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Autore: Cecilia    01/04/2017    1 recensioni
Le conseguenze di Flashpoint presentano il loro conto e toccherà alla Leggende, in un viaggio in un futuro prossimo, a pagarne il salato prezzo tra sconvolgenti verità ed inaspettate rivelazioni.
Fan Fiction in due momenti tra l'universo che conosciamo e quello nuovo che si crea dopo la guerra finale del tempo...
Genere: Angst, Drammatico, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Nuovo personaggio, Rip Hunter, Sara Lance, Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 10

 

Non erano nemmeno le sei di mattina quando la chiamata arrivò in casa Snart avvertendo le due nuove teste della Checkmate che l'attacco programmato degli Stati Uniti d'America nei confronti di New Themyscira non era andato come a buon fine. I velivoli statunitensi, infatti, erano stati intercettati da aerei invisibili delle amazzoni e abbattuti.

Quella che era stato dunque un attacco pianificato con minuzia di particolari e attenzioni negli ultimi mesi dallo Stato Maggiore in collaborazione con la Checkmate e supervisionato dal Presidente, si era trasformato nella manciata di pochissime ore nello scoppio di una guerra mondiale.

Se la missione delle Leggende era dunque quella di trovare Eobard Thawne e impedire le sue macchinazioni, ben presto le loro priorità cambiarono a fronte delle notizie sopraggiunte e costringendoli a dar manforte ai loro compagni di quel tempo, ben consci di non potergli voltare le spalle.

Anche i giovani però volevano fare la loro parte. Donald e Dawn scortarono dunque i cugini alla Checkmate per tenerli al sicuro, contro le proteste di Jai  per niente felice di dover rivedere i suoi genitori adottivi, nel momento in cui sopraggiunse la notizia che una delle prime vittime che si era registrata nella battaglia di New Themyscira era proprio loro madre: Iris West-Allen. Questo se possibile mosse ancor di più il loro desiderio di buttarsi fitti nello scontro unendosi così alle Leggende in partenza con la Waverider per quella che una volta era la Gran Bretagna. Con loro anche tutti gli altri giovani eroi: Cyborg, Green Arrow, Speedy, Firestorm e sorprendentemente Black Canary che aveva dismesso i panni di Huntress e aveva trovato il coraggio di raccogliere la sua eredità.

 

Il grande piano di Eobard Thawne stava dando i suoi frutti, tanto ci aveva lavorato per fare sì che quel futuro vedesse il più possibile la caduta e sconfitta degli eroi facendoli però passare per le peggiori pene dell’inferno.

Aveva dato potere alla Corte dei Gufi e questi avevano spezzato i miti dei suoi più acerrimi nemici da Star a Central City, aveva raccolto la frustrazione di William Clayton e dopo averlo indirizzato alla Lega degli Assassini lo aveva trasformato in una macchina omicida, aveva ordito dietro i due grandi imperi di Queen Diana e Aquaman per portare a quella guerra… e tutto per cosa? Solo per sconvolgere il tempo, per costringere le Leggende in quel luogo e in quell’ora e poter finalmente cancellare dall’esistenza il futuro di Flashpoint così facendo avrebbe ottenuto due grandissime vittorie: la prima era aver indirizzato il Flash Nero verso a sconvolgimenti temporali ben più consistenti del suo esistere e di conseguenza dandogli una missione con cui tenerlo occupato e dall’altra in un colpo solo si sarebbe liberato di tutti i suoi avversari più fastidiosi. Il mondo sarebbe stata una tabula rasa su cui scrivere una nuova storia: la sua.

 

Appena la Waverider arrivò a solcare i cieli inglesi la prima immagine che fu sotto lo sguardo di tutti fu quella di un'isola che ricordavano diversa per edifici e struttura e che adesso invece brulicava di una skyline molto più simile all'Antica Grecia piuttosto che alla Gran Bretagna. Le amazzoni solcavano i cieli con i loro velivoli invisibili con una tecnologica sconosciuta e una potenza di fuoco impensabile.

