Fanfic su artisti musicali > Shawn Mendes
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Autore: _Nix    02/04/2017    1 recensioni
Shawn Mendes è uno tra i dieci teenagers più influenti al mondo -o almeno così lo ha definito il New York Times- e Riley semplicemente, non lo sopporta.
La cosa poi diventa più complicata quando entrambi sono costretti a fingere di essere legati in una relazione sentimentale dalla casa discografica del ragazzo.
Genere: Commedia, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Riley cammina piano lungo il corridoio con l'indice della mano sinistra che graffia il pollice a un ritmo costante.
Sospira quando arriva davanti all'ultima porta, rigorosamente chiusa e chiude per un momento gli occhi: sa di averla combinata grossa sta volta.
Costringere il pilota del jet privato della casa discografica di suo padre a portarla a Zurigo per andare a vedere il concerto dei Coldplay, doveva ammettere, non era stata l'idea migliore che avesse mai avuto e ne avrebbe sicuramente pagato le conseguenze. 
Bussa piano, mordendosi il labbro un'altra volta e prendendo un profondo respiro. 
"Avanti" dice qualcuno dall'altra parte.  
Riley entra nello studio di suo padre, chiude la porta dietro di se e avanza fino ad una delle due poltrone in pelle difronte la scrivania in legno chiaro, lasciandovisi cadere sopra. 
Holt Blackwell la guarda con un cipiglio scuro in volto, gli occhiali da vista rettangolari sono calati sul naso aquilino e le mani stringono un giornale leggermente accartocciato.
"Sei scappata di casa, hai costretto Marcus a portarti in Svizzera per andare a vedere un concerto al quale ti avevo, tra l'altro, proibito di andare e ti fai fotografare ubriaca insieme alle tue amiche.. Stavolta hai veramente superato il limite, Riley Blackwell", la voce di suo padre le arriva alle orecchie chiara e ad un volume fin troppo alto, per i suoi gusti e sopratutto per il post-sbronza che sta affrontando in quel momento.
Riley stringe gli occhi, massaggiandosi le tempie e sospirando: sa di aver esagerato, non servono suo padre né tantomeno i giornali, che subito si sono sentiti in dovere di dire la loro riguardo la difficile situazione che la famiglia Blackwell sta attraversando in quel momento e le diverse valvole di sfogo che Riley possa trovare, a ricordarglielo. Anche se, comunque, lei per i Coldplay si farebbe portare anche in Antartide. 
"È l'ultima volta che accetto un comportamento del genere da parte tua, specialmente in una situazione come quella che stiamo affrontando in questo periodo. -continua suo padre, piegando il giornale che la ritrae in prima pagina e gettandolo nel cestino- Non capisci che con queste tue azioni macchi non solo la tua persona, ma anche la famiglia e, sopratutto, tutta la casa discografica? Come pensi che gli artisti si faranno rappresentare da un uomo che non sa neanche tenere a bada un'adolescente?" le domanda poi, levandosi gli occhiali da vista e poggiandoli accanto a lui sulla scrivania. 
Riley fa per aprire bocca ma suo padre non la lascia neanche iniziare e subito riprende il suo discorso: "Ne ho parlato con i consulenti d'immagine della società, Riley, e siamo giunti alla conclusione che, onde evitare ripercussioni su tutta la casa discografica, tu abbia bisogno di un punto fisso. Un qualcosa di stabile che non solo aiuti te a migliorare, ma che risani la tua immagine agli occhi dei media e della società".  
Riley allora aggrotta le sopracciglia, inclinando di poco la testa; non sa cosa intenda suo padre con "punto fisso" ma è sicura che, qualunque cosa sia, non le piacerà affatto. "Qualcosa di fisso -riprende suo padre, unendo le mani difronte al petto- come una relazione." afferma infine. 
La ragazza a quel punto spalanca gli occhi, incredula, sporgendosi leggermente in avanti e schiudendo le labbra: "Prego? Una relazione? -domanda, parlando per la prima volta quel giorno, rimanendo stupita ancora di più all'annuire del padre- E sentiamo, come potrebbe una relazione aiutarmi a ristabilire la mia immagine?" domanda, sorridendo smielata e falsa, incrociando le braccia al petto e tornando con la schiena sullo schienale della poltrona. 
