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Autore: Tinucha    05/04/2017    1 recensioni
Irene e Tessa sono migliori amiche da quando frequentavano il primo superiore. Sono inseparabili, diverse, a tratti uguali.
Sono state unite dalla passione per la scrittura, ma ben presto questa in Irene svanisce, senza però allontanarla dalla sua migliore amica.
Tutto prosegue tranquillo, fino a quando una serie di eventi non si susseguono.
Una sera, Irene, è a casa dell'altra, il suo cellulare squilla, e quando fa per vedere chi è la persona che le scrive, si accorge che quel numero non appartiene alla sua rubrica.
Tessa sembra strana, tesa, nervosa, quasi come se sapesse e non volesse parlare. Nasconde un segreto, perché sì, lei sa benissimo chi si trova dall'altro lato dello schermo.
Genere: Erotico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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È un venerdì pomeriggio come tanti, sono in camera mia con addosso solo un accappatoio, indecisa su cosa indossare. 
Sul letto mi si presentano tre scenari: 
•Giubbottino di pelle, jeans aderenti e maglietta in cotone nera
•Giubbottino di jeans, vestitino primaverile e calze color carne
•Leggins e maglietta lunga.
Opto senza più pensarci per la prima opzione, sventolando l'accappatoio sulla scrivania ed infilandomi l'intimo. Non sono mai stata quel genere di ragazza che si cura, non amo abbinare il reggiseno alle mutandine, e se potessi getterei tutte le trousse di trucchi racchiuse nel bagno dei miei genitori.
Mi do un'occhiata veloce, le superga sembrano stonare sotto quell'abbinamento, quindi mi affretto a sfilarle e ad infilarmi gli stivaletti neri, di sotto la voce di mio padre mi invita a sbrigarmi, altrimenti niente passaggio.

Che caro il mio vecchio.

Corro per le scale, rischiando di sfracellarmi e saluto frettolosamente mia madre.
Ride della mia imbranataggine, strappandomi un timido sorriso di bocca. 
Cellulare, chiavi e caramelle, sono già in auto.

Per tutto il viaggio fisso mio padre, è silenzioso, forse pensieroso, non accenna a parlare e questa cosa non fa che stranirmi, non è affatto da lui. «Papà, tutto bene?»
Si volta a guardarmi, l'auto ferma sul marciapiede, e mi sorride piano. «Nulla d'importante, tesoro, stupidi pensieri da adulto.»
Annuisco, non mi piace addossarlo, so bene che se qualcosa dovesse andare storto lui sarebbe il primo a parlarmene, quindi gli schiocco un frettoloso bacio sulla guancia sinistra e salto giù. «Non preoccuparti, al ritorno mi accompagnano i genitori di Tessa.» Gli sorrido, scappando poi verso il campanello.


Tessa è la mia migliore amica, è alta, mora, gli occhi scuri come la pece. Ci siamo conosciute qualche anno fa ad un corso di scrittura e fin da subito abbiamo instaurato un vero rapporto di amicizia. Ci siamo fidate e confidate, siamo complici, timide e diverse. Trovo che il sentirmi diversa è l'unica cosa di me che mi piaccia. Odio che il mondo vada tutto in una direzione visto che ne abbiamo mille a nostra disposizione. 