Il tempo per le chiacchiere e il tergiversare era finito, adesso su quel campo di battaglia si giocavano tutto dalla salvezza del mondo a quella del tempo stesso.

Stein era rimasto alla Checkmate ben deciso a non abbandonare il fianco della figlia e a dare il suo sostegno tecnico, mentre con somma sorpresa di tutti il nuovo Firestorm per quel giorno era nato dalla fusione di Jax e Jason. Lui insieme a Ray, con l’armatura di Atom, si lanciarono fuori dalla nave e si buttarono a capofitto nello scontro affrontando tutte le amazzoni che incrociavano il loro cammino. Partì un combattimento senza esclusione di colpi che però non faceva presagire nulla di buono considerando l’alto numero di elementi dell’esercito nemico e la loro veemenza nella lotta. Le amazzoni che non ci stavano pensando due volte a distruggere qualsiasi cosa incontravano decise a respingere gli invasori a tutti i costi. Gli stessi che da quanto sapevano loro, per via delle malelingue fattagli arrivare da Thawne, si erano alleati con l’esercito di Aquaman per distruggerle.

Qualcuno però stava osservando tutta quella distruzione con un ampio sorriso sul volto, da uno dei palazzi più alti della capitale.

William si era allenato duramente per arrivare a quel livello, lui che alla morte della madre era venuto a conoscenza delle sue origini e che per questo si era spinto a divenire quello che era oggi: Black Archer. 

Conosciuto come uno dei più temibili mercenari in circolazione, aveva fatto del sangue la sua ragione di vita. Non aveva mai perdonato suo padre per il suo abbandono portandolo a un odio che una volta fomentato a dovere lo aveva trasformato nella più letale delle armi.

«WILLIAM!» urlò Connor, la freccia puntata contro quel fratellastro che gli aveva rovinato l'esistenza. Il giovane non aveva potuto fare a meno di dividersi immediatamente dal gruppo appena la Waverider aveva toccato terra. Era finito il tempo delle attese e del rimuginare sul passato… era arrivato il tempo di agire e di far pagare a quel maledetto assassino tutto il male che aveva fatto alla sua famiglia prima con i suoi genitori e poi con i suoi padrini.

Lui che suo padre aveva accolto a braccia aperte nella Checkmate dopo la morte della madre solo per recuperare il tempo perso e fare sì che tutti e tre i suoi figli crescessero insieme, ma quello che ciò aveva causato era stata solo un’invidia cieca dovuta al fatto che ai suoi occhi Connor e Mia avevano tutto quello che invece doveva essere suo. Lui che si sentiva più come un randagio verso cui si stava facendo carità, invece che un figlio e un fratello che veniva incondizionatamente amato.

«Guarda chi si vede... il degno erede di nostro padre!»

«NON OSARE NOMINARLO!»

«Altrimenti?»

William non fece nemmeno in tempo a chiederlo con quel suo solito ghigno strafottente che la freccia di Connor era già scoccata andandosi a ficcare dritta nella sua spalla. Questo però non lo più, anzi se possibile lo divertì ancora di più, quando togliendosela la buttò a terra con fare provocante.

«Tutto qua? Questo è tutto quello che nostro padre ti ha insegnato?»

«Oh no… mio padre mi ha insegnato anche questo!» e così dicendo aveva già scoccato l’ennesima freccia puntando alla testa, ma lo stesso aveva fatto William. Due eccellenti arcieri che avevano avuto l’onore di essere addestrati dal più grande di tutti e che per questo vide le loro frecce entrare perfettamente in rotta di collisione e distruggersi l’un l’altra.

William non si lasciò impressionare e nemmeno Connor così che i due correndosi incontro l’un l’altro iniziarono un feroce corpo a corpo senza esclusione di colpi che mostrava quanto abilmente entrambi fossero stati allenati. Ma la forza di Connor era nulla contro la scaltrezza di William. Colpi bassi e ben assestati che portarono velocemente Green Arrow a cedere sotto i colpi del suo avversario. Black Archer fece però fece un errore: si fermò tronfio già pregustandosi la vittoria, dando così modo al suo rivale di colpirlo in volto… sempre più forte fino a non lasciargli scampo se non fosse stato che il suo fratellastro amava giocare sporco e gli bastò recuperare il coltellino che teneva nascosto nello stivale per accoltellarlo e averla vinta.

