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Autore: Gigashiro    01/04/2017    0 recensioni
Quando l'attività non è più redditizia bisogna chiudere bottega. oppure può capitare qualcosa che ti risparmia la fatica e la tristezza.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Caldo è nel pomeriggio

Il barbiere aprì il negozio alle 3 del pomeriggio. Era in ritardo ma tanto non aveva mai clienti, quindi se ne curava poco. Non mancava molto alla chiusura definitiva e sinceramente dopo tutti quegli anni non gliene importava un granché.
La moglie lo aveva lasciato 5 anni prima, o forse erano 7, per andare dietro all'altro barbiere del paese. Eh, certo, quello era giovane, aveva due baffetti perfetti alla Hercule Poirot e non un capello fuori posto. Ma quella puttana si era beccata quello che si meritava: un bel rifiuto "no grazie, sono gay". Si era fatto grasse risate, alla fine.
Ora conviveva con Nina, non poteva lamentarsi, il sesso era buono, non doveva pagarlo, anzi, lei pagava l'affitto del monolocale in cui l'ex moglie lo aveva buttato. 
Un altro giorno, pensò Nix tra sé e sé, infilando la chiave del negozio nella serratura. La porta si aprì scricchiolando e la campanella che segnala l'ingresso dei clienti suonò, ci mise sotto il blocco perché restasse aperta, nella speranza che un soffio di vento inesistente portasse via l'odore di chiuso e di caldo. Nix andò a rifugiarsi nel retro con la scusa di affilare le lame e oliare i rasoi, ma erano ancora perfetti dal giorno prima quindi si guardò intorno in cerca di qualcosa di interessante da vedere più che da leggere su un giornalaccio di infima qualità.
Dalla strada nemmeno un rumore. Ma con 40 gradi all'ombra Nix non si stupiva che la gente preferisse rimanere in casa davanti a un ventilatore. Improvvisamente però la campanella della porta suonò. Fuori allenamento "dare il benvenuto al cliente" il barbiere lasciò la sua sedia ed entrò nel negozio. 
Un uomo alto, con discreto pancione su due gambe piuttosto magre era in piedi in mezzo alla stanza. Aveva capelli neri e lisci, unti e con il taglio ormai troppo cresciuto, gli occhi marroni e una gran barba. Dopo un momento di silenzio gli anni di lavoro di Nix riaffiorarono e tendendo una mano al nuovo arrivato disse:
"Buon pomeriggio signore. Vuole accomodarsi sulla sedia? Il mio nome è Nix, come posso aiutarla?"
Lo sconosciuto non strinse la mano al barbiere, cercò qualcosa nella tasca dei pantaloncini e gli mostrò una foto di giornale, mentre con l'altro dito gli indicò il pizzetto dell'uomo che vi era ritratto. Non una parola.
Nix guardò la fotografia. Il giornale doveva essere vecchio perché quel pezzo di carta era molto rovinato. Ritraeva un giovane uomo in carne, coi capelli scuri e un pizzetto delizioso.  Il barbiere annuì e chiese all'uomo se volesse fatti anche i capelli. Quello annuì e Nix lo informò: "questo costerà un po' di più, ma vedrà che non se ne pentirà!" e si mise a cercare il mantellino da barbiere. non lo usava da un po' e non aveva idea di dove fosse finito. Una volta trovato tutto il necessario Nix si apparecchiò il tavolino con metodo: forbici e lame da una parte, rasoio elettrico e pettine dell'altra, nel mezzo il pennello per spazzolare via i peli tagliati. Una volta pronto si mise all'opera, lavò e accorciò i capelli con le forbici, ripulì il collo col rasoio e sistemò le basette, per poi dedicarsi alla folta barba. La lama scorreva sulla pelle tagliando i peli della barba senza il minimo apparente sforzo e in men che non si dica il barbiere aveva finito, riponendo i suoi strumenti sul suo tavolino in bell'ordine. Guardò il cliente e stava per chiedere se fosse soddisfatto, e si trovò di fronte l'uomo della foto, invecchiato di qualche anno. Ora che lo guardava gli era famigliare, vagamente, come una storia vecchia di anni. Non riusciva a mettere a fuoco i dettagli però.
"Così fanno 15 euro signore" gli disse prima di dimenticarsene. Finito di spazzolargli la nuca e il collo Nix girò su sé stesso e si diresse alla cassa.
Non se ne rese nemmeno conto in realtà, anche se il suo cervello era appena riuscito a mettere insieme i ricordi. Dal suo collo i fiotti sgorgavano generosi e pensava soltanto che non avrebbe più dovuto spendere le sue giornate in un negozio vuoto. Non aveva tempo per ricordare di aver letto sul giornale qualche giorno prima che l'assassino delle periferie era scappato di prigione, che diversi anni prima aveva fatto fuori tante persone solo perché erano sole in quel momento, che le vittime più numerose erano stati i barbieri da cui era andato per mantenere il suo famoso pizzetto curato e in ordine. Ma in fondo era meglio così, il suo negozio era già morto da tempo, e ora una delle sue preziose e affilatissime lame reclamava anche la sua fine. Nina avrebbe trovato qualcun altro.
L'ultimo suono che udì fu quello della campanella della porta. Non ci saranno più clienti veramente stavolta.
  
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