"In diversi modi; uno dei tanti è il fatto che saresti controllata, il che ti impedirebbe di fare tutte le idiozie che ti passano per la testa ultimamente..tipo quella di ricattare un dipendente di tuo padre per andare ad un concerto! -il tono che l'uomo sta usando, nonostante sia pacato, è deciso e non ammette repliche- In più, il ragazzo selezionato è un ottimo esempio di equilibrio, rigore e riservatezza, sarete una splendida coppia" conclude suo padre, imitandola nel sorriso che la ragazza ha assunto in precedenza e nel tono di voce. 
"Che diavolo significa 'il ragazzo selezionato', papà?" domanda Riley, piantando le mani sui braccioli della poltrona ed alzando un sopracciglio. Alla risposta del padre, la mandibola della ragazza sembra toccare il parquet scuro dell'ufficio, tanto è aperta: sapeva che suo padre poteva avere idee strane ma di sicuro mai avrebbe pensato a qualcosa di così impensabile. 
Costringere qualcuno ad intraprendere una finta relazione solo per evitare di buttare fango sul nome di una casa discografica è troppo per chiunque, perfino per suo padre. 
"Stai scherzando. -quella di Riley, più che una domanda sembra un'affermazione- Si stai scherzando, non puoi essere serio. Non mi costringeresti mai a fidanzarmi, anche solo per finta, con qualcuno che non conosco solo per salvare il nome dell'etichetta discografica" ridacchia poi, nervosa.
"Oh, in realtà lo farei, tesoro. Anzi, l'ho già fatto -suo padre sorride di nuovo, prima di premere l'indice sul telefono accanto a lui ed avvicinarvi la bocca- Doria, per favore, fallo entrare" dice poi, alla segretaria.
Appena un minuto dopo, la porta dell'ufficio di suo padre si apre e fa il suo ingresso un ragazzo alto, dal fisico asciutto e atletico che Riley riconoscerebbe tra un milione di persone. 
Anche perché sarebbe impossibile non riconoscere Shawn Mendes.
"Riley, vorrei presentarti Shawn -parla suo padre, indicandole il ragazzo- Shawn, lei è Riley, mia figlia" conclude poi, sorridendo.
Shawn le sorride leggermente, visibilmente a disagio puntando gli occhi nocciola in quelli azzurri di Riley e alzando una mano in segno di saluto, mentre si siede sulla poltrona accanto alla ragazza.
"Tu non puoi costringermi -sbotta ancora Riley, ignorando il ragazzo e tornando con lo sguardo su suo padre- E non puoi costringere neanche lui!".
"In realtà, parlandone in modo civile con Shawn e Andrew, il suo manager, abbiamo capito che ampliare l'aura di ragazzo per bene che già ha, non potrebbe fare nient'altro che bene alla sua carriera -la informa l'uomo, e la ragazza non può credere alle sue orecchie- E con un po' di fortuna la sua aura si estenderà anche a te".
Riley guarda suo padre sconcertata, non sapendo cosa dire: non le sembra neanche più di riconoscere l'uomo dall'altra parte della scrivania.
"Tu!- si gira di scatto verso Shawn, guardandolo dritto negli occhi- Tu sei d'accordo nel fare questa follia?!- gli domanda, alzando leggermente il tono della voce- No, è ovvio che tu non sia d'accordo. Non mi conosci neanche" conclude poi, senza lasciare il tempo al ragazzo di rispondere.
"Lui non conosce te, ma tu conosci lui- afferma suo padre, interrotto poi dal "tutto il mondo lo conosce" pronunciato con fare ovvio da Riley- È già un buon inizio" conclude poi.
La ragazza alterna lo sguardo tra Shawn e suo padre, guardandoli sconvolta; si alza poi, afferra la borsa per terra e si avvia verso l'uscita dello studio di suo padre.
"Voi siete malati" dice aprendo la porta ed uscendo dalla stanza, seguita dal forte rumore provocato dallo scontro tra lo stipite e la porta.
   
 
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