William spinse il corpo di Connor all'indietro togliendoselo di dosso e pulendosi il sangue dalla bocca scoppiò in una fragorosa risata.

«Salutami papà quando lo vedrai all'inferno!»

 

Quella guerra, già apparentemente persa in partenza, però era solo la prefazione di una nuova minaccia in quanto il cielo venne ben presto oscurato da grandi serpenti marini metallici che solcarono le loro teste. Aquaman stava scendendo in guerra e lo stava solo facendo in virtù del fatto che credeva che quella guerra gli sarebbe arrivata in casa, dando però così manforte alle amazzoni nella loro convinzione che gli americani fossero alleati del loro più acerrimo nemico.

«Le cose si stanno mettendo davvero male…» a dar voce al pensiero di tutti era stata Sara che aveva subito compreso l’entità di quegli eventi. Ormai non restava loro di fare solo una cosa: combattere.

«Ray hai visto?»

«Sì le cose sono appena peggiorate… sono arrivati Nate e Amaya?»

Atom che era in volo con Firestorm era anche in comunicazione radio con il resto degli eroi, ma in quel preciso momento stava parlando con Sara. Tutti sapevano che fossero in cerca di potenziale aiuto, ma solo Ray sapeva a chi avevano deciso di rivolgersi.

«No, purtroppo no… e ho paura che se arriveranno senza rinforzi saremo spacciati…»

«Voi andate! Qui ci pensiamo noi!» fu la voce di Laurel quella che interruppe il flusso di pensieri della madre, che voltandosi fu solo orgogliosa di vederla in quelle vesti che le appartenevano, lei che aveva appena scoperto che oltre ad essere un’abile ginnasta possedeva anche una voce da “urlo”.

«Ce la fate?»

«Che domande…» esclamò quasi offesa Speedy che affiancando l’amica iniziò a tirare frecce con una precisione millimetrica, nello stesso momento in cui la voce di Black Canary faceva i primi danni.

Ci fu solo un momento di tentennamento e poi tutti gli eroi si divisero, c’era tanto da fare e pochi di loro per riuscirci.

Le due ragazze si guardarono sorridenti, ad entrambe era mancato quel lottare fianco a fianco e farlo per una causa così importante dava loro ancora maggior fiducia. Così mentre Mia era occupata a salvare alcuni abitanti intrappolati, inglesi che da anni vivevano sotto la tirannia delle amazzoni e adesso ne pagavano lo scotto, Laurel continuava ad usare la sua voce per tenere lontano il maggior numero di avversari di entrambi gli schieramenti.

Snart e Lily stavano seguendo in presa diretta tutto quello che stava succedendo dalla sala di controllo della Checkmate e stavano guidando gli agenti che stavano arrivando sul territorio nemico, pronti ad entrare in azione e combattere una guerra che il semplice esercito non sarebbe mai stato in grado di affrontare.

«Pedoni negli edifici, bisogna occuparsi dei civili sulla linea di fuoco. Usate gli scantinati e le metropolitane per tenerli lontani dalla superficie…» ordinò Lily con lo sguardo scuro ben puntata sullo schermo.

«Torri stabilite un perimetro, Alfieri voi sarete il supporto aereo… Cavalli voi quello a terra…» concluse Snart con le braccia ben conserte a fare quello che sapeva fare meglio: pianificare una strategia.

Intanto anche i Tornano Twist erano occupati ad abbattere qualsiasi cosa si metteva sul loro cammino fermandosi solo quando un numero consistenti di detrattori li accerchiarono.

I due passarono velocemente al corpo a corpo agevolato dalla loro velocità e la possibilità di lanciare fulmini, ma considerando che la loro velocità non era così stabile e così forte questo non gli dava la possibilità per poterlo fare a lungo.