«Arrivo!» Una voce annoiata arriva dall'interno, immagino sia suo fratello maggiore. 
La cosa non fa che crearmi disagio, non è molto che frequento la casa e nella maggior parte dei casi in cui l'ho fatto ho conosciuto sua madre, ed incontrato suo padre al massimo un paio di volte. Mi arriccio nervosamente le punte dei capelli castani tra le dita, tirandomi involontariamente la coda ben fatta.
La porta si apre.
Guardo il ragazzo davanti a me, è parecchio più alto, ha un viso cresciuto, probabilmente il risultato è dovuto alla leggera peluria che gli incornicia la mascella, gli occhi sono tali e quali a quelli della mia migliore amica, le labbra sottili e rosse. 
«Ciao.» Riesco solo a mormorare continuando a fissarlo con indecisione.
«Ciao.» Ripete inarcando un sopracciglio, probabilmente in attesa di una mia presentazione.
«Sono Irene.. Giorgio, giusto?» Gli porgo la mano destra, lui la guarda, roteando gli occhi ed invitandomi ad entrare in casa.
«Theresa, c'è la tua amica.»
Chino lo sguardo imbarazzata, sfregandomi la mano sulla stoffa pungente dei jeans.
«Tessa, Giorgio, chiamami Tessa che palle!»
Riconosco la voce della mora ed involontariamente sorrido vedendola correre per le scale. Mi stringe forte a se, facendomi scoppiare a ridere intenerita per quell'abbraccio spaccacostole.
«CIAOOOOOO!» È un turbine, sì, la mia migliore amica è un fottuto uragano, è questo che ci differenzia. Io sono una persona calma, pacifica, tranquilla, lei invece è l'esatto opposto.
«Ciao!» Strepito senza urlare, ma comunque piena di entusiasmo, non ci vediamo da una settimana e mezza e sinceramente la cosa potrà sembrare banale, ma quando una persona diventa il tuo punto di riferimento è una cosa davvero insopportabile.
«Bene, abbracciatevi quanto vi pare, io sto uscendo. Ci vediamo a cena, Tess.» Suo fratello si intromette con una calma glaciale, afferrando delle chiavi per poi sparire dietro la porta.
«Devo dire a Brianna di avvisarmi quando ha intenzione di non dargliela, diventa più mestruato di me!» Afferma, porgendo il dito medio alla porta in legno oramai chiusa e facendomi scoppiare in una rumorosa risata.
Brianna è la ragazza storica di suo fratello, me ne parla ogni tanto, non sono proprio in buoni rapporti. Se ricordo bene l'ha definita una stronzetta con due palle finte al posto del seno, poi ho cominciato a ridere per telefono, quindi credo di aver rimosso il resto della conversazione.
«E a te chi dice che lei non gliela stia dando?»
«Me lo dice il fatto che ultimamente sta nella doccia mezz'ora in più. Allora mi sono fatta un paio di conti.»
Scuoto il capo divertita, non cambierà mai. 
«Che ne dici di andare al Gringo's?»
«Sì, ho una dannata voglia di gelato.» Afferma, afferrando il giacchino dall'attaccapanni, per poi tirarmi per il polso fuori di casa, correndo.
Inutile, non cambierà mai.
E menomale.



|..|
«Ma cosa dici, Tess? Sei bravissima a scrivere e te lo ha assicurato anche il professore al corso, hai una brillante carriera di fronte a te, sono sicura che appena qualche casa editoriale leggerà i tuoi racconti sarà subito pronta a pubblicare i tuoi libri. Sei brillante, intrigante, intelligente, quello che scrivi i lettori se lo mangerebbero in meno di un giorno.»
«Non lo so, Irene, non ne sono sicura, e poi anche tu sei bravissima a scriv-..»
Pongo la mano destra tra di noi, scuotendo vigorosamente il capo e scrollando le spalle «A me piace scrivere, ma lo faccio solo per hobby, per divertimento, così, non mi interessa altro, tu invece ce l'hai nel sangue, sono sicura che da grande diventerai la mia scrittrice preferita.. Anzi, già lo sei!» Strepito, mentre silenziosamente avanziamo in camera sua, la cena è quasi pronta e deve chiamare anche suo fratello a preparare la tavola.
Lo ritroviamo seduto sulla sedia a roteare nella camera, per poi distendere le gambe lunghe e toniche sul suo letto. Alza lo sguardo su di noi, mi ignora come prima e guarda sua sorella che gli intima di raggiungere la tavola.
Si alza svogliato, dirigendosi nell'altra stanza, pochi secondi dopo avverto il trillo del mio cellulare, lo afferro, aggrottando la fronte, un messaggio da un numero sconosciuto.
“Ieri eri bellissima alla fermata dell'autobus”










Angolo autrice
Salve popolo di Efp!
Non è la prima storia che pubblico nel settore storie originali, però so per certo che questa ha un'importanza maggiore. Perché mi ci rispecchio di più, o forse perché è un paio di notti che già la immagino, e niente, ho voluto renderla reale.
So che sono nuova in questo "fascicolo" ma apprezzerei davvero tanto sapere che cosa ne pensate, spero in un qual modo di renderla intrigante, vorrei farle avere un filo di mistero, anche se tutte le volte che ci provo fallisco miseramente, AHAHAHAHHA, ma dettagli.
Niente, vi saluto e grazie a chi commenterà, leggera, seguirà la storia.❤️❤️

Biscotti per tuttiiii🍪🍪

   
 
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