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Autore: SHUN DI ANDROMEDA    03/04/2017    4 recensioni
[LongFic][Batfamily-centric][BatBoys]
I tre più anziani si scambiarono un’occhiata, poi infine Dick annuì, sospirando: “D’accordo, ma ricordate che siamo in abiti civili, niente colpi di testa, chiaro?”.
Damian annuì di malavoglia e così Jason, il quale stava già ragionando come estrarre l’intero arsenale che aveva portato con sé, celato sotto il completo.
“Allora andiamo, e restiamo uniti.”
“Cos’è, hai paura di perderti, demonietto?”
“L’offerta per farti fare da esca è ancora valida, Todd.”.
Genere: Azione, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Damian Wayne, Dick Grayson, Jason Todd, Nuovo personaggio, Tim Drake
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: Cristalli infranti
Autore: SHUN DI ANDROMEDA
Fandom: Batman/Batfamily
Personaggi: Dick Grayson, Jason Todd, Timothy Drake, Damian Wayne, OMC, Bruce Wayne, Alfred Pennyworth
Pairing: ///
Genere: Azione, Drammatico
Rating: Giallo
Disclaimer: “Personaggi, luoghi, nomi e tutto ciò che deriva dalla trama ufficiale da cui ho elaborato la seguente storia, non mi appartengono ma sono di proprietà di DC Comics che ne detiene tutti i diritti. Questa storia non è stata scritta a scopo di lucro e, viceversa, gli elementi di mia invenzione, non esistenti in Batman, appartengono solo a me.”

CRISTALLI INFRANTI

PROLOGO


“Correte!”

Damian si sentì prendere per il colletto della giacca ridotta a brandelli e trasportare mentre attorno a lui si era scatenato il caos.

Qualcuno lo caricò sulle spalle, iniziando subito dopo a correre, ma gli risultava difficile capire cosa stesse accadendo, la vista era annebbiata e l’olfatto percepiva solo il fetore di carne bruciata e di plastica fusa.

“Dick, dobbiamo andarcene di qui.”

“Lo so, Tim, Jason, riesci a portarlo?”

“Il marmocchio non è così pesante ma non sembra essere molto in forma.”

“Ha preso un pezzo di soffitto in testa, come pensi possa stare bene?”

“Rimpiazzo, pensa a tenergli quel pezzo di stoffa sulla ferita.”

Damian sbatté più volte le palpebre nel tentativo di mettere a fuoco almeno i visi dei fratelli, i quali erano in piedi davanti a sé, – sospettava ci fosse stata un’esplosione, visto il puzzo di polvere da sparo – e riuscì a distinguere almeno un poco il volto di Grayson, i cui gesti infervorati gli facevano capire che no, la situazione non doveva essere delle migliori.

“Ehi, diavoletto. Ti sei svegliato?”

Con voce il più possibile controllata, Jason voltò di qualche grado la testa per incrociarne lo sguardo, così da vicino Damian poté notare numerosi tagli che sanguinavano sulla camicia un tempo bianca e inamidata: “Hai preso una bella botta. Ehi, Dick, il marmocchio è sveglio!”

Un secondo dopo, il ragazzino si ritrovò col viso tra le mani dal fratello maggiore, intento a scrutarne gli occhi,

“Ha le pupille dilatate, hai la nausea, Damian?”

Questi restò in silenzio un paio di secondi, esaminando i segnali del proprio corpo, poi annuì, combattendo quella sgradevole sensazione alla bocca dello stomaco: “Posso resistere. Cos’è successo?”

“Una bomba, un attentato? Chi lo sa, l’intera sala è saltata per aria e metà dei presenti con lei. Per fortuna che eravamo vicino alla terrazza.”

“Jason...”

“Ha ragione, Dick. E’ stata una fortuna che ci fossimo spostati, altrimenti non ce la saremmo cavata così bene.” ora che la vista era tornata più nitida, Damian poté notare che i loro abiti non avevano avuto una sorte poi così favorevole, ridotti a brandelli e strappati irrimediabilmente su gambe e braccia, quelli di Drake soprattutto sembravano aver avuto giorni migliori.

“Mettimi giù, Todd. Posso camminare.” rantolò il più giovane, cercando di divincolarsi dalla sua presa.

“Se svieni, io ti lascio qui.” replicò secco lui, accovacciandosi però per permettergli di poggiare con più facilità i piedi per terra.

Damian barcollò, colto da un’improvviso capogiro, ma si riprese in fretta, osservando i dintorni: devastazione, piccoli focolai e cadaveri qua e là avevano invaso quello che un tempo era stato il salone delle feste di uno degli alberghi più lussuosi di Gotham.

“Che si fa adesso? Proviamo a scendere?”

Al suggerimento di Timothy, Dick scosse la testa, asciugandosi un rivoletto di sangue con la manica sdrucita: “E’ probabile che chiunque sia il responsabile stia aspettando eventuali sopravvissuti per colpirli e fare un massacro, l’ennesimo. È più sicuro restare qui e aspettare i soccorsi.”

“O aspettare che vengano a farci fuori. Grayson, non pensi che questa situazione sia stata creata apposta per metterci in trappola? Non sarebbe la prima volta.”

“Cosa suggerisci allora, demonietto? Non so voi ma non ho intenzione di fare da bersaglio per chicchessia. Preferisco usare gli altri come bersagli.”

“Todd, per quanto l’idea di farti fare da esca mi attiri, non provocarmi. Sicuramente la notizia sarà arrivata a chi di “dovere”, salire verso il tetto ci metterebbe soltanto con le spalle al muro. Scendiamo, se ci stanno aspettando li affronteremo.”.

I tre più anziani si scambiarono un’occhiata, poi infine Dick annuì, sospirando: “D’accordo, ma ricordate che siamo in abiti civili, niente colpi di testa, chiaro?”.

Damian annuì di malavoglia e così Jason, il quale stava già ragionando come estrarre l’intero arsenale che aveva portato con sé, celato sotto il completo.

“Allora andiamo, e restiamo uniti.”

“Cos’è, hai paura di perderti, demonietto?”

“L’offerta per farti fare da esca è ancora valida, Todd.”.

   
 
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