Ma un flash più forte e saettante degli altri arrivò ben presto a dare manforte loro, facendo sì che con la sua maestria e la sua celerità li liberasse da quella grande orda che li aveva attaccati. Fu solo quando si fermò che i due gemelli rimasero stupefatti di scoprire chi fosse.

«Papà!?» chiesero all’unisono terribilmente sorpresi della sua presenza, ma ancor più di come sembrava essersi ripreso completamente. Il viso era invecchiato, ma aveva di nuovo vigore, come il suo sguardo era acceso di nuova energia quanto velato di tristezza. Aveva saputo di Iris e non c’era sconfitta più grande di non averla potuta rivedere un’ultima volta, quanto più per dirle che era tornato da lei questa volta per restare. Un ultimo colpo imprevisto arrivò dal cielo, mentre corpi privi di vita cadevano segno che qualcuno li aveva affrontati. Fu così che anche Supergirl mostrò la sua presenza, toccando di nuovo terra e affiancando il suo amico di vecchia data.

«Mi spiace essere scappata l’ultima volta, ma…»

«Io e Kara abbiamo affrontato anni difficili, ma ora siamo pronti a tornare in pista!»

«E io e Donald siamo felicissimi di questo!» esclamò Dawn non potendo fare a meno di avvicinarsi al padre e abbracciarlo, prima che questo prese in mano la situazione o almeno ci provò.

«Come siamo messi lassù Supergirl?»

«Non bene… se non facciamo capire a Queen Diana e Aquaman che sono stati usati non ne usciremo vivi…»

«Danvers ha ragione!» notò Martin mettendosi in mezzo, dopotutto le comunicazioni erano sempre aperte per rimanere tutti in contatto uno con l’altro.

«Suggerimenti Professore?»

«Signor Allen due di voi devono riuscire ad avvicinare la Regina amazzone e il Re Atlantideo se si renderanno conto di essere stati usati forse parte degli scontri cesseranno e potrete concentrarvi sul vero problema di tutto…»

«Thawne!» esclamò Nate palesando così la sua presenza sul campo di battaglia, accanto a lui Amaya, ma non solo anche un nemico di vecchia data di Flash.

«Piacere di rivederti Flash…» esclamò mentalmente Grodd, questo lasciò il velocista un attimo scossò, ma capì ben presto di aver di fronte qualcuno molto diverso da come lo ricordava. Non sapeva cosa in quegli anni era successo affinché fosse possibile, ma se adesso era lì come alleato non lo avrebbe rifiutato.

«Loro sono Re Grood, Lionheart, Killer Croc e Pantera Bianca… Sono qui con i loro eserciti pronti a darci manforte…» esclamò Amaya, non lesinandosi di voltarsi un solo attimo a guardare l’uomo che amava al suo fianco.

«Wow quindi è questo l’aiuto che eravate andati a cercare…» osservò Sara che seppur era da tutt’altra parte aveva udito tutto.

«Dobbiamo fare contenimento, ma qualcuno deve avvicinarsi a…» Barry aveva appena ripreso la parola, tentando di fare il punto della situazione, ma Rip lo interruppe.

«Ci penso io ad Aquaman…»

«E io a Queen Diana…»  aggiunse immediatamente Sara. Allen assentì se loro si sarebbero occupati della questione principale a loro il resto.

«Speedy recupera tuo fratello e con Cyborg e Black Canary occupatevi delle azioni isolate: schemi e occhi su tutto!»

«Ricevuto!» risposero prontamente quelli chiamati in causa, mentre dalla Checkmate arrivavano le indicazioni direttamente dal Re Nero.

«Firestorm, Atom, Supergirl e Flash occupatevi del perimetro, ogni cosa supera i tre isolati o la distruggete o la rimandate indietro!»

Barry assentì e dopo un veloce sguardo ai suoi compagni, uno un poco più persistente degli altri sui suoi figli, scomparve con Kara per raggiungere il resto dei suoi compagni e fare ciò che era stato ordinato loro.

