato all’aeroporto: lo stesso dove, mesi prima, il russo lo aveva accolto a braccia aperte. E, nonostante tutte le premure da parte del marito, Yuuri si sentì ancora più solo, quando Victor lo chiamò quella sera.

“Ciao, amore…” la voce di Victor lo raggiunse, chiara e limpida.

“Ciao, Victor” deglutì a fatica quell’amaro in bocca “Come è andata il viaggio?”

“Bene, bene…Sono solo un po’ stanco per via del fuso orario” sbadigliò silenziosamente.

“Lo sento dalla voce…Vuoi riposarti un pochetto e poi richiamarmi?” la sua mente urlava di no, ma il suo cuore diceva di sì. Non avrebbe mai permesso a suo marito di sentirsi artefice della sua mancanza.

“Mi faresti un favore. Ti richiamo più tardi, verso le…” lo sentì fare due calcoli “…verso le 18 per te?”

Il corvino acconsentì, mogio mogio.
“Ci sentiamo più tardi, Yuuri…” sbadigliò, questa volta, rumorosamente “Ti amo”

Il giapponese sussultò: “Anche io ti amo…Riposati bene, mi raccomando”

La telefonata finì lì, ma le ultime due parole dette dall’albino rimasero ben impresse nella sua mente, anche quando si diresse verso la loro camera da letto, accarezzando con lo sguardo le lenzuola sfatte e i vestiti lanciati qua e là: senza Victor quella casa era un vero disastro!
Rise, mentre impiegò il tempo mettendo a posto la casa: non poteva di certo farla trovare in quello stato quando il russo sarebbe ritornato.  Un’oretta riuscì a passarla così, passando l’aspirapolvere nelle varie stanze e canticchiando le note di Eros per tenersi compagnia. Una volta ritenuto soddisfatto del suo lavoro, riempì di coccole Makkachin che era rimasto quatto quatto nella sua cuccia fino a quando non aveva visto il padrone rivolgergli le dovute attenzioni. Le mani scivolavano attraverso il morbido pelo, facendogli ricordare i capelli argentei di Victor e si mise, addirittura, a parlare con il cane, quasi pretendesse che fosse l’albino. Ma, tra un guaito e l’altro, si sentiva terribilmente solo.

Quella casa che sapeva, adesso era insipida: gli mancava la sua risata che tingeva le pareti di un’incantevole blu, gli mancavano le sue mani che lo abbracciavano e confortavano, gli mancava la sua presenza nella vita…
Per questo, corse affannato nella loro camera da letto perfettamente in ordine. Per sentire la sua essenza, lì dove avevano passato innumerevoli momenti di tenerezza e passione. Accarezzò con lo sguardo le pareti azzurre, l’armadio chiaro, il letto che richiamava il colore del mare…quando qualcosa attirò la sua attenzione: una felpa era accartocciata per terra, che spuntava da sotto il letto e, nella penombra, non la riconobbe subito. Appena la prese, il suo cuore fece un salto: era la maglia bianca e rossa che Victor indossava alle competizioni. La stessa che Yuuri aveva ammirato da lontano, la stessa che aveva toccato e sentito e la stessa che, ancora oggi, era impregnata dell’odore del ghiaccio freddo.
Inspirò piano il tessuto della felpa, sdraiandosi sul letto. Portava il profumo di tante cose: dello zenzero quando si faceva la doccia, della cannella quando cucinava per lui il suo dolce preferito, della casa quando la pulivano insieme ogni domenica, del ghiaccio quando pattinavano…
Semplicemente, sapeva di Victor.

Guardò la fede al dito e, stranamente, si sentì più leggero, Makkachin sembrava gradire  quello stato di dormiveglia che aveva assunto il suo padrone, così decise di acciambellarsi vicino a lui. L’odore della felpa, il letto morbido e un lungo lavoro svolto qualche ora addietro lo portarono, lentamente, nel mondo dei sogni.
Sperava di svegliarsi e di trovare Victor in cucina a preparargli la colazione o di vederlo accanto a lui a dormire. Qualsiasi cosa facessero, lui l’avrebbe amato…
Intanto, un cellulare squillava insistentemente dal soggiorno, alimentando l’ansia dell’interlocutore, che, a migliaia di kilometri di distanza, non poteva fare altro  che sperare in una risposta che non arrivò.



Note dell'autrice
Credevate fossi morta da qualche parte, e invece XD
Semplicemente, come molti già sapranno, non è il migliore dei periodi questi quindi la scrittura ha ben pensato di farmi "ciao ciao" con la manina!
Comunque, spero vivamente che la storia vi sia piaciuta!
Yuki

 
   
 
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