«Commander Steel, Vixen, Pantera Bianca e Killer Croc a voi rallentare gli avversari, mentre a terra tutto è in mano vostra Tornado Twist, Heath Wave, Lionheart e Re Grood…»

Nemmeno a dirlo che già tutti si erano buttati spediti nelle posizioni a cui erano assegnati.

Jai intanto approfittando del grande caos che vi era alla Checkmate non aveva avuto difficoltà ad allontanarsi da era stato portato con la sorella per tenerli lontani da tutto quel disordine. E adesso se ne stava lì con le braccia lungo i fianchi e osservava la schiena di suo padre combattendo contro l’istinto di corrergli incontro e quando Snart si voltò fu così che lo vide. Che lo fronteggiava orgoglioso e algido cercando di nascondere invece la battaglia interiore che lo divorava quella che da una parte lo rendeva furioso nei suoi confronti e quella che lo rendeva estremamente orgoglioso. La seconda ebbe la meglio e in un flash era già di fronte a lui, non era mai stato in grado di lasciarsi andare a gesti di affetto, ma dopotutto proprio questo lo aveva unito così tanto a Leonard che adesso lo guardava imperturbabile.

«Non dovresti essere qui…» fu l’unica cosa che si sentì di dirgli.

«Ma se non ci fossi venuto non mi sarei mai reso conto di quanto mi sono sbagliato…» esclamò quello asciugandosi con la manica della felpa gli occhi, per niente felice che lui potesse vederlo così fragile.

«Ti ho incolpato per quello che è successo ai miei genitori, ma facendolo li ho feriti. Loro hanno fatto una scelta legata a ciò che sapevano giusto e oggi mi rendo conto che così è stato… Oggi tantissime persone dipendono dalla tua guida per sopravvivere e vincere questa guerra, persone che hanno eseguito i tuoi ordini senza esitazione… dunque perché dovrei averne io?»

Era strano vedere come un bambino così piccole fosse così saggio e maturo, ma di fatto Jai non era mai stato davvero così ingenuo. E fu quello che sciolse il cuore di Lily, mentre abbracciandolo guardò per un momento suo padre alle spalle del figlio e questo sorridendogli non ebbe più dubbi in merito al fatto che seppur quello non era il futuro che per lei aveva sperato era tuttavia il più adatto.

 

Speedy stava correndo con i suoi compagni di squadra senza smettere di tirar frecce, loro compito era non solo eseguire gli ordini, ma anche ritrovare Connor cosa che accadde poco dopo.

«Connor!» urlò la sorella andandogli incontro super preoccupata a controllare immediatamente come stesse.

«Chi è stato?» chiese Cyborg senza giri di parole.

«William!» rispose altrettanto Queen.

«Non dovevi cercarlo…»

«Ma dovevo!»

«Ragazzi non vorrei disturbare, ma ci stanno addosso!» fece notare Laurel non mancando però di fare un sorriso all’amico contenta di vedere che tutto sommato stava bene, in quanto la ferita non aveva toccato organi vitali.

«Black Canary ha ragione e per la cronaca… sono felice di vederti con addosso questo costume finalmente…»

Connor fece l’occhiolino all’amica, prima che uno sciame di amazzoni sui loro velivoli passasse sopra le loro teste.

«Atom hai un po’ di gentaglia alle calcagna…»

«Lo so, cerco di allontanarli dalle strade… e per la cronaca: virano in maniera imbarazzante!»

«Ti consiglio allora un angolo stretto!»

«Agli ordini Mia Queen!»

Mia aveva appena cercato il contatto radio con Ray non potendosi lesinare di sorridere alla sua ultima esclamazione. Credeva che avrebbe davvero fatto fatica a fare a meno di quella sua ironia tanto spontanea quanto a tratti ingenua. Un sorriso interessato comparve sul suo volto, lo stesso che non sfuggì minimamente all’occhio di falco del fratello…

Atom aveva seguito il consiglio che gli era stato dato e come lui anche Firestorm e Supergirl lo fecero avendo così velocemente degli ottimi risultati.

«Ehm ragazzi qualcuno è libero?» chiese un Barry dalla voce decisamente concitata.

«Perché sono contro uno squadrone a Piccadilly e avrei davvero bisogno di aiuto!»

«Resisti Barry, ti raggiungo immediatamente!» fu la risposta pronta di Kara che aveva ritrovato in quella battaglia la sua forza e non solo quella fisica, ma anche quella dell’anima che la morte di suo marito Mon-El, di sua sorella e tutti i suoi amici le aveva portato via…

Anche Vixen stava combattendo senza darsi per vinta, seppur le forze apparivano venir sempre meno e all’ennesimo atlantideo respinto era sull’orlo dell’esaurimento, uno tale che per poco non la portò a colpire anche Nate –che le comparve improvvisamente di fronte- prima di adagiarsi per un solo attimo stanca e sporca contro un lampione.

«Tutto questo servirà a poco se i vostri amici non parleranno con Queen Diana e Aquaman!» osservò Pantera Bianca dando così manforte alla sua stessa nonna, la maschera che mai si era tolta da che li aveva incontrati le aveva permesso di celare loro la sua identità, ma l’intesa che verso la sua ava sentiva… quella non avrebbe mai potuto nasconderla.

 

«Queen Diana!» la voce altisonante di Sara risuonò nel mezzo dello scontro, il suo bersaglio  era a pochi passi da lei poco distante dalla Torre di Londra lì dove già uno stuolo di amazzoni era scattato per fare da scudo alla sua amata Regina, la stessa che però pareva al contrario molto colpita di come quell’insulsa umana fosse tanto coraggiosa da affrontarla.

«Parla in fretta, come vedi sono leggermente occupata…» il suo braccio destro aveva già fatto per ribattere, ma la donna meraviglia aveva alzato una mano e mettendola a tacere era arrivata a pochi passi da Sara.

«Mi fai parlare è già un passo avanti…» osservò la Leggenda con ironia.

«Devi ritirare le tue amazzoni»

«Divertente, prima compiete un atto di guerra contro il mio popolo e poi mi chiedete di battere bandiera bianca? Giammai!» un solo colpo di frusta della reale e White Canary venne sbattuta a metri distanza. Doveva aspettarselo, in parte aveva ragione dunque non le rimaneva che fare una cosa: combattere.

Anche a Rip non era andata meglio dall’altra parte della città, mentre faccia a faccia con Aquaman cercava di nascondersi dai colpi violenti dell’acqua che lui comandava con il suo tritone.

«Sua Altezza lei deve ascoltarmi… Noi non appoggiamo le amazzoni!»

«BUGIARDO!» e l’ennesimo fiotto di liquido partì in direzione di Hunter che vide il suo rifugio di fortuna distruggersi sotto i suoi occhi.

«Tutto questo è solo una macchinazione da parte dello stesso uomo che si è alleato con suo fratello Orm…» il tritone stava di nuovo caricando la sua arma, mentre la Leggenda con le mani alzate aveva chiuso gli occhi pronto a ricevere il colpo di grazia che con sua grande sorpresa non sopraggiunse. Ebbe solo il coraggio di aprire un occhio per scoprire che l’atlantideo si era congelato di fronte a quel nome.

«Panthesilea?» chiese Queen Diana fermandosi dal colpire Sara che era a terra sotto di lei.

«Sì. L’attentato e la morte di Vostra madre è stato solo il frutto di una sua congiura con il Principe Orm…»

«Hanno ordito alle nostre spalle?» chiese Aquaman a Rip, mentre abbassando il tritone adesso lo aveva preso per il colletto pretendo una spiegazione.

«Con l’appoggio della Corte dei Gufi…» spiegò Rip.

«… a loro volta appoggiati e messi al potere dalla stessa persona che vi ha riempito la testa delle sue bugie…» continuò Sara.

Le due Leggende seppur distanti stavano effettuando lo stesso discorso, con due esseri così potenti che avrebbero potuto ucciderli con un solo colpo.

«EOBARD THAWNE!» esclamarono entrambe le due potenze reali capendo quanto fino a quel momento erano stati al giogo di un vile ingannatore.

 

Tutto era guerra e distruzione, mentre un lampo cadde sul campo di battaglia: l'Anti-Flash, che con un ghigno compiaciuto si stava gongolando del suo successo. In quel giorno e in quell'ora tutti gli eroi sarebbero caduti. Quelli che erano rimasti, la loro eredità e gli unici che potevano viaggiare nel tempo per cambiare le cose. Ma il suo era un trionfo breve in quanto senza che potesse aspettarselo  una lunga spada lo trafisse alla schiena, non prima che questo però con la sua velocità riuscì a prenderla e fare lo stesso con il suo avversario. Entrambi caddero a terra, vinti di fronte alla vita che li stava abbandonando, mentre un urlo squarciò il caos: «LAUREL!»

Sara aveva raggiunto il suo scopo, aveva parlato con Queen Diana e aveva fatto la cosa giusta, ma come sempre quella le veniva ripagata nel peggiore dei modi. Aveva assistito a quella scena troppo veloce senza riuscire in alcun modo a fare qualcosa per impedire che per l’ennesima volta la persona più importante della sua vita le venisse portata via.

Corse a perdifiato gettandosi in ginocchio di fianco al corpo morente della figlia, mentre sollevandola appena prese a cullarla e a cercare il suo sguardo così identico a quello di sua sorella.

«Ehi…»

«Shh, non ti sforzare…» ormai Sara piangeva eppure nonostante questo cercava di sorriderle, come se potesse davvero darle un qualsivoglia conforto sporca di sudore e sangue com’era.

«A-avrei preferito… e-essere una B-Black C-Canary migliore…» riuscì appena a sussurrare Laurel, scoprendo che le costava moltissima fatica parlare.

«Lo sei stata… hai fermato Thawne…»

La ragazzina strinse forte la mano della madre poggiata sul suo ventre cercando di non piangere, non voleva che lei per qualsiasi ragione si sentisse in colpa e poi dopotutto pensava che preferiva di gran lunga morire così che consumata dalla malattia un giorno dopo l’altro fino a diventare solo il fantasma di quello che era stata.

«T-Ti voglio b-bene mamma…»

«Te ne voglio anche io Laurel…»

Il respiro della giovane divenne sempre più corto e tremante fin quando dopo l’ennesimo spasmo cessò per sempre. Rip giunse in quel preciso momento, felice che il piano fosse riuscito e di fronte all’evidenza che a quanto pare i due regnanti stavano finalmente ritirando i loro eserciti mettendo fine a quell’incubo, ma ogni proposito di gioia morì di fronte a una scena che non era pronto a rivivere.

Per l’ennesima volta era costretto a vedere il corpo esamine di un figlio morire in guerra, per mano di chi era stato così meschino da uccidere solo per il gusto di farlo.

Immediatamente aveva raggiunto Sara e si era inginocchiato al suo fianco, mentre i rumori della battaglia cessavano e gli eserciti si ritiravano.

Avevano vinto o forse no?

 

Fu in quel momento di infinita disperazione e tristezza che la realtà prese a distorcersi e portare Sara e Rip in una singolarità fuori dal tempo e dallo spazio.

Ancora scossi e feriti nel cuore quanto nella mente i due si resero conto dello strano evento e alzandosi in piedi si guardarono intorno. Il corpo di Laurel era scomparso come tutto ciò che li circondava lasciando spazio solo a un’infinità di nebbia e luce che rendeva impossibile sapere se quello fosse un luogo fisico o meno.

Incontro loro arrivò un’entità bellissima e solare dalle fattezze di Laurel che per un momento illuse Sara che lei fosse ancora viva, ma quando tentò di abbracciarla capì che anche lei era solo un’illusione. Lei che sorrideva, serena e bellissima nel suo lunghissimo ed elegantissimo abito di piume bianche.

«Esiste un segreto nascosto nelle pieghe del tempo… non capite che la vostra missione era rivelarlo?»

La testa di Sara non era in grado di affrontare un discorso di quella portata, non quando era stata prosciugata da ogni forza per farcela e fu quando fece proprio per mandare quell’entità al diavolo, maledicendola per la forma che aveva scelto, che Rip le mise una mano sulla spalla prendendo lui la parola.

«Di cosa stai parlando? I Signori del Tempo non hanno mai parlato di niente del genere…»

«Perché sono stati loro a nasconderlo…»

Rip si passò una mano sul viso chiedendosi quante cose ancora avrebbe dovuto passare per colpa di quegli esseri eppure cercò di mantenere la calma. Se non per lui quanto meno per Sara che era chiaro che fosse troppo sconvolta per riuscire ad affrontare anche quello.

«Forze misteriose e malvagie hanno complottato per indebolire il tessuto del tempo e separarne gli eroi… Lo avete visto anche voi, esistono luoghi in cui questi sono stati spezzati, ma oggi voi ne avete salvato l’ascesa…»

L’entità con le sembianze di Laurel li guardò notando quanto i loro sguardi fossero cambiati, di come loro stessi si erano evoluti e di come paradossalmente non se ne rendessero conto.

«Questo è stato possibile creando tre universi, diversi, ma uguali. Siete stati messi alla prova, ma oggi vi siete guadagnati il nome con cui un giorno tutti vi conosceranno. Le Leggende che hanno gettato le basi per un nuovo mondo in cui sarete in grado di affrontare le minacce oscure che vi aspettano…»

Per Rip e Sara fu impossibile capire quelle parole, ma anche volendo non ebbero il tempo di farlo che un lampo di luce li avvolse.

 

La fastidiosa sensazione di un colpo alla testa costrinse Sara ad aprire gli occhi, confusa e dolorante per via dello strano sogno avuto.

Non era certa nemmeno che fosse tale, tanto che toccandosi la fronte guardò la stanza da letto della Waverider incerta se alzarsi o meno. Era ancora a contemplare i suoi stessi pensieri, quando la persona alle sue spalle le spostò i capelli biondi da un lato del collo e lasciandole un bacio sullo stesso le parlò con ancora la voce impastata dal sonno.

«Incubo?»

«O forse ricordo?» rispose Sara a quella domanda, voltandosi su un fianco solo per potersi così trovare faccia a faccia con il suo interlocutore: Rip Hunter. Non ricordava nemmeno come fossero arrivati a quel punto e nemmeno quando un uomo aveva iniziato ad essere più importante per lei di una donna, ma sapeva solo che tra le sue braccia poteva sentirsi quel canarino fragile che non poteva mai mostrare di essere in fondo.

«Promettimi che la salveremo…» bofonchiò con un moto di tristezza che non riuscì a spiegare, mentre spingeva il suo viso contro il dorso di lui.

«Chi?» chiese Rip abbracciandola forte a sé, ancora assonnato, ma non per questo meno attento alle sue parole.

Sara non lo sapeva, l’unica cosa di cui era certa era di essersi svegliata nell’oscurità senza smettere di pensare a lei. Al solco che le aveva lasciato dentro, il suo viso sfuocato nei suoi occhi e la sensazione di mancanza che non la lasciava.

Dal suo petto fino all’infinito risuonava il suo ricordo e  quello che di loro era stato.

Stava perdendo la ragione di fronte alla consapevolezza che il suo nome era in ogni parola, nonostante non lo ricordasse.

Così vicina eppure così lontana si stava afferrando al suo riflesso, seppur tutto quello che di loro rimaneva erano solo echi d’amore…

 

Siamo giunti alla fine di una fan fiction che mi ha trascinato nel vortice delle sue emozioni e che fino alla fine ha scelto da sola che cosa raccontare e come concludersi. Non so se vi piace ciò che ho scritto o come tutto si è concluso, sicuramente non metto “conclusa” alla storia perché sono indecisa se proseguirla o forse anche semplicemente deliziarvi con dei “missing moments”. Sicuramente sono molto curiosa di scoprire cosa ne pensate chi fino a qui mi ha seguito e vi invito a rimanere sintonizzati perché quello che ci sarà dopo il “Capitolo 10” anche per me è una vera incognita…

 

 

 

 

 

 

   
 
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